Mario Bartoli, 54 anni, geometra, padre. Uccide la moglie e ferisce la figlia a colpi di pistola. Tenta il suicidio, ma si salva e viene condannato a 18 anni
Calenzano (Firenze), 12 Aprile 2012
Titoli & Articoli
Uccide la compagna e poi si spara davanti alla figlia (la Nazione – 13 aprile 2012)
UN LITIGIO devastante. Definitivo stavolta. E poi gli spari, tre, in piena notte, tra l’1 e l’1,30; due alla donna, sua convivente da molti anni, raggiunta all’addome e alla testa, il terzo rivolgendo la pistola contro se stesso, col proiettile che rimbalza sul cranio e schizzando via ferisce di striscio la figlia 16enne della coppia, la secondogenita dopo una ragazza di 20 e la più piccola, appena 7.
Scenario di un dramma sfociato in tragedia con la morte della donna nonostante il disperato prodigarsi dei medici, una bella villa di Calenzano, frazione Carraia, zona residenziale. Conviventi, Mario Bartoli, 54 anni, e Gianna Toni, 50, sono stati ricoverati lui a neurochirurgia, lei al Dea, entrambi in prognosi riservata. Ma già nella tarda mattinata le esili speranze di sopravvivenza per Gianna sono tramontate fino all’avvio del procedimento per l’accertamento di morte cerebrale. Resta appesa ad un filo la vita di Bartoli, geometra, titolare sempre a Calenzano di un avviato studio professionale, e iscritto all’elenco dei periti del Tribunale di Prato.
HA UN GROSSO ematoma cerebrale causato dall’impatto della pallottola e dallo sparo, una volta riassorbito bisognerà stabilire l’entità delle lesioni. Fuori pericolo la figlia sedicenne, trattenuta in osservazione anche per lo choc. Illese le altre due figlie della coppia. La più grande sembra fosse col fidanzato a portar fuori il cane. La più piccola dormiva.
Sono state le figlie più grandi, la ventenne appena rientrata a casa e la sedicenne ferita e choccata a chiedere aiuto. Quando arrivano i soccorritori del 118 si trovano di fronte ad una scena raccapricciante. Cercano di stabilizzare le condizioni dei due feriti, offrono un primo supporto psicologico alla figlia ferita e alla sorellina.
Sangue, una pistola a terra, la telefonata al 113. La dinamica dei fatti — un tentato omicidio-suicidio su cui indagano i carabinieri di Signa coordinati dal sostituto procuratore a Prato, Rita Pieri — risulta evidente. E a confermare l’incubo, c’è lo sguardo atterrito della figlia 16enne, testimone diretta di un amore finito, di una separazione forse imminente. Preannunciata dalla nuova ‘residenza’ di lui: una dependance vicina alla villa. Quanto alla pistola, una calibro 9 «Beretta»: Bartoli è in regola, la tiene per difesa. Come alcuni fucili per andare a caccia.
«Ennesima discussione di un rapporto di coppia deteriorato», scrivono i carabinieri. Meno evidente semmai il fattore scatenante dei disaccordi. Potrà in parte spiegarlo, forse, la figlia accorsa a tentare di dividerli. Non problemi economici o di lavoro, ma sentimentali. Gianna Toni aveva ricominciato a lavorare: contabile anche per lo studio aperto da Bartoli, anche se lei in ufficio la vedevano di rado. Increduli e sconvolti i colleghi e amici dell’uomo: il geometra Davide Guerrera, 30 anni, braccio destro di Bartoli e l’avvocato civilista Luca Magherini, 39, che a sua volta divide con Bartoli la sede. Nessuno li aveva avvertiti. Bartoli non è arrivato e loro hanno saputo da una telefonata.
(di Giovanni Spano)
“Volevo amore e non compassione” la lettera d’addio di Bartoli prima della tragedia familiare (la Nazione – 14 aprile 2012)
Cronaca Dramma a Calenzano
MIGLIORANO le condizioni di Mario Bartoli, il geometra 54enne che, nella notte tra martedì e mercoledì nella sua casa di via di Carraia a Calenzano, aveva sparato alla sua convivente e madre delle sue tre figlie, Gianna Toni di 50 anni, morta alcune ore più tardi. Dopo avere compiuto il suo folle gesto sparando alla compagna all’addome e alla testa, con la chiara intenzione di ucciderla, Bartoli aveva rivolto l’arma contro se stesso tentando di suicidarsi: il proiettile esploso aveva anche colpito di striscio al fianco la figlia sedicenne medicata poi in ospedale ma in comprensibile stato di choc. Dieci giorni la prognosi per lei ma una ferita psicologica sicuramente più difficile da risanare.
Le condizioni del geometra invece erano sembrate molto gravi tanto da far temere per la sua vita: a quanto si apprende dall’ospedale di Careggi, dove l’uomo è piantonato, sembra che stia rispondendo positivamente alle terapie. Intanto pare accertato che il gesto folle di Bartoli fosse pianificato anche perché è stata ritrovata una lunga lettera indirizzata alle figlie, “datata 12 ovvero 13 aprile”, in cui, fra l’altro, pianifica precisamente che cosa dovrà accadere del suo studio professionale che, spiega nella missiva, continuerà ad essere gestito da un socio. Una raccomandazione è rivolta, in particolare, alla figlia maggiore perché consegni la lettera ad una persona, indicata per cognome, definito «maestro di vita» dallo stesso Bartoli, che potrà indirizzarla per il passaggio di consegne. Nella missiva si citano anche cose concrete come il fatto di dover riscuotere diversi crediti. “Vorrei dire tante cose, ma pensando a me e mamma troverete le parole che avremmo detto per voi”.
Più oscuri invece altri passaggi che si riferiscono comunque alla vita familiare ma sembra comunque trasparire il rimpianto per una vita eccessivamente dedicata al lavoro.
UN PENSIERO, nella lettera di congedo, è rivolto anche al cane di casa con la raccomandazione di avere cura di lui: “Non lasciate sola Peggy”. E ancora: “Quante sigarette ho fumato per cercare di annebbiarmi, troppe ma non sono bastate. Volevo solo l’amore, non la compassione per chi lavora tanto. Lo so come si fa a divertirsi e rilassarsi. Ho cercato di lasciare qualcosa a voi violentando la mia vita inutilmente”
Intanto ieri a Calenzano non si era assolutamente spenta la eco per una tragedia assurda originata, sembra, dai rapporti di coppia diventati ultimamente molto tesi: tutti ricordano Gianna come una persona semplice e alla mano che viveva, letteralmente, per le amatissime figlie.
Uccise la moglie a fucilate. Condannato a 18 anni il geometra di Carraia (Piana Notizie – 28 gennaio 2014)
Il Tribunale di Prato ha condannato a 18 anni Mario Bartoli il 57enne che, nell’aprile 2012, uccise a fucilate la compagna Gianna Toni che, all’epoca, aveva 52 anni. Bartoli, geometra con studio a nell’area industriale di Calenzano, sparò tre colpi di fucile alla convivente menre i figli erano fuori e tentò, senza riuscirci, di suicidarsi. Il Tribunale lo ha adesso condannato, si tratta della sentenza di primo grado, anche a risarcire (momentaneamente con una provvisionale) le parti civili: i figli con 100mila euro a testa, la la madre della vittima con 50mila euro e il fratello con 15mila. La vicenda suscitò notevole scalpore a Carraia, località dove viveva agiatamente la famglia del geometra, in una bella casa ristrutturata lungo la vecchia strada che dalla chiesa del posto va verso la Calvana. La vicenda accadde nel cuore della notte e fu la figlia maggiore a rinvenire i due corpi al suo ritorno a casa in compagnia del fidanzato.