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Gianna Toni, 50 anni, mamma. Uccisa con due colpi di pistola dal convivente

Calenzano (Firenze),  12 aprile 2012

Erano separati in casa, lui si era trasferito nella dependance. Ma voleva amore, non compassione: per questo ha sparato alla Gianna, la donna con cui aveva vissuto oltre vent’anni e con cui aveva avuto tre figlie.

Mario Bartoli, 54 anni, geometra, padre. Scrive una lettera d’addio ma poi uccide la moglie e ferisce la figlia.

Figli: 3

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Il Tirreno

Uccide la compagna e si spara alla testa – Gravissimo un geometra: non aveva accettato la separazione dalla donna. La figlia resta ferita da un colpo di rimbalzo

Un amore finito dopo venti anni di convivenza, una pistola calibro 9 che non dovrebbe stare nelle mani di un geometra, il silenzio di un piccolo borgo di campagna. Sono gli ingredienti della tragedia che si è consumata la scorsa … Di fatto, dicono i carabinieri, Mario e Gianna vivevano da separati in casa. Lui da qualche giorno si era trasferito in una dependance staccata dall’abitazione principale.

Non potevano separarsi, non essendo mai stati sposati, ma per Mario Bartoli non ha fatto una gran differenza: non ha accettato la situazione e ha deciso di risolvere tutto a colpi di pistola …

… Qualche discussione tra Mario e Gianna l’ho sentita anch’io nei giorni scorsi, ma nulla di particolare. Loro sono molto riservati». «Una famiglia normale, senza problemi – conferma Angiolino Barni, il pensionato che fino a qualche tempo fa curava il giardino – Diciamo che lui è un po’ rigido, solo questo».

«Eppure (…) racconta un’altra vicina di casa, il consigliere comunale Pdl Monica Castro – Lei al ritorno mi sembrava contenta. Viveva per le figlie e per la casa. Lui invece lo conosco meno, mi è parso autoritario».

In realtà Gianna Toni dava anche una mano al convivente, che ha uno studio di geometra in via del Lavoro a Calenzano. Un’attività ben avviata e una reputazione professionale senza macchia.

Recentemente Bartoli era anche entrato in una delle squadre di caccia al cinghiale che battono la Calvana, ma i compagni non hanno avuto il tempo di conoscerlo a fondo, come confermano due membri del gruppo. L’unica che lo conosceva davvero, forse, è proprio Gianna Toni, che però non ha capito in tempo che poteva finire male.

di Paolo Nencioni

La Nazione

“Volevo amore e non compassione” la lettera d’addio di Bartoli prima della tragedia familiare. Dramma a Calenzano – Raccomandazioni alle figlie e un pensiero per il suo cane

MIGLIORANO le condizioni di Mario Bartoli, il geometra 54enne … Dopo avere compiuto il suo folle gesto sparando alla compagna all’addome e alla testa, con la chiara intenzione di ucciderla, Bartoli aveva rivolto l’arma contro se stesso tentando di suicidarsi: il proiettile esploso aveva anche colpito di striscio al fianco la figlia sedicenne medicata poi in ospedale ma in comprensibile stato di choc.

… Intanto pare accertato che il gesto folle di Bartoli fosse pianificato anche perché è stata ritrovata una lunga lettera indirizzata alle figlie, “datata 12 ovvero 13 aprile”, in cui, fra l’altro, pianifica precisamente che cosa dovrà accadere del suo studio professionale che, spiega nella missiva, continuerà ad essere gestito da un socio.

Una raccomandazione è rivolta, in particolare, alla figlia maggiore perché consegni la lettera ad una persona, indicata per cognome, definito «maestro di vita» dallo stesso Bartoli, che potrà indirizzarla per il passaggio di consegne. Nella missiva si citano anche cose concrete come il fatto di dover riscuotere diversi crediti. “Vorrei dire tante cose, ma pensando a me e mamma troverete le parole che avremmo detto per voi”.

Più oscuri invece altri passaggi che si riferiscono comunque alla vita familiare ma sembra comunque trasparire il rimpianto per una vita eccessivamente dedicata al lavoro.

UN PENSIERO, nella lettera di congedo, è rivolto anche al cane di casa con la raccomandazione di avere cura di lui: “Non lasciate sola Peggy”. E ancora: “Quante sigarette ho fumato per cercare di annebbiarmi, troppe ma non sono bastate. Volevo solo l’amore, non la compassione per chi lavora tanto. Lo so come si fa a divertirsi e rilassarsi. Ho cercato di lasciare qualcosa a voi violentando la mia vita inutilmente”

Intanto ieri a Calenzano non si era assolutamente spenta la eco per una tragedia assurda originata, sembra, dai rapporti di coppia diventati ultimamente molto tesi: tutti ricordano Gianna come una persona semplice e alla mano che viveva, letteralmente, per le amatissime figlie.

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