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Tatiana Kuropatyk, 41 anni, badante. Tramortita, violentata, uccisa a colpi di mattone in testa e bruciata da un ragazzo che non conosceva

Brancaleone (Reggio Calabria), 13 Settembre 2013

 


Titoli & Articoli

Stuprata e uccisa brutalmente, confessa un ventunenne (Secolo XIX – 20 settembre 2013)
Suprata, uccisa e bruciata: confessa un 21enne
L’ha tramortita, violentata e dopo averla uccisa con diversi colpi alla testa, utilizzando un sasso o un bastone, ne ha bruciato il cadavere. È questa la sequenza dell’omicidio di Tatiana Kuropatyk, la donna ucraina di 41 anni uccisa a Brancaleone. Per il delitto si è autoaccusato un rom, Gianluca Bevilacqua, di 21 anni, che è stato fermato dai carabinieri al termine di un lungo interrogatorio condotto dal Procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio. Lunedì scorso la donna era sulla spiaggia di Brancaleone, a poca distanza dall’abitazione dove lavorava come badante, quando è stata avvicinata da Bevilacqua, il quale ha tentato un primo approccio sessuale. La donna si è opposta ed il giovane l’ha colpita alla testa con un corpo contundente. Bevilacqua, dopo aver tramortito la donna, l’ha trascinata in un canneto dove ne ha abusato sessualmente per poi colpirla nuovamente alla testa uccidendola. Il giovane ha poi lasciato il luogo dell’omicidio ed è tornato a casa dove, dopo essersi disfatto dei vestiti insanguinati, ha deciso di raccontare dell’omicidio alla madre. Alcune ore dopo è tornato sul luogo del delitto ed ha incendiato il cadavere della vittima per cancellare le eventuali tracce che avrebbero consentito agli investigatori di identificarlo.

Tragedia a Locri: Tatiana stuprata e bruciata viva. La sua storia (VNews24 – 20 settembre 2013)
Una donna di 41 anni, Tatiana Kuropatyk, è stato violentata e bruciata viva in provincia di Locri, a Brancaleone. Secondo le ricostruzioni, l’aggressore, Gianluca Bevilacqua, 21 anni, avrebbe colpito con un sasso la malcapitata, tramortendola, e dopo avrebbe consumato la violenza sessuale. Secondo le sue dichiarazioni, sembra anche che la donna fosse ancora viva quando ha deciso di cancellare le tracce bruciando il corpo.
LA RICOSTRUZIONE: COLPITA IN TESTA CON UN SASSO È stata colpita ripetutamente con un sasso alla testa, Tatiana Kuropatyk, la donna ucraina di 41 anni uccisa ed il cui cadavere è stato trovato bruciato a Brancaleone. Il particolare è stato riferito da Gianluca Bevilacqua, il giovane di 21 anni arrestato dai carabinieri dopo aver confessato l’omicidio.
APPROCCIO IN SPIAGGIA Bevilacqua, che appartiene alla comunità rom ormai stanziale da anni a Brancaleone, è stato interrogato per diverse ore dal Procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio, e dai carabinieri. Nel corso dell’interrogatorio il ventunenne ha raccontato di aver notato la vittima mentre era nei pressi della spiaggia di Brancaleone, dove si era recata a prendere il sole. Bevilacqua, secondo la ricostruzione che lo stesso giovane ha fornito agli inquirenti, ha avvicinato la donna con la quale ha iniziato a chiacchierare. Il ventunenne avrebbe tentato un primo approccio sessuale, ma la vittima si è opposta.
VIOLENTATA Il ragazzo ha quindi colpito la donna con un sasso, l’avrebbe violentata e successivamente colpita nuovamente fino ad ucciderla. Bevilacqua ha poi deciso di bruciare il cadavere nel tentativo di cancellare ogni traccia. Il racconto fornito da Bevilacqua è al vaglio degli investigatori che stanno cercando riscontri. I carabinieri, intanto, stanno aspettando gli esiti dell’autopsia che saranno utili per avere riscontri alla versione fornita dal ventunenne.


Tatiana, un delitto efferato dopo il quale però emerge il volto migliore di Brancaleone. Il 27 fiaccolata di solidarietà a cura della pro loco e preghiera per la vittima (Lentelocale – 20 settembre 2013)

 

 

Ucraina uccisa nel reggino, la salma sarà rimpatriata (CNN24 – 27 settembre 2013)
La salma della giovane badante ucraina, Tatiana Korupyatnyk, barbaramente uccisa e bruciata a Brancaleone il 15 settembre scorso, sta per essere riportata nel suo Paese. Le autorizzazioni necessarie pare siano state tutte rilasciate. La spesa complessiva prevista per il trasporto é di poco superiore ai tremila euro. Lo rende noto il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che informa di aver dato una sua personale offerta per contribuire a pagare le spese per il rientro della salma della giovane donna ucraina. Corbelli dopo “aver manifestato la sua solidarieta’ e vicinanza ai familiari della giovane donna, espresso “un grande sdegno per l’efferato delitto”, domenica sera aveva ricordato Tatiana nel corso della finale regionale di Miss Italia al Teatro Rendano di Cosenza, con un minuto di silenzio di tutte le 50 finaliste e del numeroso pubblico presente in sala.
Il leader di Diritti Civili aveva subito manifestato la volonta’ di contribuire alle spese per il rientro in patria della salma. “Per questo mi ero subito attivato -, afferma Corbelli – contattando prima la parrocchia di Brancaleone (per chiedere a chi far pervenire il mio aiuto economico) e quindi telefonando lunedi’ scorso direttamente al sindaco della cittadina della Locride, l’avv. Francesco Moio, al quale ho chiesto gli estremi di un conto corrente dove effettuare il versamento. Ieri pomeriggio il sindaco Moio mi ha comunicato il codice bancario(che fa riferimento all’iniziativa di raccolta fondi del parroco della parrocchia di Brancaleone Marina, don Angelo Battaglia) e oggi stesso ho provveduto ad effettuare il bonifico. Ho, dopo averlo ringraziato, informato il sindaco di aver dato il mio contributo”.
“Così come ho fatto in tantissimi altri casi in tutti questi anni, anche per vicende simili, – ricorda – di immigrati deceduti tragicamente e rimasti (per mancanza dei soldi necessari a coprire le spese del trasporto della salma) per molte settimane negli obitori degli ospedali prima di essere rimpatriati, nei loro paesi. E’ stato così per un marocchino morto a Luzzi in un incidente e un giovane rumeno annegato nel mare di Paola. Ho aiutato entrambi. Sono contento di aver oggi dato un mio contributo per la povera e sfortunata Tatiana, sono orgoglioso di utilizzare, da 30 anni(e continuerò sempre a farlo), in questo modo il mio modesto stipendio di docente: per finanziare le mie battaglie civili, di giustizia e le mie iniziative umanitari e di solidarietà. So che Tatiana adesso ritornerà nel suo paese per avere una degna sepoltura. Io, purtroppo, lei ho potuto aiutarla solo in questo modo. Avrei voluto, come ho fatto in molti altri casi per tanti altri poveri immigrati, aiutarla a vivere felice nel nostro paese. Tutti coloro – conclude – che, come la povera Tatiana, arrivano nel nostro paese e nella nostra regione per assistere persone anziane, sole e malate e guadagnarsi così onestamente da vivere, vanno solo ringraziate, difese, aiutate”. (AGI)


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