Maria Grazia Giummo detta Mary, 38 anni, mamma. Uccisa a bottigliate dal compagno
Borgo San Dalmazzo (Cuneo), 17 Agosto 2013
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Il Fatto Quotidiano
Femminicidio a Cuneo: donna di 38 anni uccisa a bottigliate dal compagno
Ancora un caso di femminicidio. Una donna di 38 anni è stata uccisa a bottigliate dal suo compagno, completamente ubriaco, al culmine di una lite furibonda. Entrambi avevano problemi con l’alcool. E’successo in una frazione di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo. Maria Grazia Giummo, 38 anni, è morta per le ferite che il compagno di 35 anni, Umbertini Pantini, le ha inferto all’addome e alla testa a colpi di bottiglia. Lui, autista senza occupazione che faceva lavori saltuari, era originario di Fossano, lei siciliana emigrata al nord. In paese hanno riferito che i due non si erano integrati con gli altri abitanti. A Borgo San Dalmazzo la gente li conosceva ma non li frequentava perché – dicono in paese – i due erano spesso ubriachi. E’ sicuramente nell’alcool che hanno origine le cause della tragedia.
Nella villetta a due piani in cui i due vivevano i carabinieri hanno trovato tutto sottosopra: mobili e sedie rovesciati, molte bottiglie vuote, alcune rotte. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, il litigio è avvenuto in piena notte. L’uomo era sicuramente ubriaco, perché in quello stato è successivamente arrivato al pronto soccorso.
Possibile che anche la donna avesse bevuto. Il diverbio è degenerato e i due hanno cominciato a colpirsi a bottigliate. Anche l’uomo è stato ferito, ma in modo più superficiale. Resosi conto della gravità delle ferite impartite alla compagna, Platini ha caricato in auto la compagna l’ha portata al pronto soccorso di Cuneo. Poi – hanno riferito i sanitari – si è accasciato in sala d’aspetto, addormentandosi. Il personale del pronto soccorso ha confermato che la donna era già morta quando è giunta in ospedale.
Maria Grazia Giummo aveva due figli nati da una precedente relazione. L’uomo aveva invece precedenti per alcool: i carabinieri gli avevano ritirato la patente di guida più volte, ed era anche stato denunciato per aggressione a pubblico ufficiale. Solo ieri Pantini aveva ricevuto un ammonimento dai carabinieri per il suo eccessivo consumo di alcolici. Ai carabinieri che lo hanno fermato per omicidio si è difeso dicendo che la compagna si è ferita cadendo dal letto. L’episodio è l’ennesimo caso di femminicidio che si verifica negli ultimi giorni.
Siracusa Oggi
Maria Grazia Giummo aveva 38 anni. Era nata ad Augusta, dove tutta la conoscevano come Mary. La vita l’aveva portata a Cuneo con il suo convivente, Umberto Pantini, originario di Fasano. Sarebbe stato proprio l’uomo ad ucciderla nell’estate di un anno fa con calci e pugni. Il gup del tribunale di Cuneo, Carlo Gnocchi, lo ha condannato in primo grado a 14 anni di reclusione. Pantini, subito sospettato dell’omicidio della donna augustana, ha scelto il rito abbreviato beneficiando dello sconto fino ad un terzo della pena. La prima accusa di omicidio volontario è stata poi derubricata in omicidio preterintenzionale e maltrattamenti con l’aggravante della morte.
L’uoomo dovrà anche pagare le provvisionali a favore dei familiari della donna che si sono costituiti parte civile. Duecentocinquantamila euro per ciascuno dei due figli, Giuseppe e Naomi che Maria Grazia Giummo ebbe da un primo matrimonio con un augustano; centomila euro invece è invece il risarcimento riconosciuto alla mamma Sofia e cinquantamila euro alla sorella Giuseppina.
E’ stata confermata dalla Corte d’Appello di Torino la condanna a 14 anni e 8 mesi per Umberto Pantini, autista 37enne accusato di avere ucciso dopo una violenta lite la convivente Maria Grazia Giummo, 38 anni. L’omicidio era avvenuto nella notte del 17 agosto 2013 nella villetta a Beguda, alle porte di Borgo San Dalmazzo. La donna era stata portata al Pronto soccorso di Cuneo in fin di vita dal suo compagno, che in prima battuta aveva negato di averla uccisa. Ma nell’abitazione erano state trovate bottiglie rotte ed altri oggetti chiaro segnale di una delle frequenti violente liti. L’autopsia aveva rivelato che la vittima era morta in seguito ad una grave emorragia addominale. Una donna, vicina di casa della coppia, non aveva sentito nulla, essendo l’abitazione abbastanza isolata rispetto alle altre case, aveva riferito che i due “erano molto riservati, in fondo non li conosceva nessuno“.