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Cheik Diaw, 27 anni, lavoratore saltuario. Violenta e strangola una ragazza incontrata per caso. Condannato a 30 anni confermati in Cassazione

Firenze, 9 Gennaio 2016


Titoli & Articoli

Ecco chi è Cheik Diaw, il presunto killer di Ashley (La Nazione – 14 gennaio 2016)
Senegalese 27enne, è in città da 4 mesi senza permesso di soggiorno, lavora come pr nelle discoteche
Chi è Cheiktidian Diaw, il giovane senegalese fermato stanotte per l’omicidio di Ashley Olsen? Di lui sappiamo che ha 27 anni, è arrivato in Italia da pochi mesi, senza permesso di soggiorno, per raggiungere il fratello col quale vive a Firenze in via Andrea Del Castagno. “Il giovane è del tutto sconosciuto alla polizia, incensurato”,  ha spiegato il procuratore Creazzo e, contrariamente a quanto era emerso in questi giorni, è stato smentito dalla Procura che fosse ‘uno spacciatore’.
Il senegalese, per vivere si arrangiava con ‘piccoli lavori’ come la distribuzione di volantini per pubblicizzare locali e discoteche. Diaw, un ragazzo da un profilo Facebook apparentemente normale: qualche selfie… un vezzo comune tra i ventenni o poco più. Lo scatto con qualche scarpa griffata, con cappellini da rapper, sguardo da duro, ma insomma niente di inquietante nella sua  ‘casa’ virtuale, o niente che lasciasse pensare all’habitat di un potenziale assassino. Un post datato 28 novembre 2015, oggi, a distanza di oltre un anno, suona invece quasi sinistro e macabro: “La vie est trop courte pour se lever le matin avec des regrets. Alors, aime les personnes qui vous traitent bien, et oubliez celles qui ne le font pas” (La vita è troppo breve per alzarsi la mattina con dei rimpianti, allora ama le persone che ti trattano bene e dimentica chi non lo fa).
E Diaw, come ha raccontato agli inquirenti, ha avuto tanta, tantissima rabbia per chi “non gli ha voluto bene”, per chi, secondo lui, lo ha scacciato come un animale: Ashley. Racconta lo stesso senegalese, in questura, che dopo il rapporto sessuale consenziente la statunitense lo ha cacciato di casa: “Vattene via, arriva il mio fidanzato”. Ecco allora che scatta la gelosia e l’ira del 27enne, che grida: “Non sono mica un cane”. Da lì a poco sbatte la ragazza, minuta e indifesa, violentemente a terra fino a procurarle un doppio trauma cranico, già quello sufficiente a ucciderla. Solo allora l’avrebbe poi strangolata con un cavetto. Tanta ferocia in un volto che sembra quasi angelico. Perché? Effetto devastante di un mix di droghe? Le domande senza risposta sono ancora tante, troppe. Da fonti investigative fanno sapere che Cheik non solo non ha tentato la fuga dopo il delitto ma, probabilmente, era in uno stato psicologico tale che avrebbe confessato spontaneamente. Nei giorni successivi all’omicidio è stato visto entrare e uscire dal proprio appartamento di via Andrea Del Castagno, sortite che sono diminuite col passare del tempo fino ad isolarsi in casa, dove è stato fermato dalle forze dell’ordine. Una sorta di pentimento? Intanto si trova nel carcere fiorentino di Sollicciano con l’accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà per aver agito nei confronti di un soggetto di ‘minorata difesa’, molto più debole.

 

Man sentenced for American woman’s brutal murder in Italy (CBS News – Dec 22, 2016)

 

 

Firenze, “Cheik Diaw ha ucciso Ashley”: condannato a 30 anni (la Repubblica – 22 dicembre 2016)
Trent’anni a Cheik Tidiane Diaw. La Corte d’Assise di Firenze ha condannato il giovane senegalese accusato dell’omicidio volontario aggravato di Ashley Ann Olsen, 35 anni. La giovane donna americana che viveva a Firenze  è stata uccisa la mattina dell’8 gennaio scorso nel suo appartamento in via Santa Monaca, a Santo Spirito. Cheik verrà espulso dal territorio nazionale e dovrà pagare 450 mila euro alla famiglia Olsen. La decisione della giuria popolare presieduta dal giudice Raffaele D’Isa è giunta oggi, giovedì 22 dicembre, dopo cinque ore di camera di consiglio. Cheik, 27 anni, era presente in aula al momento della sentenza, vicino ai suoi legali, gli avvocati Antonio Voce e Federico Bagattini. Presente anche Walter Olsen, il padre di Ashley rappresentato dagli avvocati Michele Capecchi e Alessandro Vinattieri, oltre al compagno della vittima, il pittore Federico Fiorentini. In aula anche tanti amici e conoscenti di Ashley, italiani e stranieri, e i due fratelli dell’imputato. I familiari hanno messo su un tavolo dell’aula una foto di Asley e una rosa rossa. Secondo la tesi accusatoria dei pm Giovanni Solinas e Luca Turco, accolta dalla Corte di Assise, Ashley venne uccisa nel monolocale in affitto in via Santa Monaca a Santo Spirito l’8 gennaio scorso, di prima mattina, al culmine di una lite con Cheik, il giovane senegalese con cui aveva passato la nottata. Venne presa a pugni e calci, la sua testa venne sbattuta due volte contro il muro. Quindi fu strozzata a mani nude.
Cheik venne arrestato dagli agenti della squadra omicidi di Firenze coordinata dal vicequestore Alessandro Ausenda cinque giorni dopo il delitto, nella casa del fratello in via Andrea del Castagno a Campo di Marte. A incastrarlo la prova del Dna, le immagini registrate dalle telecamere della zona di Santo Spirito e San Frediano, le testimonianze di alcuni inquilini del palazzo in cui viveva Ashley e quelle delle amiche con cui la statunitense passò l’ultima notte della sua vita al Montecarla, il locale in cui incontro’ il suo assassino.
“Siamo molto tristi – hanno detto i genitori di Ashley dopo la sentenza – la morte di nostra figlia ha creato un vuoto a cui pensiamo ogni giorno. Siamo soddisfatti della sentenza ma avremmo preferito che Ashley fosse ancora viva, qui con noi’ hanno concluso tra le lacrime dopo aver letto una lettera di ringraziamento ai loro avvocati per il lavoro svolto”. “Sentenza negativa – commenta invece l’avvocato Bagattini – unica consolazione che sia stata esclusa l’aggravante della crudeltà. Adesso lavoreremo per l’appello”.

 

Omicidio Ashley: la Cassazione conferma 30 anni di carcere per Cheik Diaw (Firenze Today – 27 febbraio 2019)
La giovane americana fu strangolata in un appartamento della città nel 2016
La Corte di Cassazione ha confermato 30 anni di carcere per Cheik Diaw, respingendo il ricorso della difesa perchè giudicato inammissibile. Si conclude così, con la conferma della condanna data in  Appello per l’accusa di omicidio volontario, la vicenda della 35enne Ashley Olsen, trovata strangolata in un appartamento a Firenze il 9 gennaio del 2016.
Dietro le sbarre il senegalese Cheik Diaw, attualmente detenuto nel carcere di San Gimignano e i cui difensori, Antonio Voce e Federico Bagattini, avevano basato il ricorso in Cassazione su due aspetti: la mancata perizia per stabilire l’esatto orario della morte e la richiesta di annullamento dell’aggravante dell’inferiorità fisica di Ashley Olsen rispetto al suo assassino. Ma il terzo grado di giudizio ha respinto tutto. La 35enne americana abitava in via Santa Monaca, e fu trovata priva di vita dal fidanzato che dopo un litigio decise di andare a cercarla a casa, non riuscendo in alcun modo a contattarla. Per gli investigatori la giovane incontrò Cheik Diaw in un locale notturno, e i due trascorsero la serata insieme. Poi il tragico epilogo.


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