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Pierpaolo Contu, 16 anni. Accetta 250mila euro per uccidere la moglie del dentista, ma poi lo racconta a tutti. Condannato a 16 anni

Gavoi (Nuoro), 26 Marzo 2008


Titoli & Articoli

Dina Dore, prima sentenza dopo 5 anni”Contu è colpevole”: condanna a 16 anni (l’Unione Sarda – 25 dicembre 2013)
E’ arrivata alla vigilia di Natale la sentenza del Tribunale dei minori di Sassari per l’omicidio di Dina Dore, la casalinga di Gavoi uccisa nel garage della sua casa nel centro del paese nel marzo del 2008.
C’è un primo verdetto per l’omicidio di Dina Dore, la casalinga di Gavoi (Nuoro) uccisa nel garage della sua casa nel marzo 2008. Il Gup del tribunale dei minori di Sassari, Antonio Minisola, ha condannato a 16 anni Pierpaolo Contu, all’epoca dei fatti 17enne, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio su mandato del marito della vittima, Francesco Rocca, attualmente a giudizio come presunto mandante davanti alla Corte d’Assise di Nuoro.
Il pm Luisa Fenu aveva chiesto una condanna a 18 anni. La sorella di Dina Dore, Graziella, si è detta soddisfatta per aver ottenuto finalmente giustizia, ma allo stesso tempo dispiaciuta per Pierpaolo Contu e per una sentenza che rovinerà la sua giovane vita.
L’avvocato Mariano Delogu, parte civile della famiglia Dore, ha sottolineato come si tratti di una sentenza importante in vista del processo che vedrà Francesco Rocca, marito di Dina, di fronte alla Corte d’Assise di Nuoro, con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio. Contu e il marito della vittima, il dentista di 44 anni Francesco Rocca, erano stato arrestati dalla Polizia a distanza di cinque anni dall’omicidio, dopo una clamorosa svolta nelle indagini.
La sentenza è arrivata nel primo pomeriggio, dopo tre ore e mezza di camera di consiglio. Il giovane imputato, difeso dagli avvocati Gianluigi Mastio e Mariella Masia, ha sempre negato di aver ucciso Dina Dore, e anche nell’udienza di questa mattina, prima di ritirarsi per la sentenza, sono stati riascoltati dal giudice per una breve testimonianza – la loro audizione è stata disposta d’ufficio – il fratello della vittima Giuseppe Dore ed il cognato Rino Zurru.

Condanna definitiva per il killer Contu (la Nuova Sardegna – 12 dicembre 2015)
«Ricorso rigettato», e dunque sentenza definitiva: dopo un’attesa snervante, durata un’intera mattina e seguita da un pomeriggio tra discussione in aula da parte del procuratore generale e dell’avvocato Gianluigi Mastio, e una lunga camera di consiglio, intorno alle 22.20 di ieri, due parole secche ma cariche di significato mettono la parola fine, almeno per un imputato, il giovane gavoese Pierpaolo Contu, alla vicenda giudiziaria che più di tante altre, in provincia di Nuoro, ha lasciato il segno in tante coscienze.
Il brutale omicidio della casalinga gavoese, Dina Dore, incerottata da capo a piedi e morta per asfissia nel portabagagli della sua auto, il 26 marzo del 2008, nel garage dela sua casa a Gavoi. “Ricorso rigettato”, dicono, dunque, ieri, i giudici della Suprema corte, di fatto condannando così a 16 anni, e in modo definitivo, il giovane di Gavoi ritenuto il killer della donna. E da Roma, nell’arco di pochi istanti, la notizia rimbalza subito nel Nuorese. Arriva al telefono di mamma Giovanna Cualbu, che attendeva con il cuore in gola nella sua casa di Gavoi. Giunge anche alla famiglia della povera Dina, che da anni ormai attende giustizia per la terribile fine della propria congiunta. E da lì si diffonde, come in un tam tam di sentimenti contrastanti, di telefono in telefono, di casa in casa, di computer in computer.
Per i giudici del terzo, e ultimo e grado di giudizio, dunque, la sentenza d’appello del gup di Sassari che nell’agosto dell’anno scorso aveva confermato la condanna a 16 anni per Pierpaolo Contu, aveva tutti i crismi per diventare definitiva. In quella sentenza, stabilisce la Suprema corte, le norme di legge sono state applicate in modo corretto, e non c’è alcuna sbavatura che potesse meritare ora una sentenza di annullamento, o di annullamento con rinvio, ovvero con un nuovo processo in appello.
Per la giustizia, insomma, non c’è alcun dubbio: Pierpaolo Contu è uno degli esecutori materiali dell’’omicidio di Dina Dore. Uno dei killer che quel maledetto 26 marzo del 2008, si erano infilato a casa Rocca-Dore, in via Sant’Antioco, nella parte alta del paese, aveva colpito la povera Dina alla testa con un oggetto contundente, poi l’aveva incerottata da capo a piedi e infine l’aveva caricata sul portabagagli dell’auto, dove la poveretta era morta per asfissia dopo qualche minuto di tremenda agonia, mentre a pochi metri la figlioletta di sette mesi e mezzo piangeva disperata nel suo “ovetto”. Ben tre gradi di giudizio, dunque, hanno stabilito che in quel garage c’era anche Pierpaolo Contu. La sua famiglia, e il suo avvocato, Gianluigi Mastio, che anche ieri lo ha difeso con precisione ed energia, sono sempre stati convinti della sua innocenza. E il legale nuorese, ieri, nel suo intervento di 45 minuti, ricco di riferimenti giudirici, lo ha dimostrato.


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