Manuela Petrangeli, 51 anni, fisioterapista, mamma. Uccisa a colpi di fucile dall’ex compagno
Roma, 4 Luglio 2024
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Manuela Petrangeli, chi era la donna uccisa dall’ex compagno a Roma fuori dalla clinica dove lavorava (Roma Today – 4 luglio 2024)
In precedenza nessuna denuncia per violenze in famiglia. Con l’uomo una storia finita quasi tre anni fa. Le colleghe: “Era serena”
Si chiamava Manuela Petrangeli la donna uccisa a Casetta Mattei dall’ex compagno del primo pomeriggio di oggi, 4 luglio. Aveva 51 anni e lavorava come fisioterapista presso la casa di cura Villa Sandra che si trova proprio su via degli Orseolo, dove è stata uccisa. “Era appena uscita dal lavoro”, hanno raccontato le sue colleghe. “Aveva appena attaccato col figlio, gli aveva detto ‘amore, adesso mamma viene a prenderti”.
Appena nove anni, il piccolo era figlio della coppia. I due si erano lasciati da poco meno di tre anni e Manuela viveva con il piccolo in zona Torresina. Non risultano da parte delle donna delle denunce. Le colleghe hanno raccontato di una situazione tranquilla: “Mai avremmo immaginato una cosa del genere perché mai ci aveva raccontato di liti o situazioni difficili”.
A dare serenità alla Petrangeli era da poco arrivato l’agognato contratto di lavoro. Una collega racconta all’AdnKronos: “Le avevano fatto da poco il contratto. Stamattina abbiamo preso il caffè insieme, finalmente era tranquilla”. A rompere l’idillio poco prima delle 14 l’irruzione su via Orseolo della Smart del killer che, secondo il racconto delle colleghe, l’ha prima colpita a un braccio, lei è corsa via, ha provato a ripararsi dietro a un’auto parcheggiata, ma poi lui ha mirato al petto e non c’è stato più nulla da fare. “La nostra collega che era con lei”, raccontano le amiche, “ha provato a rianimarla, ma è stato tutto inutile. Aveva le mani insanguinate, Manuela è stata centrata da un colpo al petto”.
Chi è Gianluca Molinaro, l’uomo che ha ucciso Manuela Petrangeli: i precedenti per stalking e le botte a un’altra ex compagna (Roma Today – 5 luglio 2024)
“Amore, sto arrivando da te”: l’ultima telefonata di Manuela Petrangeli prima di essere uccisa da Gianluca Molinaro. L’altra ex del reo confesso: “Così l’ho convinto a costituirsi”
Le ha sparato con un fucile dall’auto, a bruciapelo, in pieno giorno. È morta così Manuela Petrangeli, uccisa dal suo ex Gianluca Molinaro che poche ore dopo si è costituito ai carabinieri della stazione di Casalotti. L’ennesimo femminicidio si è consumato all’ora di pranzo del 4 luglio all’uscita di una casa di cura di Casetta Mattei, sulla Portuense. Qui lavorava Petrangeli. Finito il suo turno, con un’amica si trovava nel parcheggio. La chiamata al figlio, a casa dai nonni: “Amore, sto arrivando da te”. Il saluto alla collega e i passi verso l’auto per poi raggiungere il quartiere dove abitava, Torresina. Pochi istanti e davanti ai suoi occhi in via degli Orseolo si materializza la Smart di Gianluca Molinaro, il suo ex, che estrae un fucile e fa fuoco. Petrangeli prova a proteggersi, ma un proiettile la raggiunge al petto e la uccide.
Perché l’ha uccisa? La verità emergerà dall’interrogatorio delle prossime ore. Amiche e colleghe non avevano colto eventuali paure della Petrangeli: “Mai nessuna avvisaglia. Sembra avessero dei rapporti civili, oggi in tanti siamo separati”. Nessuna denuncia risulta alle forze di polizia. Si parla genericamente di dissidi e di denunce mai fatte per proteggere il piccolo. In serata sono emersi dei precedenti a carico dell’uomo, per atti persecutori e stalking nei confronti di una donna frequentata in precedenza.
A raccontare qualcosa sul carattere di Molinaro, è l’ex compagna che con lui ha una figlia. In base al suo racconto sarebbe stata lei a convincerlo a costituirsi. “Biascicava, mi ha detto ‘le ho sparato’ L’ho convinto io a venire dai carabinieri, lui voleva ammazzarsi. Ma io sapevo che non lo avrebbe mai fatto. A quel punto ho fatto quello che avrebbero fatto tutti: gli ho detto di andare dai carabinieri, che tutto si sarebbe risolto, che tanto lo avrebbero preso e che sarei andata a trovarlo con nostra figlia, anche se non lo pensavo. Non so nemmeno come ho fatto a convincerlo, ma ci sono riuscita. L’ho tenuto al telefono per tutto il tempo, fino a quando non è arrivato dai carabinieri e mi ha chiesto ‘Che ci faccio col fucile?’. Voleva portarselo dietro. Gli ho detto di lasciarlo in macchina e ho attaccato solo quando mi ha passato un carabiniere e ho capito che ce l’avevo fatta”.
Manuela Petrangeli, lo sfogo della mamma: “Dovevamo ucciderlo prima, mi farò giustizia da sola” (la Repubblica – 5 luglio 2024)
Dalla casa di Primavalle arrivano le urla della donna contro Gianluca Molinaro, l’omicida della figlia: “Sia maledetto da Dio”
Lo strazio di una mamma arriva dalle finestre dei lotti popolari della borgata di Primavalle, a nord ovest della capitale: “Dovevamo ucciderlo prima, mi farò giustizia da sola”. Patrizia è la madre di Manuela Petrangeli, è rimasta chiusa nella sua casa, attorno i parenti più stretti. Non è andata in via degli Orsoleo a vedere il corpo straziato della figlia, uccisa con due fucilate al petto dal suo ex compagno Gianluca Molinaro. Non ce l’ha fatta.
“Fucilata, fucilata”, sono le urla che arrivano dall’abitazione al primo piano. E quel “dovevamo ucciderlo prima” rivela che forse la famiglia qualcosa aveva intuito o addirittura a qualcosa aveva assistito. Mentre Gianluca Molinaro continua a rimanere muto davanti ai magistrati e non spiega il perché del delitto e gli investigatori non rintracciano alcuna denuncia da parte della ex nei suoi confronti. Il quartiere è attonito, gonfio di rabbia per la “dolce Manuela” strappata al suo bambino e alla sua famiglia. “Sia maledetto da Dio, maledetto”, è ancora la mamma a gridare. “Lo facciano a pezzi”, è il ritorno di un’altra donna della famiglia. Una nenia, raccolta dal quotidiano Il Messaggero, in cui ritornano le parole “bastardo”, “bestia”.
Un canto funebre rabbioso che riempie la piccola via Angelo Mai, una traversa stretta e corta, dove spesso Gianluca Molinaro arrivava per prendere il figlio. “Non merita nemmeno un processo”, è un altro ritornello che si alterna a singhiozzi e abbracci tra chi è arrivato per offrire una consolazione che è troppo precoce per scaldare il cuore di una madre disperata. Fino a ieri Manuela giocava con suo figlio in quel cortile che adesso si è trasformato in una camera ardente in attesa del suo ritorno. “Sognava le ferie con il suo bambino, non meritava tutto questo. Era l’infermiera di tutti, correva per qualsiasi emergenza. Resta l’angelo del nostro quartiere”, dice una donna prima di rientrare nella sua casa.