Marta Deligia, 26 anni, barista. Strangolata dall’ex dopo 4 mesi di stalking. Lo aveva denunciato, aveva chiamato i Carabinieri, ma nessuno ha fatto nulla
Villacidro (Cagliari), 22 Settembre 2013
Dopo 4 mesi di stalking, appostamenti, pedinamenti e messaggi di amore e morte, e dopo essersi rivolta più volte ai Carabinieri, Marta si decide a denunciare l’ex fidanzato. Ma, quasi 20 giorni dopo la denuncia, quando lui avrebbe già dovuto ricevere l’ammonimento, lui è di nuovo sotto casa che la aspetta. Lei chiama i Carabinieri, ma non viene nessuno. La mattina dopo, all’alba, lui è ancora lì, sotto casa, che la aspetta mentre lei sta uscendo per andare ad aprire il bar. La strangola, carica in macchina il corpo e controlla i messaggi sul telefonino di lei.
Giuseppe Pintus, 36 anni, autotrasportatore. Dopo mesi di stalking e minacce, uccide l’ex fidanzata. “Ho fatto una cazzata” dice ai Carabinieri. Non vuole scontare 30 anni di carcere, dice alla sorella.
Titoli & Articoli
Marta vittima di un amore malato
“Gli stalker sono seriali – dice l’avvocato Anna Maria Busia – serve un sistema che tuteli veramente le donne”. L’ha strangolata sotto casa, le ha stretto attorno al collo il braccio lasciando che la vita della sua ex scivolasse via, poi si è allontanato con l’auto portando via il cadavere, adagiato sul sedile passeggero, quasi fosse una delle tante passeggiate che negli otto mesi della loro relazione avevano fatto insieme. C’è la gelosia, un amore morboso culminato con una denuncia per stalking 17 giorni fa, dietro l’omicidio di Marta Deligia, la ragazza di 27 anni strangolata a Villacidro, un comune del Medio Campidano a circa 40 chilometri di Cagliari. I carabinieri hanno arrestato l’ex fidanzato della vittima Giuseppe Pintus, 37 anni, rintracciato dopo una serie di telefonate in cui annunciava di volersi suicidare. “Ho fatto una cavolata, ho ucciso Marta – ha detto al telefono Pintus questa mattina prima a un’amica e poi ai carabinieri – Sono disperato, ora mi uccido”. Nelle tasche, quando i militari lo hanno bloccato a meno di un chilometro dal centro abitato, in aperta campagna, in località Corte Margiani, lo stesso luogo in cui aveva abbandonato sotto un albero la sua Fiat Bravo con il cadavere della ex, aveva in tasca una corda.
Ai carabinieri che lo ammanettavano ha detto che non voleva ucciderla: “Ho anche tentato di rianimarla”, ha dichiarato descrivendo frammentariamente quanto era accaduto. Ma il delitto è solo il capitolo conclusivo di oltre quattro mesi di minacce, pedinamenti, telefonate e messaggi alla ex, con frasi altalenati di amore e morte. La stessa vittima negli ultimi mesi si era rivolta ai carabinieri preoccupata: “Mi perseguita, mi pedina, viene anche nel bar dove lavoro”, aveva raccontato a una marescialla chiedendo cosa potesse fare per allontanarlo. I carabinieri avevano cercato da subito di convincerla a denunciarlo, ma lei non voleva: “Gli ho voluto bene, adesso vorrei essere solo lasciata in pace, vorrei fare la mia vita”, aveva più volte ripetuto Marta. Ma solo il 6 settembre scorso la giovane ha avuto il coraggio di firmare il foglio con la denuncia per chiedere l’Ammonimento del Questore.
Venerdì scorso il provvedimento è stato accettato. Sarebbe dovuto essere notificato proprio il giorno del delitto: “E’ un provvedimento che deve essere accompagnato da spiegazioni – ha commentato il comandante provinciale dei Carabinieri di Cagliari, Davide Angrisani – non può essere inviato come una multa, altrimenti potrebbe avere un effetto scatenante”. L’uomo, quindi, potrebbe non essere venuto a conoscenza della denuncia, potrebbe quindi non aver avuto alcuna ragione se non quell’amore morboso per uccidere. Erano le 4.30 di lunedì mattina quando Marta, uscita di casa per andare a lavorare al bar “Capo Verde”, è stata sorpresa da Pintus e strangolata
ANSA
Strangolata da ex, il caso si riapre, Gip ordina nuove indagini su omissioni carabinieri
La notte prima di essere uccisa dall’ex fidanzato che la perseguitava, Marta Deligia aveva chiamato i carabinieri perché – con un’amica – aveva trovato l’ uomo per l’ennesima volta sotto casa mentre stava rientrando. Poche ore dopo, all’alba del 23 settembre 2013, Giuseppe Pintus l’ha strangolata a pochi metri dalla sua abitazione, quando la ragazza era uscita per andare a lavorare al bar. Su quella telefonata ai militari, ma anche sul fatto che la diffida del Questore nei confronti dell’ex non sia stata mai notificata, la Gip del tribunale di Cagliari, Ermengarda Ferrarese, ha chiesto alla Procura di continuare ad indagare. Il pm Danilo Tronci, dopo l’esposto della famiglia, aveva chiesto l’archiviazione nei confronti del maresciallo comandante della stazione di Villacidro, finito nel registro degli indagati per omissione d’atti d’ufficio.
Ma è bastato citare la norma all’avvocato Luigi Porcella, difensore del militare, per capire che non spettava al sottoufficiale il compito di consegnare a Pintus l’ammonimento del Questore che – in caso di recidiva – avrebbe consentito l’arresto dello stalker. La gip ha dunque chiesto al pm di verificare chi ha ricevuto il fax, chi l’ avrebbe dovuto notificare e come mai, la notte della richiesta d’aiuto di Marta, le pattuglie non si presentarono dalla giovane donna che verrà uccisa qualche ora dopo.
E’ convinzione della madre e dei fratelli della vittima, che poteva essere salvata, arrestando la sera prima il suo ex il quale, nonostante l’ ammonimento, che però lui non aveva ricevuto, aveva continuato a perseguitarla. Il provvedimento di pubblica sicurezza – stando alle norme – doveva essere consegnato da un “ufficiale di pubblica sicurezza” e non dunque dal maresciallo comandante della stazione di Villacidro, finito suo malgrado nel registro degli indagati. Ora il pm riprenderà in mano il fascicolo, cercando di capire cosa non abbia funzionato nella rete di protezione della giovane che da tempo denunciava le persecuzioni dell’uomo che poi l’ha strangolata.
La Nuova Sardegna
Cagliari, uccise l’ex fidanzata e controllò subito i suoi sms
Stravolto dalla gelosia ha cercato di controllare la sua vittima anche quando ormai era morta. Giuseppe Pintus, più geloso che pentito, aveva appena ucciso a Villacidro la sua ex fidanzata Marta Deligia e, dopo aver caricato il cadavere in auto, aveva preso il telefono della sua vittima per leggerne i messaggi. Era il 23 settembre del 2013 quando l’assassino, dopo aver strangolato la giovane di 27 anni, manifestò come principale preoccupazione quella di verificare se lei avesse intrecciato una nuova relazione. E per farlo non si era limitato a dare una sbirciata agli sms, ma – sempre con il corpo della fidanzata morta accanto – si era anche fatto passare per la ragazza in modo da poter scrivere a un giovane che Marta stava frequentando in quel periodo. L’inquietante dettaglio è emerso dalle motivazioni della sentenza con la quale il tribunale di Cagliari, ha condannato Pintus a 30 anni di reclusione al termine del processo celebrato con rito abbreviato.
«Avevo ragione, ho letto tutti i messaggi di Marta. Brutta str…», aveva poi detto Pintus – sempre con il corpo senza vita della ragazza accanto – a un’amica chiamata per confessare il delitto. «Ho fatto una c… L’ho ammazzata». Lei incredula aveva chiesto: «Passamela». E lui aveva risposto: «Lo vuoi capire che Marta non c’è più? Se ne è andata! È morta, poverina, Marta».
Dopo mesi di stalking – telefonate, messaggi, pedinamenti – il giovane aveva atteso la sua vittima sotto casa, per parlarle. Lei aveva cercato di mandalo via, minacciando di chiamare i carabinieri e a quel punto lui le aveva astretto un braccio attorno al collo e, dopo averle tappato la bocca con una mano, aveva stretto fino ad ucciderla. «Come mi detto così, non ci ho visto più e l’ho fatto», aveva spiegato l’assassino, parlando al telefono con un’amica.
Sardegna Live
OMICIDIO A VILLACIDRO. RITROVATO IL CORPO DI MARTA DELIGIA
E’ stato ritrovato in tarda mattinata dai carabinieri il corpo ormai privo di vita di Marta Deligia, cameriera di 25 anni di Villacidro.
E’ stato ritrovato in tarda mattinata dai carabinieri il corpo ormai privo di vita di Marta Deligia, cameriera di 25 anni di Villacidro. La ragazza, secondo le prime ipotesi, sarebbe stata soffocata dal fidanzato Giuseppe Pintus, autotrasportatore di 36 anni, che questa mattina avrebbe chiamato i carabinieri per avvisarli di “aver fatto una cazzata”. Il giovane avrebbe riferito ai militari di aver ucciso la fidanzata annunciando anche il suo suicidio. Poco fa, con il ritrovamento nelle campagne di Villacidro del corpo di Marta Deligia, si è avuta la tragica conferma. Gli inquirenti lavorano senza sosta per ritrovare ora Giuseppe Pintus che in tarda mattinata avrebbe chiamato anche la sorella dicendo: “non voglio scontare 30 anni di galera”.
Il Fatto Quotidiano
Sardegna, uccide la ex dopo 4 mesi di stalking. Poi annuncia il suicidio: arrestato
L’ha strangolata sotto casa, le ha stretto attorno al collo il braccio lasciando che la vita della sua ex scivolasse via, poi si è allontanato con l’auto portando via il cadavere, adagiato sul sedile passeggero, quasi fosse una delle tante passeggiate che negli otto mesi della loro relazione avevano fatto insieme. C’è la gelosia, un amore morboso culminato con una denuncia per stalking 17 giorni fa, dietro l’omicidio di Marta Deligia, la ragazza di 27 anni strangolata a Villacidro, un comune del Medio Campidano a circa 40 chilometri di Cagliari.
I carabinieri hanno arrestato l’ex fidanzato della vittima Giuseppe Pintus, 37 anni, rintracciato dopo una serie di telefonate in cui annunciava di volersi suicidare. “Ho fatto una cavolata, ho ucciso Marta – ha detto al telefono Pintus prima a un’amica e poi ai carabinieri – Sono disperato, ora mi uccido”. Nelle tasche, quando i militari lo hanno bloccato a meno di un chilometro dal centro abitato, in aperta campagna, in località Corte Margiani, lo stesso luogo in cui aveva abbandonato sotto un albero la sua Fiat Bravo con il cadavere della ex, aveva in tasca una corda. Ai carabinieri che lo ammanettavano ha detto che non voleva ucciderla: “Ho anche tentato di rianimarla”, ha dichiarato descrivendo frammentariamente quanto era accaduto. Ma il delitto è solo il capitolo conclusivo di oltre 4 mesi di minacce, pedinamenti, telefonate e messaggi alla ex, con frasi altalenati di amore e morte. La stessa vittima negli ultimi mesi si era rivolta ai carabinieri preoccupata: “Mi perseguita, mi pedina, viene anche nel bar dove lavoro”, aveva raccontato a una marescialla chiedendo cosa potesse fare per allontanarlo. I carabinieri avevano cercato da subito di convincerla a denunciarlo, ma lei non voleva: “Gli ho voluto bene, adesso vorrei essere solo lasciata in pace, vorrei fare la mia vita”, aveva più volte ripetuto Marta. Ma solo il 6 settembre scorso la giovane ha avuto il coraggio di firmare il foglio con la denuncia per chiedere l’ammonimento del questore. Venerdì scorso il provvedimento è stato accettato e sarebbe stato notificato in queste ore: “È un provvedimento che deve essere accompagnato da spiegazioni – ha commentato il comandante provinciale dei carabinieri di Cagliari, Davide Angrisani – non può essere inviato come una multa, altrimenti potrebbe avere un effetto scatenante”. L’uomo, quindi, potrebbe non essere venuto a conoscenza della denuncia, potrebbe quindi non aver avuto alcuna ragione se non quell’amore morboso per uccidere. Erano le 4.30 quando Marta, uscita di casa per andare a lavorare al bar “Capo Verde”, è stata sorpresa da Pintus e strangolata. I carabinieri hanno dovuto salvarlo dal linciaggio: fuori dalla caserma gli amici della vittima chiedevano che venisse lasciato nelle loro mani “per fare giustizia”: “E’ un bastardo, un assassino”.
Blitz
Villacidro (Medio Campidano), folla contro Giuseppe Pintus, l’assassino di Marta Deligia: “Datelo a noi…”
Decine di persone si sono radunate davanti alla caserma dei carabinieri di Villacidro inveendo contro Giuseppe Pintus, l’uomo di 36 anni arrestato per aver strangolato l’ex fidanzata, Marta Deligia, di 26. “Bastardo, assassino”, urla la folla inferocita, soprattutto giovani probabilmente amici della vittima e frequentatori del bar in paese dove la giovane lavorava. Tra le invettive gridate dalla gente, anche incitazioni al linciaggio dell’omicida: “Datelo a noi, ci pensiamo noi a fare giustizia”. La ragazza lo aveva lasciato 4 mesi fa, ma lui aveva iniziato a perseguitarla.
“Ho fatto una cavolata, adesso vado ad ammazzarmi”. Questa la prima telefonata arrivata stamattina (23 settembre, fonte Nuova Sardegna) al 112 da un uomo che ha fatta scattare l’allarme in tutta la zona di Villacidro, nel Medio Campidano, a circa 40 chilometri da Cagliari. Nelle stesse ore i carabinieri hanno accertato la scomparsa di Giuseppe Pintus e l’ex fidanzata, Marta Deligia. La telefonata di Pintus risalirebbe all’alba di questa mattina. Marta Deligia, barista nel locale “Capoverde” di Villacidro, avrebbe dovuto aprire l’esercizio alle 7 di questa mattina, ma nessuno l’ha vista e il bar è rimasto chiuso. Poi il ritrovamento del cadavere di Marta Deligia e l’arresto di Giuseppe Pintus.
Il Centro
Strangolata da ex, il caso di riapre Cagliari, Gip ordina nuove indagini su omissioni carabinieri. La notte prima di essere uccisa dall’ex fidanzato che la perseguitava, Marta Deligia aveva chiamato i carabinieri perché – con un’amica – aveva trovato l’ uomo per l’ennesima volta sotto casa mentre stava rientrando. Poche ore dopo, all’alba del 23 settembre 2013, Giuseppe Pintus l’ha strangolata a pochi metri dalla sua abitazione, quando la ragazza era uscita per andare a lavorare al bar. Su quella telefonata ai militari, ma anche sul fatto che la diffida del Questore nei confronti dell’ex non sia stata mai notificata, la Gip del tribunale di Cagliari, Ermengarda Ferrarese, ha chiesto alla Procura di continuare ad indagare. Il pm Danilo Tronci, dopo l’esposto della famiglia, aveva chiesto l’archiviazione nei confronti del maresciallo comandante della stazione di Villacidro, finito nel registro degli indagati per omissione d’atti d’ufficio.
Uccisa dall’ex a Villacidro, Marta poteva essere salvata