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Lorenzo Cattoni, 39 anni, imprenditore agricolo, padre. Agli arresti domiciliari per violenza contro la ex moglie, le tende un agguato e la uccide a colpi di accetta. Condannato in primo grado a 24 anni

Como, 22 Febbraio 2021

Lorenzo Cattoni, 39 anni, imprenditore agricolo, padre. Già ammonito per due volte dal questore di Trento per violenza domestica, anche verso una precedente compagna, aveva però ottenuto dei permessi per poter uscire e lavorare in campagna. Tende una trappola alla ex, dicendo di volerle dare l’assegno per il bambino, e la uccide a colpi di accetta. Lui tenta il suicidio ma si salva. Al processo afferma: “Non so perché l’ho fatto, mi è girata così la testa”, chiede scusa a tutti e patteggia la pena a 2 anni e 8 mesi per le violenze, nonostante l’accusa parli di condotte «reiterate nel tempo» e di un uomo che, “noncurante della presenza dei figli minori della vittima e del suo stesso figlio minore, maltrattava la compagna convivente anche nel periodo in cui questa si trovava in stato di gravidanza”.

 

 

 

 


Titoli & Articoli

La lettera dell’ex marito di Deborah Saltori: «Chiedo scusa a tutti, non so perché l’ho fatto»
Lorenzo Cattoni, che ha ammesso davanti ai giudici di aver colpito e ucciso la donna, il 22 febbraio scorso a Cortesano, ha consegnato al pubblico ministero una lettera scritta in carcere.
«Chiedo scusa – è il senso della missiva – ai familiari di Deborah, ai miei figli, alla mamma, al fratello». L’indagato sostiene di voler ancora bene alla ex compagna, addirittura scrive di amarla ancora, di sognarla tutte le notti dalla sua cella del carcere, di ricordare la povera Deborah tutti i giorni pregando.
Cattoni ricorda di aver sempre fatto tutto il possibile per sostenere la sua famiglia. Sottolinea di aver acquistato con i suoi soldi una casa a Gazzadina e di averla intestata per la metà proprio a Deborah. Ma anche nella lettera Cattoni non spiega perché abbia ucciso la donna che sostiene di aver amato. «Ho visto l’accetta – ha scritto – e l’ho colpita alla testa vedendola cadere. Poi il buio».
Cattoni intende ora mettere a disposizione i suoi beni – già sottoposti a sequestro – in favore del figlio e vuole cercare di riparare per quanto possibile al danno, enorme anche dal punto di vista economico, arrecato alla famiglia. Da un punto di vista giudiziario il procedimento penale è ancora aperto in attesa dei risultati finali dell’autopsia. Cattoni è accusato di omicidio volontario pluriaggravato. La procura gli contesta infatti la premeditazione.
In quest’ottica Deborah Saltori sarebbe stata vittima di una sorta di imboscata: attirata nella baita di Cortesano con l’intento di uccidere la ex compagna. Inoltre la procura contesta anche le ulteriori aggravanti del coniugio e dell’aver agito con crudeltà.
Accuse che se dovessero essere confermate potrebbero portare ad una condanna all’ergastolo. Non è escluso che la difesa possa chiedere – ma per ora pare non l’abbia fatto – anche una valutazione di natura psichiatrica, anche perché Cattoni in passato aveva seguito dei percorsi con lo psicologo.

Femminicidio Deborah Saltori: uccisa da uno scatto d’ira di Cattoni
Sarebbe stato uno scatto d’ira incontrollato dell’ex marito, in quel primo pomeriggio del 22 febbraio 2021, a determinare la fine della vita di Deborah Saltori. La donna, il 22 febbraio 2021, è stata uccisa con un’accetta: con dei colpi alla testa e alla giugulare nella zona di Maso Saracini (QUI link articolo) da parte dell’ex marito, Lorenzo Cattoni. L’uomo – che aveva poi confessato di aver commesso il delitto – è stato condannato in primo grado a 24 anni di reclusione (QUI link articolo) dalla Corte d’Assise di Trento.
Lo psichiatra – successivamente – non aveva evidenziato nel 40 enne la presenza di patologie riconosciute, anche se lo aveva descritto come una persona non equilibrata e dalla personalità “incompleta”.
Tuttavia, cinque giorni prima del delitto, Cattoni era stato da una psicologa: come affermato poi da quest’ultima, l’uomo avrebbe avuto delle difficoltà nel trattenere e contenere la rabbia.
Una situazione certamente non semplice da gestire, quella di Cattoni, lontana dal far presagire al peggio, nonostante pochi mesi prima l’uomo fosse stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Trento a causa di maltrattamenti fisici e psicologici verso la compagna. Tanti segnali, tanti dettagli, una situazione che andava avanti da anni.
Come spesso accade – e in Italia i numeri di maltrattamenti e violenza all’interno di una coppia (QUI link articolosono davvero preoccupanti – alla base di questi scatti d’ira non c’è mai una sola motivazione, ma una serie di frustrazioni accumulate, sommate all’incapacità di reagire in modo costruttivo e non violento.
Quante volte, dopo un episodio di violenza o un femminicidio, l’uomo ha affermato di voler bene alla propria compagna e di essere dispiaciuto di averla uccisa? Di non sapere cosa gli passava per la testa in quei terribili momenti? Di tentare addirittura il suicidio quando di comprende la gravità delle proprie azioni?
Anche nel caso Cattani-Saltori ci si è ritrovati davanti ad una persona che si trovava a non saper gestire una storia naufragata (Deborah Saltori non voleva più dare possibilità a Cattoni nonostante le dispiacesse aver sporto denuncia; mentre Cattoni era invece in un limbo dove violenza e sentimento erano sullo stesso piano).
Cattoni ha confessato da tempo di aver commesso il delitto: tuttavia, ancora adesso non riesce a trovare una spiegazione, un qualcosa di scatenante che ha fatto sì che quel giorno tutta la rabbia accumulata prevalesse. Perché come più volte ripetuto, quel giorno non era successo nulla per cui Cattoni avrebbe potuto “scattare” in modo così violento.
L’azione è stata inaspettata e non programmata. Per questo motivo, la Corte d’Assise di Trento ha affermato che la morte di Deborah è stata causata da uno scatto d’ira improvviso dell’ex marito.

Omicidio Saltori. Uccise ad accettate l’ex moglie, madre di 4 figli: condannato a 24 anni di carcere
Lorenzo Cattoni, 40 anni, è stato condannato dalla Corte d’Assise di Trento a 24 anni di carcere per l’omicidio volontario pluriaggravato dell’ex-moglie Deborah Saltori, avvenuto, nell’abitato di Cortesano, a Trento, il 22 febbraio del 2021.
L’uomo ha confessato il delitto.
La corte ha accolto la richiesta del pubblico ministero, Marco Gallina, escludendo le aggravanti di premeditazione e crudeltà. Deborah Saltori è stata uccisa a colpi di accetta in località Masi Saracini. L’uomo, che era agli arresti domiciliari a casa dei genitori a Nave San Rocco, a circa 15 chilometri da Trento, ma poteva assentarsi per lavorare, ha tentato di togliersi la vita dopo il delitto. Pochi mesi prima Cattoni era stato arrestato perché nei quattro anni precedenti aveva più volte malmenato e vessato, fisicamente e psicologicamente la sua compagna, madre di quattro figli minori, di cui tre avuti da una precedente relazione. In aula erano presenti il fratello e la zia di Deborah. Non era presente Cattoni.


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