Nicolino Corsaro, 46 anni, carpentiere, padre. Pregiudicato per violenze e atti persecutori, denunciato più volte per stalking e minacce, uccide l’ex moglie a colpi di fucile. Condannato in primo grado all’ergastolo, pena ridotta a 30 anni in appello poi ridotta a 17 anni e 4 mesi dalla Corte d’Assise.
Ventimiglia (Imperia), 14 Dicembre 2007
Titoli & Articoli
Problemi di soldi, uccide la ex moglie a fucilate. Arrestato (Primo Canale – 15 dicembre 2007)
Rancori per gli strascichi economici della separazione coniugale sarebbero all’origine di un delitto compiuto stasera in una frazione di Ventimiglia, dove un uomo, Nicolino Corsaro, di 46 anni, ha ucciso con un fucile da caccia la moglie separata, Carmela Gagliardi, di 49, in casa di quest’ultima. L’uomo, rintracciato poco dopo per strada, si è fatto arrestare senza opporre resistenza. Era già stato arrestato tempo fa proprio per le minacce all’ex moglie. A dare l’allarme sono stati i vicini di casa della donna, uditi gli spari. Carabinieri e polizia, accorsi sul posto, hanno trovato il corpo di Carmela Gagliardi riverso sul pavimento, in bagno. Era stata colpita da tre fucilate al torace ed alla nuca. Accanto, abbandonato, c’era ancora il fucile. Dai primi accertamenti fatti dai carabinieri e dalla polizia, sembra che Gagliardi odiasse la moglie per averlo ridotto sul lastrico dopo la separazione. L’uomo era già stato messo agli arresti domiciliari tempo fa per le gravi minacce rivolte alla consorte.
Fratelli assassini a 21 anni di distanza (il Secolo XIX – 16 dicembre 2007)
Una famiglia, due spietati assassini. A ventuno anni di distanza l’uno dall’altro, due fratelli di Vallecrosia, Giuseppe e Nicolino Corsaro, hanno ucciso. In circostanze diverse ma con la stessa fredda determinazione.
In entrambi i casi le vittime a pagare sono state due donne, vittime di una furia omicida che non ha spiegazioni. Giuseppina Sola, 27 anni, la prima a morire, reagì ad una molestia sessuale; la seconda, Carmela Gagliardi, 49 anni, è stata massacrata l’altra sera nell’entroterra di Ventimiglia a colpi di fucile dall’ex marito, per una banale questione di soldi.
Saranno ora sociologi e psichiatri ad interrogarsi se abbia contato di più, in questo agghiacciante destino comune, il degrado sociale, culturale ed ambientale o un’eventuale patologia psichiatrica. Ma resta, in tutti, lo sgomento di fronte ai dati freddi della cronaca: spesso più cruda di una brutta fiction.
Il precedente. La storia comincia il 31 dicembre del 1986. Giuseppe, il più giovane dei due fratelli, entra in azione poche ore prima di Capodanno. Una ragazza lo sorprende a masturbarsi nell’androne di un palazzo in centro a Ventimiglia. Giuseppina Sola, che aveva assistito Giuseppe all’ambulatorio di igiene mentale, fa appena in tempo a riconoscere quel volto. È vestita da sera, sta andando a cena con gli amici. Ma la sua vita finisce lì. Corsaro si avventa su di lei brandendo un coltello. Giuseppina cerca una fuga disperata, prima giù per le scale dove viene raggiunta da un primo fendente, poi nell’ascensore. Una trappola mortale per lei. Perché è lì che l’assassino la finisce con altre due coltellate. La trovano morta, nella cabina piena di sangue, con il panettone ancora stretto in una mano.
Corsaro si dilegua, ma di lì a un mese gli investigatori lo incastrano. L’omicida confessa di fronte ad un navigato maresciallo, comandante della piccola stazione dei carabinieri di Vallecrosia. Al processo ritratta, sostenendo che la confessione gli era stata estorta. Ma non convince la Corte. Giuseppe Corsaro viene condannato a 15 anni e 6 mesi, tre di manicomio criminale e tre di libertà vigilata. E’ tornato in libertà da qualche anno per buona condotta.
L’esecuzione
L’altra sera, invece, a scatenare la furia del fratello, Nicolino Corsaro, 46 anni, che proprio un mese fa aveva ottenuto l’annullamento del matrimonio con la moglie, è più banalmente una questione di soldi: una casa e due cantine in un borgo triste: dove ha chiuso ormai da tempo anche il vecchio forno. Una querelle di basso profilo, di quelle che normalmente si risolvono nelle aule civili dei Tribunali. Per Corsaro, invece, era diventata un’ossessione. L’uomo rivendica per sé una piccola abitazione, pochi locali umidi e freddi, incastonati nel borgo di Calvo, alle spalle di Ventimiglia, in val Bevera (nella foto, gli investigatori davanti alla casa). Li aveva acquistati con i soldi dell’assicurazione di un gravissimo incidente stradale. Ma li aveva intestati alla moglie. Che se li era tenuti anche a matrimonio finito. E qui viveva insieme al suo nuovo compagno: Michele Marchio, un operaio ventimigliese che, raccontano in paese, per la prima volta l’aveva resa davvero felice. Una parentesi di gioia nella vita sfortunata di Carmela Gagliardi, che si è infranta l’altra notte alle 20.20, al civico 15 di salita Forno. Quando lei, rientrata in anticipo in casa per preparare la cena, apre la porta,è convinta di trovarsi davanti l’amato compagno, più giovane di 9 anni. Invece si trova a tu per tu con l’ex marito, già denunciato più volte per minacce e lesioni.
Se lo trova di fronte e capisce subito che il suo ex marito è lì per farle del male. Cerca disperatamente di sbarrargli la porta. Lui le spara una rosa di pallini al petto. Poi, quando la donna ormai colpita a morte cerca di guadagnare la fuga nel bagno vicino, la raggiunge e la finisce con un altro colpo, al collo: quasi un’esecuzione. Lunedì il medico dell’Istituto di medicina legale Luca Tajana effettuerà l’autopsia. Ma sulla ricostruzione dei fatti ci sono pochi dubbi.
Resta la rabbia. Quella del convivente della donna, Michele Marchio, che l’altra sera ha rincorso disperato l’assassino della sua donna e lo ha fermato nella piazza del paese: «Non sei un uomo: sei un nulla», gli ha urlato. «Ti avessi trovato avrei ammazzato anche te» è stata la fredda, lucida risposta dell’assassino. I carabinieri lo hanno arrestato subito dopo.
L’accusa
Rabbia mista a un dolore immenso, invece, quella dei fratelli di Carmela Gagliardi: «Questa è una morte annunciata -dicono – come quella di Antonella Multari, la ragazza massacrata da Delfino. Nostra sorella aveva fatto decine e decine di denunce. Lui era finito anche agli arresti domiciliari, aveva una diffida. Ma se le istituzioni non ti difendono, che si può fare?».
Delitto di Calvo, l’assassino piange in aula e si pente (Riviera 24 – 17 dicembre 2007)
L’avvocato difensore Giorgio Valfre’ ha gia’ annunciato che in settimana presentera’ istanza di incidente probatorio affinche’ il suo assistito venga sotto posto a una perizia psichiatrica.
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sanremo ha convalidato, oggi, disponendo la custodia cautelare in carcere, l’arresto del carpentiere Nicolino Corsaro, 46 anni, l’uomo che venerdi’ scorso, in frazione Calvo a Ventimiglia, ha ucciso con tre colpi di fucile, l’ex moglie Carmela Gagliardi, di 49 anni, per motivi legati alla spartizione dell’alloggio matrimoniale. Lo stesso alloggio, in cui si e’ consumato l’omicidio. Nicolino, difeso dall’avvocato Giorgio Valfre’, si e’ commosso durante l’interrogatorio, che e’ durato circa mezzora, ha pianto e si e’ ulteriormente pentito per lo scellerato gesto. Si e’ pentito di aver ucciso l’ex moglie e di aver gettato nella disperazione tutti i familiari di lei, che lo stimavano, oltre ai suoi.
L’avvocato Valfre’ ha gia’ annunciato che in settimana presentera’ al pm Vittore Ferraro, un’istanza di incidente probatorio per la perizia psichiatrica. Nicolino Corsaro’ convive con una donna dalla quale ha avuto una bambina, oggi di 4 anni.
(di Fabrizio Tenerelli)
Condannato all’ergastolo per l’uxoricida di Calvo Nicolino Corsaro:per il pm c’è la premeditazione (Riviera 24 – 15 dicembre 2008)
La difesa, sostenuta dall’avvocato Giorgio Valfrè aveva chiesto una nuova perizia psichiatrica, dopo quella affidata alla dottoressa Alessandra Luzzago che lo dichiarava totalmente capace di intendere e volere.
LA RICOSTRUZIONE DELL’EFFERATO DELITTO.
Il gup Maria Grazia Leopardi di Sanremo ha condannato, in primo grado, all’ergastolo: Nicolino Corsaro, l’artigiano ventimigliese di 47 anni che il 14 dicembre del 2007, in frazione Calvo a Ventimiglia, uccise con due fuciliate l’ex moglie, Carmelina Gagliardi, di 49 anni, per motivi legati alla spartizione dell’alloggio matrimoniale. L’udienza si e’ svolta nelle forme del rito abbreviato. Il giudice ha accolto la richiesta del pubblico ministero Vittore Ferraro, ravvisando a carico di Corsaro le aggravanti della premeditazione e della minorata difesa, oltre al fatto di aver ucciso la moglie.
Come sconto di un terzo della pena – che viene applicato nei riti abbreviati – ha revocato la pena accessoria dell’isolamento diurno dell’imputato. A incastrare Corsaro, tuttavia, e’ stata una dichiarazione resa proprio al giudice Leopardi, due anni prima dell’efferato delitto, quando comparso in un processo per molestie e minacce nei confronti del coniuge affermo’ di averla voluta ammazzare, ma di non esservi riuscito.
La difesa, sostenuta dall’avvocato Giorgio Valfre’ ha, invece, chiesto una nuova perizia psichiatrica, dopo quella affidata alla dottoressa Alessandra Luzzago che lo dichiarava totalmente capace di intendere e volere e, in alternativa la pena minima. In passato, Corsaro era gia’ stato sottoposto a due perizie psichiatriche, nel 2003 e nel 2005, che lo davano rispettivamente: seminfermo di mente e totalmente incapace. ‘Ritengo la pena troppo alta – ha affermato Valfre’ – e dopo aver esaminato le motivazioni ricorreremo in appello’.
La ricostruzione del delitto secondo la deposizione dell’imputato
Corsaro ha raccontato di essere salito fino all’ultimo gradino che porta sull’uscio di casa dell’ex moglie, di aver bussato alla porta e di aver esploso in rapida successione i tre colpi, non appena la donna gli ha aperto. L’abitazione, in cui abitava solo la donna, era stata acquistata da Corsaro a fine anni Novanta con i soldi dell’assicurazione che lo aveva risarcito per un gravissimo incidente stradale avvenuto nel 1997.
I due coniugi convissero per 15 anni. Nel 1997 l’ uomo rimase coinvolto in un drammatico incidente, in cui riportò un trauma cranico che lo mandò in coma. Con i soldi del risarcimento, alcune centinaia di milioni di vecchie lire, i due comprarono casa a Calvo, si sposarono e, qualche tempo dopo, lui donò alla moglie la sua parte. Nel 2002, secondo il racconto dell’omicida , la moglie scappò in Spagna con un altro uomo e i due si separarono.
Il 14 novembre del 2007, Corsaro ottenne l’annullamento del matrimonio, perché dichiarato incapace di intendere e volere al momento del matrimonio, a causa del forte trauma subito nell’incidente. Dal 2002 in poi, l’uomo continuò a chiedere all’ex moglie i soldi di quella parte di casa che gli aveva donato. Per ottenerli le fece causa e la minacciò più volte, tanto che nel 2005 venne arrestato. Nel frattempo, però, si rifà una vita con un’altra donna che dà alla luce una bambina, oggi di 5 anni.
Su espressa richiesta della famiglia non abbiamo pubblicato la foto della vittima
PENA ABBASSATA IN APPELLO – Non vi fu premeditazione per l’omicidio della moglie: dall’ergastolo, a 17 anni per Nicolino Corsaro. La Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di secondo grado (Riviera 24 – 12 maggio 2011)
La Corte di Assise d’Appello del tribunale di Milano ha abbassato a 17 anni e 4 mesi, di reclusione la condanna nei confronti di Nicolino Corsaro, condannato in primo grado all’ergastolo; con pena, poi, diminuita a 30 anni in Appello, per l’omicidio della moglie Carmelina Gagliardi, 49 anni, freddata con due colpi di fucile, il 14 dicembre del 2007 …
In precedenza, la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di secondo grado, ravvisando la non sussistenza della premeditazione e rinviando gli atti alla Corte d’Assise di Appello di Milano.
Oggi, il responso. Corsaro, che in passato era stato anche al centro di un tentato suicidio in carcere … Terminata l’udienza e’ stato tradotto presso il carcere genovese di Pontedecimo, dove sta scontando la sua pena. Nel conteggiare quest’ultima, la Corte e’ partita da una base di 24 anni.
(Fabrizio Tenerelli)