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Nicolae Roset, 51 anni, padre. La moglie se n’era andata, ma lui la trova e la raggiunge in Italia, la picchia con un bastone, la zavorra con delle pietre al collo e la getta nel fiume ancora viva. Fugge in Moldavia, ma viene catturato e condannato a 27 anni di carcere

Piobbico (Pesaro Urbino), 14 Dicembre 2013


Titoli & Articoli

Svetlana Roset, la badante moldava uccisa: il marito ossessionato dal tradimento (Blitz – 17 gennaio 2014)
Nicolae Roset era ossessionato dall’idea di un presunto tradimento di sua moglie: per questo era venuto fino in Italia, per cercare di riconquistarla. E invece l’ha ammazzata. Lo hanno arrestato ieri, 16 gennaio, a Mosca, grazie alla collaborazione dell’Interpol. Un mese fa il corpo di Svetlana affiorava dalle acque del fiume Candigliano a Piobbico, in provincia di Pesaro.
Qui si era trasferita dalla Moldavia a ottobre scorso, nel tentativo di sfuggire ad una vita coniugale ormai insopportabile. Aveva trovato lavoro come badante presso una coppia di anziani, ma Nicolae l’aveva rintracciata nel giro di poche settimane, sfruttando la rete di conoscenze fra moldavi che vivono nelle Marche. A fine novembre l’uomo ha raggiunto Piobbico con la sua idea fissa in testa.
Per due settimane, dicono i carabinieri, è riuscito a non allarmare Svetlana e a non rivelare nulla delle sue vere intenzioni, vivendo da solo in un piccolo appartamento che la moglie gli aveva preso in affitto. Il 14 dicembre, alle 10:40, la coppia è stata filmata da una telecamera all’uscita da un supermercato dove aveva fatto la spesa. Poi Svetlana aveva parlato al telefono con un familiare, spiegando che sarebbe andata a far legna con il marito in un bosco.
A Isola di Piobbico la tragedia si è consumata: Roset ha colpito la moglie alla nuca con un bastone o una pietra, poi ha zavorrato il corpo della donna, probabilmente ancora viva, con delle pietre, e l’ha gettato in acqua. Quindi è fuggito prima in Moldavia poi in Russia, depistando anche i due figli sulle sorti della loro madre. Il cadavere della badante è stato scoperto il giorno di Natale: nelle ultime ore l’arresto di Roset, grazie alle indagini condotte dai Carabinieri di Urbino e dal Comando provinciale dell’Arma, in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia della Direzione centrale della Polizia criminale italiana e dalla Direzione centrale per i Servizi antidroga presso l’Ambasciata d’Italia a Mosca.

Era fuggito a Mosca il moldavo che uccise la moglie a Natale (il Tirreno – 21 gennaio 2014)
Il moldavo accusato dell’omicidio della moglie è stato arrestato a Mosca. Svetlana Roset, 47 anni, lavorava a Piobbico, in provincia di Pesaro. Dormiva in casa della coppia di anziani che accudiva. Nonostante risiedesse a Cecina, dove aveva un appartamento in affitto, il marito Nicolae Roset, 51 anni, disoccupato, aveva preso un piccolo monolocale anche nel pesarese per restare vicino alla moglie. La gelosia, secondo gli inquirenti, avrebbe scatenato la sua furia omicida.
Unico indagato per la morte di Svetlana, è stato arrestato in Russia e ora si aspetta l’estradizione. Ad inchiodarlo sono state le tracce lasciate dal suo telefono cellulare. Il movente che ha scatenato la furia omicida, per gli inquirenti, sarebbe la gelosia. Piobbico, il 14 dicembre scorso, in un giorno in cui Svetlana era in permesso era stato visto per l’ultima volta mentre raccoglieva la legna. Testimoni riferirono anche di aver assistito ad un litigio tra lui e la compagna. Fatto sta che dopo poche ore sparirono entrambi. Nicolae Roset riapparve due giorni dopo in provincia di Ferrara. Suonò al campanello della figlia con la quale si trattenne per qualche ora. Poi si dileguò. Andò peggio a Svetlana. Su segnalazione della figlia, allarmata dall’apparizione del padre, vennero avviate le indagini dei carabinieri. Le forze dell’ordine ritrovarono il corpo della moldava il giorno di Natale. La donna era stata prima tramortita con un peso o un bastone, poi legata e zavorrata con pezzi di cemento attorno al collo e alle gambe e gettata nel fiume Candigliano. Quel giorno, Nicolae Roset probabilmente era già in Moldavia protetto da alcuni parenti che, secondo i carabinieri, lo avrebbero protetto e favorito la sua fuga in Russia.

 

Piobbico, uccise la moglie Svetlana. Roset condannato a ​27 anni di carcere (Corriere Adriatico – 22 ottobre 2015)
E’ stato condannato a 27 anni di carcere per l’uccisione della moglie a colpi di pietra. Nicolae Roset è stato riconosciuto colpevole dell’assassinio della moglie, Svetlana di 46 anni, il cui corpo poi gettò nel fiume. Si è chiuso ieri in corte d’Assise il processo a carico di Nicolae Roset con la condanna a 27 anni di reclusione. Il Pm Simonetta catani ne aveva chiesti 30 mentre il legale di Roset aveva chiesto l’assoluzione. L’omicidio avvenne il 14 dicembre 2013 a Piobbico, dove la vittima lavorava come badante. Il marito, da cui viveva di fatto separata da anni, l’aveva raggiunta in paese pochi giorni prima. Il 14 dicembre, i coniugi erano stati visti insieme al mattino in un supermercato, poi Svetlana è improvvisamente scomparsa mentre l’uomo è stato avvistato in paese anche nel pomeriggio. Poi la fuga, dopo aver preso un treno a Fano. Il ritrovamento del corpo da parte dei carabinieri avvenne il giorno di Natale del 2013, dopo che un boscaiolo riferì ai carabinieri di aver visto qualche giorno prima lungo quel tratto del fiume un uomo armeggiare con un masso. Il corpo della donna venne trovato vicino al paese, in un’ansa del fiume, con pesanti pietre ancorate alla testa, in modo che non potesse risalire in superficie. Di lì cominciò la caccia a Nicolae Roset, che si è conclusa circa venti giorni dopo in Russia, dove l’uomo si era rifugiato. Come preannunciato i due figli della coppia non si sono costituiti parte civile.

Piobbico. Uccise la moglie Svetlana Roset condannato a 27 anni di carcere (Giornale SM – 22 ottobre 2015)
E’ stato condannato a 27 anni di carcere per l’uccisione della moglie a colpi di pietra. Nicolae Roset è stato riconosciuto colpevole dell’assassinio della moglie, Svetlana di 46 anni, il cui corpo poi gettò nel fiume. Si è chiuso ieri in corte d’Assise il processo a carico di Nicolae Roset con la condanna a 27 anni di reclusione. Il Pm Simonetta catani ne aveva chiesti 30 mentre il legale di Roset aveva chiesto l’assoluzione. L’omicidio avvenne il 14 dicembre 2013 a Piobbico, dove la vittima lavorava come badante. Il marito, da cui viveva di fatto separata da anni, l’aveva raggiunta in paese pochi giorni prima. Il 14 dicembre, i coniugi erano stati visti insieme al mattino in un supermercato, poi Svetlana è improvvisamente scomparsa mentre l’uomo è stato avvistato in paese anche nel pomeriggio. Poi la fuga, dopo aver preso un treno a Fano. Il ritrovamento del corpo da parte dei carabinieri avvenne il giorno di Natale del 2013, dopo che un boscaiolo riferì ai carabinieri di aver visto qualche giorno prima lungo quel tratto del fiume un uomo armeggiare con un masso. Il corpo della donna venne trovato vicino al paese, in un’ansa del fiume, con pesanti pietre ancorate alla testa, in modo che non potesse risalire in superficie. Di lì cominciò la caccia a Nicolae Roset, che si è conclusa circa venti giorni dopo in Russia, dove l’uomo si era rifugiato. Come preannunciato i due figli della coppia non si sono costituiti parte civile.


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