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Raffele Vorraro, 59 anni, meccanico, padre di 5 figli. Uccide l’ex moglie in strada a colpi di pistola, tenta la fuga, poi si costituisce. Condannato in primo grado a 30 anni, pena ridotta a 17 anni e 4 mesi in Appello

Vercelli, 24 Gennaio 2013


Titoli & Articoli

Vercelli, non accetta separazione uccide la convivente: arrestato (la Repubblica – 26 gennaio 2013)
L’uomo che ieri sera ha ucciso a Vercelli una donna albanese con 4 colpi di pistola non accettava la decisione della vittima che non voleva riallacciare i rapporti dopo tre anni di separazione
Erano separati da tre anni Raffaele Vorraro, 59 anni, e Donika Xhafa, albanese di 47 anni. L’uomo, che ieri sera ha ucciso l’ ex convivente con 4 colpi di pistola, si era recato a Vercelli – dove la donna viveva dopo la separazione insieme ai due figli avuti da una precedente relazione – con l’intenzione di riallacciare i rapporti. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, tra i due c’è stato un violento litigio vicino la stazione di Vercelli. L’uomo, esasperato dai continui rifiuti, ha estratto la pistola e l’ha uccisa, lasciandola in una pozza di sangue ormai priva di vita in mezzo alla strada.
L’omicida è poi salito in auto e ha fatto rientro a Calliano d’Asti, dove abita, e si è poi costituito ai carabinieri. E’ stato portato nel carcere di Vercelli.

Omicidio sul viale, oggi l’autopsia sul corpo di Donika Xhafa (La Stampa – 30 gennaio 2013)
Intanto non è stata ancora trovata l’arma del delitto
È in programma per oggi l’autopsia sul corpo di Donika Xhafa, la donna albanese uccisa dall’ex marito Raffaele Vorraro, meccanico astigiano, giovedì scorso su viale Garibaldi. Dall’esame del medico legale Paolo Bertone emergeranno alcuni dettagli chiave per chiarire la dinamica del delitto. Intanto resta un giallo il ritrovamento dell’arma del delitto. Finora le ricerche della pistola di Vorraro nelle risaie tra Desana e Tricerro sono state inutili: l’arma non è stata trovata. L’assassino forse ha fornito indicazioni sbagliate agli inquirenti, confuso anche dal buio della notte durante la fuga verso Asti, dove si è consegnato ai carabinieri. Ma non è da escludere che la pistola, Vorraro, non l’abbia mai buttata dal finestrino.

 

Calliano, una casa al mare da dividere all’origine dell’uxoricidio (la Nuova Provincia – 1 febbraio 2013)
Nel giorno dell’autopsia sul corpo di Donika Xhafa, la donna albanese di 47 anni uccisa a colpi di pistola dall’ex marito di Calliano, emergono nuovi particolari sulle ragioni che hanno spinto l’uomo a recarsi a Vercelli per incontrare l’ex compagna. Dopo l’interrogatorio cui è stato sottoposto l’uomo la sera stessa in cui si è costituito ai carabinieri di Asti accompagnato dal suo legale, l’avvocato Rattazzi, gli inquirenti stanno verificando le sue dichiarazioni.
E, secondo questi primi accertamenti, sembrerebbe scemare il movente passionale per lasciare il posto a ragioni di tipo economico. Fra i due, che si erano sposati nel 2005 a Calliano, ma che da tre anni non vivevano più insieme, c’era un forte screzio che riguardava una casa al mare costruita durante il matrimonio e poi venduta quando hanno deciso di separarsi. E sulla divisione del denaro proveniente da quella vendita che da tempo i due litigavano tanto che la donna si sarebbe rivolta al suo legale di fiducia, poco prima di Natale. A dare man forte alla donna, nella rivendicazione della sua parte, sarebbero intervenuti anche i suoi fratelli che il meccanico di Calliano ha confessato di temere.
Giovedì scorso l’uomo, Raffaele Vorraro, si è recato a Vercelli per parlare ancora una volta di questa questione con l’ex moglie. L’ha aspettata alla stazione, l’ha affrontata sul marciapiede, alcuni testimoni dicono di averli visti litigare. Improvvisamente l’uomo ha estratto una pistola e ha sparato quattro colpi, due dei quali hanno raggiunto l’ex moglie che è deceduta sul colpo. Poi la fuga verso casa e la decisione di consegnarsi ai carabinieri di Asti. Nessuna traccia, intanto della pistola usata: lui dice di averla gettata dal finestrino in una risaia nella fuga da Vercelli ad Asti.

Uccise l’ex moglie sul viale (La Stampa – 18 aprile 2014)
Il meccanico astigiano Raffaele Vorraro sparò a Donika Xhafa prima di costituirsi: la divisione di una casa in Liguria il movente del delitto. La sentenza dopo tre rinvii
Trent’anni di carcere. È questa la pena inflitta a Raffaele Vorraro, il meccanico astigiano che, la sera del 24 gennaio, uccise a colpi di pistola l’ex moglie, Donika Xhafa, su viale Garibaldi, a Vercelli. La sentenza è stata letta poco fa dal giudice Marco Dovesi nel tribunale vercellese. L’uomo, ritenuto assolutamente lucido nello sparare e uccidere la donna, era accusato di omicidio volontario, con due aggravanti: la premeditazione e l’assassinio del coniuge. I suoi avvocati nel corso dell’udienza preliminare aveva chiesto il rito abbreviato. In quell’occasione si erano costituiti parte civile i due figli di Donika, assistiti dagli avvocati Roberto e Alessandro Scheda.

Uccise l’ex moglie a colpi di pistola: confermata la condanna a 17 anni (La Stampa – 8 dicembre 2016)
La Corte di Cassazione non ha accolto il ricorso dei legali di Raffaele Vorraro, il meccanico di Calliano che il 24 gennaio 2013 uccise a sangue freddo a colpi di pistola l’ex moglie Donika Xhafa in viale Garibaldi, a Vercelli.
In sostanza la Corte ha confermato la premeditazione del delitto: Vorraro partì dall’Astigiano con l’arma, attese due ore in stazione a Vercelli, quando arrivò la moglie quarantasettenne la pedinò e poi la uccise. Passa quindi in giudicato la condanna a 17 anni e 4 mesi per Vorraro, che in primo grado con l’abbreviato prese 30 anni a Vercelli.
Il movente del delitto secondo quanto ricostruito dagli inquirenti era proprio il divorzio tra i due ex coniugi, separati da quasi tre anni al momento dell’omicidio: i litigi erano frequenti, soprattutto legati alla divisione di una casa in Liguria. Donika Xhafa, albanese, dopo il divorzio si era trasferita a Vercelli: la sera del 24 gennaio 2013 stava tornando a casa dal lavoro quando all’improvviso Raffaele Vorraro si mise sulla sua strada e la freddò con due colpi di pistola, il primo esploso a bruciapelo.
Poi la fuga, il rientro ad Asti e la decisione del meccanico, schiacciato dalla gravità del gesto, di costituirsi ai carabinieri nella sua città di residenza. A seguire i figli della vittima, che si sono costituti parte civile nel processo contro l’omicida della madre, sono stati gli avvocati Roberto ed Alessandro Scheda.


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