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Stefania Chiarisse Staltari, 15 anni, studentessa. Uccisa con un colpo di fucile al petto dal padre che uccide anche la moglie e si spara (strage di Carpiano)

Carpiano (Milano), 22 Agosto 2021


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Carpiano, i sogni di Stefania uccisa dal papà: il cinema, la pittura, il canto
La ragazza scriveva: i miei genitori non mi sostengono ma nonostante tutto voglio loro bene. Le amiche e i compagni di scuola sotto choc
Sognava di «lavorare nel mondo del cinema», di «diventare famosa», di uscire così da quel bilocale lungo la strada provinciale Binasco-Melegnano dove viveva con i genitori per conquistare il mondo. Stefania Chiarisse Staltari, la 15enne uccisa domenica mattina insieme alla madre Catherine Panis, 41 anni, dal padre Salvatore, aveva confidato i suoi sogni di adolescente ai professori dell’istituto professionale Einaudi di Lodi. Un «gioco», rispondere alla domanda «come ti immagini fra cinque anni», alla quale Stefania si era prestata senza indugi. «Vorrei cambiare scuola per lavorare nel mondo del cinema e diventare conosciuta». Aveva anche immaginato un «piano b», più realistico, legato al suo corso di studi: «Lavorare in un ristorante di lusso».
Ma è quel che scrive riguardo ai genitori che, riletto oggi, fa riflettere: «Non mi hanno quasi mai sostenuto ma nonostante tutto gli voglio bene». Stefania, nelle poche righe di risposta, parla anche degli amici («Ne ho persi vecchi ma ne ho trovati tanti»), dei suoi passatempi («Pitturare, cucinare, cantare») e dice di aver trovato «il vero amore».
Sono i sogni e le parole di una ragazzina che ha da poco compiuto 15 anni (lo scorso 3 maggio), nata nel 2006 all’ospedale di Vizzolo Predabissi dopo il matrimonio tra sua mamma, originaria di Manila nelle Filippine, e il padre Totò, nato a Messina, emigrato da Porto Empedocle (Agrigento), di trent’anni più grande. «Ho seguito Stefania tutto l’anno. Una ragazza tranquilla ed educata, sicuramente timida e un po’ taciturna ma era riuscita comunque a farsi degli amici — racconta Francesco Algieri, docente di cucina e coordinatore del corso “enogastronomico” in cui la 15enne frequentava la 1ªB, 17 studenti iscritti —. All’inizio non pensavo fosse lei perché si trattava di una foto datata. Poi mi sono arrivati almeno 15 messaggi dai compagni di Stefania, disperati per quello che era successo».
Alcuni amici di Stefania si sono ritrovati già domenica pomeriggio sotto la palazzina dove la famiglia viveva, al secondo piano di una palazzina di tre. Oggi all’Istituto di medicina legale di Pavia saranno eseguite le autopsie. «La tragedia mia ha scioccato, non c’è mai stato un segnale che a casa le cose non andassero bene. Di norma quando abbiamo studenti un po’ problematici la prima cosa che facciamo è convocare i genitori, ma nel caso di Stefania tutto sembrava andare bene».
Il professore la ricorda come un’alunna che «non parlava molto» ma «sempre tranquilla e sorridente»: «La sua vera passione era il disegno in realtà. Una volta mi ha fatto vedere un paio dei suoi lavori e mi è sembrata davvero brava. ne abbiamo parlato. Quella poteva essere la sua strada e ha detto che le sarebbe piaciuto iscriversi all’artistico».
La morte di Stefania ha colpito profondamente le compagne di classe: «Ci confidava tutto e non ci ha mai fatto capire se a casa sua qualcosa non funzionasse. Altrimenti saremmo intervenute subito». Parla di una «tragedia incredibile e inspiegabile» la dirigente dell’Einaudi, Laura Majocchi: «Non la conoscevo bene perché frequentava solo il primo anno, ma la scuola non aveva mai dovuto attivare protocolli particolari per eventuali disagi famigliari: aveva voti alti in quasi tutte le materie. La scuola è sotto choc, vedremo con la classe se organizzare qualcosa a ricordo di Stefania». Travolto dalla commozione tutto il paese, come racconta il sindaco Paolo Branca: «È un duplice femminicidio. Faremo una seria riflessione su questa tragedia».


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