Ester è stata colta all’improvviso: nessun segno di difesa, nessuna lite. È stata presa alle spalle e colpita con la punta della lama del coltello: tanto che gli inquirenti arrivano a ipotizzare che pochi istanti prima della coltellata lui l’abbia cinta – fingendo forse un abbraccio. È stata trovata distesa sul pavimento della cucina con ancora in mano gli occhiali da vista e un taglio a lato del collo. Un colpo fatale.
Avrebbe compiuto trentotto anni a maggio la giovane madre di tre figli piccoli, della Valfloriana, Ester Palmieri, uccisa dall’ex compagno dal quale si stava separando, un boscaiolo di 45 anni. L’uomo è stato trovato nel suo vecchio maso di famiglia, a Castello Molina di Fiemme, dove si era trasferito dopo la separazione, impiccato a una trave con un corda. Conficcato nel legno un grosso coltello da caccia con una lama appuntita lunga 22 centimetri. Probabilmente l’arma del delitto. Non è stato trovato alcun biglietto, nessuna lettera di addio. Nessuna spiegazione.
Tutti sapevano che la coppia stava vivendo un momento difficile, c’erano stati alti e bassi, poi dopo Natale Igor aveva lasciato la casa di Montalbiano, una piccola frazione, dove viveva insieme a Ester e ai tre figli piccoli di 10, 8 e 6 anni ed era tornato a vivere vicino alla sorella. «Stavano passando un momento difficile», raccontano in paese. Stando alle testimonianze, non ci sarebbero stati litigi, non risultano denunce, e nessuno avrebbe neppure immaginato il terribile epilogo. Igor non era un uomo violento. Era una separazione come tante, nessuno poteva immaginare. Eppure nella mente di Igor Moser era probabilmente scattato qualcosa e ieri mattina quando ha preso la macchina e si è diretto in Valfloriana aveva probabilmente in testa un piano ben definito: voleva uccidere l’ex. L’uomo è stato visto mentre entrava nella casa di Ester verso le nove del mattino. Un quarto d’ora dopo si è allontanato dall’abitazione. Sono bastati quindici minuti. È entrato, ha ucciso ed è uscito, probabilmente già con l’idea di togliersi la vita. Il quarantenne, infatti, dopo il delitto sarebbe andato direttamente a casa, poi è salito fino al sottotetto del vecchio maso di famiglia, una dei più antichi della zona e ha legato la corda alla trave.
I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Trento e i colleghi della compagnia di Cavalese hanno trovato un pezzo della stessa corda in macchina e ora stanno cercando di ricostruire tutti i tasselli del puzzle. Ma ci sono ancora tanti aspetti da chiarire, il movente soprattutto. Igor non riusciva ad accettare la fine della relazione, ma non aveva mai mostrato atteggiamenti violenti verso l’ex compagna, avevano sempre mantenuto buoni rapporti, anche per amore dei tre figli. Lei, dopo aver lavorato anni come operatrice socio sanitaria, aveva voluto realizzare il suo sogno e aveva aperto uno studio olistico in località Casatta, poco distante dal paese dove viveva. Era orgogliosa del suo lavoro e ieri come tutte le mattine aveva portato i bambini a scuola e poi il cane a passeggio, pronta per un’altra giornata di lavoro. Ma in studio non è mai arrivata. È stata la mamma Bruna, molte ore dopo, verso le 14.30, a trovare il corpo della figlia. Uno strazio. La donna, devastata, ha chiamato il 112. Ma per Ester non c’era più nulla da fare. Poco più tardi, più o meno nello stesso momento, è stato trovato anche il corpo senza vita di Igor.
Sono stati i familiari a lanciare l’allarme, la sorella lo aspettava per pranzo, e un amico aveva un appuntamento con lui, ma Igor non si è presentato. Al momento del delitto i bambini della coppia erano a scuola, è stato uno zio di Ester ad andare a prenderli e ora sono con lui. Forse non sanno ancora che la mamma e il papà non ci sono più. Intanto i carabinieri stanno cercando di ricostruire, attraverso le testimonianze, le ultime ore di vita della coppia. Nel pomeriggio nella casa della donna è arrivata anche la pm Maria Colpani che, come da prassi, ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario e ha ordinato l’autopsia sul corpo della giovane madre per cristallizzare il quadro investigativo e verificare la compatibilità della ferita con il coltello da caccia trovato conficcato nella trave.
Nella chiesa di Castello Molina i funerali di Igor Moser, circa trecento i presenti (l’Adige – 15 gennaio 2024)
Molte persone alla cerimonia funebre del 45enne che a Valfloriana ha ucciso la ex compagna Ester Palmieri e poi si è tolto la vita. Domani, martedì, nella parrocchiale di Montalbiano, l’ultimo abbraccio alla donna, che aveva 37 anni e lascia tre figli
In una chiesa gremita di gente, oggi, alle 14, a Castello Molina di Fiemme, si è svolto il rito funebre per Igor Moser, il quarantacinquenne che giovedì 11 gennaio, a Montalbiano di Valfloriana, ha ucciso la ex compagna Ester Palmieri, 37 anni, e quindi si è tolto la vita.
“Ognuno si tgrova qui con i propri sentimenti che si accavallano, dobbiamo trovare pace dopo questa tragedia. Una nuova tragedia che ha colpito due comunità. Preghiamo per i familiari di Igor, per la mamma e le sorelle, senza dimenticare la mamma, il papà, la sorella e gli altri familiari di Ester”, ha detto aprendo la cerimonia il parroco, don Albino Dell’Eva. In prima fila, in chiesa, la madre di Igor Moser, il marito della donna e le sorelle. Circa trecento i presenti al funerale.
Funerale Igor Moser, la mamma: «Darei la mia vita per quella di Ester» (Corriere della Sera – 16 gennaio 2024)
Una folla di 300 persone alla cerimonia a Castello di Fiemme. Il sacerdote: «Abbiamo bisogno di ritrovare un po’ di pace»
È stata una folla commossa quella che lunedì ha preso parte al funerale di Igor Moser, il boscaiolo di 45 anni che giovedì mattina ha ucciso l’ex compagna per poi togliersi la vita. Alla cerimonia non c’era nessuno dei parenti stretti della vittima,la 37enne Ester Palmieri. Sono rimasti a casa, accuditi dai nonni materni, anche i tre figli piccoli della coppia: di undici, dieci e sei anni. Circa 300 invece, le persone che hanno raggiunto la chiesa di San Giorgio, nella frazione di Castello di Fiemme. In prima fila la madre, Fiorella Simonazzi, e le sorelle di Moser, qualche posto più indietro il sindaco Marco Larger. Sulla bara il cappello da Alpino di Moser, che in gioventù aveva svolto il servizio militare a Merano.
«Oggi sono tanti i sentimenti che si accavallano», ha osservato don Albino Dell’Eva nella sua omelia. «Tutti abbiamo bisogno di ritrovare un po’ di pace di fronte a una simile tragedia, che per la seconda volta ha colpito la nostra comunità». Il riferimento del sacerdote è al femminicidio (avvenuto nel marzo 2022) di Viviana Micheluzzi, ammazzata a colpi di pistola da Mauro Moser, il marito da cui si stava separando.
La speranza del religioso è che attraverso la fede e la preghiera almeno un po’ di pace possa tornare nei cuori di chi è stato colpito dalla tragedia: «In particolare per la mamma e le sorelle di Igor, ma — proprio come chiesto da Fiorella, ha sottolineato don Albino — senza dimenticare i famigliari di Ester». L’episodio biblico citato durante l’omelia è stato ripreso dal Vangelo secondo Marco, nel passaggio in cui si parla della crocifissione di Gesù. «Spontaneamente —ha ricordato il sacerdote che oggi celebrerà anche i funerali di Palmieri— attorno a vicende così dolorose ognuno esprime il proprio parere, ma quando questo diventa giudizio allora ci si schiera. In questa tragedia c’è una vittima e c’è un colpevole, ma qui dobbiamo mettere da parte questi schemi mentali se vogliamo fare spazio al dolore».
Il pensiero ai figli. Don Albino non ha dimenticato che di fronte a un femminicidio il dolore è necessariamente diverso, «a seconda di chi lo causa e di chi lo subisce, tuttavia — ha proseguito — deve pur esserci uno spazio umano in cui il dolore è accolto senza dover passare attraverso una dogana. Se il dolore non è accolto e celebrato prima di qualsiasi giudizio, ha la capacità di devastare le coscienze dei singoli e delle comunità». Insomma, si invoca una «preghiera di comunità» per provare a elaborare un dolore che altrimenti rischierebbe di logorare la comunità di Castello e quella di Valfloriana, la famiglia Moser e quella Palmieri. «Dobbiamo ammettere di essere senza parole di fronte a queste perdite e avere il coraggio, come fece Gesù in croce, di gridare i nostri perché senza risposta». La conclusione di don Albino che nella sua omelia ha dedicato un ultimo pensiero ai figli di Ester e Igor, «che dovranno vivere un presente senza mamma e papà».
Sullo sfondo infatti, resta il terribile delitto commesso da Moser. Secondo quanto ricostruito l’uomo avrebbe deciso di uccidere l’ex compagna dopo aver ricevuto una lettera dall’avvocata di Palmieri, attraverso la quale gli veniva chiesto di raggiungere un accordo sulla gestione dei figli. Potrebbe essere questo il movente dell’omicidio, dal momento che il 45enne non voleva accettare la separazione. Due giorni dopo aver letto la raccomandata, Moser ha raggiunto Palmieri nella sua abitazione di Montalbiano, nel comune di Valfloriana, dove l’ha uccisa pugnalandola con un coltello da caccia. Dopodiché il boscaiolo si è tolto la vita impiccandosi nel maso di famiglia a Castello-Molina di Fiemme.
«Lei era sempre stata buona» «Se avessi saputo quello che Igor stava per fare lo avrei fermato, ma mai avrei immaginato una cosa simile». È inconsolabile Fiorella Simonazzi, che oltre al figlio ha perso anche la mamma dei suoi nipoti con la quale andava molto d’accordo. «Non perdonerò mai Igor per quello che ha fatto — ha dichiarato in lacrime la donna di 66 anni — non doveva fare del male a Ester che era sempre stata tanto buona». Dal canto suo Moser aveva paventato più volte la possibilità di uccidersi ma, come confermato dai parenti di Palmieri, non aveva mai minacciato la donna. La stessa vittima era preoccupata per la salute dell’ex compagno.Igor aveva passato il Natale con i tre figli e il giorno prima del femminicidio aveva venduto alcune vecchie motoseghe della sua collezione, senza mostrarsi turbato. «Se potessi darei tutto quello che ho, persino la mia vita, per far tornare indietro Ester. Purtroppo non è possibile», l’amara constatazione della madre di Moser.