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Antonio Vicari, 65 anni. Pregiudicato per violenze contro la moglie, esce dal carcere e uccide a colpi di pistola la ex che lo aveva denunciato più volte per minacce. Poi si suicida

Ventimiglia (Imperia), 13 Giugno 2021


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Uccisa in strada dall’ex compagno fissato con le armi, Sharon aveva denunciato le minacce (il Riformista – 14 giugno 2021)
Era detenuta illegalmente l’automatica calibro 7.65 con la quale Antonio Vicari ha esploso i colpi che hanno uccio Sharon Micheletti, sua ex compagna, in strada, ieri pomeriggio. L’omicidio a Ventimiglia, in provincia di Imperia, Liguria. Dopo, il 65enne, ha raggiunto l’argine del fiume Roja e si è tolto la vita con un colpo alla testa. I carabinieri stanno cercando di capire dove l’uomo si era procurato l’arma dell’omicidio e se quelle con le quali l’uomo si fotografava fossero reali o repliche.
Scatti scovati sul profilo Facebook di Vicari, che per le armi da fuoco doveva avere una vera e propria passione. Il 65enne era tornato libero a marzo. Era stato in carcere per molestie contro la prima moglie. La relazione con Sharon Micheletti era finita da cinque anni, proprio dall’arresto. Aveva continuato a scriverle lettere, in una l’aveva minacciata di morte se non fosse rimasta con lui fino a quando non fosse tornato in libertà.
Micheletti lo aveva denunciato almeno tre volte, secondo quanto riportato da Il Secolo XIX. La prima nel 2017, la seconda lo scorso aprile e quindi a maggio. Tutte denunce per minacce, mai per stalking. “Le denunce presentate nel 2021, così come descritte, sembravano fatti isolati – ha detto il procuratore Alberto Lari – Non sembrava emergere che fosse perseguitata. Tanto è vero, che gli atti dei carabinieri non parlavano di stalking. Non c’erano elementi che potevano far presagire un’evoluzione simile”.

 

Sharon Micheletti uccisa dall’ex da poco scarcerato. «Non c’è posto in cui puoi nasconderti» (Corriere della Sera – 14 giugno 2021)
Ventimiglia, il messaggio dell’uomo, Antonio Vicari, pochi giorni prima del delitto. La vittima aveva 30 anni. Lui poi si è suicidato. È il secondo femminicidio in Liguria nell’arco di 24 ore. Un’altra donna è stata sgozzata a La Spezia
«Pensa bene che anche quando dormi io sono lì, molto vicino. Figurati quando sei con la, amante, non c’è posto che puoi nasconderti». Antonio Vicari aveva postato questo messaggio (sgrammaticato) pochi giorni fa su Facebook. Un avviso, una sorta di sentenza, senza appello. Che ha deciso di mettere in pratica domenica scorsa poco dopo le cinque del pomeriggio. Tre colpi di pistola calibro 7.65 hanno ferito a morte la sua ex fidanzata, Sharon Micheletti, 30 anni. La donna era assieme ad un amico. Pistola in pugno, Vicari avrebbe cercato di uccidere pure lui. Non c’è riuscito. Si è allontanato e poco dopo si è ucciso, puntando l’arma contro se stesso. Scena del delitto una strada di Ventimiglia, davanti a un bar.
Vicari, 65 anni, era stato scarcerato. Era finito in galera per molestie contro la prima moglie ed era tornato libero a marzo. Una volta uscito dal carcere aveva cominciato a molestare Sharon che lo aveva denunciato.
I fatti. È il 13 giugno, le cinque sono passate da poco. Sharon Micheletti è in via Tenda seduta su un’auto Citroen guidata da un amico che accosta al marciapiede, scende ed entra in un bar per comprare le sigarette. Vicari si avvicina a piedi alla macchina e quando Sharon è nel suo mirino esplode i colpi attraverso il finestrino. Subito dopo si dirige verso il bar a caccia dell’amico della donna. Non riesce ad entrare perché la titolare del bar chiude la porta e urla: «Non mi uccidere, io non c’entro niente». Pochi frazioni di secondi, l’assassino desiste e fugge verso il vicino fiume Roja. Lì si toglie la vita.

Le denunce di Sharon rimaste senza seguito, avvisaglie del delitto (La Stampa – 15 giugno 2021)
La donna era stata minacciata da Vicari il 28 marzo e il 31 maggio
Sharon Micheletti aveva denunciato il suo assassino tre volte, sempre per minacce. Le ultime due il 28 marzo e il 31 maggio, quattordici giorni prima che Antonio Vicari la uccidesse con tre colpi di pistola, per poi togliersi la vita sparandosi alla testa. L’omicidio è avvenuto domenica pomeriggio, in via Tenda, a Ventimiglia, quando la donna si trovava nell’auto di un amico, sceso per comprare le sigarette. Vicari si è avvicinato e ha fatto fuoco. Sharon non ha avuto scampo.
Ma, nonostante le denunce, e il fatto che proprio a marzo l’uomo avesse finito di scontare una condanna a 4 anni di carcere per stalking e violenza sessuale nei confronti della prima moglie, per Vicari non erano scattati provvedimenti. Le denunce non erano per stalking, e nelle parole del sessantacinquenne non era stato ravvisato alcun rischio concreto, anche perché la stessa vittima aveva riferito di non essere mai stata picchiata, e di non sentirsi in reale pericolo. Per il procuratore capo di Imperia, Alberto Lari, l’omicidio di Sharon Micheletti è stato «imprevedibile».
«In base agli elementi di cui siamo a conoscenza – spiega – non emerge in alcun modo che Vicari potesse arrivare a compiere un simile gesto. E ancora di più allo stato non c’erano strumenti tecnico-giuridici che potessero portare a un intervento preventivo nei suoi confronti. Purtroppo siamo davanti a una denuncia per minacce verbali, non di stalking, fermo restando che anche un eventuale divieto di avvicinamento previsto in quel caso potesse davvero fermare una persona decisa a uccidere».
«La vittima – prosegue il magistrato – aveva sporto una prima denuncia contro Vicari, per minacce, nel 2017. L’uomo si trovava in carcere, e aveva scritto tre lettere a Sharon Micheletti, con la quale aveva una relazione prima della condanna, per manifestarle il suo amore. In un passaggio, le aveva scritto che non doveva tradirlo, che doveva stare solo con lui. Lei, interpretando queste frasi come un atteggiamento ossessivo, si era rivolta ai carabinieri. Quella denuncia era stata poi archiviata, non essendo stati ravvisati gli estremi per una minaccia reale».
Passano quattro anni e mezzo, si arriva a marzo 2021, quando Vicari torna libero. Sharon, nel frattempo, si è rifatta una vita. Si è sposata con un cittadino marocchino ed è diventata madre di un bimbo. Pochi giorni dopo, lui si presenta sotto casa della coppia, con un furgone. Con lui c’è anche l’anziano padre. La giovane accetta di parlare con l’ex. Vicari le chiede di poter riavere i mobili acquistati quando vivevano assieme, lei gli dice che sono rimasti nella vecchia casa. Durante la discussione, le dice «Ti ammazzo». Poi se ne va. E il giorno dopo la donna lo denuncia per minacce ai carabinieri di Ventimiglia. Per un mese, non accade più nulla. Fino a quando Vicari torna sotto casa dell’ex compagna, citofona e chiede di incontrare il marito. Lui ovviamente rifiuta e chiama i carabinieri. Quando arriva una pattuglia, l’uomo se n’è già andato. Lei dice ai militari che il giorno successivo sarebbe andata di nuovo a denunciare Vicari, ma non lo fa.
Si arriva al 31 maggio. Vittima e futuro assassino si incontrano in strada, per la seconda volta lui la minaccia di morte. Nuova denuncia, il primo giugno, stavolta ai carabinieri di Bordighera, la città dove Sharon Micheletti vive e lavora. «In questa circostanza, la vittima ha detto che il suo ex non era mai stato violento con lei, e di non sentirsi comunque perseguitata. Non ha presentato denuncia per stalking». Ancora, quindi, una minaccia verbale. La denuncia, ritenuta non urgente, arriva in Procura solo l’8 giugno. E viene trasmessa al giudice di pace: dalle parole di Sharon Micheletti non emergono di nuovo pericoli effettivi. Eppure, sul suo profilo Facebook, Vicari si era fatto fotografare mentre impugnava una pistola, e imbracciava un fucile mitragliatore. E le frasi che scrive, adesso, appaiono davvero inquietanti. Una, in particolare, datata 2 giugno: «Pensa bene che anche quando dormi io sono lì molto vicino, figurati quando sei con l’amante, non c’è posto che puoi nasconderti». Undici giorni dopo Vicari si è trasformato in uno spietato killer. E ora ci si chiede se davvero non potesse essere fermato.


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