Adliana Picari, 32 anni, lucciola. Massacrata con 15 coltellate da un cliente
Canneto Pavese (Pavia), 9 Marzo 2015
Titoli & Articoli
Adliana, nessun parente: funerali per ora rinviati (la Provincia Pavese – 15 marzo 2015)
Nessuno ha ancora reclamato la salma della 32enne uccisa a coltellate da Carmine Pio Losio
Una vita spezzata, un corpo che attende sepoltura. Nessuno ha ancora reclamato la salma di Adliana Picari, la giovane donna di 32 anni uccisa a coltellate da Carmine Pio Losio, il 54enne di Canneto Pavese che ora si trova agli arresti con l’accusa di omicidio. Il magistrato Paolo Mazza, titolare dell’indagine, ha dato il nullaosta per i funerali, al termine dell’autopsia che è stata eseguita dalla dottoressa Yao Chen all’istituto di Medicina Legale, ma per il momento non sono arrivate risposte dai familiari in Albania. La squadra mobile della questura ha inviato una comunicazione ai diversi consolati ma gli agenti di polizia sono ancora in attesa di un riscontro.
Si moltiplicano, però, le manifestazioni di cordoglio e di affetto da parte di chi conosceva la giovane donna, che si prostituiva alla rotonda della ex statale Bronese, a pochi passi dal ponte della Becca. In quel punto, dall’altra sera, sono comparsi alcuni vasi di fiori e una rosa. Portati lì forse da un cliente, oppure da qualche automobilista che, passando ogni giorno in quel punto, si era abituato alla presenza di quella ragazza. Una giovane descritta da tutti come molto «riservata» ma la cui dolcezza, oggi, è ricordata con tristezza e smarrimento. Adliana Picari non aveva parenti in Italia, ma un marito che aveva sposato un paio di anni fa a Torino, prima di trasferirsi da sola a Pavia, nell’appartamento in viale Cremona, al numero 501, dove ha lunedì sera ha trovato la morte.
La donna, secondo quanto ricostruito dalla polizia e attraverso le dichiarazioni dello stesso Carmine Losio, è stata uccisa in un raptus dall’uomo, che era un cliente abituale. L’indagato ha spiegato di essersi invaghito della giovane e di avere pensato di fuggire con lei. Per questo aveva cercato di uccidere l’anziana madre, di 89 anni, aprendo il gas della casa di Canneto (la donna è stata salvata per un soffio) prima di andare a prendere Adliana alla rotonda della Bronese, dove era certo di trovarla. Quindi i due erano andati a casa di Adliana Picari, per consumare un rapporto. Ma nell’appartamento era esplosa la follia. Un rifiuto per una prestazione aveva spinto Losio a prendere un coltello da cucina e a colpire più volte la donna, fino a lasciarla sul letto senza vita. Adliana era stata trovata dalla polizia in un lago di sangue. Losio era stato arrestato, dopo essere rimasto barricato in casa per diverso tempo dopo il delitto. Ora il killer è in carcere, mentre si attende di poter celebrare i funerali della giovane lucciola.
«Adliana, troverai riposo a Valle» (la Provincia Pavese – 15 marzo 2015)
Il sindaco Gatti Comini offre una tomba per la giovane lucciola assassinata nella sua casa di Pavia
«Quella ragazza era sempre lì, all’incrocio che porta in paese. La sua morte ha toccato tutti noi. Per questo, come amministrazione, siamo disponibili a offrire un posto al cimitero e un cittadino si è offerto di pagare i funerali, se fosse necessario. Non vogliamo sostituirci alla famiglia, ovviamente. È una questione di umanità».
Valle Salimbene, con il sindaco Daniela Gatti Comini, è in prima fila nella gara di solidarietà che si è aperta per dare sepoltura ad Adliana Picari, la giovane “lucciola” di 32 anni uccisa a coltellate da Carmine Pio Losio, 54enne di Canneto Pavese, nell’appartamento in viale Cremona, al Bivio Vela, dove la donna abitava.
Alla rotatoria della ex statale Bronese, a due passi dal ponte della Becca, dove la giovane si prostituiva, sono comparsi vasi di fiori e rose bianche. Messì lì forse da un cliente oppure da qualche automobilista che, passando ogni giorno in quel punto, si era abituato alla presenza di quella ragazza. Una giovane descritta da tutti come molto «riservata» ma la cui dolcezza, oggi, è ricordata con tristezza e smarrimento. «Ci siamo sentiti tutti toccati da questa vicenda – dice ancora il sindaco –. Per questo, siamo disponibili a trovare una soluzione per i funerali, se fosse necessario. Come Comune non abbiamo purtroppo soldi a disposizione, ma alcuni cittadini si sono già offerti di dare un contributo per i funerali».
Due fratelli della ragazza avrebbero risposto all’appello della questura, non appena hanno ricevuto la notizia dal consolato. Resta però ancora da capire se l’intenzione della famiglia è di portare la salma in Albania oppure di celebrare i funerali in Italia, a Pavia o a Torino, dove la giovane donna si era sposata, un paio di anni fa. Un matrimonio forse contratto per il permesso di soggiorno.
Adliana Picari si era infatti trasferita a Pavia da sola, nell’appartamento al numero 501 di viale Cremona, dove lunedì sera ha trovato la morte. La donna, secondo quanto ricostruito dalla polizia, è stata uccisa in un raptus da Losio, che era un cliente abituale. L’indagato ha spiegato di essersi invaghito della giovane e di avere pensato di fuggire con lei. Per questo aveva cercato di uccidere l’anziana madre, di 89 anni, aprendo il gas della casa di Canneto, prima di andare a prendere Adliana alla rotonda della Bronese, dove era certo di trovarla. Quindi i due erano andati a casa della giovane, per consumare un rapporto. Ma nella casa era esplosa la follia.
Minacce telefoniche per la morte di Adliana (la Provincia Pavese- 24 marzo 2015)
Ricevute da un insegnante che ha difeso la decisione del sindaco di seppellirla in paese
Minacce telefoniche per la morte Adliana Picari, la giovane «lucciola» uccisa a coltellate da Carmine Pio Losio nell’appartamento di viale Cremone che aveva preso in affitto. Per il momento non ci sono denunce ma solo una segnalazione verbale ricevuta dai carabinieri della stazione di Belgioioso. Un insegnante in pensione che si è occupato della vicenda (soprattutto per quanto riguarda lo svolgimento dei funerali con lettere scritte ai giornali) è stato minacciato al telefono da una voce maschile.
«Lascia perdere questa vicenda – ha detto l’uomo dall’altra parte del telefono – e smettila di difendere il sindaco di Valle Salimbene. Altrimenti farai una brutta fine. Non sai cosa c’è dietro alla storia e quindi lascia perdere».
Una telefonata decisamente inquietante ricevuta sul telefono fisso di casa. L’uomo ha avvisato il sindaco di Valle Salimbene che, a sua volta, ha telefonato il comandante della stazione di Belgioioso competente per territorio. «Non ho certo paura – spiega al telefono Daniela Gatti Comini – ma non sono vicende piacevoli. Nella giornata di domenica ha ricevuto alcune telefonate mute che non avevo messo in relazione alla vicenda di Adliana ma, quando mi hanno avvisata della telefonata al professore, ho capito che ci poteva essere un collegamento. Posso ritenere che dietro alle telefonate mute ci fosse qualcuno interessato alla storia della ragazza. Continuo sulla mia strada, non ho problemi».
Il sindaco di Valle Salimbene aveva offerto una sepoltura gratuita nel cimitero del paese alla giovane donna che esercitava la sua professione al rondò di San Leonardo e quindi nel territorio comunale di sua competenza. «Non pensavo che ci fosse in giro gente così cattiva», conclude il sindaco.