Giuseppe Voci, 56 anni, autotrasportatore, padre separato. Strangola la convivente incinta. Condannato con rito abbreviato a 18 anni confermati in Appello
Bellagio (Como), 6 Marzo 2010
Titoli & Articoli
Voci interrogato dal giudice: «Come ho ucciso Anna? Non riesco a ricordare nulla» (il Giorno – 11 marzo 2010)
CONTINUA a non ricordare il momento in cui ha ucciso la sua compagna Giuseppe Voci, il camionista di 56 anni che sabato notte ha confessato l’omicidio della convivente, Annamaria Chesi, 48 anni. Ieri mattina, davanti al gip Luciano Storaci, ha ricostruito con precisione i due mesi prima, il crescere del sospetto di essere vittima di un tradimento, l’idea ormai fissa che la sua compagna avesse un amante. Non uno qualsiasi, ma una persona precisa, indicata al giudice con nome e cognome.
UN SOSPETTO alimentato anche dai suoi colleghi camionisti, con i quali si era confidato, e che gli avevano confermato che certi comportamenti da lui raccontati erano sicuramente la dimostrazione di un disinteresse da parte di Annamaria, il sintomo tipico della donna che ha un altro interesse. Così Voci, che si era fatto prescrivere degli ansiolitici, quando aveva trovato il flacone semivuoto si era definitivamente convinto che lei gli stesse somministrando quei medicinali di nascosto per stordirlo.
«GIÀ da un po’ di tempo mi sentivo fuori forma – ha detto al giudice – e quando ho visto che le gocce erano quasi finite, ho pensato che non potevo averne consumate così tante e che di sicuro lei me ne stava mettendo di nascosto nel cibo». Così è scattata quell’ultima lite nella quale lui ha afferrato un cavo elettrico, l’ha aggredita alle spalle e per alcuni minuti l’ha immobilizzata fino a soffocarla. Una sequenza che lui dice di non ricordare, colpito da un blackout mentale subentrato pochi istanti prima dell’omicidio, fino a quando l’ha vista stesa sul letto ormai inerte.
Poi l’uomo è andato in bagno, ha trovato quel test di gravidanza che non sapeva interpretare e lo ha portato a sua figlia, che gli ha confermato che si trattava di un esito positivo. Voci ha detto di non aver mai saputo nulla di quel test e del sospetto di Annamaria di una gravidanza, aggiungendo che lui sarebbe stato felice di poter avere un altro figlio.
A QUEL punto ha detto di aver iniziato a girare in auto, fino a consegnarsi ai carabinieri quasi all’alba. Il gip ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere, ma intanto sono stati disposti diversi accertamenti: il genetista Carla Capra dovrà stabilire la paternità di quella gravidanza alle primissime settimane, mentre Marina Carla Caligara, medico legale si occuperà degli esami tossicologici di entrambi.
Uccise la convivente incinta Condannato a 18 anni (il Giorno – 19 gennaio 2011)
È stato condannato a 18 anni dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Como, Giuseppe Voci, l’autotrasportatore che uccise la convivente incinta perchè convinto che lo tradisse. L’omicidio avvenne il sei marzo dello scorso anno. Il pubblico ministero, Simone Pizzotti, nella sua requisitoria aveva chiesto il carcere a vita, mentre l’avvocato Tiziana Bettiga del Foro di Lecco aveva chiesto l’assoluzione per incapacità di intendere e volere.
L’uomo, a processo anche a Lecco per aver minacciato di morte l’ex moglie quando ancora abitava nel capoluogo manzoniano, uccise la convivente 48enne Anna Maria Chesi nella convinzione che lei gli somministrasse del sonnifero per poi incontrare un amante, circostanza mai dimostrata. Fu proprio la scoperta della gravidanza a far scattare la decisione di sopprimere la convivente: prese un cavo elettrico e con quello la strangolò.Poi salì in auto e dopo aver vagato per alcune ore si recò a casa dei figli e chiamò l’avvocato con la quale si presentò ai carabinieri di Oggiono per confessare. Il Giudice nella sua sentenza ha escluso la premeditazione.
Bellagio, uccise per gelosia. In Appello confermati i 18 anni (la Provincia di Como – 22 febbraio 2012)
I giudici di Milano hanno confermato la sentenza di primo grado nei confronti di Giuseppe Voci che il 6 marzo 2010 aveva ucciso la convivente, Anna Maria Chesi. Per l’omicidio di Anna Maria Chesi, la seconda corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna di primo grado: 18 anni di carcere al convivente, Giuseppe Voci.
Ieri mattina i giudici milanesi hanno confermato la decisione del giudice del tribunale di Como Alessandro Bianchi: in primo grado, il 19 gennaio 2011, Voci non era stato condannato al carcere a vita non essendo stata riconosciuta la premeditazione, come invece richiesto dal pm Simone Pizzotti. Rigettata dal giudice anche la richiesta dell’avvocato difensore di Voci dell’incapacità di intendere e di volere del suo assistito. Le stesse richieste, del pubblico ministero e dell’avvocato difensore, sono state rigettate anche dalla corte d’Appello di Milano: alla fine i 18 anni sono il frutto della condanna a 27 anni di reclusione, ridotti di un terzo per la scelta del rito abbreviato.
L’omicidio risale al 6 marzo del 2010 quando Giuseppe Voci, che aveva 53 anni, uccise per un raptus di gelosia la convivente, Anna Maria Chesi, 48 anni, assistente sanitaria. L’uomo si era consegnato dopo aver vagato una notte in auto e le indagini erano state svolte dai carabinieri della caserma di Bellagio. L’uomo era convinto che lei lo tradisse anche se la donna aspettava un figlio (paternità che non era poi stato possibile accertare).