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Marta Bergonzi, 36 anni, mamma. Uccisa insieme ai figli Mattia, 5 anni, e Fabio, 9 anni, dal marito e padre

Gornate Olona (Varese), 7 Agosto 2009

 


Titoli & Articoli

Stermina la famiglia, poi si uccide
Ha ucciso la moglie e i figli di 5 e 9 anni. Poi si è asfissiato nel garage. Lei aveva chiesto la separazione
Strage della follia
a Gornate Olona, in provincia di Varese. Maurizio Del Cero, 42 anni, ha ucciso moglie e i due figli di 5 e 9 anni, prima di togliersi la vita. L’uomo, rimasto da poco senza lavoro, ha compiuto la strage la scorsa notte. Secondo una prima ricostruzione ha ammazzato nel sonno la moglie 41enne Marta Marta Bergonzi, e i due figli, Fabio di 9 anni e Mattia di 5. Poi si è chiuso nella sua auto in garage dopo aver collegato il tubo di scarico del motore con l’abitacolo.
A far scattare la molla potrebbe essere stata la richiesta della donna di separazione, giunta dopo il recentissimo licenziamento dell’uomo dall’azienda del suocero dove lavorava. È stato un parente a far scattare l’allarme. Ancora non è chiaro perchè si fosse recato nella villetta situata in località Biciccera di Gornate Olona, a due passi dal confine con Castiglione Olona, nel Varesotto. Di fatto ha abbattuto una delle porte trovando i corpi privi di vita.
LA SEPARAZIONE – Proprio pochi giorni fa la coppia aveva preparato tutta la documentazione necessaria per la separazione. La famigliola viveva da pochi anni in quella villetta. Fino a poche settimane fa marito e moglie avevano lavorato nella stessa azienda di proprietà della famiglia di lei. Della sua difficile situazione famigliare non ne faceva mistero, almeno secondo i vicini che parlano di una «famiglia tranquilla» e con la quale «si avevano buoni rapporti di vicinato». Sempre i vicini raccontano che solo negli ultimi giorni aveva cominciato a entrare nei dettagli della sua situazione e, inoltre, appariva molto preoccupato.

Uccide moglie e due figli, poi si toglie la vita
Strage familiare in via Biciccera dove un 42enne ha sterminato i familiari prima di suicidarsi con il gas. I corpi scoperti da un parente; la coppia stava per separarsi
Da una prima ricostruzione è emerso che è stato il padre e marito Maurizio Dal Cero, 42 anni, a uccidere nella notte prima i figli, Mattia e Fabio di 5 e 9 anni, e poi la moglie Marta Bergonzi, 36. Tutti e tre sono stati uccisi nel sonno, ognuno nel proprio letto, con un coltello. L’uomo si è poi tolto la vita, utilizzando i gas di scarico della propria auto.
A lanciare l’allarme venerdì mattina, un parente, il cognato dell’uomo, residente anch’egli nella zona. L’uomo avrebbe visto la casa ancora chiusa in tarda mattinata, avrebbe cercato di mettersi in contatto con i parenti e non ottenendo risposta è entrato forzando una finestra e scoprendo la tragedia. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Saronno che, insieme con il reparto investigativo, dovranno ricostruire l’accaduto.
Nella casa c’erano anche tre cani: uno Yorkshire e uno Schnautzer di taglia media che sono stati fatti uscire dalla casa, mentre nessuno è riuscito a portare fuori un Rottweiler che non si è lasciato prendere e si è rintanato nella casa.
Maurizio Dal Cero stava vivendo un periodo particolarmente difficile della propria vita. Nelle scorse settimane aveva manifestato l’intenzione di dimettersi dall’officina di carpenteria metallica dove lavorava con la moglie, di proprietà del padre di lei, impresa che da anni realizza cisterne. Nei giorni scorsi, invece, proprio la moglie gli avrebbe prospettato l’intenzione di volersi separare.
Nella zona, però, i vicini sono sconcertati per quanto accaduto: i figli che fino a ieri sera giocavano nel a pallone in giardino (per loro era stata montata una porta da calcetto) avevano appena terminato l’oratorio estivo, in quella casa vi abitavano da circa cinque anni e sembra che non avessero mai esternato di avere problemi. Tutto fa comunque pensare a una tragedia inaspettata, improvvisa e sconvolgente.

Quattro bare, l’addio alla famiglia Dal Cero
Oltre mille persone ai funerali della famiglia Dal Cero-Bergonzi, officiati dal vescovo Stucchi. Marta, Maurizio, Mattia e Fabio sono stati sepolti insieme, nella cappella di famiglia
Perché? Era questa la principale domanda sul volto delle oltre mille persone che hanno dato l’ultimo saluto alla famiglia Dal Cero-Bergonzi, ai funerali che si sono svolti mercoledì pomeriggio nella chiesa di San Vittore a Gornate Olona. La tragedia che ha colpito il paese ha sconvolto tutti e proprio il vescovo monsignor Luigi Stucchi, che ha concelebrato con il parroco don Ruggero il funerale di Maurizio, Marta, e dei piccoli Mattia e Fabio, ha iniziato la propria omelia affrontando direttamente questo tema, quel “perché” che aleggiava nella testa di tutti i presenti, di tutta una comunità per cui non sarà semplice cancellare il dolore.
Quattro bare disposte di fronte all’altare. Due grandi ai lati, i genitori, Maurizio e Marta. Al centro due piccole bare bianche, i figli, Mattia e Fabio. La chiesa gremita, le sedie posizionate anche nel piazzale, soprattutto per gli anziani. Centinaia di persone in piedi.
«È la prima volta che mi ritrovo a concelebrare il rito funebre di un’intera famiglia – ha detto il vescovo -. Signore, tu hai visto quello che ora ci impedisci di vedere, di capire, di spiegare. Signore perché non hai notato pensieri e decisioni? Perché non ai risparmiato Fabio e Mattia, bambini innocenti? Perché non hai custodito nel tuo progetto di amore Marta e Maurizio? Perché?»
I volti dei presenti annuivano. Le domande erano nel cuore di tutti. «Ora ognuno di noi è più solo. Ora è più difficile crederti. Ora sembra a noi impossibile. La nostra preghiera diventa come un grido: da chi andremo? Eppure sappiamo che sulla croce non hai risparmiato nemmeno il figlio tuo Gesù. Tutto questo diventa mistero, speranza e salvezza. Noi tutti te li consegniamo così, anche se li sentiamo strappati. Non facciamo finta che sia accaduto, ma ci schiaccia e ammutolisce. Ma si può ancora camminare, abitare nelle nostre case, si può ancora parlare, lavorare, amare. Costruire segni concreti di comunione, in cui capirci, insieme. Tutto questo è la vita. A tutto questo vogliamo rieducarci di nuovo».
Tutti i presenti hanno poi atteso il passaggio della famiglia, per l’ultimo viaggio verso quella cappella al cimitero che è stata preparata per accogliere, insieme, madre, padre e figli. Un pianto generale è scoppiato al passaggio dei due piccoli, nelle bare bianche. Ad accompagnare il pianto, lunghi applausi, indistinti per tutti e quattro. Fino al corteo, un vero fiume che ha accompagnato la famiglia al cimitero, lasciando il paese deserto. Avvolto nel silenzio. Nel piazzale di fianco alla chiesa si vedono la scuola elementare e l’asilo frequentati da Mattia e Fabio. Serrande abbassate. All’apertura a settembre, come ha detto il parroco don Ruggero, un nuovo dolore colpirà il paese, quando i bambini porranno ai genitori quel “perché” i loro compagni non ci siano più.

 

 


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