Rahhal Fantasse, 40 anni, operaio disoccupato, padre. Uccide la moglie con 15 coltellate e ferisce il suocero. Condannato a 15 anni e 6 mesi, si impicca in cella
Asti, 14 Settembre 2015
Titoli & Articoli
Omicidio di via Torchio. “Lei divisa tra famiglia e lavoro. Il marito? Sempre in casa” (La Stampa – 14 settembre 2015)
I vicini della famiglia Fantasse: “Lui, schivo e taciturno”
Mamma e lavoratrice. «Lo accompagnava sempre lei a scuola, la mattina – raccontano i condomini – Poi rientrava, a piedi, saliva sulla sua Clio e andava a lavorare. La vedevamo tornare all’ora di pranzo con le borse della spesa, sempre molto trafelata». Lui, invece, disoccupato da anni, stava quasi sempre in casa. Sull’ipotesi che la donna potesse avere una relazione extraconiugale, interviene un’amica: «La conoscevo abbastanza bene, anche se non eravamo intime. Però, considerata la vita che faceva, tutta casa e lavoro, mi sento di escludere che avesse un altro uomo».
Un uomo taciturno «Spesso teneva la porta d’ingresso aperta, soprattutto d’estate – racconta una donna del piano di sopra – Le prime volte, gli passavo davanti e lo salutavo. Alzava gli occhi, mi fissava ma non rispondeva mai. Allora ho smesso, quando lo incontravo facevo finta di non vederlo».
La coppia si era trasferita nell’alloggio dell’Atc nel 2013. «Era stata lei a presentare la domanda per entrare in graduatoria – precisa l’assessore ai Servizi sociali, Piero Vercelli – Era una donna molto educata, quella che si definisce “una a posto”. Sono molto addolorato per quanto successo». La famiglia, che era tornata dieci giorni fa dalle vacanze estive in Marocco, pagava regolarmente il contributo affitto di circa 140 euro mensili e pare non avesse grossi problemi economici.
LA TESTIMONE “Ho sentito le urla e sono accorsa sul pianerottolo. Era tutto sporco di sangue, mi sono chiusa in casa”
Paura e sconcerto. Sono i sentimenti che prevalgono tra i vicini di casa della donna uccisa a coltellate dal marito. «Ho sentito delle urla e mi sono affacciata. Ricordo solo un lago di sangue, e mi sono chiusa dentro casa fino all’arrivo dei carabinieri». L’alloggio in cui si è consumata la tragedia è all’interno 3, al pianoterra di un condominio di case popolari. All’interno 2, di fronte, abita una coppia di italiani, pensionati, che raccontano sotto choc: «Sembravano sereni».
Una famiglia tranquilla «Non li vedevamo mai. Lei lavorava sempre, come assistente a portatori di handicap. Si dava da fare, era molto riservata – aggiungono gli altri condomini – Sono arrivati qui due anni e mezzo fa. In questi anni non li abbiamo mai sentiti urlare o litigare con i vicini. Era una famiglia tranquilla, schiva, che non amava socializzare con nessuno. Anche il ragazzino non si sentiva mai». Ieri mattina è stato proprio il papà ad accompagnare il ragazzo a scuola. «L’ho visto passare intorno alle 8 – racconta il vicino di casa Gerardo Ricci – sembrava tranquillo, come sempre. Era comunque uno che parlava poco. Si limitava ad un “buongiorno e buonasera”. Nulla di più».
Asti, marocchino uccide a coltellate la moglie italiana: massacrata a coltellate sotto gli occhi del padre (Leggo – 15 settembre 2015)
Un marocchino di 40 anni, Rahhal Fantasse, ha ucciso a coltellate la moglie, Anna Carlucci, una italiana di 47 anni, nella loro abitazione di via Novello, ad Asti. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri, dopo l’allarme della vicina di casa che aveva sentito le urla della donna. È stato accompagnato in caserma, non sono ancora noti i motivi dell’aggressione.
MORTA DAVANTI AL PADRE È morta davanti al padre Anna Carlucci, la donna di 47 anni uccisa dal marito ad Asti. L’uomo non è riuscito a fermare la furia omicida del genero marocchino, Rahhal Fantasse, che lo ha pure ferito ad una mano con una coltellata. I carabinieri, che hanno arrestato l’omicida, stanno cercando di appurare i motivi dell’aggressione. La vittima lavorava come domestica e badante, il marito era invece disoccupato. «Era una famiglia tranquilla, non li ho mai sentiti litigare», ha riferito una vicina di casa.
15 COLTELLATE È stata colpita da almeno quindici fendenti, inferti con un lungo coltello da cucina, Anna Carlucci, 47 anni. L’arma è stata sequestrata dai carabinieri, intervenuti su segnalazione di alcuni vicini di casa, che hanno trovato il marito marocchino, Rahhal Fantasse di 40 anni, con le mani ancora insanguinate all’interno della loro abitazione di Asti. L’immediato intervento del 118 non ha evitato la morte alla donna. Secondo i carabinieri, che hanno portato l’uxoricida in caserma, dove nelle prossime ore è previsto l’interrogatorio di garanzia, l’omicidio sarebbe scaturito «per problematiche inerenti il rapporto di coppia».
Via Novello, omicidio senza spiegazione. L’assassino in silenzio davanti al giudice (La nuova provincia – 18 settembre 2015)
Nessuna spiegazione del perché di quella tragica violenza. Rahhal Fantasse, il marocchino di 40 anni in carcere da lunedì per l’omicidio della moglie Anna Carlucci, 47 anni non ha risposto alle domande del pm Giulia Marchetti nelle ore che sono immediatamente seguite all’arresto e si è avvalso della facoltà di non rispondere anche all’interrogatorio di garanzia di ieri, giovedì, di fronte al gip Marson. Un interrogatorio organizzato appena dal carcere è giunta la notizia che Fantasse si era calmato ed era in grado di stare in una stanza con altre persone senza rischiare di fare e di farsi del male. Perchè fin dalla sera di lunedì, nel carcere di Asti, il marocchino ha dato in escandescenze, rompendo tutto quello che si trovava nella sua cella e ferendosi sbattendo il capo contro il muro. L’uomo è affetto da una seria forma di epilessia e l’interrogatorio davanti al gip è stato reso possibile solo dal fatto che i medici del carcere lo hanno sedato e tranquillizzato.
Non ha ricevuto altre visite se non quella del suo avvocato, Andrea Vercelli di Alba, che ha già concordato un incontro con la sorella di Fantasse, residente in Svizzera. Risulterebbero anche due fratelli residenti ad Asti e Alessandria che, però, non sembra intendano occuparsi di lui, per ora.
«Il mio assistito non è in grado di spiegare cosa sia successo lunedì nella casa di via Novello – ha affermato l’avvocato Vercelli – perchè prima era in preda a crisi violente e ora è molto intontito dai calmanti. Ripete continuamente “Non sto bene, non sto bene”. Indossa ancora gli stessi abiti intrisi del sangue della moglie e non so quanto e cosa ricordi di quegli attimi terribili». Il suo difensore, visto lo stato di alterazione persistente dell’uomo e la sua malattia, sta valutando l’ipotesi di una richiesta di arresti domiciliari in una struttura sanitaria.
In attesa di conferme, pare siano state la gelosia e la convinzione di un presunto tradimento della moglie all’origine del gesto omicida secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri. Una pattuglia del Radiomobile della Compagnia di Asti e i colleghi della Cio sono arrivati nell’alloggio della coppia pochi istanti prima di mezzogiorno di lunedì, a seguito di una chiamata al 112 con la quale una vicina di casa segnalava urla e una violenta lite provenire da uno degli appartamenti del palazzo di edilizia popolare di via Novello. Quando i militari sono arrivati il padre della donna, 75 anni, era all’esterno dell’abitazione, ferito ad una mano da una coltellata, sanguinante: dentro casa c’erano la figlia e il marito.
Fantasse, dopo averlo ferito durante il tentativo di difendere la figlia, lo aveva buttato fuori casa. L’uomo è così rimasto chiuso fuori, impotente, mentre tra le pareti di casa si consumava il dramma. I carabinieri hanno sfondato la porta trovandosi di fronte ad una scena terribile: Anna Carlucci giaceva a terra, martoriata da 15 coltellate inferte con un coltello da cucina dalla lama lunga 20 centimetri e con segni vitali debolissimi. Fantasse è stato bloccato dai carabinieri: si era già cambiato d’abito al loro arrivo e l’ipotesi che si è fatta è che forse volesse allontanarsi e quindi fuggire. È invece stato arrestato in flagrante e portato in caserma in via Delle Corse. Nell’abitazione sono arrivati i tecnici per effettuare i necessari rilievi e sono stati sequestrati telefoni e computer.
Uccise la moglie: condanna a 15 anniSconto per la seminfermità mentale (La Stampa -19 luglio 2016)
Il delitto a settembre in una palazzina a Tanaro. La vittima aveva 46 anni
Condanna a 15 anni e 4 mesi ieri per Rahal Fantasse, 41, l’ex operaio di origine marocchina che il 14 settembre scorso uccise a coltellate la moglie Anna Carlucci, 46, nell’abitazione della coppia in via Novello, nel quartiere Tanaro. Fantasse, dopo aver colpito a morte la moglie si accanì anche sul suocero, ferendolo. Poi si barricò in casa fino all’arrivo dei carabinieri. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Marco Dovesi in un processo con rito abbreviato. Fantasse aveva sostenuto di aver ucciso perché la moglie lo tradiva ma le indagini hanno smentito questa circostanza. All’imputato è stata riconosciuta la semi-infermità mentale dopo una perizia del medico legale e criminologo Gianluca Novellone, che ha individuato un «disturbo paranoide di personalità»
Ivrea, uccise la moglie. Rahal Fantasse suicida in carcere (Blitz – 22 luglio 2018)
A poche settimane dalla sentenza di condanna definitiva a 15 anni e sei mesi di carcere per l’omicidio della moglie, Rahal Fantasse, 43 anni, si è ucciso impiccandosi con un lenzuolo legato alle grate della finestra della cella in cui stava scontando la pena, nel carcere di Ivrea. Fantasse, ex operaio astigiano di origine marocchina, la mattina del 14 settembre 2015 aveva ucciso a coltellate la moglie, Anna Carlucci, 46 anni, nella loro casa a Ivrea, nel quartiere Tanaro. Dopo l’omicidio l’uomo si era anche accanito sul suocero, intervenuto in difesa della figlia, e lo aveva ferito. Poi si era barricato in casa fino a quando i carabinieri non lo avevano arrestato.
Nel primo interrogatorio si era difeso dicendo di aver agito perché la moglie lo tradiva, cosa tra l’altro non vera, hanno appurato gli investigatori. I giudici, spiega La Stampa, gli avevano riconosciuto la semi-infermità mentale accogliendo la tesi del medico legale e criminologo Gianluca Novellone, che aveva individuato un “disturbo paranoide di personalità” dovuto all’ossessione del tradimento coniugale.