Maria Carmina (Carmela) Fontana, 50 anni, ex cameriera, mamma e nonna. Uccisa a coltellate dal marito
Altopascio (Lucca), 28 Maggio 2021
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“Era geloso”. La vittima, Maria Carmela, colpita più volte al fianco e all’addome con un coltello da cucina
Il suo corpo supino a terra, sul pavimento del disimpegno vicino alla cucina della villetta. Accoltellata più volte dal marito con il quale aveva condiviso una vita e una famiglia. Maria Carmina Fontana, che però si faceva chiamare da tutti Carmela, è morta così a soli 50 anni. In una pozza di sangue in un corridoio immerso nella semioscurità per le imposte semi abbassate. Una scena drammatica, sfuggita agli occhi delle due nipotine di appena un anno e mezzo, per un soffio. L’unico caso non infausto in una vicenda che ha tutte le caratteristiche di un dramma familiare.
Mentre il loro nonno, il muratore Luigi Fontana, 54 anni – unito alla moglie, ha voluto il caso, anche nel cognome – pugnalava la donna, casalinga, ex cameriera in un ristorante a Galleno, loro giocavano nel cortile di casa, al numero 17 di via Enrico Fermi, ad Altopascio. Ignare di tutto e senza comprendere quanto stava accadendo, poco prima delle 14, devono aver visto il nonno uscire di casa, oltrepassare il vialetto e, con le mani insanguinate, disperarsi e vagare nella stradina di fronte alla villetta. Lo ha trovato in questo stato il vicino di casa, che si trovava in giardino e non ha potuto fare a meno di notare la scena. Gli ha chiesto cosa fosse successo. C’è voluto un istante per capire che era accaduta una tragedia. La moglie del vicino accorre anche lei: porta via le due bambine di Teresa, una delle due figlie di Luigi e Carmela, che viveva con i genitori ma era assente al momento del dramma. Lei e il fratello Nicola, che vive anche lui ad Altopascio, sono accorsi quando ormai era troppo tardi, avvisati dai carabinieri non soltanto del fatto che la loro madre era morta ma che il padre era stato arrestato per omicidio.
Portato in caserma, dopo che il vicino aveva chiamato i soccorsi, è accusato di aver ucciso la moglie. Sul movente le indagini sono ancora in corso, ma agli inquirenti sembra chiaro che la ruggine tra moglie e marito fosse dovuta a motivi sentimentali. Soltanto 20 giorni fa Luigi aveva raccontato ai fratelli di essere convinto di aver scoperto che la moglie la tradiva. Stamani, qualche ora prima di commettere il delitto, i due avevano litigato furiosamente forse proprio per questo motivo. Qualche vicino li ha sentiti discutere. Forse, è il sospetto, la tensione che si era creata tra i due è degenerata. Nel peggiore dei modi: un’altra donna è morta per mano di un uomo.
Il muratore, fisico atletico per la sua passione per la corsa, ha afferrato un coltello da cucina e ha colpito la donna nel disimpegno vicino alla cucina, ferendola con diversi colpi all’addome, al torace e ai fianchi, mentre Carmela, forse nel disperato tentativo di difendersi si è divincolata, fino a cadere a terra. Senza riuscire più ad alzarsi. Morendo dissanguata in pochi minuti. Il marito, a quel punto, ha lasciato in casa il coltello e si è diretto all’esterno. Lo sguardo assente, le mani insanguinate.
“Lunedì faccio le valigie e me ne vado”. Uccisa con una lama di 20 centimetri (la Nazione – 29 maggio 2021)
I testimoni: Carmela Fontana pensava di lasciare casa qualche giorno per allentare le tensioni con il marito. Il muratore, accusato di omicidio volontario, è piantonato in Psichiatria. Lunedì l’interrogatorio in ospedale
“Lunedì faccio le valigie”. Maria Carmina Fontana, 50 anni, per tutti Carmela, lo aveva pensato e detto al marito. L’idea: staccare la spina dal clima familiare che, nei giorni, era diventato sempre più irrespirabile. E’ quello che emerge dalle prime testimonianze raccolte dai carabinieri guidati dal maggiore Antonio Trombetta e dal colonnello Ugo Blasi e coordinati dal sostituto procuratore Alberto Dello Iacono. Sulla villetta al civico 17 di via Fermi, ad Altopascio, da settimane era calata una cappa pesante. A tesserla nei giorni era stata, in base a quanto ricostruito finora dagli inquirenti, la relazione con un uomo di Altopascio di cui il marito di Carmela, Luigi Fontana, 54 anni, accusava la moglie. Per questo la donna avrebbe manifestato la volontà di andarsene di casa qualche giorno. Avrebbe voluto partire domani per trovare appoggio forse da amici o dai parenti in Campania. Ma la 50enne ha invece trovato la mortevenerdì pochi minuti prima delle 14 colpita da una decina di coltellate al tronco inferte dal marito con un coltello da cucina. Fendenti mortali che sono stati inflitti con una lama lunga circa 20 centimetri, quella di un coltello da carne che i carabinieri hanno trovato sul pavimento della cucina. Cosa abbia acceso la scintilla nella testa dell’uomo ancora non è chiaro.
La certezza è che il muratore originario di Casapesenna, in provincia di Caserta, ha preso il coltello e ucciso la donna in pochi secondi, il tempo che la 50enne ha impiegato per tentare di ripararsi dai fendenti, come testimoniano le ferite alle mani, fuggendo verso il disimpegno della cucina, dove è stata trovata senza vita. Gli inquirenti ora, nella villetta sotto sequestro, stanno cercando di capire come sia nata la lite terminata in tragedia. Se la donna avesse in mano il coltello e stesse preparando il pranzo e poi sia scoppiato il litigio e il marito sia riuscito a impossessarsi della lama. O se l’abbia estratta lui di proposito da un cassetto con l’intento di ucciderla. Dettagli che, ricostruiti e analizzati, possono trasformarsi in ulteriori aggravanti o meno per il 54enne al momento accusato di omicidio volontario aggravato dall’aver ucciso la coniuge. Luigi Fontana, ieri è rimasto tutto il giorno ricoverato e piantonato dai carabinieri nel reparto di Psichiatria dell’ospedale San Luca. Si trova in forte stato di choc.
Il giorno prima in caserma di fronte al colonnello Ugo Blasi e all’avvocato Ilenia Vettori ha accusato un malore e perso conoscenza. “Ancora non sono riuscita a parlarci – spiega il suo legale, Ilenia Vettori – è sconvolto, non l’ho mai visto così. Stiamo valutando il da farsi”. Domani mattina si terrà l’interrogatorio di garanzia in ospedale durante il quale il muratore dovrà rispondere alle domande del gip che deciderà sulla convalida del suo arresto. Lo stesso giorno sarà conferito l’incarico dalla Procura al medico legale Stefano Pierotti per eseguire l’autopsia. Non è escluso che per l’uomo possa essere richiesta una perizia psichiatrica. In caserma, venerdì, prima del malore ha ripetuto a lungo un mantra disperato: “”Dovevano aiutarmi, dovevano aiutarmi…”.
Fontana sorvegliato in carcere dopo l’omicidio della moglie: si teme il suicidio (Caserta News – 4 giugno 2021)
Dopo essere stato dimesso dall’ospedale è in isolamento nel carcere di San Giorgio
Dopo il ricovero in ospedale adesso il 54enne di Casapesenna, Luigi Fontana, è rinchiuso nel carcere di San Giorgio in regime di isolamento e sorvegliato dalla polizia penitenziaria. C’è il timore che l’uomo possa commettere gesti di autolesionismo come un suicidio. Ricordiamo che Fontana venerdì scorso, alle 14 nella propria villetta di Altopascio, in provincia di Lucca in Toscana, ha ucciso a coltellate la moglie Maria Carmina Fontana, 50 anni, con almeno una quindicina di fendenti. Il nullaosta alle dimissioni dal reparto ospedaliero del San Luca – dove il muratore era stato ricoverato e sedato prima dell’interrogatorio di garanzia nella caserma dei carabinieri e un paio d’ore dopo il suo arresto – è arrivato dal responsabile sanitario in seguito al sensibile miglioramento delle condizioni di salute dell’uomo che adesso sarebbero compatibili con il regime carcerario. Il 54enne Fontana, difeso dall’avvocato Ilenia Vettori, è indagato per omicidio volontario aggravato.
Nella giornata di ieri (giovedì 3 giugno) si sono invece tenuti i funerali della donna in forma strettamente privata a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, dove abitano i parenti di Maria Carmina. Per quanto riguarda le indagini invece il medico legale Stefano Pierottiha chiesto 40 giorni di tempo per consegnare la perizia necroscopica all’ufficio requirente. Ci sono poi da analizzare anche i reperti sequestrati tra cui, oltre alla felpa intrisa di sangue appartenente all’omicida e a un paio di scarpe, i telefoni cellulari appartenenti all’ex cameriera che da diciotto mesi faceva la nonna a tempo pieno. Al momento non trova riscontro l’ipotesi che la vittima volesse andarsene da casa e nemmeno che avesse già fatto le valigie. Anche perché l’abitazione era intestata a Maria Carmina Fontana che si occupava pure della gestione delle spese della casa e aveva la disponibilità del conto bancario.