Loading

Deborah Saltori, 42 anni, mamma di quattro figli. Uccisa a colpi di accetta dall’ex marito (già condannato per violenze), che avrebbe dovuto essere ai domiciliari

Cortesano (Trento), 22 Febbraio 2021

Un (altro) femminicidio annunciato. 

 

 

 

 


Titoli & Articoli

Lei aveva già tre figli (dai 4 ai 17 anni) da un precedente matrimonio, poi era arrivato il quarto, il loro bambino. per il quale Cattoni aveva un amore viscerale. E forse proprio per il divieto impostogli dal giudice di rivedere il piccolo è nata la sua furia omicida. (L’Adige, 22 febbraio 2021)

L’indagato sostiene di voler ancora bene alla ex compagna, addirittura scrive di amarla ancora, di sognarla tutte le notti dalla sua cella del carcere, di ricordare la povera Deborah tutti i giorni pregando. Cattoni ricorda di aver sempre fatto tutto il possibile per sostenere la sua famiglia. (L’Adige, 16 giugno 2021)

Lorenzo Cattoni dopo uno dei tanti episodi di violenza era stato «ospite» per 20 giorni del carcere di Spini di Gardolo dove aveva avuto dei colloqui con psicologi e professionisti. Uno di loro spiega che «Anche all’interno del carcere Lorenzo Cattoni era una personalità molto inquietante e corrosa dall’odio e il rancore verso tutti. Il suo carattere era molto arrogante, prepotente e violento» Ce ne sarebbe stato abbastanza per tenerlo rinchiuso qualche tempo per aiutarlo a riflettere ma invece…. (La voce del Trentino, 24 febbraio 2021)

Femminicidio a Cortesano: “Mia mamma aveva paura, e non l’hanno protetta”, parla il figlio di Deborah
Aveva paura del marito da cui si stava separando, Deborah. Lo aveva rivelato ai suoi figli e alle persone più care. Ora sono loro, fragili e frastornati, a prendersela con chi la loro mamma non l’ha protetta abbastanza.
Parla guardando il terreno il figlio maschio più grande di Deborah Saltori. Fuori dalla stradina delle case a schiera dove sono venuti ad abitare insieme alla mamma, a pochi metri da nonna Anna, cerca di trovare una ragione di quanto successo. «Dopo l’ultima aggressione era stato a Spini in prigione per due settimane. Poi era stato mandato a casa e aveva diritto di recarsi in campagna a lavorare. Prima fino alle due, ora fino alle 17. Gli avevano concesso l’uso del cellulare e così poteva contattarla», dice a voce alta quasi rivolgendosi a quei giudici che con i loro provvedimenti a suo dire non sufficientemente restrittivi non hanno tenuto quell’uomo abbastanza lontano. O forse il ragazzo parla direttamente a chi le leggi le ha pensate, a chi incoraggia le vittime a denunciare e poi però non fa di tutto perché non succeda loro niente. Scuote le testa quasi per riuscire a buttare fuori quelle lacrime compresse dentro per il troppo dolore.

Omicidio Trento, Deborah Saltori uccisa a colpi d’accetta. L’sms-trappola del marito: «Ho l’assegno»
Quattro figli, si stavano separando: l’assassino, Lorenzo Cattoni, era già ai domiciliari per le continue violenze nei suoi confronti. Quando lei era incinta la buttò fuori di casa prendendola a calci.
Erano da poco passate le 15.30 quando un contadino, attraversando una campagna per raggiungere il proprio appezzamento, ha visto il corpo sanguinante di Lorenzo, fuori dal capanno nella sua proprietà. Ha quindi lanciato l’allarme, ma quello che gli inquirenti hanno trovato nel capanno dove l’uomo custodiva i suoi attrezzi, ha rivelato il dramma nella sua interezza. A terra, privo di vita, c’era il corpo di Deborah, 42 anni, mamma di quattro figli di 17, 16, 14 anni e il più piccino di 4 anni e mezzo, avuto proprio con Cattoni. A seguire le indagini gli uomini della Squadra mobile, condotti da Tommaso Niglio, e la Procura di Trento, con il procuratore capo Sandro Raimondi e il sostituto Carmine Russo, che all’uomo contestano, oltre all’omicidio, pure la premeditazione. Secondo le prime ricostruzioni, dai messaggi che i due si sarebbero scambiati nelle ore precedenti, sarebbe stato Cattoni a attirare nella trappola la moglie, con la quale era in corso una causa di separazione. Le avrebbe scritto di raggiungerla nel suo campo perché le avrebbe voluto dare un assegno per il mantenimento del bimbo. Una volta lì, i due hanno discusso; quindi i colpi letali. A quel punto l’uomo si sarebbe procurato delle lesioni profonde con un coltello, perdendo i sensi e accasciandosi al suolo.
Il copione, se l’ipotesi venisse confermata, si rivela sempre, maledettamente, lo stesso: violenze che si ripetono nel tempo, tentativi di ricomporre la situazione, epiloghi tragici in cui a rimetterci sono quasi sempre loro, le donne. Quell’appezzamento era infatti uno dei pochi luoghi in cui il 39enne poteva recarsi in quanto luogo di lavoro, perché pendeva sul suo capo un’accusa di maltrattamenti ai danni della moglie per la quale era costretto dallo scorso 2 dicembre ai domiciliari (a casa dei genitori di lui). Secondo gli inquirenti, Deborah avrebbe subito per anni le violenze di Lorenzo: pugni, percosse, calci. Negli atti si parla di ossa nasali rotte, di decine di giorni di prognosi messi a referto, di distorsioni cervicali. Durante una lite, riportavano le carte — «nonostante la donna fosse incinta» lui non avrebbe esitato «a gettarla fuori di casa» e a gettarle «gli effetti personali dal balcone». Un giorno sarebbe arrivato addirittura ad «afferrarla per il collo colpendola con delle testate» e un’altra volta le avrebbe inferto un pugno alla schiena e uno violento all’occhio. Una conoscente aveva tristemente previsto: «Un giorno lui è uscito dal bar urlando che l’ammazzava e così è stato».

La lettera dell’ex marito di Deborah Saltori: «Chiedo scusa a tutti, non so perché l’ho fatto»
Lorenzo Cattoni, che ha ammesso davanti ai giudici di aver colpito e ucciso la ex moglie Deborah Saltori, il 22 febbraio scorso a Cortesano, ha consegnato al pubblico ministero una lettera scritta in carcere. «Chiedo scusa – è il senso della missiva – ai familiari di Deborah, ai miei figli, alla mamma, al fratello». L’indagato sostiene di voler ancora bene alla ex compagna, addirittura scrive di amarla ancora, di sognarla tutte le notti dalla sua cella del carcere, di ricordare la povera Deborah tutti i giorni pregando.
Cattoni ricorda di aver sempre fatto tutto il possibile per sostenere la sua famiglia. Sottolinea di aver acquistato con i suoi soldi una casa a Gazzadina e di averla intestata per la metà proprio a Deborah. Ma anche nella lettera Cattoni non spiega perché abbia ucciso la donna che sostiene di aver amato. «Ho visto l’accetta – ha scritto – e l’ho colpita alla testa vedendola cadere. Poi il buio».
Cattoni intende ora mettere a disposizione i suoi beni – già sottoposti a sequestro – in favore del figlioe vuole cercare di riparare per quanto possibile al danno, enorme anche dal punto di vista economico, arrecato alla famiglia. Da un punto di vista giudiziario il procedimento penale è ancora aperto in attesa dei risultati finali dell’autopsia.

ALTRI ARTICOLI

Debora Saltori attirata nella trappola mortale: «Ho l’assegno per te ma devi venire a prenderlo»

Deborah Saltori uccisa dall’ex marito: lui era già stato arrestato per violenze

Il femminicidio nel “baito” in campagna: la furia di Lorenzo Cattoni che ha ucciso Deborah con l’accetta dopo anni di violenze e vessazioni

Il femminicidio nel “baito” in campagna: la furia di Lorenzo Cattoni che ha ucciso Deborah con l’accetta, lui è al Santa Chiara ma dovrebbe sopravvivere

Deborah Saltori, la mamma di quattro figli uccisa dall’ex

Terribile femminicidio a Cortesano, Saltori uccisa a colpi di accetta dall’ex marito. Era mamma di quattro figli

Prima di ammazzare Deborah, Lorenzo Cattoni l’ha picchiata brutalmente per anni: patteggia la pena di 2 anni e 8 mesi

“Chiedo scusa, la sogno tutte le notti”

Condannato a 2 anni e 8 mesi per le violenze su Deborah Saltori: ora il processo per femminicidio 

 


Pdf


    Link