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Raffaele Cerillo. Sgozza la moglie mentre tiene in braccio la figlia di 7 mesi (che sarà a sua volta uccisa dal marito, 37 anni dopo). Condannato, sconta 16 anni di carcere e quando esce vive come un barbone

Napoli, 10 Maggio 1973



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In memoria di

L’omicida e la vittima tentavano di ricucire il rapporto con l’aiuto di una psicologa (Messaggero Veneto – 28 aprile 2010)
Salvatore Guadagno e Carmela Cerillo, l’assassino e la vittima, stavano andando assieme da una psicologa per sanare i problemi che minavano il loro rapporto e che rischiavano di portarli alla separazione. Poi, il delitto. Oggi, Salvatore Guadagno e Carmela Cerillo avrebbero dovuto partecipare alla loro seconda seduta davanti alla psicologa. Al primo appuntamento, alcuni giorni fa, la coppia si era presentata unita: marito e moglie avevano raccontato le tappe della loro storia e accennato ai problemi che, da qualche tempo, minavano il loro rapporto e che, specie dopo l’ingresso nella vita di lei di un altro uomo, rischiavano di portarli alla separazione. Una decisione, quella di affidarsi al sostegno di un professionista del Consultorio familiare, maturata negli ultimi tempi, pare a seguito delle insistenze della donna, stanca di subire le violenze, verbali e fisiche, del marito. E che lui – a quanto appreso dagli investigatori – aveva alla fine accettato, promettendo anche d’impegnarsi a non alzare più le mani sulla moglie.
Di percosse e atteggiamenti violenti da parte di Guadagno hanno parlato pure alcune amiche di Carmela, che ieri mattina si sono presentate spontaneamente alla caserma del Comando provinciale dei carabinieri, per riferire delle volte in cui la vittima, stufa di essere maltrattata, si era sfogata davanti a loro. A questo proposito, comunque, non risulta che la donna abbia mai sporto denuncia contro il coniuge. Le altre persone sentite ieri, per lo più conoscenti ed ex colleghe della bidella, hanno ulteriormente confermato il ritratto di brava ragazza e lavoratrice esemplare fin qui dato di lei. Tra le persone convocate in caserma dal comandante del Nucleo investigativo, capitano Fabio Pasquariello, anche alcuni colleghi di Guadagno, che lavora come operaio alla Fincantieri di Monfalcone.
Intanto, la notizia dell’uxoricidio ha raggiunto anche Napoli e il suo circondario, da dove la coppia, una ventina d’anni fa, si trasferì in Friuli in cerca di tranquillità e di un lavoro sicuro. Se ne parla soprattutto perchè la morte di Carmela rievoca tragicamente quella di sua madre, Annamaria De Concilio: avvenne nel 1973 e, anche allora, avvenne per mano del marito. Fu Raffaele Cerillo, padre di Carmela e dei suoi due fratelli maggiori, a ucciderla. Un omicidio del quale gli stessi figli, allora bambini (Carmela aveva soltanto pochi mesi), non ricordano quasi più niente.
Stando alle frammentarie notizie apprese dai carabinieri partenopei, pare che l’omicidio fu compiuto in un impeto d’ira: Raffaele, che oggi ha 69 anni e conduce una vita da barbone, dentro e fuori l’ospedale di Cercola, sarebbe tornato a casa ubriaco e avrebbe spinto la moglie giù dalle scale. Per quel delitto, scontò 16 anni di carcere. Ora i carabinieri di Udine lo cercano per comunicargli l’eventuale diritto di costituirsi parte civile nel processo che sarà celebrato a carico del genero. Ma anche per capire se, visti i precedenti, sia stato privato della patria potestà.
Già, perché ad aggiungere strazio a una situazione già di per sè pesante c’è anche l’incognita legata al futuro affidamento dei figli di Guadagno. Non tanto di Annamaria, che da poco è diventata maggiorenne, quanto di suo fratello P., che ha soltanto 13 anni. Sul loro affidamento, tra le due famiglie – quella di Salvatore, che abita nell’appartamento vicino al suo, nella palazzina di via Cavour, a Feletto, e dove i ragazzi per il momento si sono trasferiti, e quella di Carmela, che invece si trova nel Napoletano (la giovane era nata a Pollena Trocchia) – sarebbe cominciato un vero e proprio braccio di ferro. Dal canto suo, il sindaco di Tavagnacco, Mario Pezzetta, ha assicurato che il Comune è vicino a entrambi «con tutti i mezzi a disposizione dei Servizi sociali del Comune».