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Nicoleta Neata Vasilica detta Nina, 31 anni, prostituta. Uccisa a bastonate e bruciata da un cliente maniaco

San Donnino (Modena), 30 Agosto 2018


Titoli & Articoli

Modena, uccisa e bruciata a S. Donnino: è una donna rumena (Gazzetta di Modena – 26 settembre 2018)
La ragazza assassinata e data alle fiamme nello spiazzo da mesi si prostituiva in Veneto: come è finita a Modena?
Il corpo carbonizzato e ischeletrito trovato nello spiazzo degli scambisti e della prostituzione a San Donnino, vicino ai laghetti Vivinatura, si ritiene che sia di una giovane prostituta rumena. Il suo nome resta segreto: per gli investigatori è ancora essenziale occultarlo se si vuole arrivare a risultati di rilevo. Tuttavia, si sa che la ragazza non gravitava in Emilia: negli ultimi mesi lavorava e viveva in Veneto. Dove, è un altro elemento riservato ai soli investigatori.
La domanda successiva sorge spontanea: come è finita in quel posto sperduto dietro il casello di Modena Sud? Nei giorni in cui è stata uccisa, presumibilmente il giorno 1 o 2 settembre (secondo la ricostruzione della Medicina legale), era a Modena per prostituirsi o è stata portata morta dopo l’omicidio? Se una riposta ufficiale non arriva ancora – il procuratoreLucia Musti ha spiegato che le autorità osserveranno uno stretto silenzio stampa – sicuramente chi sta seguendo le indagini da giorni ha una ricostruzione puntuale.
Resta anche da capire cosa unisse questa giovane prostituta dell’Est Europa all’indagato, un uomo che abita e lavora a Savignano, interrogato per giorni dai carabinieri e sottoposto a una capillare perquisizione dei Ris di Parma con tanto di prelievi per cercare tracce biologici o qualunque reperto utile alle indagini (ovvero riconducibile alla ragazza o al luogo del ritrovamento del corpo bruciato). Insomma, fuori dall’ambito degli addetti ai lavori le informazioni sul delitto sono ancora troppo frammentarie e non formano ancora una storia coerente.
Se si ricapitolano i pochi elementi certi, si può dire che la vittima è una donna giovane, rumena e probabilmente attiva nel mondo della prostituzione; che è stata uccisa intorno al e 1 o al 2 settembre; il suo cadavere è stato trasportato nello spiazzo di San Donnino e dato alle fiamme con tre copertoni trovati sul posto, legname e carta; che il cadavere è stato trovato (o meglio: segnalato) tempo dopo ai carabinieri; che un uomo di Savignano è indagato per motivi non ancora esplicitati dalla Procura in un’inchiesta per omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere. Per questo sospettato non sarebbe stata ancora chiesta una misura cautelare in merito al delitto, a quanto si sa, ma è indagato per altri episodi di violenza. Il punto di svolta sarebbe vicino, ma la cautela delle autorità è ferrea.

Violenza sessuale, omicidio e tentato sequestro. L’orrore dietro la tragedia di San Donnino (Modena Today – 10 ottobre 2018)
In carcere un 34enne di Savignano, cui i magistrati imputano tre differenti delitti, tra i quali il brutale assassinio di una prostituta il cui corpo è stato ritrovato carbonizzato alla periferia di Modena Magistratura e Carabinieri hanno individuato il presunto omicida della giovane donna, il cui cadavere era stato rinvenuto lo scorso 10 settembre nelle campagne di San Donnino. Un fatto brutale e avvolto apparentemente dal mistero, sul quale è stata svolta un’indagine con grande perizia, eseguita dal Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri, coordinata da un pool di magistrati della Procura di Modena.
I riflettori degli investigatori si sono indirizzati su un uomo di 34 anni, residente a Savignano sul Panaro, al quale sono attribuiti tre diversi ed efferati delitti compiuti nell’arco di pochi giorni nella nostra provincia. L’omicidio sarebbe infatti soltanto uno dei crimini commesso dal modenese, che anche nella vita privata ha dato segni di atteggiamenti violenti e di dipendenza da droghe.
L’uomo è stato trasferito in carcere il 6 settembre scorso, a seguito dell’ultimo dei delitti che gli viene attribuito: il tentato sequestro di una giovane avvenuto a Savignano il 2 settembre. Grazie al GPS dell’auto e ad una videocamera il 34enne è stato incastrato e il Tribunale ha disposto la sua carcerazione, ma solo in seguito sono emersi altri inquietanti fatti. In carcere l’uomo ha confessato di essere stato il protagonista della violenza sessuale consumata a Zocca il 24 agosto, ai danni di una conoscente aggredita nel garage di casa. Ha negato invece l’addebito più grave, ovvero l’omicidio della 31enne rumena, che gli inquirenti gli hanno attribuito dopo un lavoro davvero complesso svolto con il supporto fondamentale dei Ris e della medicina legale.
L’assassinio sarebbe avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 agosto a Modena, dopo la consumazione di un rapporto sessuale all’aperto: la ragazza era infatti una prostituta. Ancora scarsi i dettagli forniti su questo delitto, che sarebbe stato consumato all’aperto e in un luogo diverso rispetto al parcheggio accanto al percorso natura del Panaro, dove invece sarebbe stato bruciato il corpo, poi smembrato dagli animali selvatici. Fondamentale per l’identificazione della giovane è stato un chiodo midollare impiantato alcuni anni fa alla vittima, a seguito di un’operazione chirurgica. Un dettaglio cruciale per attribuire l’omicidio al 34enne è stato invece il ritrovamento dei frammenti bruciati – sia sotto il cadavere sia in un cespuglio – di un quaderno della figliastra del presunto omicida e probabilmente usato per appiccare il fuoco.


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