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Vanessa Simonini, 20 anni. Strangolata da un amico

Gallicano (Lucca), 7 Dicembre 2009

vanessa simonini


Titoli & Articoli

Lucca, strangolata in riva al fiume. Fermato l’amico: «L’ho uccisa io» (Corriere Fiorentino – 8 dicembre 2009)
La ragazza aveva 20 anni. I carabinieri hanno arrestato Simone Baroncini, 35 anni di Pisa: ha confessato l’omicidio
LUCCA – Era uscita con lui, come aveva fatto già altre volte, spesso in compagnia degli amici. Ma lunedì sera, Vanessa Simonini, 20 anni, ha trovato la morte. La ragazza è stata strangolata e poi il suo corpo lasciato sul greto del fiume Serchio vicino a Gallicano (Lucca). Il suo assassino, reo confesso, è un uomo di 35 anni, Simone Baroncini,un amico che per la ragazza provava qualcosa di più e che dopo il suo rifiuto, accecato dalla rabbia, l’ha uccisa. Poi ha telefonato ai carabinieri parlando genericamente di un’aggressione, ha fatto ritrovare il corpo e infine, ha confessato di essere lui stesso l’assassino.
L’UOMO SI ERA APPARTATO CON LA RAGAZZA – Lo strangolamento di Vanessa Simonini è avvenuto in un luogo diverso da dove è stato ritrovato il suo cadavere. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri insieme allo stesso omicida, l’accompagnatore e la sua vittima, anzichè recarsi a casa di una amica che li attendeva per andare ad una festa, hanno fatto una deviazione dal percorso previsto. Baroncini avrebbe appartato la sua auto in una stradina di campagna e, come lui stesso avrebbe raccontato ai carabinieri, ha tentato di palpeggiare l’amica. Lei, indispettita e sorpresa per questo approccio, lo ha graffiato e picchiato ma poi non è riuscita a divincolarsi dalla presa delle sue mani che gli afferravano il collo. Nella colluttazione si è aperto lo sportello dell’auto dal lato di Vanessa, la ragazza ha tentato di uscire, riuscendo solo a mettere le gambe fuori dall’auto mentre l’uomo continuava a tenerla per la gola e finendo così per strangolarla.
DOPO AVERLA UCCISA L’HA PORTATA VICINO AL FIUME – Baroncini, credendo che fosse solo svenuta, ha rimesso la ragazza dentro la macchina e si è spostato di alcuni chilometri portandosi vicino al fiume. Poi, accortosi che Vanessa era morta, ha cercato di inventare la messa in scena dell’aggressione da parte di sconosciuti. È da qui che ha fatto la telefonata al 112, intorno alle 1.20, ed è qui che i carabinieri lo hanno trovato: era scalzo. A loro ha parlato in modo vago di una presunta aggressione, circostanza crollata nell’interrogatorio in caserma prima di confessare. A tradirlo c’erano troppi particolari tra cui un vistoso graffio alla guancia sinistra procuratogli dalla ragazza nel tentativo estremo di difendersi. Ai carabinieri Simone Baroncini ha confermato di essersi invaghito di Vanessa Simonini e di essere stato respinto. Particolare che gli ha fatto perdere la testa.
I DUE ERANO AMICI – «Ho perso la testa dopo il rifiuto – ha detto Baroncini ai carabinieri – ma non pensavo di averla uccisa, credevo fosse svenuta». I due si conoscevano da molti anni per frequentazioni comuni avute nel paese di Gallicano, in particolare nell’associazionismo sportivo. Negli ultimi tempi, nonostante la differenza di età, era nata un’amicizia più profonda tra i due, tanto che Vanessa aveva accettato di andare ad una festa con lui. L’uomo, che abita a Pisa, frequenta in modo assiduo la zona di Lucca per motivi di lavoro: è operaio in un’azienda che produce gabbie per conigli. È incensurato. Vanessa aveva terminato gli studi superiori ed era in attesa di una prima occupazione.
L’AMICA SI ERA ACCORTA DEL RITARDO – È stata l’amica Tania, coetanea di Vanessa, la prima a segnalare ieri sera che c’era qualcosa di anomalo nel ritardo della vittima e del suo accompagnatore nell’andare a prenderla per recarsi ad una festa. «Tania – ha raccontato la sorella maggiore di Vanessa, Simona – ci ha telefonato verso le 22 chiedendo dove fosse mia sorella, poichè la stava aspettando da molto tempo e sia lei che il Baroncini avevano il cellulare staccato. Abbiamo pensato ad un incidente stradale e siamo andati a cercarli nelle strade della zona». Anche la Protezione civile di Gallicano, dopo le prime infruttuose ricerche dei familiari, è stata attivata per cercare un’auto finita fuoristrada con due giovani a bordo. «Invece – prosegue il racconto Simona Simonini – durante la notte i carabinieri ci hanno avvertito che mia sorella era stata uccisa». Vanessa Simonini e Simone Baroncini venivano visti spesso assieme alla compagnia dei giovani del paese di Gallicano, tutti amici da molto tempo. Tra i due, ha confermato la sorella, non c’era alcuna relazione sentimentale. Oggi Vanessa, il suo assassino e gli altri amici del paese avrebbero dovuto fare una gita a Roma, approfittando della giornata festiva.
LA SORELLA – «Neanche le bestie uccidono così». Lo sfogo arriva proprio dalla sorella di Vanessa, Simona. «Conoscevamo quel ragazzo di vista. Ma non avremmo mai immaginato che potesse agire così contro mia sorella», aggiunge. Al sindaco di Gallicano, Maria Stella Dami, che si è recata a trovare a casa la famiglia Simonini, i genitori hanno detto: «È impensabile che la nostra Vanessa possa essere stata uccisa. È stato un gesto di follia». Il cadavere della ragazza è a disposizione dell’autorità giudiziaria all’obitorio di Lucca.



“Avrà sempre 20 anni”: il femminicidio di Vanessa Simonini, strangolata da un’ossessione (Quotidiano Italiano – 25 novembre 2021)

Oggi, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne, torniamo indietro nel tempo di 12 anni per raccontare la storia, di vita e di morte, di Vanessa Simonini, strangolata in riva al fiume all’età di 20 anni per mano di colui che si professava amico, in realtà ossessionato da lei.
Vanessa nasce il 24 gennaio del 1989 a Castelnuovo di Garfagnana, in provincia di Lucca, è una bambina tranquilla, non si lamenta e non piange mai. Figlia di padre muratore e madre sanitaria domiciliare e sorella delle gemelle Simona e Melania, cresce nell’affetto di una famiglia semplice, serena ed unita nel paese di Gallicano.
La ragazza è brava a scuola, diligente e non dà nessun problema, studia e fa i compiti, si impegna e ottiene ottimi voti. È solare, ama stare insieme agli altri ed anche per questo che ha molti amici. Con loro, frequenta il bar del paese, va alle feste e vive come una qualsiasi ragazza di vent’anni senza eccessi ma godendo delle piccole cose. Proprio in una di queste serate in compagnia, Vanessa conosce Simone Baroncini, di quindici anni più grande, che ben presto si unisce alla comitiva.
Il 7 dicembre 2009 Vanessa ha trovato la morte in riva ad un fiume, strangolata dalle mani di colui che si professava amico, in realtà ossessionato da lei.
L’uomo, è originario di Pisa, conduce una vita abbastanza vuota e monotona, diversa dai suoi coetanei, di lavoro costruisce gabbie per conigli per un’officina di Lucca, il che non gli consente di avere una vera e propria indipendenza economica, quindi, vive ancora a casa dei suoi genitori. Simone si trova molto più a suo agio a frequentare ragazzi e ragazze più piccoli della sua età e grazie anche alla sua macchina, conquista la simpatia dei ragazzi della comitiva iniziando a fare da “taxi“. La verità è che l’uomo è attratto da Vanessa, che però non ricambia, ma pur di starle accanto accetta il ruolo di autista, anzi, si arrabbia se qualcun altro si offre di andarla a prendere. Nonostante il rifiuto della giovane, Simone recita la parte dell’amico fidato, del confidente, mentre cerca costantemente la sua attenzione, sperando che prima o poi ceda alle sue avance. Vanessa però non lo vuole, e più di una volta si ritrova a doverlo fermare mentre le allunga le mani o le fa scenate di gelosia davanti ad altri ragazzi.
Dopo mesi di recite, false speranze e consigli, la sera di lunedì 7 dicembre 2009, per la via di una festa, nella testa di Simone scatta l’irreparabile: Vanessa deve essere sua. Quindi cambia strada, si apparta con lei e prova a palparla con insistenza, lei però lo respinge, lo graffia, lo picchia difendendosi come può, ma le mani del suo assassino si stringono intorno al suo collo, impedendole di respirare. Cerca di liberarsi, si oppone con tutte le sue forze ma la sua violenza è troppa per fermarlo. Riesce ad aprire lo sportello della macchina e a mettere fuori le gambe, cerca di divincolarsi ma lui continua a stringere fino a quando non la strangola e tra le sue mani resta un corpo senza vita. Simone inizialmente pensa sia svenuta per poi rendersi conto che è morta; decide così di montare una storia inesistente per tentare di farla franca: intorno all’1.20 di notte chiama il 112 e spiega di aver subito un’aggressione insieme alla ragazza. Lui ha un graffio sulla guancia e altri sparsi per il corpo.
Prima dell’arrivo dei Carabinieri, trascina il corpo sulle rive del fiume Serchio, si fa trovare scalzo, affianco all’auto, a loro racconta in modo vago di una presunta aggressione ma, a tradirlo, ci sono troppi particolari. Viene condotto in caserma, dove, messo sotto torchio, dopo qualche ora crolla e confessa l’omicidio: ha confermato di essersi invaghito di Vanessa Simonini, di essere stato respinto e di, “perdendo la testa“, averla strangolata. Una tragedia, quella della ragazza, che ha avuto solo una piccola parte di giustizia, se tale può essere considerata: il suo assassino era stato condannato a 30 anni di carcere e quella che sembrava una piccola vittoria si è trasformata, con le attenuanti, in una grande sconfitta, perché ne dovrà scontare solo 16, mentre lei avrà vent’anni per sempre.


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In memoria di

Un parco giochi per ricordare Vanessa (BArga News – 7 maggio 2012)
Momento del ricordo e della commozione domenica pomeriggio a Gallicano con l’intitolazione del parco giochi di Sant’Andrea a Vanessa Simonini, uccisa a vent’anni nel dicembre del 2009 da colui che riteneva un amico, Simone Baroncini. Quel parco Vanessa lo frequentava da bambina, ce la portava la mamma Maria Grazia Forli e proprio da lei e dai componenti dell’associazione “Amici di Vanessa” sono stati trovati i soldi per recintare e rendere più sicuro il parco.
Sono stati messi insieme, con l’organizzazione di due cene, circa 2 mila e 500 euro che sono serviti a realizzare la recinzione in legno ed altre iniziative verranno organizzate per raccogliere fondi per acquistare nuovi giochi per rendere più bello questo luogo dedicati ai bambini. Alla giornata di Gallicano hanno partecipato in tanti e la commozione è stata tanta per tutti. C’erano gli “Amici di Vanessa”, la sua mamma Mariagrazia Forli, il sindaco di Gallicano Maria Stella Adami e il sindaco di Vergemoli Michele Giannini. Adami è stata portavoce nell’occasione dell’amarezza di tutta la comunità per la sentenza della Corte di Appello che a ridotto a 13 (da 16 anni) la pena all’assassino di Vanessa. Ma anche espresso parole di apprezzamento per il gesto voluto dai suoi amici che dimostra la voglia di reagire e la vitalità di questo paese.
Dopo il taglio del nastro, e dopo che nel cielo sono stati lanciati venti palloncini bianchi, tanti quanto gli anni di Vanessa, Loris Martiri, attore della locale compagnia teatrale La Ribalta, ha letto alcune poesie scritte dalla mamma e dedicate alla figlia. La cerimonia si è conclusa con un piccolo rinfresco e con una lotteria con la quale gli “Amici di Vanessa” hanno cominciato a raccogliere fondi per i nuovi progetti in programma.

Il ricordo di Vanessa è un fuoco sempre vivo (La Nazione – 9 dicembre 2022)
A 13 anni dalla morte, in tanti hanno partecipato alla fiaccolata in suo ricordo. Lucchesi: “Grazie alla famiglia e all’insegnamento che ci dà”
“Sei sempre con noi, non ti dimenticheremo mai”. Questo uno dei primi striscioni che, stretto in mano al gruppo “Gli Amici di Vanessa”, ha aperto la Fiaccolata “Luci – contro la violenza sulle donne” partita da Gallicano, dall’area del Parco Giochi di Sant’Andrea, in memoria e ricordo di Vanessa Simonini, la giovane uccisa a 20 anni, nella tragica serata del 7 dicembre del 2009.  A 13 anni di distanza gli organizzatori continuano a mantenere vivo il ricordo della giovane e con esso la lotta contro la violenza di genere. Presenti alla Fiaccolata per Vanessa molti cittadini e istituzioni. Motore organizzativo, oltre al Comune, il Centro Antiviolenza della Valle “Non ti scordar di te”, in collaborazione con studenti e insegnanti dell’Isi Barga, dell’Isi Garfagnana e dell’Istituto Comprensivo di Gallicano. L’Associazione Coldiretti Donne Impresa Lucca ha donato le piante di Stelle di Natale, il cui ricavato andrà in sostegno del centro antiviolenza. Alla fine del percorso, lo spettacolo teatrale di Kiara Gistri che ha portato nell’Istituto Comprensivo un monologo ispirato alla storia di Vanessa. “Ci ha toccato nel profondo riaprendo la ferita e ricordandoci che non dobbiamo fermarci – ha commentato Silvia Lucchesi, assessore alla Cultura -. Un enorme grazie va alla famiglia di Vanessa che ha saputo trasformare una tragedia in una battaglia. Grazie anche ai giovani studenti e a tutte quelle persone che, anche solo partecipando, hanno reso possibile l’evento”.