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Stefania Garattoni, 20 anni, studentessa. Uccisa con tredici coltellate dall’ex fidanzato

Cesena, 9 Marzo 2011


Titoli & Articoli

Ventenne uccisa a coltellate, arrestato l’ex fidanzato (la Repubblica – 9 marzo 2011)
Stefania Garattoni, studentessa figlia di un ispettore della polizia stradale, è stata aggredita alle 14.30 all’uscita dal centro di recupero scolastico che frequentava. E’ stata assassinata dal suo ragazzo, rintracciato dopo poche ore in stato confusionale: non aveva accettato la fine della relazione
L
e lezioni dovevano ancora cominciare. Lei era in piedi, insieme a un’amica, fuori dal centro di recupero scolastico “Cartesio” che frequentava per prendere il diploma delle superiori. Stefania Garattoni, vent’anni, è stata uccisa prima di entrare in classe dal suo ex fidanzato, Luca Lorenzini, di pochi anni più grande di lei.
Il ragazzo non riusciva ad accettare la fine della loro relazione, le telefonava, tempestava di chiamate i suoi amici, cercava di ricucire un rapporto che ormai era finito. Non si rassegnava a non averla più per sè, non accettava il rifiuto.
Ieri pomeriggio, conoscendo i suoi orari, l’ha raggiunta alle 14.30 di fronte al centro “Cartesio”, forse ha cercato di spiegarle nuovamente le sue ragioni, ma poi di fronte ai passanti e all’amica ha estratto un coltello e l’ha aggredita. Mentre si accasciava a terra, lui è scappato a bordo di uno scooter. Mentre l’ambulanza avvisata da un immigrato che, come altra gente, aveva assistito alla scena arrivava a soccorrerla, lui tornava a casa e inforcava una bicicletta. E’ scappato, ha fatto perdere le proprie tracce, ma è stato rintracciato dopo poche ore, alle 17.30, lungo una pista ciclabile a San Carlo, a pochi chilometri dalla città.  Era in stato confusionale, stava pensando se proseguire in una disperata e folle fuga o se tornare indietro per costituirsi e raccontare tutto alla polizia. E’ stato così portato in commissariato per essere interrogato. Rischia di essere incriminato per omicidio volontario.
La vittima è figlia di un ispettore della polizia stradale di Cesena, subito arrivato sul luogo dell’aggressione, insieme agli altri familiari. Ma non ha avuto nemmeno il tempo di salutare per l’ultima volta la figlia già agonizzante per le ferite ricevute: il fendente alla gola le aveva compromesso le funzioni vitali.


Cesena, uccisa in strada a 20 anni dopo un litigio con l’ex fidanzato (La Stampa – 9 marzo 2011)
Stefania ammazzata a coltellate:il killer fegge sullo scooter, presodopo ore. “Era geloso di lei”
Stefania non sarà più sua, Stefania non sarà più di nessuno. La loro relazione era finita da mesi: incomprensioni, litigi, gelosie. Lui non riusciva a farsene una ragione, la chiamava, cercava di parlare con i suoi amici.
Poi l’ha aggredita a coltellate. Un colpo alla gola, particolarmente profondo, è stato fatale a Stefania Garattoni, 20 anni, uccisa dall’ex fidanzato Luca Lorenzini, di pochi anni più grande di lei.
Stefania stava andando ad un centro di recupero scolastico, dove stava studiando per prendere il diploma di scuola superiore. È proprio lì, in via Mazzoni, sulle strade ciottolate del centro di una città che stava vivendo un sonnacchioso pomeriggio, che si è vista arrivare quell’amore passato che stava per diventarle fatale. Un litigio, forse l’ennesimo, che però ha avuto un epilogo diverso. Lui ha preso un coltello e l’ha ferita, davanti agli occhi di un’amica e dei passanti. Poi è scappato su uno scooter. In una città sconvolta è stato un immigrato angolano a chiamare prima i soccorsi poi la polizia. Stefania è stata portata all’ospedale Bufalini, ma dopo un’ora ha perso la sua lotta contro la vita: la ferita alla gola le aveva infatti compromesso le funzioni vitali.
Grazie ad alcune testimonianze il giovane è stato immediatamente identificato, ma nel frattempo era scappato sullo scooter. La polizia si è subito messa sulle sue tracce e l’ha trovato un paio d’ore dopo lungo una pista ciclabile a San Carlo, a pochi chilometri dalla città. Aveva lasciato lo scooter a casa, aveva inforcato una bicicletta ed aveva cominciato a pedalare. Lo hanno trovato in stato confusionale, mentre stava pensando se proseguire in una disperata e folle fuga o se tornare indietro per costituirsi e raccontare tutto alla polizia. È stato così portato in commissariato per essere interrogato. Rischia di essere incriminato per omicidio volontario. La vittima è figlia di un ispettore della polizia stradale di Cesena, subito arrivato sul luogo dell’aggressione, insieme agli altri familiari. Ma non ha avuto nemmeno il tempo di salutare per l’ultima volta la figlia già agonizzante per le ferite ricevute.

CESENA, UCCISA A VENT´ANNI DALL´EX DOPO SCUOLA IL PROF: “ERA BRAVA E SERENA” (Positano News – 10 marzo 2011)
Stefania non sarà più sua, Stefania non sarà più di nessuno. La loro relazione era finita da mesi: incomprensioni, litigi, gelosie. Lui non riusciva a farsene una ragione, la chiamava, cercava di parlare con i suoi amici. Poi l’ha aggredita a coltellate. Un colpo alla gola, particolarmente profondo, è stato fatale a Stefania Garattoni, 20 anni, uccisa dall’ex fidanzato Luca Lorenzini, di pochi anni più grande di lei. Stefania stava andando ad un centro di recupero scolastico, dove stava studiando per prendere il diploma di scuola superiore. È proprio lì, in via Mazzoni, sulle strade ciottolate del centro di una città che stava vivendo un sonnacchioso pomeriggio, che si è vista arrivare quell’amore passato che stava per diventarle fatale.
Un litigio, forse l’ennesimo, che però ha avuto un epilogo diverso. Lui ha preso un coltello e l’ha ferita, davanti agli occhi di un’amica e dei passanti. Poi è scappato su uno scooter. In una città sconvolta è stato un immigrato angolano a chiamare prima i soccorsi poi la polizia. Stefania è stata portata all’ospedale Bufalini, ma dopo un’ora ha perso la sua lotta contro la vita: la ferita alla gola le aveva infatti compromesso le funzioni vitali.
Grazie ad alcune testimonianze il giovane è stato immediatamente identificato, ma nel frattempo era scappato sullo scooter. La polizia si è subito messa sulle sue tracce e l’ha trovato un paio d’ore dopo lungo una pista ciclabile a San Carlo, a pochi chilometri dalla città. Aveva lasciato lo scooter a casa, aveva inforcato una bicicletta ed aveva cominciato a pedalare. Lo hanno trovato in stato confusionale, mentre stava pensando se proseguire in una disperata e folle fuga o se tornare indietro per costituirsi e raccontare tutto alla polizia. È stato così portato in commissariato per essere interrogato. Rischia di essere incriminato per omicidio volontario. La vittima è figlia di un ispettore della polizia stradale di Cesena, subito arrivato sul luogo dell’aggressione, insieme agli altri familiari. Ma non ha avuto nemmeno il tempo di salutare per l’ultima volta la figlia già agonizzante per le ferite ricevute.
UN PROFESSORE: ERA BRAVA Un professore della scuola frequentata da Stefania, il centro studi ‘Cartesio’ ha descritto così l’alunna: “Era una ragazza serena, non ha mai dato a pensare che avesse delle preoccupazioni che la turbassero. Ha fatto delle belle interrogazioni e si applicava. Aveva il diploma in studi sociali e si preparava all’esame da dirigente di comunità”.

L’ultimo saluto alla giovane Stefania Garattoni (il Resto del Carlino – 15 marzo 2011)
Vicino all’altare c’è un cuore disegnato con tante rose bianche. In chiesa non si passa, non c’è posto. C’è un mare di persone che vuole dire addio a Stefania. Anche il sindaco, anche il prefetto e anche il vescovo, che quasi bisbigliando parla di fede, di Dio e di una vita che continua, che ricomincia appena dopo essere finita. Il dolore alle due e mezza del pomeriggio avvolge la chiesa di Calabrina dove un’intera comunità partecipa al funerale di Stefania Garattoni, uccisa mercoledì scorso a vent’anni dalle coltellate dell’ex fidanzato Luca Lorenzini.
“Anche se facciamo fatica a dirlo — predica monsignor Douglas Regattieri —, in questa circostanza in cui tutto sembra volerci convincere che il male, la violenza e la cattiveria hanno il sopravvento, noi vogliamo ridire a noi stessi e a tutti, che in Cristo e solo in Lui sta il senso del nostro pellegrinare”. Ad ascoltare ci sono gli uomini in divisa e in borghese della polizia e dei carabinieri (il padre di Stefania è ispettore al Caps), le uniformi della Croce Rossa e i volti segnati dalle lacrime di tantissimi amici, di Stefania e della sua famiglia. La chiesa non può contenere tutti. La scalinata e il prato sono pieni di persone in silenzio, strette le une alle altre. Piangono tutti. «Non abbiamo capacità speciali o parole illuminate per togliere tanto dolore dal cuore di chi piange la morte di Stefania — è sempre il vescovo che parla — siamo solo dei fratelli e delle sorelle che si mettono in fila (…) in punta di piedi per testimoniare la nostra vicinanza e la nostra condivisione a tanto dolore».
La salma viene benedetta, la funzione termina, ma Stefania resta lì, al centro della chiesa. Perché una ragazza si avvicina al microfono. Giulia, la sorella gemella, che vive a Senigallia. «Vorrei recitare una poesia — sussurra, con la voce che si mescola al pianto —. Stefania, sei bellissima, meravigliosa, come il mare subito dopo la tempesta e come una rosa che non sa pungere e che sa solo regalare gioia». Nelle parole ci sono i ricordi, gli ultimi, quelli del nove marzo, il giorno in cui Stefania venne uccisa: «Mi hai scritto che mi volevi vicino, che mi volevi bene. Eccomi, sono qui, sono con te. Ti amo». Alla fine parla il parroco, don Renato Pagliarani, che ringrazia le istituzioni che con la loro presenza testimoniato la vicinanza di un’intera comunità e poi si stringe attorno ai genitori: «Il loro comportamento ci lascia un grande insegnamento: in ogni battezzato non può esserci odio. Nemmeno per il più terribile degli assassini».

Omicidio Garattoni: “Non perdoneremo mai chi ha ucciso Stefania” (il Resto del Carlino – 11 maggio 2011)
Ora parla il dolore, quello che ha frantumato la vita della famiglia di Stefania Garattoni (foto), la 20enne studentessa uccisa il 9 marzo scorso dall’ ex fidanzato Luca Lorenzini. E’ la prima volta che i parenti della ragazza escono da un silenzio fatto di dignità innata per una ferita che non potrà mai avere cicatrice.
I genitori, l’ispettore della polstrada Orazio e la moglie Francesca insieme agli zii Agostino Urbini e alla consorte, hanno scelto di farlo sotto gli occhi del legale Carlotta Mattei che li segue non solo col ‘codice in mano’ ma col cuore di mamma. Ieri Stefania avrebbe avuto l’esame per l’abilitazione alla maturità nell’istituto privato che frequentava e davanti al quale è stata stroncata la sua vita. Sarebbe stato il primo ‘pass’ per i suoi sogni: l’università, il Dams, la passione per la storia dell’arte. Tanta voglia di un futuro che non ci sarà mai. Lo zio Agostino e i genitori di Stefania sono una ‘squadra’ compatta, quasi una famiglia sola, abitano di fianco e hanno sempre Stefania negli occhi. Ora hanno scelto di parlare, nessun spazio al lato processuale ma solo a quello umano: emozioni, sentimenti, una sofferenza perenne.
«Senza polemica —dice zio Agostino — abbiamo dato voce per la prima volta al nostro dolore. In questi casi si parla molto dell’assassino e poco della vittima, si rischia di dimenticarla. La nostra famiglia è compatta in questa tragedia che ci sconvolge, inoltre ci sono i fratellini di Stefania da crescere con equilibrio. Loro chiedono già il perchè. Spesso è sufficiente incontrare il soggetto sbagliato e tutto cambia, così è stato per mia nipote».
E sulla sua ‘Ste’, dolce, sensibile e intelligente, mamma Francesca ha trasferito in una lettera i battiti del proprio cuore. E spicca una frase perentoria, naturale «non potremo mai e dico mai perdonare». Papà Orazio aggiunge che nessuno della famiglia Lorenzini si è fatto avanti per le scuse ma spiega che «comunque non avrebbero senso, non è un incidente stradale. Mia figlia era molto cambiata, ha incontrato la persona sbagliata. Quel ragazzo lo avevamo accolto come un figlio poi abbiamo notato certi comportamenti che non andavano, ne avevo parlato anche con lui. Ora chiedo solo giustizia».


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