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Giuseppe Pintus, 36 anni, autotrasportatore. Dopo mesi di stalking, aspetta l’ex fidanzata sotto casa, la strangola e carica il corpo in macchina per poter leggere i messaggi sul telefonino di lei. I carabinieri non gli avevano mai notificato l’ammonimento. Condannato a 30 anni per omicidio volontario premeditato

Villacidro (Cagliari), 22 Settembre 2013

pintusDopo mesi di stalking e minacce, uccide l’ex fidanzata. “Ho fatto una cazzata” dice ai Carabinieri. Non vuole scontare 30 anni di carcere, dice alla sorella.

 


Titoli & Articoli

Sardegna, uccide la ex dopo 4 mesi di stalking. Poi annuncia il suicidio: arrestato (il Fatto Quotidiano – 23 settembre 2013)
L’ha strangolata sotto casa, le ha stretto attorno al collo il braccio lasciando che la vita della sua ex scivolasse via, poi si è allontanato con l’auto portando via il cadavere, adagiato sul sedile passeggero, quasi fosse una delle tante passeggiate che negli otto mesi della loro relazione avevano fatto insieme. C’è la gelosia, un amore morboso culminato con una denuncia per stalking 17 giorni fa, dietro l’omicidio di Marta Deligia, la ragazza di 27 anni strangolata a Villacidro, un comune del Medio Campidano a circa 40 chilometri di Cagliari.

Giuseppe Pintus, l’ex fidanzato e assassino di Marta Deligia. Il corpo della ragazza da lui strangolata è stato trovato nell’auto di Pintus, Cagliari, 23 settembre 2013. ANSA/ UFFICIO STAMPA CARABINIERI

I carabinieri hanno arrestato l’ex fidanzato della vittima Giuseppe Pintus, 37 anni, rintracciato dopo una serie di telefonate in cui annunciava di volersi suicidare. “Ho fatto una cavolata, ho ucciso Marta – ha detto al telefono Pintus prima a un’amica e poi ai carabinieri – Sono disperato, ora mi uccido”. Nelle tasche, quando i militari lo hanno bloccato a meno di un chilometro dal centro abitato, in aperta campagna, in località Corte Margiani, lo stesso luogo in cui aveva abbandonato sotto un albero la sua Fiat Bravo con il cadavere della ex, aveva in tasca una corda. Ai carabinieri che lo ammanettavano ha detto che non voleva ucciderla: “Ho anche tentato di rianimarla”, ha dichiarato descrivendo frammentariamente quanto era accaduto. Ma il delitto è solo il capitolo conclusivo di oltre 4 mesi di minaccepedinamentitelefonate e messaggi alla ex, con frasi altalenati di amore e morte. La stessa vittima negli ultimi mesi si era rivolta ai carabinieri preoccupata: “Mi perseguita, mi pedina, viene anche nel bar dove lavoro”, aveva raccontato a una marescialla chiedendo cosa potesse fare per allontanarlo. I carabinieri avevano cercato da subito di convincerla a denunciarlo, ma lei non voleva: “Gli ho voluto bene, adesso vorrei essere solo lasciata in pace, vorrei fare la mia vita”, aveva più volte ripetuto Marta. Ma solo il 6 settembre scorso la giovane ha avuto il coraggio di firmare il foglio con la denuncia per chiedere l’ammonimento del questore. Venerdì scorso il provvedimento è stato accettato e sarebbe stato notificato in queste ore: “È un provvedimento che deve essere accompagnato da spiegazioni – ha commentato il comandante provinciale dei carabinieri di Cagliari, Davide Angrisani – non può essere inviato come una multa, altrimenti potrebbe avere un effetto scatenante”. L’uomo, quindi, potrebbe non essere venuto a conoscenza della denuncia, potrebbe quindi non aver avuto alcuna ragione se non quell’amore morboso per uccidere. Erano le 4.30 quando Marta, uscita di casa per andare a lavorare al bar “Capo Verde”, è stata sorpresa da Pintus e strangolata. I carabinieri hanno dovuto salvarlo dal linciaggio: fuori dalla caserma gli amici della vittima chiedevano che venisse lasciato nelle loro mani “per fare giustizia”: “E’ un bastardo, un assassino”.

Villacidro, folla inferocita davanti alla caserma: “Datelo a noi” (Cagliaripad – 23 settembre 2013)
Tensione a Villacidro. Decine di persone si sono radunate davanti alla caserma dei carabinieri inveendo contro Giuseppe Pintus, l’uomo di 36 anni arrestato per aver strangolato l’ex fidanzata, Marta Deligia, di 26. “Bastardo, assassino”, urla la folla inferocita, soprattutto giovani probabilmente amici della vittima e frequentatori del bar in paese dove la giovane lavorava. Tra le invettive gridate dalla gente, anche incitazioni al linciaggio dell’omicida: “Datelo a noi, ci pensiamo noi a fare giustizia“.

 

Cagliari, uccise l’ex fidanzata e controllò subito i suoi sms (La Nuova Sardegna – 6 ottobre 2015)
Stravolto dalla gelosia ha cercato di controllare la sua vittima anche quando ormai era morta. Giuseppe Pintus, più geloso che pentito, aveva appena ucciso a Villacidro la sua ex fidanzata Marta Deligia e, dopo aver caricato il cadavere in auto, aveva preso il telefono della sua vittima per leggerne i messaggi. Era il 23 settembre del 2013 quando l’assassino, dopo aver strangolato la giovane di 27 anni, manifestò come principale preoccupazione quella di verificare se lei avesse intrecciato una nuova relazione. E per farlo non si era limitato a dare una sbirciata agli sms, ma – sempre con il corpo della fidanzata morta accanto – si era anche fatto passare per la ragazza in modo da poter scrivere a un giovane che Marta stava frequentando in quel periodo. L’inquietante dettaglio è emerso dalle motivazioni della sentenza con la quale il tribunale di Cagliari, ha condannato Pintus a 30 anni di reclusione al termine del processo celebrato con rito abbreviato.
«Avevo ragione, ho letto tutti i messaggi di Marta. Brutta str…», aveva poi detto Pintus – sempre con il corpo senza vita della ragazza accanto – a un’amica chiamata per confessare il delitto. «Ho fatto una c… L’ho ammazzata». Lei incredula aveva chiesto: «Passamela». E lui aveva risposto: «Lo vuoi capire che Marta non c’è più? Se ne è andata! È morta, poverina, Marta».
Dopo mesi di stalking – telefonate, messaggi, pedinamenti – il giovane aveva atteso la sua vittima sotto casa, per parlarle. Lei aveva cercato di mandalo via, minacciando di chiamare i carabinieri e a quel punto lui le aveva astretto un braccio attorno al collo e, dopo averle tappato la bocca con una mano, aveva stretto fino ad ucciderla. «Come mi detto così, non ci ho visto più e l’ho fatto», aveva spiegato l’assassino, parlando al telefono con un’amica.

L’assassino di Marta annunciò il delitto su Facebook: “Giusto o sbagliato lo farò” (Unione Sarda – 7 ottobre 2015)
Aveva deciso. Voleva ucciderla: “Giuseppe Pintus lo annunciò pure su Facebook”.
Sono diversi i post pubblicati sul social network (e poi cancellati) dall’assassino di Marta Deligia che non lasciano spazio a dubbi. Frasi come “quando prendi una decisione, giusta o sbagliata che sia, è quella e quella rimane”. E ancora: “Non so se è giusto o sbagliato ma lo farò lo stesso”. Oppure: “Non temere la tigre quando la senti alle spalle, avrai tempo e la possibilità di reagire, temila quando non la senti, a quel punto è la fine”.
Propositi agghiaccianti tutti contenuti nelle 120 pagine di motivazioni della sentenza che ha condannato a 30 anni di carcere Pintus per l’omicidio della barista 27enne di Villacidro, Marta Deligia, strangolata a morte dal ragazzo con il quale era stata fidanzata per un breve periodo. Fino a quando si era resa conto che la gelosia di quell’uomo era preoccupante, lo aveva lasciato e, terrorizzata, si era rivolta alle forze dell’ordine perché lo fermassero. Mentre lui, Giuseppe Pintus, disoccupato 35enne, aveva già programmato la fine della sua ex.

Uccise la ex, confermata condanna 30 anni (Ansa – 5 febbraio 2016)
La Corte d’Assise d’Appello di Cagliari ha confermato la condanna a 30 anni di carcere inflitta in primo grado a Giuseppe Pintus, 37 anni, accusato di aver ucciso a Villacidro, nel Medio Campidano, l’ex fidanzata Marta Deligia, 27 anni, il 22 settembre 2013. La Corte presieduta da Grazia Corradini ha dunque ritenuto corretta la pena decisa del Gup Cristina Ornano che aveva accolto le richieste del pm Danilo Tronci. L’imputato era accusato di omicidio volontario premeditato. Stando a quanto ricostruito dall’accusa, Pintus non si sarebbe mai rassegnato di essere stato lasciato, perseguitando la sua ex con messaggi e anche con regali che la giovane non accettava. Sino a quando la ragazza lo denunciò per stalking. L’omicidio avvenne al culmine di un litigio, quando Pintus strinse col braccio il collo della fidanzata, soffocandola. Invano i familiari, costituiti parte civile con gli avvocati Danila Anesa Melis e Rinaldo Saiu, avevano chiesto l’ergastolo per l’imputato. Marta Deligia venne uccisa il 23 settembre 2013: era uscita all’alba di casa per andare al bar dove lavorava e mentre camminava venne avvicinata da Pintus. Il giovane – secondo la ricostruzione dell’accusa – l’aveva afferrata e strangolata, poi aveva caricato il cadavere a bordo della sua auto e si era allontanato. L’omicidio della giovane avvenne proprio nei giorni in cui all’imputato era stato notificato l’ammonimento del Questore a seguito della denuncia della vittima


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