Gianna Toni, 50 anni, mamma. Uccisa con due colpi di pistola dal marito, che ferisce anche la figlia
Calenzano (Firenze), 12 Aprile 2012
Titoli & Articoli
Uccide la compagna e poi si spara davanti alla figlia (la Nazione – 13 aprile 2012)
UN LITIGIO devastante. Definitivo stavolta. E poi gli spari, tre, in piena notte, tra l’1 e l’1,30; due alla donna, sua convivente da molti anni, raggiunta all’addome e alla testa, il terzo rivolgendo la pistola contro se stesso, col proiettile che rimbalza sul cranio e schizzando via ferisce di striscio la figlia 16enne della coppia, la secondogenita dopo una ragazza di 20 e la più piccola, appena 7.
Scenario di un dramma sfociato in tragedia con la morte della donna nonostante il disperato prodigarsi dei medici, una bella villa di Calenzano, frazione Carraia, zona residenziale. Conviventi, Mario Bartoli, 54 anni, e Gianna Toni, 50, sono stati ricoverati lui a neurochirurgia, lei al Dea, entrambi in prognosi riservata. Ma già nella tarda mattinata le esili speranze di sopravvivenza per Gianna sono tramontate fino all’avvio del procedimento per l’accertamento di morte cerebrale. Resta appesa ad un filo la vita di Bartoli, geometra, titolare sempre a Calenzano di un avviato studio professionale, e iscritto all’elenco dei periti del Tribunale di Prato.
HA UN GROSSO ematoma cerebrale causato dall’impatto della pallottola e dallo sparo, una volta riassorbito bisognerà stabilire l’entità delle lesioni. Fuori pericolo la figlia sedicenne, trattenuta in osservazione anche per lo choc. Illese le altre due figlie della coppia. La più grande sembra fosse col fidanzato a portar fuori il cane. La più piccola dormiva.
Sono state le figlie più grandi, la ventenne appena rientrata a casa e la sedicenne ferita e choccata a chiedere aiuto. Quando arrivano i soccorritori del 118 si trovano di fronte ad una scena raccapricciante. Cercano di stabilizzare le condizioni dei due feriti, offrono un primo supporto psicologico alla figlia ferita e alla sorellina.
Sangue, una pistola a terra, la telefonata al 113. La dinamica dei fatti — un tentato omicidio-suicidio su cui indagano i carabinieri di Signa coordinati dal sostituto procuratore a Prato, Rita Pieri — risulta evidente. E a confermare l’incubo, c’è lo sguardo atterrito della figlia 16enne, testimone diretta di un amore finito, di una separazione forse imminente. Preannunciata dalla nuova ‘residenza’ di lui: una dependance vicina alla villa. Quanto alla pistola, una calibro 9 «Beretta»: Bartoli è in regola, la tiene per difesa. Come alcuni fucili per andare a caccia.
«Ennesima discussione di un rapporto di coppia deteriorato», scrivono i carabinieri. Meno evidente semmai il fattore scatenante dei disaccordi. Potrà in parte spiegarlo, forse, la figlia accorsa a tentare di dividerli. Non problemi economici o di lavoro, ma sentimentali. Gianna Toni aveva ricominciato a lavorare: contabile anche per lo studio aperto da Bartoli, anche se lei in ufficio la vedevano di rado. Increduli e sconvolti i colleghi e amici dell’uomo: il geometra Davide Guerrera, 30 anni, braccio destro di Bartoli e l’avvocato civilista Luca Magherini, 39, che a sua volta divide con Bartoli la sede. Nessuno li aveva avvertiti. Bartoli non è arrivato e loro hanno saputo da una telefonata.
(di Giovanni Spano)