Loading

Matteo, 17 anni, studente. Ucciso a coltellate dal padre, che uccide anche la mamma e la nonna (strage di Alessandria)

Alessandria, 27 Settembre 2023


Titoli & Articoli

Strage di Alessandria, i compagni di classe di Matteo: “Era gentile e riservato” (il Piccolo – 29 settembre 2023)
“È quel posto vuoto tra noi che, senza disturbare, come faceva lui, ci ricorderà di un amico prezioso strappatoci da un’ingiustizia”
 La strage famigliare avvenuta mercoledì ad Alessandria ha ancora diversi lati oscuri. Mentre proseguono le indagini per comprendere perché Martino Benzi abbia fatto ciò che ha fatto, è cominciato il tempo dell’elaborazione del lutto. “Non sappiamo quanta compagnia avesse fuori da scuola… Noi, però, ci teniamo a ricordarlo così”. È con queste parole che i ragazzi della 4A, indirizzo elettronico dell’Istituto Volta, ricordano Matteo Benzi, il compagno di classe tragicamente scomparso nella mattanza di mercoledì mattina. Non pubblichiamo i nomi dei giovani perché tutti ancora minorenni.
Com’era Matteo? “Un ragazzo speciale – raccontano – Era sempre gentile con tutti e disponibile: questa era la sua particolarità. Se capitava di avere bisogno di una mano, anche da casa, lui si prestava sempre volentieri. Idem con i professori, mai una volta che si mettesse in posizioni di contrasto con gli altri”.
Un buon amico, ma anche un ottimo studente: “Matteo a scuola aveva una marcia in più. Non solo in lui c’era un forte senso del dovere. Aveva anche una grande passione per le materie che studiava. Questi, crediamo, erano i segreti della sua eccellenza”. Aggiunge un compagno a lui legato: “Era davvero portato per l’indirizzo che aveva scelto. Sogni ne aveva? Certo. Voleva diventare ingegnere.” Per seguire le orme del padre? “Può essere. Quello che so – aggiunge l’amico – è che senza dubbio erano molto legati. E questo traspariva del fatto che fosse sempre suo padre ad accompagnarlo a scuola. Ma anche, devo dire, dall’orgoglio con cui Matteo parlava di lui”.
E riguardo alla madre? “Non sapevamo molto. Un fatto evidente è che Matteo portasse sempre la mascherina. Ma noi compagni abbiamo saputo solo dopo tempo che si trattava di un modo per evitare di portare a casa microbi, molto pericolosi nel suo caso, considerata la leucemia con la quale la donna stava combattendo“.
Quindi nessuno ha idea di cosa aspettasse Matteo quando tornava a casa da scuola? “Era una persona molto riservata – spiega un amico, con cui era in confidenza e con cui spesso usciva al pomeriggio – E non solo delle sue vicende domestiche, ma di tutti, mai una volta che parlasse male. Di casa sua sapevamo solo dell’ottimo e stretto rapporto con il padre… Una tragedia come quella che si è consumata? Inimmaginabile”. E in classe? “Difficile coinvolgerlo, specialmente nelle iniziative extrascolastiche. Ed era difficile anche che lui si intromettesse da sé, ad esempio, durante la ricreazione. Ad ogni modo, io ci parlavo. E’ capitato di giocare online e di uscire al pomeriggio: la sensazione era quella di trovarsi accanto ad una persona d’oro”.
Al pomeriggio? “Nella sua timidezza difficilmente raccontava dettagli della sua vita, non so se avesse molti amici. So però che faceva sport, credo un’arte marziale. E seguiva molti corsi pomeridiani qui a scuola: quelli per conseguire certificazioni linguistiche, ad esempio”.
Il banco vuoto. Di Matteo rimane un ricordo sereno e silenzioso. E il suo banco vuoto: “Questo non è un lutto che si vive subito: si sentirà pian piano – concludono i compagni – È quel posto vuoto tra noi che, senza disturbare, come faceva lui, ci ricorderà di un amico prezioso strappatoci da un’ingiustizia“.

 

Strage in famiglia ad Alessandria, trecento in marcia per ricordare il giovane Matteo Benzi (il Secolo XIX – 4 ottobre 2023)
Tantissimi gli studenti dell’istituto Volta, la commozione della preside: “Non potrai venire più a scuola e stasera siamo venuti da te”.
Avevano gli sguardi persi nel vuoto i compagni di classe di Matteo Benzi. A turno hanno sorretto un lenzuolo bianco con la scritta verde: “Matteo… e come se fossi ancora qui con noi…” e sotto la firma della loro classe: quarta E. Sono stati loro ad aprire il corteo che, ieri sera, ha attraversato silenziosamente la città per ricordare il loro compagno morto tragicamente una settimana fa, insieme alla mamma Monica Berta e alla nonna Carla Schiffo, uccisi dalla violenza dal papà Martino Benzi che si è poi suicidato. «Accendete le torce dei vostri telefoni per dare un po’ di luce al nostro Matteo».
Alle 19.45 in punto le parole della dirigente dell’istituto Volta, Maria Elena Dealessi hanno dato il via allamarcia che è voluta arrivare simbolicamente al civico 6 di via Lombroso: qui si è consumata una prima parte di quella strage poco dopo le 7 del mattino. Ma questa è soprattutto la casa dove il giovane Matteo abitava con la sua famiglia. Da qui ogni mattina usciva di casa per raggiungere la scuola: il suo sogno era diventare anche lui un ingegnere, come il suo papà. Insegnanti, presidi delle altre scuole di Alessandria, le istituzioni, semplici cittadini: si contavano circa 300 persone ieri sera. Molti di loro non conoscevano Matteo e neanche la famiglia ma quel viso che hanno visto più e più volte sui giornali e in tv non li ha lasciato indifferenti.
«L’ho visto in tv, era così giovane con un viso così buono: ho sentito il bisogno di esserci», racconta Marisa, una signora che abita proprio di fronte all’istituto. E poi i giovani, tanti studenti del Volta e non solo. «Questa storia mi ha colpito moltissimo. Non conoscevo Matteo di persona ma avevamo la stessa età, ora mi sembra di conoscerlo», dice Eleonora che frequenta il liceo scientifico. Poco più di mezz’ora per arrivare in via Lombroso che si illuminata con le torce accese dei telefoni. Qui gli striscioni, i fiori, qualche lumino sono stati poggiati a terra all’ingresso del palazzo. Di fronte a quella porta che chissà quante volte Matteo avrà varcato, i suoi compagni di classe e gli amici si sono stretti e abbracciati tra di loro, senza dirsi niente. «Matteo non potrà venire più a scuola ma stasera è la scuola ad essere venuta da lui», le parole della dirigente Dealessi ringraziando tutti coloro che hanno voluto esserci. In attesa di conoscere la data dei funerali di Matteo e della sua famiglia, è stato presente anche don Andrea Alessi per una preghiera. «Siate testimoni di un mondo giusto ricco di amore e di rispetto che ripudia la violenza. Fate del bene in nome di Matteo», ha detto prima che dalla folla partisse un lungo applauso.


Link