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Noelia Rodriguez Chura, 46 anni, badante, mamma. Uccisa con 21 coltellate dall’ex compagno

Rimini, 19 Aprile 2022

 


Titoli & Articoli

Il femminicidio di Noelia Rodriguez Chura (Femminicidio Italia – 19 maggio 2022)
Noelia Rodriguez Chura, 46 anni, è stata uccisa nel corso del primo pomeriggio del 19 maggio 2022 all’interno di un’abitazione dell’ex quartiere popolare “Ina Casa” di Rimini.‍ A toglierle la vita è stato l’ex compagno Maximo Aldana De La Cruz, 54 anni. I due, entrambi originari del Perù, hanno avuto un aspro diverbio degenerato in una violenta aggressione. L’uomo ha impugnato un coltello e ha colpito più volte la quarantaseienne in diverse parti del corpo, tra cui al volto, all’addome e alla schiena.
La figlia ventisettenne dell’uomo (avuta dalla relazione con un’altra donna) era presente in casa insieme ad altri parenti che hanno assistito alla violenza. La giovane ha anche cercato di difendere la vittima, ma è rimasta ferita nel tentativo di dividere il padre e la donna durante la colluttazione. A lanciare l’allarme sarebbe stata poi una coinquilina che viveva nello stesso appartamento. Secondo una prima ispezione medico legale, sarebbero circa 21 i fendenti sferrati sul corpo della quarantaseienne.
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e gli agenti della locale Squadra Mobile. La giovane, rimasta ferita, è stata trasportata in ospedale per le cure del caso, senza gravi conseguenze. Nulla da fare invece per la signora Rodriguez, purtroppo già deceduta a causa delle molteplici lesioni d’arma da taglio ricevute. I poliziotti hanno arrestato De La Cruz con l’accusa di omicidio volontario.
La coppia aveva avuto una relazione durata circa 15 anni quando entrambi vivevano in Perù. Negli ultimi tempi però la situazione era cambiata. Lei nel 2021 si era trasferita in Italia per lavorare come badante, mentre lui era rimasto in Sud America. Poi nell’aprile del 2022 Maximo aveva lasciato il paese d’origine per trasferirsi a Milano, dove aveva trovato un lavoro.
L’intenzione dell’uomo era quella di convincere Noelia a sposarlo nonostante il loro rapporto fosse ormai terminato. La quarantaseienne aveva deciso di lasciarlo definitivamente.‍ La figlia di lui avrebbe organizzato un appuntamento nel pomeriggio del 19 aprile 2022 a Rimini. La fatale aggressione è scattata poco dopo l’incontro fra i due. La vittima gli ha fatto capire di non voler più riaprire la loro relazione e lui si è scagliato su di lei, armato di coltello.
Dopo essere stato accompagnato in Questura, De La Cruz ha confessato il delitto dinanzi agli agenti. Il cinquantaquattrenne avrebbe raccontato di essersi recato all’appuntamento con un anello per chiedere alla donna di sposarlo. Lei però lo aveva rifiutato, così lui ha afferrato il coltello che portava in una borsa e l’ha colpita, prima alla schiena e poi ripetutamente in altre parti del corpo quando era crollata sul pavimento.‍ Il successivo 23 maggio, nell’interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice per le indagini preliminari, De La Cruz ha precisato di non aver premeditato il delitto, pur essendosi recato all’incontro con un coltello che riponeva nella borsa. Nel corso dell’udienza l’uomo aveva anche ripercorso le varie fasi del suo rapporto con la donna, spiegando che la loro relazione era durata molti anni e lui si sarebbe anche occupato dei tre figli di lei quando erano in Perù.
Secondo le testimonianze dei conoscenti, la vittima temeva che potesse succederle qualcosa di brutto, infatti aveva consegnato il proprio passaporto a un’amica per impedire che l’uomo la obbligasse a fare ritorno in patria con lui. Nei confronti del cinquantaquattrenne è stato convalidato l’arresto e confermata la custodia cautelare in carcere. Il gip nell’ordinanza ha evidenziato l’indole violenta, aggressiva e impulsiva dell’indiziato, caratterizzata dalla malsana pretesa di rivendicare il possesso dell’ex compagna.

 

 

Omicidio a Rimini, chi era la 46enne uccisa a coltellate dal compagno (il Resto del Carlino – 20 maggio 2022)
Lei voleva lasciarlo, lui l’ha massacrata senza pietà, ferendo anche la figlia
Un altro femminicidio insanguina Rimini, a meno di un mese di distanza dall’assassino di Angela Avitabile, 62 anni, uccisa dal marito Raffaele Fogliamanzillo con dodici coltellate il 22 aprile scorso. La vittima questa volta è una donna peruviana di 46 anni,Noelia Rodriguez: a ferirla a morte è stato il compagno, anche lui peruviano, di 54 anni, Maximo Aldana Dela Cruz (video). La figlia dell’uomo, una 27enne, ha provato a mettersi in mezzo per separarlo dalla vittima, rimediando delle ferite alle mani: fino a ieri sera era ancora ricoverata all’ospedale Infermi di Rimini, ma non è in pericolo di vita. Dietro il delitto, che si è consumato ieri poco prima delle 14 in un appartamento al numero 101 di via Dario Campana, ci sarebbe, come nel caso di Angela, il movente della gelosia.
Lei voleva lasciarlo
. Pare, almeno da una prima ricostruzione, che la 46enne fosse sul punto di lasciare il compagno. Per molto tempo la loro era stata una relazione a distanza: sembra che lui abitasse in Perù, e che lei gli mandasse periodicamente dei soldi. Un mese fa però l’uomo era arrivato in Italia. Da quel momento in poi le cose non erano più andate bene, spingendo la donna a prendere una decisione drastica, quella di voltare per sempre pagina. L’uomo, tuttavia, non avrebbe accettato la fine della storia d’amore e questo, secondo quanto accertato dagli inquirenti, lo avrebbe spinto, in un momento di collera, a compiere un gesto estremo. Impugnato il coltello, si è scagliato contro la compagna, colpendola con vari fendenti (di cui almeno uno all’addome).
L’allarme da una coinquilina della coppia. A dare l’allarme è stata una coinquilina della coppia, richiamata dalle grida: è stata lei a chiamare altre persone residenti nella palazzina di via Dario Campana, che a loro volta hanno contattato il 118 e la Questura di Rimini. Sul posto è arrivata a sirene spiegate un’ambulanza del 118, ma a quel punto per la 46enne non c’era già più nulla da fare. Quando le Volanti della Polizia di Stato sono accorse sul posto, l’uomo si trovava ancora lì, nell’appartamento. I poliziotti lo hanno ammanettato e portato in Questura, dove ieri è stato interrogato dalla Squadra mobile.
È intervenuta anche la Polizia scientifica per eseguire i rilievi. Sono in corso indagini per ricostruire con precisione la dinamica e il movente, anche se per il momento l’ipotesi del delitto passionale sembra essere quella più accreditata. Stando alle prime ricostruzioni, pare che la donna utilizzasse l’appartamento di via Dario Campana, nel quartiere Ina Casa, come base d’appoggio temporanea, ospite di alcuni parenti, ma che non fosse registrata come inquilina. Non è chiaro se anche lui si fosse trasferito nell’abitazione, dopo essere arrivato in Italia dal Perù.
Sarà ascoltata la figlia. Nelle prossime ore sarà ascoltata anche la figlia del 54enne, nata dalla relazione con un’altra donna: proprio la ragazza avrebbe tentato di frapporsi tra la furia dell’uomo e la nuova compagna, riportando dei tagli alle mani. Ancora sotto choc, è stata accompagnata in pronto soccorso per essere visitata, ma le sue condizioni di salute al momento non desterebbero preoccupazione. La Procura ha aperto un fascicolo e nelle prossime ore sarà disposta anche l’autopsia. Sarà importante stabilire se il delitto compiuto sia stato un gesto premeditato o se invece sia il frutto di un raptus. Si indaga anche sul passato della coppia. (di Lorenzo Muccioli)

 

 

La figlia di Noelia, la donna uccisa dal suo ex: “Chiedo giustizia per mia madre” (il Resto del Carlino – 2 giugno 2022)
La ragazza è arrivata a Rimini per organizzare i funerali e partecipare al processo. Il Comune pagherà il rimpatrio della salma in Perù
Distrutta da dolore, ma decisa a lottare per “ottenere giustizia”. E’ arrivata a Rimini Susan Elisabeth Flores Rodriguez: è la figlia più grande (ha 26 anni) di Noelia Rodriguez, la donna uccisa con 18 coltellate dal suo ex, Maximo Aldana De La Cruz. Pochi giorni dopo l’omicidio, avvenuto il 19 maggio in un appartamento in via Dario Campana, la comunità peruviana aveva organizzato una messa in memoria di Noelia alla chiesa di Bellariva. La volontà della famiglia è riportare la salma in Perù e poi celebrare là i funerali. Per questo Susan è arrivata in Italia. Il viaggio le è stato pagato attraverso una colletta fatta da amici e parenti. I peruviani che vivono a Rimini si stanno dando da fare con varie iniziative, per aiutarla nelle altre spese.
Susan, che ha due fratelli (una di 22 anni, l’altro 19) ed è madre di un bimbo di 4 anni, è intenzionata a restare a Rimini il più a lungo possibile, per partecipare al processo. Ieri ha incontrato l’avvoato Morena Ripa, che l’assisterà nel procedimento e l’aiuterà nelle pratiche per il rimpatrio della salma della madre. Un primo importante passo è stato fatto: la vice sindaca Chiara Bellini ha assicurato che il Comune coprirà le spese per il rimpatrio della salma. Inoltre l’associazione ’Rompi il silenzio’ darà supporto e assistenza – anche psicologica – a Susan. Che la prossima settimana sarà ascoltata dalla Squadra mobile della Polizia, a cui è affidata l’indagine coordinata dai pm Stefano Celli e Davide Ercolani. Già ieri, parlando con il suo legale, ha smontato la versione dell’assassino.
L’uomo non si era mai rassegnato alla fine della relazione con Noelia, era venuto già una volta a Rimini per parlarle, prima della tragedia. Lei gli aveva ribadito che era tutto finito, lui per tutta risposta ha cominciato a minacciava dicendo che l’avrebbe denunciata per farla così rimpatriare in Perù (il visto di Noelia per l’Italia era scaduto). E quando è tornato a Rimini la seconda volta, l’ha uccisa. L’uomo, difeso da Maria Rivieccio, nel frattempo ha lasciato il carcere ed è finito in ospedale (è piantonato a vista) perché si è ammalato di tubercolosi.

 

La figlia di Noelia: “In Perù Maximo aveva già picchiato la mamma” (News Rimini – 2 giugno 2022)
Perchè l’hai uccisa, perchè ce l’hai strappata?“. Elizabeth non ha dubbi: se vedesse Maximo, l’uomo che ha ucciso sua mamma Noelia, sarebbe questa la prima cosa che gli chiederebbe. La incontriamo nell’ufficio dell’avvocato Morena Ripa che rappresenta lei e i suoi due fratelli minori, un ragazzo di 18 e una ragazza di 21 anni, rimasti in Perù. Il viso addolorato, gli occhiali da sole e la mascherina nera a coprire gli occhi velati dalle lacrime, ma anche il coraggio di chi sente la necessità di dare una risposta al dolore che si è abbattuto sulla sua famiglia. Elizabeth ha 26 anni, un marito e una bimba di 4 anni che ha lasciato in patria, per correre in Italia, a Rimini, e seguire da vicino l’inchiesta sulla morte della mamma, la 46enne Noelia Rodriguez uccisa a coltellate dal reo confesso Maximo Aldana De La Cruz, in un appartamento di via Dario Campana, lo scorso 19 maggio.
Elizabeth racconta che la mamma e Maximo si erano incontrati 14 anni fa a Lima: lei faceva l’ambulante di vestiti e lui con il suo taxi, in alcuni casi, la aiutava a portare la merce. Da lì era nata un’amicizia che si era trasformata in un fidanzamento: i due si frequentavano, lui la veniva a prendere a casa e uscivano insieme. “Ma la mamma – racconta Elizabeth – non voleva risposarsi, aveva sofferto tanto dopo che il papà aveva lasciato lei e noi figli e non voleva stringere una relazione importante. Noi eravamo la sua priorità“.
Le difficoltà economiche in cui viveva la famiglia nel luglio del 2021 avevano convinto Noelia a trasferirsi in Italia.
La nipote di Maximo viveva a Rimini e le aveva promesso che l’avrebbe aiutata a trovare lavoro e che avrebbe potuto affittare una stanza nello stesso appartamento in cui viveva anche lei, lo stesso di via Dario Campana, dove la 46enne ha trovato la morte. Con Maximo, prima di partire, i rapporti si erano già raffreddati e forse il motivo erano le percosse che la donna aveva subito: “Un giorno la mamma mi raccontò che Maximo la aveva picchiata con un bastone” spiega la figlia. Noelia, forse, sperava che mettendo un oceano nel mezzo Maximo la dimenticasse lasciandole iniziare una nuova vita.
Ma non è  stato così: lui la chiamava in continuazione al telefono, e quando lei non rispondeva (era stata costretta a bloccare il numero) tormentava al cellulare i suoi figli e anche se Elizabeth gli diceva di lasciare stare la madre lui non demordeva. A marzo le aveva mostrato la foto di un anello che aveva comprato per Noelia, con cui voleva chiederle di sposarlo
. Poche settimane dopo era arrivata a Rimini la figlia di Maximo e anche lei era andata a vivere nell’appartamento dove già stava Noelia. In Italia, a Milano, ad aprile era arrivato anche Maximo: si erano sentiti al telefono, si erano visti una volta a Rimini, insieme ad altre persone per una cena poi lui era rientrato a Milano. Passata una settimana lui aveva cominciato a tormentarla al telefono perché voleva riprendere la relazione. Noelia aveva cominciato ad avere paura, in casa si sentiva controllata, sapeva che la figlia era in contatto con il padre. Un paio di settimane prima dell’omicidio lui l’aveva chiamata e minacciata. “La mamma mi aveva telefonato preoccupata – racconta Elizabeth – e mi aveva detto: Maximo è cattivo, mi vuole portare via il passaporto, portarmi alla polizia (ndr: lei non era regolare in Italia), e rimandarmi in Perù”.
Elizabeth ricorda affranta anche l’ultima telefonata: “l’ultima volta che ci siamo sentiti è stata una telefonata normale. Voleva fare un deposito con i soldi che aveva guadagnato facendo la badante da un’anziana. Ma putroppo la sua vita è stata spezzata. Ora non sappiamo dove siano quei soldi che avrebbe voluto farci arrivare“. L’appello della ragazza è accorato: “aiutateci. Mio fratello sta molto male, ha più volte minacciato di suicidarsi, sono molto preoccupata. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, perché siamo disperati“.
Il comune di Rimini – spiega l’avvocato Ripa – si farà carico dei costi per il trasporto della salma in Perù, anche se i tempi per il rientro non saranno brevi. E si è detto anche pronto a sostenere un percorso psicologico per i figli, attraverso l’associazione Rompi il Silenzio. Elizabeth la settimana prossima sarà ascoltata in Questura. Abbiamo chiesto per lei un permesso per ragioni di giustizia per seguire da vicino il processo”.
Al fianco di Elizabeth anche Silvia Herrera e tutto il gruppo degli Hermandad del Senor De Los Milagros, comunità peruviana molto attiva nel riminese e di cui Silvia è presidente. “Anche noi ci stiamo attivando per una raccolta fondi pe sostenere Elizabeth e i suoi fratelli e domenica faremo una iniziativa nella chiesa di Bellariva. Ringraziamo don Maurizio Fabbri e don Matieu Faye per averci concesso la sala a per starci cosi vicino in questo momento doloroso. Siamo tutti molto angosciati, non possiamo accettare questo odio nei confronti delle donne“. Elizabeth chiede anche che le iniziative per sostenere la sua famiglia abbiano il suo consenso visto che ha saputo che qualcuno, senza chiederlo, sta usando il nome della madre per non precisate raccolte fondi.

 

Noelia uccisa a Rimini aveva paura di quell’uomo che la voleva “sua” (Chiamami Città, l’informazione online di Rimini e provincia)
Ha ripetuto la sua storia davanti al giudice fra le lacrime, ma senza mostrare segni di vero pentimento. Ha raccontato come lui, Maximo Aldana De La Cruz, peruviano di 54 anni, ha ammazzato la “sua” Noelia con 21 coltellate perchè ha perso la testa di fronte a un matrimonio rifiutato. La figlia di Maximo aveva cercato di difenderla, ma anche lei è rimasta ferita, per fortuna in modo lieve.
Oggi nell’interrogatorio di garanzia Maximo ha rievocato la sua relazione con Noelia Rodriguez Chura, morta il 19 maggio a 46 anni in un appartamento dell’Ina Casa di Rimini. La loro storia durava da 20 anni. Dieci mesi fa Aldana De La Cruz si era preso cura dei figli di lei, quando Noelia era volata in Italia per lavorare a Rimini come badante. Maximo però la voleva sposare ed era arrivato a Milano, ospite presso sua figlia Beatriz avuta da una precedente relazione. Però Noelia ora non lo voleva più. Gli dava dell’incapace e del fallito, voleva lasciarlo.
Quel giomo la figlia aveva organizzato un incontro per tentare un chiarimento; una riconciliazione, secondo lui. Maximo aveva nel taschino l’anello nuziale comprato a Milano in dicembre. Però in una borsa teneva anche un coltello, a suo dire per fare qualche lavoretto da macellaio. Una lama seghettata lunga 20 centimetri. Avevano atteso nell’appartamento di via Dario Campana il ritorno di Noelia. Ma appena aperta la porta, lei aveva iniziato a urlare, ormai aveva un altro uomo, Maximo doveva andarsene per sempre. E al tentativo di abbracciarla, lo aveva respinto, gli aveva detto di non toccarla. Sempre secondo il suo racconto, a quel punto l’uomo sarebbe stato accecato dall’ira. Ha tirato fuori il coltello e l’ha affondato nel fianco della “sua” Noelia, facendola crollare sul pavimento. E lui sopra, continuando a colpirla dappertutto. Fino a quando Beatriz è riuscita a bloccare il padre procurandosi anche due ferite da taglio, per fortuna lievi, all’addome e a una mano; per lei una diagnosi di 20 giorni. Secondo il referto medico, la morte di Noelia Rodriguez Chura è avvenuta fra le 12 e le 14 di quel 19 maggio per “shock emorragico acuto ed irreversibile”.
E lei temeva che sarebbe successo qualcosa di brutto. Aveva raccontato a un’amica lo stato di vessazione in cui versava. Che quell’uomo era follemente geloso senza averne alcun motivo. Era arrivato a minacciarla di trascinarla a forza di nuovo in Perù. E proprio per questo aveva chiesto all’amica di tennerle il passaporto.
Dopo averlo ascoltato un quarto d’ora, il GIP di Rimini Vinicio Cantarini oggi ha confermato l’arresto di Maximo Aldana De La Cruz per omicidio aggravato. Nell’ordinanza di custodia cautelare si parla di un“indole violenta, aggressiva ed impulsiva, del tutto insensibile al rispetto della altrui integrità fisica”. Deve stare in carcere, perchè ha “dimostrato di non avere alcuna capacità di autocontrollo della propria indole impulsiva e vendicativa”.
Tutto per questo per gelosia? Piuttosto, secondo il magistrato “nella malsana pretesa di rivendicare il ‘possesso’ della compagna e rancore nutrito per la diversa scelta sentimentale, e di vita, fatta dalla donna”.


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