Livia Agnese Barbato (Lilly Bartok), 22 anni, fotografa. Uccisa dal fidanzato che inverte la marcia in tangenziale
Napoli, 25 Luglio 2015
Titoli & Articoli
Napoli, due morti in Tangenziale. Livia, il sogno spezzato della foto (Corriere Adriatico – 25 luglio 2015)
Ventidue anni, una passione sfrenata per la fotografia.
Gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, poi i primi shot fotografici, cominciati quasi per gioco, tra gli amici. Ritratti, immagini dinamiche, la cura del dettaglio. Tutti particolari che hanno trasformato una passione in un lavoro, fino a ritagliarsi un piccolo spazio (e un discreto seguito) come fotografa free-lance. Viveva a Fuorigrotta Livia Barbato, la ragazza tragicamente deceduta in un incidente automobilistico questa notte sulla tangenziale. La Clio su cui viaggiava, guidata dal fidanzato ventinovenne, Aniello Mormile, si è scontrata frontalmente con la Fiat Panda guidata da Aniello Miranda, quarantottenne di Torre del Greco, che stava andando al lavoro.
Secondo quanto appurato dalla Polizia Stradale, la Clio aveva imboccato l’asse contromano. Livia e il quarantottenne sono deceduti per le gravi ferite riportate, il ragazzo è attualmente ricoverato in ospedale. Erano stati in un locale di Pozzuoli, dove si erano incontrati con un gruppo di amici. Un appuntamento fisso del venerdì sera, per passare una serata spensierata. Poi, al ritorno, la tragedia, su cui faranno chiarezza le indagini della polizia.
Su Internet c’è tutta la vita di Livia, le sue passioni, le foto con gli amici, gli autoscatti e i lavori. Su Facebook, dove si firmava come Lilly Bartok, ci sono le sue fotografie, seguite da numerosi apprezzamenti. Stessa situazione per la sua pagina fan, sullo stesso social network, e sui siti dedicati, dove le immagini personali e con gli amici lasciavano spazio ai lavori, aggiornati continuamente. E poi i viaggi, in Campania e in tutta Italia, per seguire le manifestazioni dove Livia poteva scattare per soddisfare quella passione che era diventata un lavoro. L’eredità di una ragazza che, da chi la conosceva e aveva visto il suo modo di lavorare, veniva definita come tra le più promettenti del panorama locale. (di Nico Falco)
Contromano in tangenziale, l’autopsia: “Livia Barbato era sveglia e lucida” (Napoli Today – 29 ottobre 2015)
Nelle pagine depositate in Procura dal dottor Mascolo sulla morte di Livia Barbato è emerso come la ragazza fosse completamente cosciente nel momento del terribile schianto
Emergono nuovi particolari sulla terribile tragedia dell’auto guidata contromano in tangenziale da Aniello Mormile, che ha portato alla morte di due persone. Al momento dello scontro, Livia Barbato, la fidanzata del guidatore era seduta dietro sul lato destro dell’auto, sveglia e lucida e non distesa come si poteva supporre in un primo momento. Nelle pagine depositate in Procura dal dottor Mascolo sulla morte di Livia Barbato è emerso dunque che la ragazza era completamente cosciente nel momento del terribile schianto. Intanto Nello Mormile, difeso dai penalisti Gaetano Baccari e Gaetano Porto, non ha fornito per il momento particolari utili sulla folle decisione di percorrere la tangenziale contromano. L’accusa per lui è di duplice omicidio volontario.
La famiglia di Livia Barbato:Nello lucido? È un altro dolore (Corriere della Sera – 27 gennaio 2016)
L’incidente mortale in tangenziale. Mormile andò contromano consapevolmente
Gianfranco e Angela, i genitori di Livia Barbato, sono persone che non hanno perso mai le staffe, il buon senso. E soprattutto i modi pacati. La morte di Livia, morta in tangenziale a luglio scorso, per un incidente causato da Aniello Mormile, è stata una vicenda dolorosa. Innaturale. Incomprensibile. Si sono chiusi nel dolore con estrema dignità e sobrietà, hanno evitato di pronunciare una sola parola negli ultimi cinque mesi, nonostante le sollecitazioni fossero tante. Hanno vissuto con un cruccio devastante. Confidandolo esclusivamente al legale di famiglia Andrea Ragozzino: Nello era un ragazzo normale, lo avevamo accolto in casa. Sarà stato davvero così lucido mentre invertiva la marcia, terrorizzava Livia e provocava la sua morte? Ebbene, quando il 24 luglio scorso alle 4.40, Aniello Mormile percorreva a fari spenti e contromano il tratto della tangenziale che da Pozzuoli va ad Agnano, era lucido. Cosciente e consapevole. E’ quanto è emerso dalla consulenza che il dottore Ciro Di Nunzio ha depositato nella cancelleria del pm Salvatore Fusco che presto chiuderà le indagini. Nello aveva bevuto, certo. Ma la quantità di alcol era sopportabile per chi è abituato. Nessun uso di droga nè quella notte, nè nei giorni precedenti. La famiglia di Livia accoglie l’esito della perizia con ulteriore dispiacere. La certificazione che quel ragazzo accolto in casa per tanto tempo, considerato a tutti gli effetti il fidanzato di Livia, l’uomo che avrebbe dovuto proteggerla, si è rivelato all’improvviso un mostro. E’ un po’ come morire due volte, con i sensi di colpa di una famiglia che legittimamente continua a chiedersi: c’erano segnali che abbiamo sottovalutato? La risposta deve essere «no». Raccontano, Gianfranco e Angela, di una storia normale tra sua figlia e Nello. Di due ragazzi innamorati, ma soprattutto di un fidanzato che non aveva mai lasciato trasparire alcun istinto di follia. Si può invece morire così – insistono – da un momento all’altro, per mano dell’uomo di cui Livia e noi ci fidavamo ad occhi chiusi.
Nello è rinchiuso nel carcere di Poggioreale, non ha mai raccontato agli inquirenti i momenti di quella tragica notte. «Non ricordo cosa sia successo», ha insistito più volte, rispetto al viaggio della morte in tangenziale. Ha ricordato però la serata trascorsa in un locale di Pozzuoli con Livia e altri amici. Ha saputo dire quanti e quali drink avesse bevuto. Le uniche parole rispetto all’incidente furono immediatamente successive. «Ho fatto una cazzata», disse a due agenti della polizia. Poi un silenzio lungo cinque mesi, dietro un muro di «non ricordo». Sono stati gli stessi uomini della polizia, un sostituto commissario e un sovrintendente, a riportare le sue parole negli atti. Una conversazione avvenuta quattro minuti dopo l’incidente. Parole di un uomo presente a se stesso, come confermano gli esiti della perizia tossicologica. Angela e Gianfranco provano a sopravvivere al dolore lacerante. La passione di Lilly continuerà a vivere, negli scatti delle ragazze che potranno perseguire il sogno della fotografia nel suo ricordo. Il laboratorio fotografico dedicato a «Lilly Bartok», il nome con cui Livia si era fatta conoscere nell’ambiente e in Rete, nascerà a Scampia nell’ambito di un progetto curato dalla Fondazione Mission Bambini onlus.
(di Monica Scozzafava)
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In memoria di
#Lillyè, all’Arenile serata benefica per Livia Barbato. Ci sarà de Magistris (il Napolista – 24 luglio 2018)
Nel terzo anniversario della morte in Tangenziale, presentazione del libro di Luca Maurelli e mostra fotografica della ragazza che era in macchina contromano col fidanzato
#Lillyè. Domani 25 luglio, alle ore 19, all’Arenile di Bagnoli (ingresso libero) si svolgerà una serata in ricordo di Livia Barbato con una mostra fotografica della giovane artista deceduta tre anni fa in un tragico schianto in Tangenziale. Sarà allestita nell’area dell’Arenile una mostra fotografica con i migliori scatti firmati “Lilly Bartok”, sarà presentato il libro a lei dedicato “Viaggio al centro della notte” di Luca Maurelli mentre l’attrice e doppiatrice Lucia Maglitto leggerà qualche brano tratto dal volume in uscita ad agosto con Guida Editori. I proventi dell’autore saranno destinati a iniziative di beneficenza gestire dai genitori di Livia in favore di “Casa Arcobaleno” di Scampia in collaborazione con “Mission Bambini”. La serata sarà animata dalla band delle “Mujeres Creando”. È atteso anche il sindaco Luigi de Magistris.
Il libro di Luca Maurelli parte dal racconto di un drammatico fatto di cronaca: un incidente in Tangenziale accaduto il 25 luglio del 2015, quando un’auto guidata un dj ubriaco, Nello Mormile, mise in atto un contromano che si concluse con uno schianto che uccise due persone, Aniello Miranda, e Livia Barbato, la fidanzata di Mormile. Il libro oltre a ricostruire la vicenda giudiziaria è dedicato al ricordo di Livia Barbato e ospita pareri e contributi sul fenomeno della movida alcolica, le stragi del sabato sera e la sicurezza stradale.
Storia di Livia, morta dopo la “folle corsa”. Un libro racconta la tragedia (Secolod’Italia – 9 settembre 2018)
Aveva solo 21 anni Livia Barbato. Era bella, appassionata e amava la vita, la sua vita vissuta con l’intensità di una giovane artista, dentro una famiglia che ne incoraggiava le attitudini creative e che l’amava con trasporto. Perché Livia era una fotografa che poteva aspirare a una carriera luminosa se la sua esistenza non si fosse spenta per una folle corsa contromano sulla tangenziale di Napoli. A guidare l’auto era il fidanzato, Nello Mormile, un dj con il pallino per la vita spericolata.
Un fatto di cronaca rimasto indecifrato, nonostante due processi. Nello voleva uccidere la giovane fidanzata oppure aveva solo bevuto troppo ed è vero che non ricorda niente di quei tragici minuti, di quel viaggio al limite del precipizio che è costato la vita a un altro ignaro automobilista, Aniello Miranda, che viaggiava, lui sì, nella direzione giusta?
Ora un libro del giornalista Luca Maurelli indaga su quella tragedia e ne ricostruisce minuto dopo minuto l’esito drammatico (Viaggio al centro della notte). Un libro inchiesta, dove la parola viene data ai protagonisti, ai genitori di Livia, agli amici di lei e di Nello, agli avvocati, al personale medico che prestò i primi soccorsi, a don Antonio Mazzi, che condanna l’abuso di alcol, a Simonetta Matone, che firma la prefazione e che mette in guardia sulla sottovalutazione delle stragi del sabato sera.
Maurelli riavvolge il filo degli eventi e comincia da lì, da quei sei minuti del viaggio contromano di Nello al centro di una notte assassina. Alle 4,26 del 25 luglio 2015 tutto si è concluso. Lo schianto. Livia agonizzante che muore pochi minuti dopo. Il fidanzato, illeso, che dice alla dottoressa dell’ambulanza: “Ho fatto una cazzata”. I due tornavano insieme da una serata passata in un locale a Pozzuoli.
Dare una dimensione giuridica a quella “cazzata” confessata da Nello Mormile non è stato ancora possibile: prima condannato per omicidio volontario, poi per omicidio colposo, con pena ridotta da 20 a 10 anni, il dj della folle corsa ha sempre sostenuto di non ricordare nulla, di non sapere come mai avesse imboccato la tangenziale contromano. Un blackout di vari minuti dovuto alle birre bevute, seguite da qualche bicchiere di sambuca. Ma Nello aveva qualcosa da nascondere, un flirt con un’altra, di cui forse Livia venne a conoscenza. I due litigarono proprio quella sera e lui volle punirla? Oppure volle provare il brivido di una prova estrema, senza il consenso dell’altra passeggera? Oppure aveva deciso di farla finita perché la loro relazione cominciava a manifestare le prime crepe? Ci sono tutti questi interrogativi, nel libro di Luca Maurelli, ma quelle pagine sono soprattutto la storia di un’assenza.
La storia del vuoto che lascia, dopo, quando l’alba rischiara il buio delle notti brave, una vita spezzata troppo presto. Il padre di Livia racconta: “Credevo di vederla ovunque, mi sembrava di stare in mezzo ai fantasmi . Poi ho capito che dovevo accettare anche quelle visioni, perché quello era il mio modo,tutti i giorni, di pensare a mia figlia e di ritrovarmela vicino, senza che nessuno se ne accorga”. La madre di Livia racconta: “Ogni volta che penso a Livia, o che lei pensa a me, è come se mi calassi in un pozzo molto stretto e buio con il mio secchiello di emozioni e cominciassi a scendere lentamente sul fondo”. E poi c’è il sorriso di lei, disarmante e solare. Un sorriso che non si può spegnere per una “cazzata”. (di Adele Sirocchi)