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Lucelly Molina Camargo, 32 anni, prostituta, mamma. Uccisa con un corpo contundente da un conoscente

Siena, 3 Marzo 2013


Titoli & Articoli

Omicidio nel centro di Siena: Lorena era una prostituta, stava per lasciare la città (la Nazione – 4 marzo 2013)
«Locale sottoposto a sequestro su ordine dell’autorità giudiziaria». Il provvedimento scritto su un foglio bianco e apposto sulla piccola porta al civico 70 di Vallerozzi con la luce del sole spicca e contrasta con il grigio del vecchio palazzo dove sabato pomeriggio è stata uccisa Lucelly Molina Camargo, in arte conosciuta come Lorena. Sì, perché questa giovane madre di famiglia originaria della Colombia — dove era nata 32 anni fa — e con passaporto spagnolo aveva scelto il mestiere più antico del mondo: il meretricio. E proprio la prostituzione, una volta approdata nella nostra provincia, l’aveva portata prima a Chianciano, poi per un breve periodo a Colle e un mese fa prima di trasferirsi in quel monolocale ricavato da una cantina a piano strada in Vallerozzi aveva abitato alla Colonna di Monteriggioni. La sua storia di prostituta è uguale a quella di tante altre sue connazionali. Un mondo sommerso e in forte espansione anche nella nostra città, in cui ora stanno indagando i carabinieri del reparto investigativo. Sono loro ad essere chiamati dal pubblico ministero Nicola Marini a ricostruire non solo le ultime ore di vita di Lorena, ma anche le settimane precedenti. Con il trascorrere delle ore e un nuovo sopralluogo eseguito ieri mattina dai carabinieri del Sis nella casa dell’orrore emergono elementi importanti.
Lucelly Molina Camargo abitava nel monolocale da alcuni giorni insieme ad un’amica (Alexandra) ed era stata quest’ultima a fare il «contratto» di locazione. L’affitto stipulato i primi giorni di febbraio era per un mese. Infatti l’amica parteper la Spagna la mattina di sabato, mentre Lorena aveva il volo per Ibiza, dove abita sua sorella, la domenica pomeriggio. Non l’ha mai preso perché qualcuno l’ha uccisa tra le 13,30 e le 19 del 2 marzo.

 

Il delitto in Vallerozzi, l’omicida incastrato da una forchetta (La Nazione – 15 marzo 2013)
Testa fracassata contro uno spigolo
IL CASO è risolto. Non hanno dubbi il pm Nicola Marini e i carabinieri del reparto investigativo: ad uccidereLucelly Molina Camargo, 32 anni, madre di una bambina di 10 anni è stato William Renan Vilanova Correa, studente brasiliano di 19 anni. Le impronte trovate nel monolocale di Vallerozzi dove la giovane colombiana si prostituiva insieme ad un amica portano a questo ragazzo. Un giovane iscritto ad un istituto tecnico di Poggibonsi e che viene descritto come mite e taciturno. Un ragazzo proveniente da una famiglia umile e arrivato in Italia quando non aveva neppure 3 anni. Ma come è possibile che si sia macchiato di un delitto così efferato? Perché è scattata in lui la furia omicida fino al punto di fracassare la testa di Lucelly contro gli spigoli del piccolo appartamento?
Lo ha fatto per rapina, visto che i soldi (verosimilmente quasi 5mila euro) non sono stati trovati, oppure dietro c’è qualcosa non ancora emerso? Domande che si sono fatti anche il pm e gli stessi carabinieri, tanto che lo stesso magistrato ieri mattina ha affermato che il lavoro degli uomini dell’Arma non è ancora concluso. E’ certo, comunque, che ad incastrare il diciannovenne sono state le impronte papillari rinvenute sulla valigia della vittima e sulla forchetta usata per aprirla. Il Ris, infatti, ha dovuto confrontare le impronte rinvenute in casa con quelle prese a ben diciotto persone che a vario titolo avevano frequentato il monolocale negli ultimi tre giorni. Persone rintracciate attraverso i telefonini della trentaduenne, ma la svolta al lavoro dei carabinieri l’ha dato Daniela, l’amica di Lucelly, partita il giorno prima del delitto e rientrata a posta nei giorni scorsi a Siena per rispondere alle domande degli investigatori. Ed è lei ad aver consciuto William. Qualche telefonata, piccoli regalini, ma nessun rapporto sessuale né con lei, né con la sua amica morta ammazzata. E allora perché quel sabato il diciannovenne torna in Vallerozzi? Sapeva che Daniela era partita per Ibiza e quindi cosa cercava? Il ragazzo interrogato una prima volta quando ancora in mano dei carabinieri non c’erano i risultati del Ris lascia la casa in Camollia che divideva con altri coetanei e torna da sua madre che abita a Ruffolo. Si taglia perfino i capelli. Perché? Solo lui può rispondere, ma non lo fa. Piange e continua a negare il suo coinvolgimento nel delitto. Lunedì comparirà davanti al giudice per l’udienza di garanzia.
«CON IL FERMO di questo ragazzo — ha detto il pm Nicola Marini — abbia dato una risposta pronta e concreta. Era un delitto difficile da risolvere perché tra vittima e carnefice non c’era alcuna relazione. Siena in questo ultimo periodo si è surriscaldata. Abbiamo reati di alta finanza e delitti efferati come questo. Fatti che prima erano meno che episodici. La città deve sapere che noi ce la mettiamo tutta. I carabinieri e la Procura hanno fatto un lavoro di squadra e i risultati non sono mancati».
L’attività investigativa in questo omicidio è stata scandita anche dall’umana pietà. Infatti più i carabinieri scavano nella vita di Lucelly e più emergevano elementi che raccontavano di una giovane donna colombiana provata dalla quotidianità e segnata da grandi dolori. Alle spalle una famiglia umile e povera (per riportare la salma in patria alcune associazioni senesi hanno fatto una colletta) e una figlia a cui provvedeva facendo il mestiere più antico del mondo. La piccina non lo sapeva e non vedrà mai le cose che la sua mamma le aveva comprato in un negozio del centro qualche ora prima di essere uccisa.

 


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