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Sharon Micheletti, 30 anni, sposata, mamma. Uccisa a colpi di pistola dall’ex compagno, già denunciato più volte

Ventimiglia (Imperia), 13 Giugno 2021


Titoli & Articoli

Femminicidio a Ventimiglia, sui social le foto di Vicari con le armi. La mamma di Sharon: «Non mi do pace» (Leggo – 14 giugno 2021)
Il femminicidio di Ventimiglia, in cui la 30enne Sharon Micheletti è stata uccisa dall’ex compagno, sembra essere una tragedia annunciata. Almeno da quanto emerge dal profilo Facebook del 64enne Antonio Vicari, che dopo aver ucciso la ragazza si è allontanato e si è suicidato. Su Facebook, Antonio Vicari aveva pubblicato, otto anni fa, alcune foto in cui brandiva pistole e mitragliatrici. Ancora più inquietanti, però, sono i post più recenti, scritti nei giorni scorsi. «Ciao figlio mio, spero di rivederti al più presto», scriveva l’uomo il 6 maggio scorso, in un post dedicato al figlio Cristian, morto a 17 anni nel 2001, dopo essere caduto da un dirupo ad Airole, mentre si trovava con degli amici. Il 31 maggio, invece, Vicari aveva scritto: «Bene, abbiamo preso una strada senza via di uscita». Il 2 giugno, infine, l’ultimo post, quello che lasciava presagire la tragedia: «Pensa bene, che anche quando dormi io sono lì vicino, figurati quando sei con l’amante, non c’è posto che puoi nasconderti».
Antonio Vicari, che in passato era finito in carcere per molestie nei confronti dell’ex moglie, era stato denunciato nel marzo scorso da Sharon Micheletti, che lo accusava di averla minacciata.
Quell’allarme sembra essere stato sottovalutato, dal momento che ieri il 64enne ha atteso la ragazza in un bar, dove era arrivata con un amico. L’uomo era sceso dall’auto ed entrato nel bar per compare le sigarette e a quel punto Vicari è entrato in azione, avvicinandosi alla vettura e sparando due o tre colpi, attraverso il finestrino, contro Sharon. Vicari avrebbe voluto colpire anche l’amico della ragazza, ma la titolare del bar, dopo aver sentito i colpi, aveva chiuso a chiave la porta. A quel punto, l’uomo è fuggito verso il fiume e lì si è tolto la vita. Dai primi accertamenti dei carabinieri, Antonio Vicari avrebbe utilizzato una pistola semiautomatica calibro 7,65.
La mamma di Sharon Micheletti, Anna Scordo, è ovviamente distrutta dal dolore. «Amore mio, cuore di mamma Anna, non mi do pace perché non ci sei più, vita mia. Se n’è andata via una parte di me. Non si può morire a 30 anni, così giovane, il fiore della tua gioventù. La tua famiglia è distrutta, ti amavamo tantissimo, ti amo figlia mia», lo sfogo di dolore della donna sui social.

 

Le denunce di Sharon rimaste senza seguito, avvisaglie del delitto (La Stampa – 15 giugno 2021)
La donna era stata minacciata da Vicari il 28 marzo e il 31 maggio
Sharon Micheletti aveva denunciato il suo assassino tre volte, sempre per minacce. Le ultime due il 28 marzo e il 31 maggio, quattordici giorni prima che Antonio Vicari la uccidesse con tre colpi di pistola, per poi togliersi la vita sparandosi alla testa. L’omicidio è avvenuto domenica pomeriggio, in via Tenda, a Ventimiglia, quando la donna si trovava nell’auto di un amico, sceso per comprare le sigarette. Vicari si è avvicinato e ha fatto fuoco. Sharon non ha avuto scampo.
Ma, nonostante le denunce, e il fatto che proprio a marzo l’uomo avesse finito di scontare una condanna a 4 anni di carcere per stalking e violenza sessuale nei confronti della prima moglie, per Vicari non erano scattati provvedimenti. Le denunce non erano per stalking, e nelle parole del sessantacinquenne non era stato ravvisato alcun rischio concreto, anche perché la stessa vittima aveva riferito di non essere mai stata picchiata, e di non sentirsi in reale pericolo. Per il procuratore capo di Imperia, Alberto Lari, l’omicidio di Sharon Micheletti è stato «imprevedibile».
«In base agli elementi di cui siamo a conoscenza – spiega – non emerge in alcun modo che Vicari potesse arrivare a compiere un simile gesto. E ancora di più allo stato non c’erano strumenti tecnico-giuridici che potessero portare a un intervento preventivo nei suoi confronti. Purtroppo siamo davanti a una denuncia per minacce verbali, non di stalking, fermo restando che anche un eventuale divieto di avvicinamento previsto in quel caso potesse davvero fermare una persona decisa a uccidere».
«La vittima – prosegue il magistrato – aveva sporto una prima denuncia contro Vicari, per minacce, nel 2017. L’uomo si trovava in carcere, e aveva scritto tre lettere a Sharon Micheletti, con la quale aveva una relazione prima della condanna, per manifestarle il suo amore. In un passaggio, le aveva scritto che non doveva tradirlo, che doveva stare solo con lui. Lei, interpretando queste frasi come un atteggiamento ossessivo, si era rivolta ai carabinieri. Quella denuncia era stata poi archiviata, non essendo stati ravvisati gli estremi per una minaccia reale».
Passano quattro anni e mezzo, si arriva a marzo 2021, quando Vicari torna libero. Sharon, nel frattempo, si è rifatta una vita. Si è sposata con un cittadino marocchino ed è diventata madre di un bimbo. Pochi giorni dopo, lui si presenta sotto casa della coppia, con un furgone. Con lui c’è anche l’anziano padre. La giovane accetta di parlare con l’ex. Vicari le chiede di poter riavere i mobili acquistati quando vivevano assieme, lei gli dice che sono rimasti nella vecchia casa. Durante la discussione, le dice «Ti ammazzo». Poi se ne va. E il giorno dopo la donna lo denuncia per minacce ai carabinieri di Ventimiglia. Per un mese, non accade più nulla. Fino a quando Vicari torna sotto casa dell’ex compagna, citofona e chiede di incontrare il marito. Lui ovviamente rifiuta e chiama i carabinieri. Quando arriva una pattuglia, l’uomo se n’è già andato. Lei dice ai militari che il giorno successivo sarebbe andata di nuovo a denunciare Vicari, ma non lo fa.
Si arriva al 31 maggio. Vittima e futuro assassino si incontrano in strada, per la seconda volta lui la minaccia di morte. Nuova denuncia, il primo giugno, stavolta ai carabinieri di Bordighera, la città dove Sharon Micheletti vive e lavora. «In questa circostanza, la vittima ha detto che il suo ex non era mai stato violento con lei, e di non sentirsi comunque perseguitata. Non ha presentato denuncia per stalking». Ancora, quindi, una minaccia verbale. La denuncia, ritenuta non urgente, arriva in Procura solo l’8 giugno. E viene trasmessa al giudice di pace: dalle parole di Sharon Micheletti non emergono di nuovo pericoli effettivi. Eppure, sul suo profilo Facebook, Vicari si era fatto fotografare mentre impugnava una pistola, e imbracciava un fucile mitragliatore. E le frasi che scrive, adesso, appaiono davvero inquietanti. Una, in particolare, datata 2 giugno: «Pensa bene che anche quando dormi io sono lì molto vicino, figurati quando sei con l’amante, non c’è posto che puoi nasconderti». Undici giorni dopo Vicari si è trasformato in uno spietato killer. E ora ci si chiede se davvero non potesse essere fermato.

 

 

 

Femminicidio a Ventimiglia, il marito di Sharon Micheletti: “Una vita nella paura. Vicari minacciò anche il nostro bambino” (il Secolo XIX – 16 giugno 2021)
Il dolore di Iliass, il giovane marito della vittima e padre del piccolo Ryan: “Vi chiedo di non pubblicare più foto di lei insieme a Vicari”
“Le ha urlato: “Ora che è morto mio padre ti ammazzo”. E così ha fatto”
. Le parole di Antonio Vicari, omicida suicida delle Gianchette, sono riportate nell’ultima denuncia di Sharon Micheletti ai carabinieri. Ma questa volta a ripeterle, con il viso provato da due notti senza sonno e dal dolore di chi in pochi minuti ha perso la moglie e madre del suo bimbo, è Iliass Mortazik, 27 anni, marocchino, marito di Sharon, rimasto solo nell’appartamento di via Chiavari a Bordighera. Ad occuparsi del suo bimbo, Ryan, 3 anni appena, saranno infatti i nonni e gli zii materni:“Io ora sono solo, non saprei come fare”, afferma abbassando il capo. Il giovane uomo, che effettua solo lavori saltuari, ricostruisce le vicissitudini vissute dalla moglie a causa dell’ossessione di Vicari. E dei tentativi, vani, messi in atto per difendersi.
“Le rendeva la vita impossibile. Si presentava anche qui dal cancello mentre eravamo tutti e tre in casa e per questo abbiamo anche tolto i nostri nomi dal citofono. Minacciava anche me e il bambino. “Vi ammazzo tutti”, ripeteva”. In diverse occasioni, allertate da Sharon Micheletti, sono intervenute anche le pattuglie dei carabinieri e della polizia, ma al loro arrivo Vicari non c’era più.Le denunce sono state diverse e tutte sottovalutate.
Alla fine dicevo a mia moglie di non denunciare più. Le ripetevo: “Ma che ci vai a fare?”. Io non l’ho mai affrontato perché temevo che poi, fosse successo qualcosa, la colpa sarebbe ricaduta su di me. Ma una persona così, con il suo passato, doveva essere fermata”, sottolinea Mortazik.
Eppure, nonostante quella che descrive come una tragedia annunciata, lui stesso non immaginava un epilogo così tragico:”Domenica continuavo a ricevere telefonate da un’amica di mia moglie. All’inizio non ho risposto perché temevo che Sharon si sarebbe arrabbiata venendo a sapere che parlavo con una sua amica. Le ho anche mandato un messaggio, sul cellulare: “Ma che vuole questa tua amica da me?”. Poi, visto che Sharon non mi ha risposto, ho preso l’ennesima telefonata. Quando mi hanno detto che le avevano sparato sono crollato a terra, ho picchiato i pugni sul pavimento, non so quanto sono rimasto così”.
Come la mamma di Sharon, anche il marito si sente smarrito:”Nulla potrà più restituirmi mia moglie”. L’ultimo pensiero è per il suo bimbo, che la zia ha portato via già lunedì:”Cosa gli dirò quando da grande Ryan mi chiederà come è morta sua madre? Vi chiedo di non pubblicare più foto di lei insieme a Vicari, non voglio che l’ultimo ricordo che mio figlio avrà di sua mamma sia insieme all’uomo che l’ha uccisa”. 


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