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Francesco Rocca, 40 anni, dentista e politico, padre. Assolda due killer per ammazzare la moglie. Condannato (dieci anni dopo) all’ergastolo, non paga il mantenimento alla figlia, eredita le proprietà della moglie uccisa e le vende

Gavoi (Nuoro), 27 Marzo 2008


Titoli & Articoli

Omicidio Dore, parla l’ex amante di Rocca: “Lo lasciai e mi minacciava: vedrai che ti succede” (la Nuova Sardegna – 24 gennaio 2014)
“Dopo che l’ho lasciato mi scriveva: se non mi rispondi vedrai che ti succede”. Parole di Anna Guiso, ex assistente di studio ed ex amante di Francesco Rocca, il dentista di Gavoi a processo davanti alla Corte d’assisie di Nuoro come presunto mandante dell’omicidio della moglie Dina Dore. La donna, il teste più atteso dell’udienza tenuta questa mattina, ha spiegato ai giudici che dopo il delitto aveva paura di essere uccisa.
Nel suo lungo e sofferto racconto, Anna Guiso si è dipinta come un ragazzina di 22 anni, senza alcuna esperienza, che c’era cascata e si era innamorata del suo datore di lavoro sposato”. L’udienza al tribunale di Nuoro ha riservato altre testimonianze interessati. “Aveva la faccia e le mani nere, ansimava”. Così, per la prima volta, è stato descritto davanti ai giudici il killer che il 26 marzo 2008 ha ucciso Dina Dore, assassinata nel garage di via Sant’Antioco a Gavoi davanti alla piccola figlia Elisabetta, che all’epoca aveva otto mesi. A descrivere il killer, davanti alla Corte d’assise del tribunale di Nuoro, sono stati la madre e il bambino di Gavoi che quella sera ha visto l’uomo in fuga nelle vie del centro storico del paese, vicino all’abitazione della vittima. Quella del bambino è stata la prima deposizione di una giornata importante. Tra i testimoni c’era anche il fidanzato di Anna Guiso, Antonio Piu, chiamato anche lui a rispondere alle domande delll’accusa, rappresentata dal pm Danilo Tronci, e della difesa, rappresentata dagli avvocati Mario Lai e Angelo Manconi. Piu, tuttavia, è stato rinviato alla prossima udienza.
La deposizione di Anna Guiso era molto attesa perché la donna è stata più volte chiamata in causa nel corso dell’inchiesta in quanto, secondo ciò che è stato ricostruito dagli investigatori, all’epoca dei fatti aveva una relazione con Rocca. E proprio questa relazione, e il desiderio di rifarsi una nuova vita con l’amante, secondo gli inquirenti, sarebbe stato uno dei moventi che avrebbe spinto Rocca ad agire. 

Omicidio Dina Dore, confermato l’ergastolo al marito Francesco Rocca (La Nuova Sardegna – 12 dicembre 2016)
Ergastolo a Francesco Rocca. La Corte d’assise d’appello di Sassari ha confermato la condanna inflitta in primo grado al dentista di Gavoi come mandante dell’omicidio della moglie Dina Dore, assassinata nel garage dell’abitazione di Gavoi il 26 marzo 2016. La sentenza è stata pronunciata dai giudici nel primo pomeriggio di oggi 12 dicembre dopo circa 6 ore di camera di consiglio. Per il delitto è già stato condannato a 16 anni come esecutore materiale un giovane di Gavoi, Pierpaolo Contu.

Delitto Dore: marito-mandante, “innocente,voglio revisione” (Ansa – 8 giugno 2020)
Polemiche dopo la trasmissione “Storie maledette” di Rai3, con al centro Francesco Rocca, il dentista di Gavoi condannato all’ergastolo in tre gradi di giudizio come mandante dell’omicidio della moglie Dina Dore avvenuto il 26 marzo 2008.
Rocca, dalla casa circondariale di Alghero, intervistato da Franca Leosini, ha ribadito più volte la sua innocenza battendo sull’inattendibilità delle dichiarazioni di Stefano Lai, il supertestimone che cinque anni dopo il delitto diede una svolta all’inchiesta culminata con l’arresto di Rocca e di Pierpaolo Contu, minorenne all’epoca dei fatti, condannato a 16 anni come esecutore materiale dell’omicidio. Il dentista ha denunciato falle nelle indagini, ha detto che chiederà la revisione del processo e chiesto “giustizia per Dina”.

 

Uxoricidio di Gavoi: Rocca ha diritto a mantenere le sue ricchezze (CagliariPad – 17 maggio 2022)
Il giudice civile di Nuoro ha rigettato l’istanza presentata dalle due sorelle e dalla madre per spogliare dei suoi beni l’uomo che commissionò ad un minorenne l’omicidio della moglie Dina Dore (dietro una ricompensa di 250 mila euro o un immobile)
È stato condannato in via definitiva all’ergastolo perché ritenuto il mandante dell’omicidio della moglie, Dina Dore, avvenuto nel marzo del 2008. Eppure il dentista di Gavoi Francesco Rocca non perderà la titolarità dei suoi beni. Il giudice Civile del Tribunale di Nuoro Tiziana Longu ha infatti decretato che le ricchezze appartengono a Rocca e non sono frutto di un patto fiduciario con la famiglia, rigettando l’istanza presentata dalle due sorelle e dalla madre dello stesso uxoricida per spogliarlo delle ricchezze. L’istanza – contestata anche dai legali della famiglia di Dina Dore – aveva probabilmente la finalità di evitare che i beni di Rocca fossero aggrediti dai Dore (che hanno diritto ad una provvisionale dopo la condanna) e dalla stessa figlia minorenne (per il cui risarcimento sono in corso altre due cause civili). Finalità che la decisione del giudice ha scongiurato.
Era la sera del 26 marzo 2008. Dina Dore, una donna di 37 anni, rientrava nella sua abitazione in via Sant’Antioco, a Gavoi, insieme alla figlioletta di sette mesi quando fu aggredita. Qualcuno le legò mani e piedi soffocandola con il nastro adesivo prima di rinchiuderla nel bagagliaio dell’auto, una Fiat Punto. In un primo momento gli investigatori, non trovando il cadavere, pensarono ad un sequestro di persona (il corpo fu scoperto nel cofano della Punto dopo parecchie ore). Solo nell’autunno 2012 un informatore accusò del delitto il giovane Pierpaolo Contu spiegando che il ragazzo, allora minorenne, avrebbe agito su ordine del marito della vittima. La tesi di Rocca mandante dell’omicidio fu ribadita nello stesso periodo da una lettera anonima indirizzata alla sorella della vittima, Graziella Dore. I rilievi portarono inoltre a individuare sullo scotch che aveva impedito alla donna di respirare anche la traccia di un altro Dna maschile, rimasto però sconosciuto.
Per questo motivo nel febbraio del 2013 Contu e Rocca furono arrestati dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari. Determinante, durante il processo, fu la testimonianza di un amico dello stesso Contu, Stefano Lai, che racconto come l’amico gli avesse confidato di aver ucciso Dina Dore su mandato di Rocca: per ricompensa il dentista gli aveva promesso una somma di 250mila euro o un immobile. Pierpaolo Contu è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione, mentre Francesco Rocca nel settembre 2018 è stato condannato all’ergastolo. Ma secondo i giudici ha ancora diritto alla titolarità dei suoi beni.

 

GAVOI. OMICIDIO DINA DORE, FRANCESCO ROCCA CONDANNATO A PAGARE IL MANTENIMENTO DELLA FIGLIA (Sardegna Live – 11 novembre 2022)
Il dentista, condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie, dovrà versare gli arretrati mai pagati dal 2013
Francesco Rocca, il dentista di Gavoi condannato in via definitiva come mandante dell’omicidio della moglie Dina Dore avvenuto il 26 marzo del 2008 nella loro casa, dovrà versare alla sorella di Dina, Graziella, affidataria della figlia minore della coppia, 78mila e 400 euro per gli arretrati del mantenimento in favore della minore, mai pagati dal dentista dal 2013, oltre agli interessi legali. Lo ha stabilito il giudice civile del tribunale di Nuoro Salvatore Falzoi, in seguito alla causa intentata contro l’uomo nel 2021 dalla stessa Graziella Dore, assistita dalle avvocate Annamaria Busia e Francesca Calabrò.
Parallelamente a questo procedimento, ve ne sono altri due – sempre contro Rocca -, pendenti nel tribunale di Nuoro. Il primo è relativo alla causa promossa dalla figlia minore di Rocca, oggi 14enne, assistita da Francesca Calabrò, per il risarcimento dei danni patiti a seguito del delitto della madre. L’altro riguarda i beni del dentista: la madre e le sorelle di Rocca hanno intentato una causa per spogliarlo dei suoi averi, che loro ritengono debbano rientrare nell’asse familiare “a garanzia del patrimonio della figlioletta”. Un procedimento ancora in corso, al quale si sono opposte le avvocate Busia e Calabrò, secondo le quali la causa “è solo un escamotage per svincolare il patrimonio di Rocca e non renderlo aggredibile dalla figlia, che dal padre non ha mai ricevuto nulla”.

Francesco Rocca vende casa: i legali della figlia fanno causa (Rai News – 10 maggio 2023)
Alla ragazza spetta il 50% dell’immobile
Una nuova causa è stata intentata dai legali della figlia minore di Francesco Rocca, il dentista di Gavoi condannato in via definitiva all’ergastolo come mandante dell’omicidio della moglie, Dina Dore, avvenuto il 26 marzo 2008. Rocca è stato chiamato in causa davanti al giudice del tribunale di Nuoro con una dichiarazione di “indegnità a succedere” all’eredità dei beni della moglie defunta, la cui erede universale risulta la figlia minore.
Il dentista ha infatti venduto i tre quarti della casa di Gavoi dove avvenne l’omicidio, nonostante alla figlia spetti il 50% dell’immobile, in forza dell’indegnità a succedere dello stesso Rocca alla quota parte di Dina Dore. 
La persona che ha acquistato l’immobile inoltre non ha mai corrisposto alla ragazza, privata della sua parte dell’immobile, quanto le spetta. La scoperta è avvenuta dopo un’attenta analisi sulle visure delle proprietà di  Francesco Rocca, in cui il dentista risulta proprietario di quote ereditarie provenienti dal decesso Dina Dore. Nel tribunale di Nuoro ci sono altre due cause pendenti nei confronti di Rocca, quella per il mantenimento della ragazza che chiama il padre ad adempiere e a pagare gli arretrati e quella sulla divisione del patrimonio ereditario di Antonio Rocca, padre dell’ergastolano, morto qualche anno fa.

 

«Il tribunale dichiari Rocca indegno» (la Nuova Sardegna – 11 maggio 2023)
Lo chiedono le avvocate che tutelano la figlia del dentista che uccise la moglie ed è stato condannato all’ergastolo
Sarà il tribunale di Nuoro (giudice Cosimo Gabbani) a stabilire l’indegnità di Francesco Rocca, il dentista di Gavoi condannato all’ergastolo per il femminicidio della moglie Dina Dore. Il 13 luglio Rocca dovrà comparire nella causa promossa dalle avvocate Annamaria Busia e Francesca Calabro, che rappresentano la sorella di Dina Dore, Graziella, e la figlia ora adolescente di Dina Dore. Le due avvocate stanno cercando di ottenere il pagamento degli arretrati del mantenimento della ragazza, mai corrisposti dal dentista e giù quantificati da altro giudice in 78mila e 400 euro. Hanno quindi scoperto che l’uomo, nella successione dei beni cointestati con la moglie, si è dichiarato suo erede e ne risulta quindi proprietario per tre quarti. Questo riguarda la casa di via Sant’Antioco 62, dove il 26 marzo 2008 venne uccisa Dina Dore, ma anche un’altra casa, in via Togliatti 5. Metà di questi immobili era già sua, della restante metà ne ha, per successione, acquisito un quarto. Peccato che la figlia sia stata quindi estromessa dalla sua quota che le appartiene legittimamente, essendo lei orfana a causa di un omicidio per il quale il padre condannato (con sentenza definitiva).
La legge che tutela gli orfani per crimini domestici però è entrata in vigore successivamente alla commissione del reato: allora non era previsto l’automatismo che avrebbe congelato i beni sottraendoli a qualunque atto da parte dell’omicida. Peraltro, la casa di via Sant’Antioco è stata venduta a una persona che la occupa e che sembra evidentemente incurante del fatto che, in ogni caso, un quarto di quell’immobile appartiene a una minore. Al giudice si chiede di dichiarare Francesco Rocca indegno, e quindi la figlia erede universale del cespite ereditario che faceva capo a Dina, e adottare i provvedimenti che consentiranno al Conservatore le opportune modifiche delle quote di proprietà da annotare nei registri immobiliari. Tra i beni c’è anche il conto corrente della donna: c’erano poco più di 1200 euro. Rocca, li ha inseriti con con una integrazione alla denuncia di successione (che non si trova nè in versione cartacea nè digitale alla Conservatoria dei Registri immobiliari). La decisione del giudice consentirà alla minorenne di godere dei frutti dei beni che le sono stati sottratti.

 

Uxoricida ergastolano non dovrà rendere 800mila euro per difesa (Ansa – 21 giugno 2023)
Francesco Rocca, il dentista di Gavoi condannato in via definitiva all’ergastolo come mandante dell’omicidio della moglie, Dina Dore, avvenuto nel marzo 2008, non dovrà restituire a sua madre i soldi spesi dalla famiglia per difenderlo, circa 800mila euro. La giudice del Tribunale civile di Nuoro, Tiziana Longu, ha emesso una sentenza con cui ha respinto la richiesta di Mariuccia Marchi, mamma del dentista, la quale accusava il figlio di indebito arricchimento e chiedeva che le fossero restituiti i circa 800mila euro spesi da lei e dal marito per difenderlo nel processo per uxoricidio.
La giudice, costatato che i genitori del dentista non furono costretti da nessuno a sostenere i costi per la difesa legale del figlio, ma lo fecero volontariamente, non ha ravvisato alcun arricchimento indebito da parte di Rocca. Ha quindi respinto la richiesta e ha condannato la donna al pagamento delle spese processuali (circa 14 mila euro) sopportate dalla famiglia di Dina Dore, che si era opposta all’istanza.
La stessa giudice ha poi proposto una conciliazione nell’ambito della causa in corso per la ricostruzione e divisione del patrimonio ereditario di Antonio Rocca, padre dell’ergastolano, morto qualche anno fa. Causa intentata dalla figlia 14enne del dentista, rappresentata dalle avvocate Annamaria Busia e Francesca Calabrò. Alla famiglia Rocca è stato chiesto di depositare, entro il 3 ottobre prossimo, tutta la documentazione mancante che riguarda gli immobili del padre, in modo da poter ricostruire l’asse ereditario. La conciliazione prevede il pagamento alla famiglia di Dina Dore del danno quantificato in sede legale e delle spese sostenute; l’intestazione alla figlia minorenne del 50% dei beni del padre, Francesco Rocca; la ripartizione della parte restante del patrimonio secondo le volontà testamentarie. Le parti dovranno comunicare la loro decisione nell’udienza fissata per il 3 ottobre.


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