Simona Adela Andro, 34 anni, infermiera, mamma. Strangolata dall’ex convivente, accusato di omicidio volontario aggravato per futili motivi, in appello muore per una patologia che nemmeno lei sapeva di avere
Ravenna, 2 Aprile 2013
Neanche lei sapeva di avere la patologia per cui hanno ridotto la pena al compagno che l’ha strangolata
Valer Ispas Baciu, 45 anni, muratore saltuario, ex pugile dilettante, padre. Non voleva.
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Emilia Romagna Mamma
Simona Adela Andro, uccisa per gelosia. Linea Rosa raccoglie fondi per aiutare la figlia
“Si chiamava Simona Adela Andro, abitava a Ravenna, una giovane donna di 34 anni che si voleva separare dal convivente e per questo è stata brutalmente uccisa. Un’altra vittima di femminicidio, la 25esima dall’inizio dell’anno. Simona Adela lavorava come infermiera presso l’Ausl di Ravenna e con il suo lavoro manteneva anche la figlia sedicenne residente nel paese d’origine”.
Inizia così il messaggio dell’associazione contro la violenza sulle donne Linea Rosa che ha lanciato una raccolta fondi per sostenere le spese di rientro della salma della giovane in Romania e fornire un sussidio a favore della figlia. Dura la reazione dell’associazione, secondo la quale “il femminicidio di Simona segna in maniera violenta il destino emotivo e la stabilità futura della figlia adolescente. Per questo motivo abbiamo pensato di istituire un conto corrente bancario al quale far pervenire un contributo economico sia per far fronte alle spese del funerale e del trasporto della salma in Romania sia per fornire un sussidio a favore della giovane”.
Hanno aderito all’iniziativa: Associazione Romania Mare – Associazione Liberedonne – UDI Ravenna – FIDAPA – Associazione Femminile Maschile Plurale CGIL Ravenna – CISL FP Emilia Romagna – UIL Ravenna Soroptimist – Assessorato Politiche di Genere del Comune di Ravenna 194Donne Faenza
Ravenna Notizie
Morte di Simona Adela Andro: non è stato omicidio volontario, pena ridotta per il suo ex. La donna soffriva di una patologia cronica anche a lei sconosciuta, il suo ex la strangolò nell’aprile 2013. Condannato per omicidio volontario, la pena in Corte d’Appello da 16 è stata portata a 9 anni. Come riportato dal sito Ansa.it Valer Ispas Baciu le strinse il collo “ma non voleva ucciderla”. Per la corte d’Appello Simona Adela Andro, 35enne romena uccisa dall’ex fidanzato a Ravenna il 2 aprile 2013, non fu vittima di omicidio volontario. Per Valer Ispas Baciu, 47 anni, tutt’ora in carcere a Modena, il reato è stato derubricato in preterintenzionale, la condanna ridotta da 16 a 9 anni e quattro mesi. La 35enne soffriva di una patologia che nemmeno lei conosceva, la stenosi coronarica, che innescò un meccanismo che la portò alla morte.
Il Mattino
Simona, infermiera strangolata a morte dall’ex: pena ridotta, per i giudici «non voleva ucciderla»
Il muratore 47enne Valer Ispas Baciu non voleva uccidere la sua ex fidanzata Simona Adela Andro, nonostante lo strangolamento. Per la Corte d’Appello di Bologna, infatti, l’omicidio dell’infermiera romena 35enne uccisa dall’ex fidanzato connazionale nel suo appartamento di Ravenna il 2 aprile del 2013, non è stato volontario, ma preterintenzionale.
La condanna è passata dai 16 anni rimediati in abbreviato nel primo grado a 9 anni e quattro mesi. La Procura generale aveva invece chiesto la conferma dell’omicidio volontario, rideterminando la pena in 14 anni. Secondo le indagini dei carabinieri, il delitto era avvenuto verso le 5.30 quando Baciu, lasciato da oltre un anno dalla donna e in procinto di abbandonare l’appartamento tanto che aveva già le valigie pronte in corridoio, spinto dalla gelosia, aveva stretto il collo della donna a livello della carotide per un tempo tuttavia non sufficiente per uccidere una persona sana. Ma la 35enne soffriva di una patologia che nemmeno lei conosceva (la stenosi coronarica): si era così innescato un meccanismo che l’aveva portata alla morte. Lui, probabilmente ubriaco, l’aveva poi ricomposta sul letto, circondata di lumini e vegliata fino all’arrivo, alcune ore dopo, dei militari.
Ravenna Today
Omicidio passionale, Baciu in lacrime davanti al giudice conferma tutto. Omicidio volontario aggravato. Il giudice per le indagini preliminari di Ravenna, Monica Galassi, ha convalidato l’arresto di Valer Ispas Baciu, il 45enne muratore romeno fermato martedì mattina dai carabinieri dopo avere strangolato per motivi passionali la compagna. Omicidio volontario aggravato. Il giudice per le indagini preliminari di Ravenna, Monica Galassi, ha convalidato l’arresto di Valer Ispas Baciu, il 45enne muratore romeno fermato martedì mattina dai carabinieri dopo avere strangolato per motivi passionali la compagna, la 35enne infermiera connazionale Adela Simona Andro, nel loro appartamento di Ravenna. L’uomo, difeso dall’avvocato Francesco De Angelis, ha avuto due crisi di pianto durante l’udienza davanti al giudice.
L’indagato ha ribadito quanto detto nel corso del lungo interrogatorio davanti ai Carabinieri, spiegando di avere agito d’impulso per timore di essere lasciato ma di non avere voluto uccidere la donna. I due non erano ufficialmente sposati anche se stavano assieme da diversi anni tanto che lui parlava di lei come della moglie. Entrambi in Romania hanno un figlio avuto da precedenti relazioni. I due da un anno e mezzo erano andati abitano al secondo piano di un appartamento in via Bozzi, preso in affitto da lei che aveva stipendio fisso.
Ravenna Today
Strangolò e uccise la ex, ma secondo la Corte d’Appello “non voleva”. La condanna scende da 16 a 9 anni. Le aveva stretto il collo per un tempo non sufficiente: la vittima era malata senza saperlo
Le aveva stretto il collo ma senza l’intenzione di ammazzarla. La corte d’Appello di Bologna ha stabilito che quello di Simona Adela Andro, la 35enne infermiera romena uccisa dall’ex fidanzato connazionale nel suo appartamento di Ravenna il 2 aprile del 2013 (vedi articoli correlati), non era stato un omicidio volontario. Per questo per il muratore 47enne Valer Ispas Baciu, tutt’ora in carcere a Modena, il reato – come riportato dai quotidiani – è stato derubricato in preterintenzionale e la condanna è passata dai 16 anni rimediati in abbreviato nel primo grado a 9 anni e quattro mesi. La Procura generale aveva invece chiesto la conferma dell’omicidio volontario, rideterminando la pena in 14 anni. Secondo le indagini dei carabinieri, il delitto era avvenuto verso le 5.30 quando Baciu, lasciato da oltre un anno dalla donna e in procinto di abbandonare l’appartamento tanto che aveva già le valigie pronte in corridoio, spinto dalla gelosia, aveva stretto il collo della donna a livello della carotide per un tempo tuttavia non sufficiente per uccidere una persona sana. Ma la 35enne soffriva di una patologia che nemmeno lei conosceva (la stenosi coronarica): si era così innescato un meccanismo che l’aveva portata alla morte. Lui, probabilmente ubriaco, l’aveva poi ricomposta sul letto, circondata di lumini e vegliata fino all’arrivo, alcune ore dopo, dei militari. (agenzia di Ansa.it)