Marco Malabarba, 39 anni, operaio, padre. Uccide la moglie con tre coltellate. Condannato a 16 anni
Landriano (Pavia), 9 Luglio 2022
Titoli & Articoli
La Provincia Pavese
Uccise la moglie, disposta perizia
Di fronte all’efferatezza dell’omicidio la difesa gioca la carta della semi infermità mentale. Marco Malabarba, l’operaio di 38 anni accusato di avere ucciso a coltellate il 9 luglio la moglie Tiziana Rizzi, di 36 anni, nella loro casa di Landriano, sarà sottoposto a perizia psichiatrica. L’incarico è stato affidato allo psichiatra Mario Mantero, che si era anche occupato del caso di Olindo Romano, condannato insieme alla moglie per la strage di Erba. A Mantero gli avvocati della difesa Simone Marconi e Gianluigi Barbieri chiedono di valutare la capacità dell’indagato di intendere e volere al momento del fatto. Lo stesso Malabarba, che si era consegnato ai carabinieri dopo l’omicidio, durante l’interrogatorio davanti al magistrato aveva detto di avere «perso la testa» e di essersi reso conto solo negli istanti successivi al delitto della gravità di quanto commesso. L’ipotesi del delitto d’impeto, tuttavia, e di un possibile corto circuito della razionalità sembrano contrastare con la ricostruzione dell’omicidio fatta dal magistrato Roberto Valli sia attraverso gli accertamenti tecnici nella camera da letto in cui Tiziana Rizzi è stata uccisa, sia attraverso la confessione dell’indagato. In base alla ricostruzione della dinamica del delitto (un delitto scaturito per motivi futili, all’interno di un rapporto difficile tra i coniugi) la donna sarebbe stata prima colpita all’addome, più volte, con il coltello usato per tagliare il pane, che Marco Malabarba sarebbe andato a prendere in cucina. Non furono questi colpi, però, a uccidere la 36enne, che anzi aveva cercato di difendersi e di scappare dalla furia del marito. Sempre in base alla ricostruzione dell’accusa, l’uomo l’avrebbe però afferrata per i capelli e in questa posizione, da dietro, le avrebbe tagliato la gola, con il coltello che aveva in mano. Due ferite profonde, come hanno confermato l’autopsia, inferte con l’intenzione di uccidere. Questa ricostruzione avrà il suo peso nel processo. A meno che la difesa non riesca a dimostrare che Marco Malabarba fosse davvero incapace di intendere e volere quando uccise la donna. «Il consulente è stato appena nominato e aspettiamo le sue valutazioni – dice l’avvocato Marconi –. Si tratta di approfondimenti i cui risultati ancora non siamo in grado di prevedere».
Uccise la moglie, disposta perizia
Di fronte all’efferatezza dell’omicidio la difesa gioca la carta della semi infermità mentale. Marco Malabarba, l’operaio di 38 anni accusato di avere ucciso a coltellate il 9 luglio la moglie Tiziana Rizzi, di 36 anni, nella loro casa di Landriano, sarà sottoposto a perizia psichiatrica. L’incarico è stato affidato allo psichiatra Mario Mantero, che si era anche occupato del caso di Olindo Romano, condannato insieme alla moglie per la strage di Erba. A Mantero gli avvocati della difesa Simone Marconi e Gianluigi Barbieri chiedono di valutare la capacità dell’indagato di intendere e volere al momento del fatto. Lo stesso Malabarba, che si era consegnato ai carabinieri dopo l’omicidio, durante l’interrogatorio davanti al magistrato aveva detto di avere «perso la testa» e di essersi reso conto solo negli istanti successivi al delitto della gravità di quanto commesso. L’ipotesi del delitto d’impeto, tuttavia, e di un possibile corto circuito della razionalità sembrano contrastare con la ricostruzione dell’omicidio fatta dal magistrato Roberto Valli sia attraverso gli accertamenti tecnici nella camera da letto in cui Tiziana Rizzi è stata uccisa, sia attraverso la confessione dell’indagato. In base alla ricostruzione della dinamica del delitto (un delitto scaturito per motivi futili, all’interno di un rapporto difficile tra i coniugi) la donna sarebbe stata prima colpita all’addome, più volte, con il coltello usato per tagliare il pane, che Marco Malabarba sarebbe andato a prendere in cucina. Non furono questi colpi, però, a uccidere la 36enne, che anzi aveva cercato di difendersi e di scappare dalla furia del marito. Sempre in base alla ricostruzione dell’accusa, l’uomo l’avrebbe però afferrata per i capelli e in questa posizione, da dietro, le avrebbe tagliato la gola, con il coltello che aveva in mano. Due ferite profonde, come hanno confermato l’autopsia, inferte con l’intenzione di uccidere. Questa ricostruzione avrà il suo peso nel processo. A meno che la difesa non riesca a dimostrare che Marco Malabarba fosse davvero incapace di intendere e volere quando uccise la donna. «Il consulente è stato appena nominato e aspettiamo le sue valutazioni – dice l’avvocato Marconi –. Si tratta di approfondimenti i cui risultati ancora non siamo in grado di prevedere».
Blitz
Marco Malabarba condannato: 16 anni per omicidio moglie Tiziana Rizzi
Marco Malabarba è stato condannato a 16 anni di reclusione. Il 38enne di Landriano (Pavia) nel luglio del 2013 aveva ucciso in casa la moglie Tiziana Rizzi, 36 anni, colpendola all’addome con un coltello da cucina. Un’aggressione avvenuta durante la notte, al culmine di una discussione, mentre nella stanza a fianco riposava il figlio della coppia. Il processo si è svolto con rito abbreviato: la richiesta di una condanna a 24 anni, presentata dal pubblico ministero Roberto Valli, è stata ridotta di un terzo. L’uomo dovrà inoltre versare una provvisionale di 100mila euro a suo figlio, che oggi ha 4 anni, di 30mila euro al fratello della vittima e un risarcimento ai genitori della donna la cui entità verrà stabilita in sede civile.Maria Fiore su La Provincia Pavese aveva ripercorso quei momenti di terrore: «Marco, Marco… cosa fai?». Le ultime parole, prima delle coltellate che l’hanno l’uccisa. Tiziana Rizzi, 36 anni, madre del piccolo Filippo che in quel momento dormiva nel lettino in un’altra stanza, ha visto il mondo precipitare, in pochi istanti. Il marito, Marco Malabarba, che si avventava su di lei, con un coltello. E che ha provato a supplicare, chiamandolo per nome, per riportarlo alla ragione. Un grido disperato, che ha rotto il silenzio della notte, sentito anche dai vicini dell’appartamento di via Resistenza. Ma che non è servito. Il primo fendente, con un coltello da cucina a lama seghettata, di quelli usati per tagliare il pane, ha colpito la donna all’addome. Una ferita non mortale, secondo i primi risultati dell’autopsia, eseguita ieri mattina al Dipartimento di medicina legale di Pavia dal medico Giovanni Pierucci. L’esame conferma anche che la giovane madre ha provato a difendersi, riparandosi con le mani e con la braccia, dove sono stati trovati piccoli tagli. Pochi istanti. Un tentativo disperato di proteggersi e salvarsi la vita. Poi le due coltellate, al collo, su entrambi i lati.
Marco Malabarba condannato: 16 anni per omicidio moglie Tiziana Rizzi
Marco Malabarba è stato condannato a 16 anni di reclusione. Il 38enne di Landriano (Pavia) nel luglio del 2013 aveva ucciso in casa la moglie Tiziana Rizzi, 36 anni, colpendola all’addome con un coltello da cucina. Un’aggressione avvenuta durante la notte, al culmine di una discussione, mentre nella stanza a fianco riposava il figlio della coppia. Il processo si è svolto con rito abbreviato: la richiesta di una condanna a 24 anni, presentata dal pubblico ministero Roberto Valli, è stata ridotta di un terzo. L’uomo dovrà inoltre versare una provvisionale di 100mila euro a suo figlio, che oggi ha 4 anni, di 30mila euro al fratello della vittima e un risarcimento ai genitori della donna la cui entità verrà stabilita in sede civile.Maria Fiore su La Provincia Pavese aveva ripercorso quei momenti di terrore: «Marco, Marco… cosa fai?». Le ultime parole, prima delle coltellate che l’hanno l’uccisa. Tiziana Rizzi, 36 anni, madre del piccolo Filippo che in quel momento dormiva nel lettino in un’altra stanza, ha visto il mondo precipitare, in pochi istanti. Il marito, Marco Malabarba, che si avventava su di lei, con un coltello. E che ha provato a supplicare, chiamandolo per nome, per riportarlo alla ragione. Un grido disperato, che ha rotto il silenzio della notte, sentito anche dai vicini dell’appartamento di via Resistenza. Ma che non è servito. Il primo fendente, con un coltello da cucina a lama seghettata, di quelli usati per tagliare il pane, ha colpito la donna all’addome. Una ferita non mortale, secondo i primi risultati dell’autopsia, eseguita ieri mattina al Dipartimento di medicina legale di Pavia dal medico Giovanni Pierucci. L’esame conferma anche che la giovane madre ha provato a difendersi, riparandosi con le mani e con la braccia, dove sono stati trovati piccoli tagli. Pochi istanti. Un tentativo disperato di proteggersi e salvarsi la vita. Poi le due coltellate, al collo, su entrambi i lati.