Nicolae Roset, 51 anni, padre. La moglie se n’era andata, ma lui la trova e la raggiunge in Italia, la picchia con un bastone, la zavorra con delle pietre al collo e la getta nel fiume ancora viva.
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Il Tirreno
Era fuggito a Mosca il moldavo che uccise la moglie a Natale
Il moldavo accusato dell’omicidio della moglie è stato arrestato a Mosca. Svetlana Roset, 47 anni, lavorava a Piobbico, in provincia di Pesaro. Dormiva in casa della coppia di anziani che accudiva. Nonostante risiedesse a Cecina, dove aveva un appartamento in affitto, il marito Nicolae Roset, 51 anni, disoccupato, aveva preso un piccolo monolocale anche nel pesarese per restare vicino alla moglie. La gelosia, secondo gli inquirenti, avrebbe scatenato la sua furia omicida.
Unico indagato per la morte di Svetlana, è stato arrestato in Russia e ora si aspetta l’estradizione. Ad inchiodarlo sono state le tracce lasciate dal suo telefono cellulare. Il movente che ha scatenato la furia omicida, per gli inquirenti, sarebbe la gelosia. Piobbico, il 14 dicembre scorso, in un giorno in cui Svetlana era in permesso era stato visto per l’ultima volta mentre raccoglieva la legna. Testimoni riferirono anche di aver assistito ad un litigio tra lui e la compagna. Fatto sta che dopo poche ore sparirono entrambi. Nicolae Roset riapparve due giorni dopo in provincia di Ferrara. Suonò al campanello della figlia con la quale si trattenne per qualche ora. Poi si dileguò. Andò peggio a Svetlana. Su segnalazione della figlia, allarmata dall’apparizione del padre, vennero avviate le indagini dei carabinieri. Le forze dell’ordine ritrovarono il corpo della moldava il giorno di Natale. La donna era stata prima tramortita con un peso o un bastone, poi legata e zavorrata con pezzi di cemento attorno al collo e alle gambe e gettata nel fiume Candigliano. Quel giorno, Nicolae Roset probabilmente era già in Moldavia protetto da alcuni parenti che, secondo i carabinieri, lo avrebbero protetto e favorito la sua fuga in Russia.
GiornaleSM
E’ stato condannato a 27 anni di carcere per l’uccisione della moglie a colpi di pietra. Nicolae Roset è stato riconosciuto colpevole dell’assassinio della moglie, Svetlana di 46 anni, il cui corpo poi gettò nel fiume. Si è chiuso ieri in corte d’Assise il processo a carico di Nicolae Roset con la condanna a 27 anni di reclusione. Il Pm Simonetta catani ne aveva chiesti 30 mentre il legale di Roset aveva chiesto l’assoluzione. L’omicidio avvenne il 14 dicembre 2013 a Piobbico, dove la vittima lavorava come badante. Il marito, da cui viveva di fatto separata da anni, l’aveva raggiunta in paese pochi giorni prima. Il 14 dicembre, i coniugi erano stati visti insieme al mattino in un supermercato, poi Svetlana è improvvisamente scomparsa mentre l’uomo è stato avvistato in paese anche nel pomeriggio. Poi la fuga, dopo aver preso un treno a Fano. Il ritrovamento del corpo da parte dei carabinieri avvenne il giorno di Natale del 2013, dopo che un boscaiolo riferì ai carabinieri di aver visto qualche giorno prima lungo quel tratto del fiume un uomo armeggiare con un masso. Il corpo della donna venne trovato vicino al paese, in un’ansa del fiume, con pesanti pietre ancorate alla testa, in modo che non potesse risalire in superficie. Di lì cominciò la caccia a Nicolae Roset, che si è conclusa circa venti giorni dopo in Russia, dove l’uomo si era rifugiato. Come preannunciato i due figli della coppia non si sono costituiti parte civile.