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Annamaria Chesi, 48 anni, infermiera, incinta. Strangolata dal convivente

Bellagio (Como), 7 Marzo 2010

Era geloso, di lei o forse del bambino che lei aveva appena saputo di avere in grembo. Così ha preso il cavo della televisione e l’ha strangolata. Un folle raptus provocato dal sospetto che la donna avesse un amante e che il bambino potesse non essere suo. Disposte anche le analisi per stabilire la paternità, tante volte l’uomo avesse ragione.


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l’autopsia conferma i sospetti: Annamaria era incinta

Tutto confermato. I sospetti degli inquirenti e quelli del suo compagno che poi l’ha uccisa. Strangolandola con un cavo della tv. Annamaria Chesi, l’infermiera di Bellagio di 48 anni, era incinta di poche settimane. La conferma è arrivata dal’autopsia che si è svolta oggi all’ospedale di Lecco, eseguita dal medico legale Paolo Tricomi oper conto della Procura di Como (Pm Pizzotti).

Il suo convivente, Giuseppe Voci, 56enne autotrasportatore, si era già presentato sabato sera dai carabinieri con un test di gravidanza positivo. Segno, abbastanza inequivocabile, della possibile maternità. I dubbi dell’uomo, dunque, sembrano trovare conferma. Quando ha ammesso di averla uccisa, in caserma, avrebbe anche spiegato che temeva la presenza di un amante. Un folle raptus provocato proprio da questo sospetto. Ma anche perchè l’infermiera avrebbe manifestato l’intenzione di lasciarlo negli ultimi tempi.

Il medico legale, su indicazioni del magistrato, ha anche iniziato l’acertamento del Dna per capire se il padre era l’uomo che l’ha poi strangolata oppure un altro. Il presunto amante. Atto dovuto, questo, per completare l’inchiesta. Il risultato lo si conoscerà nei prossimi giorni almeno, non prima. E domattina, intanto, Giuseppe Voci sarà davanti al Gip di Como Luciano Storaci per l’interrogatorio di convalida del fermo. E’ accusato di omicidio volontario.

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Ha ucciso la convivente e si è costituito ai carabinieri. Un omicidio passionale, che sarebbe maturato per gelosia. Giuseppe Voci – 56 anni, divorziato – avrebbe raccontato ai militari dell’Arma di essere ossessionato dal sospetto che la sua compagna, Anna Maria Chesi, lo tradisse. Così verso le 19.00 di ieri, al culmine dell’ennesima lite, l’ha strangolata con un cavo elettrico nella casa di Bellagio (Como) in cui la coppia viveva. Poi l’uomo ha preso l’auto e dopo aver vagato per qualche ora si è recato nella caserma dei carabinieri di Oggiono (Lecco) dove ha confessato il delitto.

Voci nella notte è stato interrogato dal pm Simone Pizzotti, sostituto della Procura di Como, prima di essere rinchiuso in carcere, al Bassone, con l’accusa di omicidio volontario.

La Provincia di Como

Omicidio: forse un folle movente -temeva che il figlio non fosse suo

Martedi pomeriggio verrà conferito l’incarico all’anatomo patologo dell’ospedale Sant’Anna e, in serata, verrà eseguita l’autopsia sul corpo di Anna Maria Chesi, la donna di 48 anni che sabato è stata strangolata con il cavo dell’antenna tv dal suo convivente, … L’esame autoptico sulla vittima servirà a svelare uno degli interrogativi ancora aperti di questo omicidio: l’autopsia accerterà se Anna Maria fosse veramente incinta, come il test di gravidanza positivo trovato nel bagno dal suo convivente lascerebbe supporre. Su questo punto si incentrano anche le attenzioni degli inquirenti per accertare un movente chiaro che ha portato al raptus omicida di sabato sera. L’assassino avrebbe riferito agli inquirenti che era al corrente che Anna aspettasse un figlio e che ne fosse comunque contento. Una tesi che però non sembra convincere gli investigatori: fra le ipotesi al vaglio dei carabinieri della compagnia di Como, coordinati dal pm Simone Pizzotti, c’è quella che l’uomo, venuto a conoscenza sabato del fatto che la sua convivente fosse incinta, sospettasse che il figlio non fosse suo. Da qui il rancore che avrebbe armato la mano dell’uomo.

La Provincia di Como

“Ricordo il litigio con Anna Maria poi soltanto il buio”

La boccetta di sonnifero quasi vuota. Il sospetto, così folle da sembrare addirittura reale. Quindi il diverbio. Sempre più acceso. Poi soltanto il buio. Fino a quando, in bagno, non ha trovato il test di gravidanza e ha scoperto che lei aspettava un figlio.

Giuseppe Voci, il camionista reoconfesso di aver ammazzato la 48enne convivente Anna Maria Chesi strangolandola con un cavo elettrico, non tradisce emozioni particolari quando risponde alle domande del giudice delle indagini preliminari. Nessuna lacrima, solo quell’ossessione diventata morte: il tradimento della sua Anna Maria.

Lo ha ripetuto anche ieri mattina, nell’udienza di convalida del fermo, al termine della quale il giudice Luciano Storaci ha confermato il provvedimento e disposto la custodia cautelare in carcere per il 56enne residente a Bellagio.

L’avvocato di fiducia di Voci, il legale lecchese Tiziana Bettega, non ha presentato alcuna istanza al giudice: inutile, di fronte a un’accusa tanto grave, tentare di alleggerire il regime carcerario del proprio cliente. Giuseppe Voci, dal canto suo, ha ripercorso durante l’interrogatorio tutta la tragica serata di sabato nell’abitazione di via Neer e, soprattutto, spiegato l’origine della scintilla destinata a infiammarlo al punto da cancellargli la pietà.

Il camionista ha spiegato di aver visto la sua boccetta di tranquillanti praticamente vuota e di aver pensato che era impossibile fosse stato lui ad averla già finita. È quindi tornato a galla un antico tormento: quello del tradimento della sua Anna Maria, sospettata dal convivente di un intricato inganno nei suoi confronti.

Al giudice, Giuseppe Voci ha ripetuto di essere convinto che lei lo drogasse, che utilizzasse i tranquillanti per narcotizzarlo e, una volta fatto addormentare, ricevesse l’amante nella loro abitazione. Una fobia, quella del tradimento, di cui il camionista aveva parlato a lungo pure con i suoi colleghi di lavoro. Anche questi ultimi – a suo dire – sarebbero stati concordi con lui nel ritenere chiari e concordanti gli indizi sull’asserito tradimento della convivente.

Forte delle sue convinzioni, Giuseppe Voci, dopo aver trovato la boccetta di tranquillanti ormai vuota, ha deciso di affrontare – per l’ennesima volta – Anna Maria. Ne è quindi nata una lunga e violenta discussione, con l’autotrasportatore in veste di accusatore. La lite, dunque. E poi? Poi il buio. L’omicida ha detto di non ricordarsi più nulla del momento in cui ha preso un cavo e ha tolto la vita alla donna.


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