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Pierpaola Paola Romano, 58 anni, ispettrice di polizia in servizio alla Camera dei Deputati, mamma. Uccisa con tre colpi di pistola da un collega con cui aveva avuto una relazione

Roma, 1 Giugno 2023


Titoli & Articoli

Chi era Pierpaola Romano, la poliziotta uccisa sotto casa dal suo collega (Roma Today – 1 giugno 2023)
Pierpaola Romano, 58 anni, era una mamma, una moglie, una poliziotta. È stata uccisa con tre colpi di pistola sotto casa da Massimiliano Carpineti, anche lui un collega della polizia di Stato scappato a bordo di una Matiz Chevrolet bianca per poi uccidersi in via Nino Tamassia sparandosi, con la stessa arma con cui ha ucciso la sua vittima. Pierpaola Romano, originaria di Marzano Appio, in provincia di Caserta, è l’ultima vittima di femminicidio. Viveva da oltre vent’anni a Roma. Da tempo si era stabilita nel quartiere di Torraccia, una zona residenziale dove vivono poliziotti, carabinieri e militari dell’Esercito.
Il ricordo dei vicini. Tra loro gente perbene, persone che si conoscono tutte. “Era una signora allegra, una brava persona”, racconta un residente a RomaToday. Una coppia passa e aggiunge: “Abbiamo sentito tre ‘botti’, pensavamo fossero petardi inesplosi da ieri sera” Un ex poliziotto in pensione, davanti al palazzo dove viveva Pierpaola Romano aggiunge: “Questa è una zona tranquilla. Qui vivono persone che si salutano e si aiutano tra loro”.
Una vita in polizia Romano, sostituto commissario della polizia di Stato era sposata con Adalberto Montanaro un poliziotto anche lui, un ispettore di Caserta e ai vertici del commissariato di Sant’Ippolito. Lavoravano insieme qualche anno fa, prima che Romano andasse in servizio alla Camera dei Deputati dove garantiva la sicurezza. Lo stesso luogo di lavoro del collega che l’ha uccisa, Carpineti. La polizia come vocazione di famiglia. Una scelta di vita che ha intrapreso anche il figlio Riccardo Montanaro, 22 anni, che da poco aveva iniziato la sua carriera tra le forze dell’ordine a Piacenza.
Marzano Appio in lutto. Marzano Appio, piccola comunità dell’alto casertano che conta circa 2000 abitanti, è sconvolta per la tragedia. A riferirlo a Casertanews è il sindaco del paese Antonio Conca che dichiara: “Siamo sconvolti per quello che è accaduto. Una bravissima ragazza – prosegue la fascia tricolore – Ricordo i genitori che vivevano a Campagnola, lei invece viveva a Roma dove lavorava alla Camera dei Deputati. La nostra comunità, in particolare quella della frazione di Campagnola, esprime profondo sconcerto per l’accaduto e si stringe al dolore dei familiari”.
Il cordoglio. “Esprimo sgomento per l’omicidio del sostituto commissario della polizia di Stato Pierpaola Romano, che prestava servizio presso l’ispettorato di pubblica sicurezza della Camera dei deputati. Rivolgo ai familiari, al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al capo della polizia di Stato, Vittorio Pisani, e al direttore dell’Ispettorato, Irene Tittoni, le espressioni del più profondo cordoglio mio personale e della Camera dei deputati”, le parole del presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
“Prima Giulia, ora Paola Romano, poliziotta uccisa a colpi di pistola da un collega. È una drammatica spirale di violenza verso le donne che non accenna a diminuire. Anzi, sembra peggiorare di giorno in giorno. Esprimiamo dolore e sconforto, e ci stringiamo intorno ai familiari delle vittime. Con la consapevolezza che l’unico modo per onorarne la memoria sia quello di lottare come istituzioni per prevedere misure severe ed efficaci che ci permettano di combattere più efficacemente questo dramma, partendo anche da campagne di sensibilizzazione e di educazione”, ha aggiunto la presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli.

Pierpaola Romano uccisa nel primo giorno di chemioterapia. Il suo assassino non accettava la fine della relazione (Roma Today – 2 giugno 2023)
Fra le ipotesi quella che avesse deciso d’interrompere la relazione con Massimiliano Carpineti per riavvicinarsi al marito. La donna aveva tra le mani i moduli dell’Asl per cominciare la terapia
Aveva un cancro Pierpaola Romano e per questo avrebbe deciso di interrompere la sua relazione con Massimiliano Carpineti che poi l’ha uccisa a bruciapelo togliendosi a sua volta la vita.
Quando il poliziotto e collega l’ha freddata sotto casa la sovrintendente aveva in mano i moduli della Asl e si stava recando in ospedale per cominciare la prima seduta di chemioterapia. Potrebbe essere stata proprio la decisione della poliziotta in servizio alla Camera dei Deputati di riavvicinarsi alla sua famiglia e interrompere la relazione con il collega il movente del femminicidio. Il 48enne originario di Cori non accettando d’interrompere la relazione extraconiugale con la 58enne avrebbe poi attuato il brutale omicidio-suicidio.
La relazione fra la vittima e il suo assassino . Pierpaola Romano, per tutti Paola, poliziotta di 58 anni, aveva conosciuto Carpineti, anch’egli agente di polizia, all’Ispettorato della Camera dei deputati, dove entrambi lavoravano. Tra i due ci sarebbe stata una relazione che sarebbe andata oltre l’amicizia tra colleghi. Residente a Cisterna di Latina Massimiliano Carpineti lavorava da tempo a Montecitorio, dove la Romano era stata assegnata nel 2018.
Una famiglia di poliziotti . Originaria di Marzano Appio in provincia di Caserta, Paola Romano era sposata con Adalberto Montanaro, un ispettore di polizia ai vertici del commissariato di Sant’Ippolito. Lavoravano insieme qualche anno fa, prima che la moglie andasse in servizio alla Camera dei Deputati dove garantiva la sicurezza. Lo stesso luogo di lavoro del collega che l’ha uccisa, Carpineti. Una famiglia di poliziotti quella della donna, con la carriera intrapresa anche dal figlio, Riccardo Montanaro, 22 anni, che da poco aveva iniziato la sua carriera tra le forze dell’ordine a Piacenza.
La scoperta della malattia . In malattia dopo aver scoperto di avere un cancro per cominciare il ciclo di chemioterapia, negli ultimi tempi Pierpaola Romano si sarebbe riavvicinata al marito e avrebbe deciso di interrompere la relazione con Massimiliano Carpineti. Doveva essere il primo giorno di chemioterapia. Quando è scesa dall’appartamento dove viveva con il marito in via Rosario Nicolò, a Torraccia, zona residenziale dove vivono perlopiù poliziotti, carabinieri e militari dell’esercito, ha trovato nell’androne d’ingresso l’ex amante che l’attendeva e che l’ha freddata con un colpo di pistola alla nuca e due al petto prima di togliersi la vita a bordo della sua auto sparandosi un colpo al mento a poche centinaia di metri dove aveva appena consumato il femminicidio di Paola Romano. Quasi un’esecuzione, come testimoniato anche dai vicini di casa che hanno assistito alla tragedia.
L’omicidio-suicidio . Da quanto si è appreso Massimiliano Carpineti da un paio di giorni non era in servizio e si era preso un breve periodo di ferie. La pistola d’ordinanza con la quale ha poi consumato l’omicidio-suicidio l’aveva portata con sé. Un’arma che gli agenti in servizio alla Camera dei Deputati, come l’assassino e la vittima, erano soliti lasciare in ufficio.
La polizia e la procura stanno indagando per capire se in via Rosario Nicolò i due avessero un appuntamento oppure se l’uomo si fosse presentato sotto casa della collega di tredici anni più grande, senza avvertirla. Una giornata di sangue, un ennesimo femminicidio, sul quale restano ancora diversi aspetti da chiarire. Nessun biglietto, nessun messaggio da parte dell’assassino. Resta la tragedia. L’ennesima donna uccisa dalla follia di un uomo.
Gli accertamenti della procura La procura di Roma ha disposto l’autopsia sul corpo di Pier Paola Romano. L’esame autoptico è stato disposto dai pm capitolini anche sul corpo del collega che l’ha uccisa, Massimiliano Carpineti, che si è poi suicidato sparandosi. Sul luogo dell’omicidio erano andate le pm di turno, Antonia Giammaria e Antonella Pandolfi.

Il femminicidio di Pierpaola Romano, i colleghi poliziotti: “Aveva paura di lui dopo averlo lasciato” (FanPage – 2 giugno 2023)
Pierpaola Romano aveva paura di Massimiliano Carpineti, il collega poliziotto con cui aveva una relazione che aveva deciso di interrompere. Aveva scoperto di essere malata, ma a lui non interessava, era ossessionato dal suo possibile riavvicinamento al marito. La donna si sarebbe confidata con alcuni colleghi prima di essere uccisa: “Mi fa paura come reagisce”.
Mentre tutta Italia fa i conti con il femminicidio di Giulia Tramontano, mentre ci interroghiamo sull’ennesima donna uccisa da un compagno possessivo e violento, che in questo caso decide di liberarsi non solo della compagna ma anche del suo stesso figlio che porta in grembo, a Roma un altro uomo decide di uccidere una donna con cui aveva una relazione.
Pierpaola Romano, ispettrice superiore di 58 anni in forze all’Ispettorato della Camera dei Deputati, viene raggiunta nella sua abitazione nel quartiere di Torraccia, periferia Nord-Est della capitale a ridosso del Grande Raccordo Anulare, da Massimiliano Carpineti, dieci anni meno di lei, anche lui un poliziotto.
La donna scende, lui appena sa di non potere mancare il bersaglio la fredda nell’androne del palazzo con tre colpi esplosi con l’arma di servizio a distanza ravvicinata. Per Pierpaola non c’è scampo. L’assistente capo della polizia risale in macchina, fa 200 metri, parcheggia su uno spiazzo e rivolge l’arma verso se stesso togliendosi la vita.
Questa la nuda cronaca dei fatti, della manciata dei minuti in cui Pierpaola Romano è stata assassinata e il suo assassino si è tolto la vita. Dietro troviamo un consumato copione: la donna aveva deciso di lasciarlo, aveva deciso da qualche giorno di mettere fine a quella relazione nata sul posto di lavoro, lui non ne voleva sapere e così decide di giustiziarla sulla porta di casa, forse facendola mettere prima in ginocchio.
Lei gli aveva spiegato che doveva iniziare una pesante cura, di non stare bene, di non voler aggiungere alle preoccupazioni quella storia. Lui non le aveva creduto e forse aveva saputo del suo riavvicinamento con il marito, anche lui un poliziotto da cui si era separata.
“Paola aveva detto ad alcuni colleghi che Massimiliano gli faceva paura, era preoccupata delle sue reazioni e del suo comportamento”, raccontano in queste ore altri poliziotti a chi indaga. E forse proprio quelle confidenze avrebbero fatto scattare il piano omicida. Ora gli investigatori stanno tentando di ricostruire gli ultimi giorni di vita della vittima, e gli scambi avuti con Carpineti. I cellulari dei due agenti sono stati sequestrati e il contenuto sarà vagliato, in particolare eventuali chat e messaggi vittima e killer.

Pierpaola Romano, il marito ha ascoltato l’omicidio della moglie alla radio del 113 (TgCom24 – 5 giugno 2023)
“Potrebbe essere Pierpaola”, ha detto ai colleghi dopo aver appreso, mentre era in servizio, la notizia del delitto di Roma. L’uomo è un ispettore di polizia ai vertici del commissariato di Sant’Ippolito
“Potrebbe essere mia moglie”: così il marito di Pierpaola Romano, la poliziotta di 58 anni uccisa a Roma a colpi di pistola nell’androne di casa, si è rivolto ai colleghi dopo aver appreso dalla radio del 113 la notizia della sparatoria. L’uomo, Adalberto Montanaro, è un ispettore di polizia ai vertici del commissariato di Sant’Ippolito e, la mattina del delitto, era in servizio.
Come ricostruisce La Repubblica, Montanaro fin da subito ha avuto il sospetto che la vittima degli spari fosse proprio sua moglie, nonostante le notizie fossero molto frammentarie. Si sapeva solo che una poliziotta era stata uccisa a colpi di pistola e il luogo della tragedia, una palazzina a Torraccia, in via Rosario Nicolò, dove abitano diversi agenti. L’atroce ipotesi, però, si è rivelata presto realtà. La vittima era proprio Pierpaola Romano. A sparare Massimiliano Carpineti, una decina d’anni più giovane e poliziotto anche lui, che dopo aver fatto fuoco sulla collega ha puntato contro di sé la pistola d’ordinanza e l’ha fatta finita. E’ sul posto di lavoro che tra la vittima e il suo assassino era nata una relazione, che la donna però aveva deciso di interrompere per riavvicinarsi al marito dopo aver scoperto di avere un cancro al seno.
 “Nessuno di noi riesce a darsi una spiegazione – raccontano i colleghi a La Repubblica -. Al lavoro si sapeva che Pierpaola e Massimiliano avevano una storia. Loro erano molto discreti, lei non parlava mai di lui. Se solo avessimo notato qualcosa, lo avremmo fermato, avremmo segnalato tutto ai superiori. Invece no, lui era un uomo apparentemente tranquillo”.

 

 


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