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Gianluca Molinaro, 52 anni, operatore socio sanitario, padre separato. Pluripregiudicato e già denunciato per violenze dalla prima moglie, uccide a colpi di fucile la madre del suo secondo figlio

Roma, 4 Luglio 2024


Titoli & Articoli

“Vi ammazzo, vi sfondo, vi squarto”, Gianluca Molinaro era stalker seriale. Droga e multe: tutti i precedenti (la Repubblica – 6 luglio 2024)
Denunce, aggressioni verbali e tutti gli episodi legati agli stupefacenti prima del femminicidio
A una donna, per motivi di viabilità, diceva «te sfonno, t’ammazzo a te e a tutta la tua famiglia». E ai carabinieri intervenuti per placare la sua ira ribadiva: «vi ammazzo quando vi trovo in borghese, vi squarto». Era l’8 giugno del 2005 e Gianluca Molinaro aveva 33 anni e alle spalle due contravvenzioni (una nel 1998 e una nel 2002) per guida in stato di ebbrezza. Da quel giorno di inizio estate, l’uomo ha collezionato una decina di precedenti. Tralasciando un paio di episodi legati al consumo e alla vendita di droga, si tratta quasi sempre di reati contro la persona: risse, resistenze, lezioni, minacce, stalking. Crimini che lo hanno accompagnato fino a giovedì scorso, quando intorno alle due del pomeriggio ha premuto il grilletto di un fucile a canne mozze e sovrapposte e ha ucciso Manuela Petrangeli, l’ex compagna, la madre del suo secondo figlio. Ha sparato due colpi (di questo si discuterà oggi durante l’udienza di convalida)restando seduto nella sua Smart.
Un’automobile, proprio dove tutto è cominciato. Perché anche quell’8 giugno del 2005 Molinaro era in macchina, a bordo di una Audi, in via Selva Candida, dalle parti di Casalotti. Si era appena allontanato da casa dopo aver litigato con la sua ex compagna, ed era ubriaco. Una manovra, a suo dire azzardata, di un’altra auto lo ha mandato su tutte le furie. Insegue la vettura, intima alla donna a bordo di fermarsi, la insulta. Poi le taglia la strada, esce dal veicolo e sputando sferra una serie di pugni allo sportello della vittima. La signora riesce a ripartire ma Molinaro la raggiunge, la tampona, la blocca nuovamente. La scena si ripete una seconda volta ma la donna riesce a «spostare il veicolo su un mucchio di sabbia e da lì a guadagnare di nuovo la fuga», si legge nei vecchi atti. Niente da fare, Molinaro è una furia e la bracca nuovamente. Solo l’intervento di una ragazza che passava da quelle parti evita un epilogo peggiore: Molinaro scappa per poi venire fermato dai carabinieri.
Un intervento non semplice: «Usava violenza, ossia calci e pugni e minacce», si legge negli atti che riassumono l’audio dell’aggressione: «Vi ammazzo quando vi trovo in borghese…vi ammazzo a voi e alle vostre famiglie, quando vi trovo da soli vi squarto». Per quei fatti i carabinieri sono finiti all’Aurelia Hospital: 7 giorni di prognosi. Il 52enne invece ha rimediato due diverse condanne. La prima, nel 2008, per l’aggressione ai militari: 4 mesi e 20 giorni di carcere commutati in una multa di circa 5.000 euro. La seconda, nel 2009, per le minacce alla donna: 8 mesi di reclusione. Da quel momento Molinaro inizia ad accrescere il suo curriculum finendo anche in carcere per aver picchiato la madre del suo primo figlio. Una donna che ha avuto la forza per denunciarlo.
Tuttavia c’è chi non lo descrive come una persona violenta. «In 11 anni l’ho visto 3 volte, quando veniva per stare ai domiciliari da una parente. Quelle poche volte che lo vedevo sembrava un tipo normale», conferma il barista di uno storico locale dalle parti di Casalotti. «Sembrava una persona come tante»,
concorda il portiere della Casa San Giuseppe, dove Molinaro lavorava, chiedendosi come sia possibile che una persona con una sfilza di precedenti possa lavorare come Operatore Socio Sanitario. Sembrava una persona come tante ma non lo era. La violenza è stata una costante nella sua vita. E a farne le spese, giovedì scorso, è stata Manuela Petrangeli. (

Manuela Petrangeli, Molinaro subito dopo il femminicidio: “L’ho uccisa, speriamo che l’ho presa bene” (Roma Today – 8 luglio 2024)
L’ex compagno della fisioterapista in silenzio nel corso dell’interrogatorio a Regina Coeli
“L’ho uccisa, speriamo che l’ho presa bene, ho visto il sangue che schizzava da tutte le parti”, sono le agghiaccianti parole che Gianluca Molinaro, l’uomo che giovedì pomeriggio ha aperto il fuoco contro la sua ex compagna e madre di suo figlio Manuela Petrangeli, ha riferito alla sua ex confessando l’omicidio compiuto poco prima in via degli Oresolo a Casetta Mattei. La donna lo ha poi convinto a costituirsi in una caserma dei carabinieri. Testimonianza riportata nell’ordinanza con cui il Gip di Roma sabato ha convalidato il fermo e disposto per Molinaro, rimasto in silenzio nel corso dell’interrogatorio a Regina Coeli, la custodia cautelare in carcere.
Il messaggio all’amico. Gli inquirenti hanno anche acquisito gli sms scambiati con un amico prima del delitto “oggi forse prendo due piccioni con una fava” e dopo l’omicidio della fisioterapista 51enne “gli ho sparato du botti“. Messaggi che l’amico di Molinaro ha detto di aver visto quando ormai era troppo tardi. Le accuse contestate dai pm del pool antiviolenza, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, all’uomo, difeso dall’avvocato Eleonora Nicla Moiraghi, sono di omicidio aggravato e detenzione abusiva di armi.
Il racconto del femminicidio. Molinaro giovedì pomeriggio, alle 14:40, si è presentato alla caserma dei carabinieri di Casalotti e ha dichiarato di aver appena ucciso la sua ex compagna raccontando “di aver saputo tramite un sistema di videosorveglianza da lui installato nell’abitazione della donna di continui tradimenti e che la donna si era iscritta a un sito di incontri”. Tutto falso. Una ricostruzione che non ha trovato riscontro nelle verifiche effettuate dagli inquirenti che non hanno rinvenuto alcun sistema di videorsoveglianza a casa della donna. Il femminicidio davanti alle colleghe con le quali la 51enne si era appena salutata dopo essere uscita dalla cilinica Villa Sandra dove lavorava come fisioterapista.
Il movente del femminicidio. Nell’ordinanza il gip ha sottolineato come “gli elementi sono assolutamente convergenti” evidenziando la “pervicace gelosia” dell’uomo “nonostante la relazione si fosse conclusa da circa tre anni”. Agli atti è anche la testimonianza dell’attuale compagna che, sentita dagli investigatori, ha spiegato che con lei Molinaro era sempre stato calmo manifestando solo disagio per le difficoltà avute con il figlio minorenne che non riusciva a frequentare assiduamente. Parenti e amici hanno invece raccontato di tensioni tra lui e la vittima per la gestione del figlio. Il 53enne avrebbe infatti confidato alle persone a lui più vicine di aver più volte litigato con l’ex compagna, perché non gli avrebbe fatto vedere abbastanza il piccolo, con cui l’uomo aveva un rapporto molto stretto. Sull’ipotesi della gelosia, alla base del delitto, solo il fratello di Petrangeli, tra i testimoni ascoltati, ha riferito che Molinaro non sarebbe mai riuscito ad accettare la fine della relazione con la fisioterapista, nonostante la separazione fosse realtà da tre anni.
Freddata con un fucile a canne mozze .
Un delitto compiuto con un fucile a canne mozze, detenuto illegalmente, e consegnato nella caserma dove si è presentato dopo l’omicidio. Sull’arma sequestrata sono in corso ora gli accertamenti dei carabinieri del Ris. Le indagini puntano a individuare oltre a chi abbia fornito l’arma a Molinaro anche a chi l’abbia modificata, un lavoro che viene compiuto da professionisti, rendendola di fatto un’arma da guerra. Oltre al fucile con cui ha esploso due colpi mentre era a circa un metro dalla vittima, sono state sequestrate altre due cartucce che aveva con sé in una borsa. E gli accertamenti proseguono anche sui telefoni sequestrati all’uomo e alla vittima.

Manuela Petrangeli, secondo la procura il femminicidio è stato premeditato (Roma Today – 24 settembre 2024)
Gianluca Molinaro, l’uomo che l’ha uccisa, dopo il delitto compiuto in via degli Orseolo poco distante dalla clinica dove lavorava la sua ex, si era costituito presso una caserma dei carabinieri
Il femminicidio di Manuela Petrangeli, fisioterapista 51enne, uccisa in via degli Oresolo a Casetta Mattei questa estate, sarebbe stato premeditato. La procura di Roma infatti contesta anche l’aggravante della premeditazione e l’accusa di stalking a Gianluca Molinaro, l’uomo che ha aperto il fuoco contro la sua ex compagna e madre di suo figlio.
Molinaro, difeso dall’avvocato Eleonora Nicla Moiraghi, alla luce delle nuove contestazioni dei pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, verrà interrogato nelle prossime settimane nel carcere di Regina Coeli dove è già detenuto con l’accusa di omicidio e detenzione abusiva di armi che vede ora aggiungersi, in relazione a questo punto, anche quella di ricettazione.
L’uomo dopo il delitto compiuto si era costituito presso una caserma dei carabinieri consegnando il fucile a canne mozze con cui aveva compiuto il femminicidio.
Gli inquirenti avevano acquisito nell’indagine anche gli sms scambiati con un amico prima del delitto nei quali si legge ‘‘oggi forse prendo due piccioni con una fava’‘ e in un altro, dopo l’omicidio della fisioterapista 51enne, dice ‘‘gli ho sparato du botti”. Messaggi che l’amico di Molinaro aveva detto di aver visto quando ormai era troppo tardi. Nell’ordinanza con cui a luglio era stato convalidato il fermo il gip aveva sottolineato come ”gli elementi sono assolutamente convergenti” evidenziando la ”pervicace gelosia” dell’uomo ”nonostante la relazione si fosse conclusa da circa tre anni”. 


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