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Deborah Ballesio, 39 anni, intrattenitrice. Uccisa con 6 colpi di pistola dall’ex marito denunciato 19 volte

Savona, 13 Luglio 2019

 


Titoli & Articoli

Omicidio di Deborah Ballesio, il racconto dei testimoni: aveva preso lezioni di kickboxing e il porto d’armi, ma non ha avuto il tempo per difendersi (Savona News – 14 luglio 2019)
I racconti di chi le era a fianco nel momento della tragedia: una collega che serviva ai tavoli e un ragazzo che stava cantando con lei al karaoke
Stava prendendo lezioni di kickboxing, aveva preso il porto d’armi ed era diventata istruttrice di tiro ma purtroppo non le è bastato per salvarsi…

Deborah aveva denunciato 19 volte l’ex marito che poi l’ha uccisa. 19 volte. Cosa serve per mettersi al sicuro? (Tpi – 15 luglio 2019)
L’ennesimo femminicidio. Ancora. L’ennesima volta in cui un uomo non accetta di essere lasciato e decide di bagnare l’ex matrimonio con il sangue. La morte di Deborah Ballesio è la fotografia di un Paese che non riesce a difendere le nostre donne nonostante i manifesti di nazionalisti di ogni sorta che invadono le mura della città. L’ennesimo femminicidio che, come la stragrande maggioranza dei casi, ha l’assassino in casa, quell’ex marito da cui Deborah non riusciva a liberarsi: lei sapeva che sarebbe andata a finire così, l’aveva anche scritto in un manoscritto dato a un amico.
Anche Deborah, come tante altre donne uccise, aveva denunciato il suo ex marito Domenico Massari, che l’ha uccisa mentre lei si stava esibendo al karaoke sul palco dei Bagni Acquario di Savona. Dicono i documenti che sono ben diciannove le denunce della donna. Diciannove volte in cui ha cercato aiuto nella Giustizia. Diciannove volte Deborah Ballesio ha raccontato il suo dramma dentro una caserma e chissà se davvero non ci ha sperato, almeno nelle prime occasioni, che cambiasse qualcosa, che intervenisse qualcuno. E chissà come si è presentata le ultime volte, quando aveva capito perfettamente che la vendetta sarebbe arrivata e che non sarebbe bastato il divieto di dimora per fermare tutto quell’odio e tutta quella rabbia.
Del resto Domenico Massari è lo stesso che nel 2015 appiccò un incendio al suo locale “Follia” di Altare, è lo stesso che incendiò anche la casa di Deborah a Plodio. Per questo l’uomo, ritrovato con delle ustioni sul corpo proprio davanti al locale, era stato arrestato e aveva patteggiato una condanna a 3 anni e 2 mesi di carcere. “Mi ricordo ancora perfettamente il primo carabiniere che mi disse: ‘Tranquilla, lui è solo uno che parla… Non ti farà nulla… Esageri’. Ogni tanto lo guardo da quassù, mentre fa la spesa, mentre porta fuori il cane… Chissà se si ricorda di me, delle sue parole; chissà se ogni tanto pensa che sta vivendo la sua vita. Quella vita che io ora non ho più. Tanto l’avrete già capito: io oggi forse… sono morta”, scriveva Deborah nelle sue memorie.
Ed è sempre la stessa storia, sempre così tragicamente uguale che non si riesce a non esplodere di indignazione: una donna che denuncia e non viene presa sul serio, le forze dell’ordine che la invitano a tornare a casa, una vita di botte e vessazione che si spegne poco a poco fino al drammatico epilogo finale. Sarebbe da chiederci (e da chiedere alla classe dirigente di questo Paese) se davvero accadrà mai che vengano prima le donne con le loro grida in cerca di aiuto che finiscono zittite da uno sparo. (di Giulio Cavalli)

 

Uccisa a Savona, cosa dice l’autopsia su Deborah Ballesio: sparati sei colpi, uno alla testa (Fan Page – 16 luglio 2019)
Deborah Ballesio, uccisa sabato sera a Savona, è stata raggiunta da 6 colpi esplosi dalla pistola Smith & Wessson 357 Magnum del suo ex marito Domenico “Mimmo” Massari. Uno l’ha colpita alla testa. Sono le conclusioni del medico legale che oggi ha eseguito l’autopsia sul corpo della donna. L’omicida aveva detto di averla colpita 5 volte.
È stata raggiunta da sei colpi Deborah Ballesio, trentanovenne uccisa sabato sera a Savona dal suo ex marito Domenico “Mimmo” Massari, savonese di cinquantaquattro anni con alle spalle una storia giudiziaria travagliata e precedenti sin da giovane. Sei colpi esplosi dalla pistola Smith & Wessson 357 Magnum che l’ex marito possedeva. Uno di questi, forse quello fatale, l’ha colpita alla testa. Queste le conclusioni del medico legale Marco Canepa che ha eseguito oggi l’autopsia sul corpo della donna uccisa mentre si esibiva al karaoke in una serata organizzata da lei davanti a una platea di bagnanti, al lido Aquario a Savona. “Ti ricordi di me?”, aveva detto l’uomo alla vittima prima di premere il grilletto. Deborah è stata colpita anche alla schiena e al torace dove ha subito gravi lesioni.
L’accertamento autoptico sul corpo di Deborah Ballesio potrà aiutare gli investigatori a ricostruire più nel dettaglio la dinamica della sparatoria di sabato sera. Domenico Massari, l’uomo accusato del delitto che dopo una fuga si è costituito nel carcere di Sanremo, è stato interrogato ieri dal pm Chiara Venturi alla presenza del procuratore Ubaldo Pelosi e dei poliziotti della squadra mobile. A loro aveva detto di aver colpito la ex con cinque colpi e di averne sparato un sesto in aria. L’autopsia ha invece smentito questa ricostruzione e dimostrato, appunto, che tutti i colpi esplosi hanno raggiunto la donna. Nella sparatoria di Savona sono rimaste ferite anche altre due donne e una bambina colpita di striscio e che dopo le cure del caso è stata dimessa.
“Non sono pentito di quello che ho fatto. Mi spiace solo per gli innocenti coinvolti”, aveva detto Massari pochi minuti dopo essersi costituito. Da anni Massari aveva un comportamento minaccioso nei confronti della vittima: nell’agosto del 2015, tra le altre cose, diede fuoco al locale “Follia” di Altare gestito dalla ex moglie. L’episodio era avvenuto dopo una serie di liti e molestie che gli erano costati un patteggiamento a tre anni e due mesi per danneggiamenti e stalking e il divieto di avvicinarsi alla donna.
Giovedì i funerali di Deborah. Si svolgerà giovedì 18 luglio nella chiesa parrocchiale di Santa Margherita a Biestro, frazione di Pallare, il funerale di Deborah Ballesio. Domani, mercoledì 17 luglio, alle ore 20 ci sarà invece un rosario nella chiesa di San Marco a Pallare.

 

 

 


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In memoria di

«Tanto lui mi ha già uccisa»: il libro in cui Deborah Ballesio prevede la sua morte (Corriere della Sera – 14 luglio 2019)
La donna uccisa dall’ex marito aveva affidato al critico gastronomico Edordo Raspelli un manoscritto in cui raccontava lo stalking di daniele Massari, culminato nell’omicidio
Deborah Ballesio aveva paura del suo ex marito, Domenico Massari, e aveva scritto tutto tre anni fa. Persino la tragedia finale: «Mi ricordo ancora perfettamente il primo carabiniere che mi disse: “Tranquilla, lui è solo uno che parla… Non ti farà nulla… Esageri”. Ogni tanto lo guardo da quassù, mentre fa la spesa, mentre porta fuori il cane… Chissà se si ricorda di me, delle sue parole; chissà se ogni tanto pensa che sta vivendo la sua vita. Quella vita che io ora non ho più. Tanto l’avrete già capito: io oggi forse… sono morta».
Edoardo Raspelli — 70 anni, critico gastronomico assai noto e un passato di cronista di «nera» — quelle righe, stralette, potrebbe recitarle a memoria. «C’era già tutto della conclusione tragica della sua storia: lo sapeva lei come lo sapevo io» dice ora, in lacrime, il giornalista. Di Deborah era amico da almeno «quindici anni». È stato proprio lui a consigliarle di raccontare la sua vita. Finita in circa 150 pagine custodite a casa del critico gastronomico. Il primo incontro con l’uomo che sabato sera l’ha uccisa è ricordato così: «Lui comparve in moto, occhiali scuri, direi decisamente bello». Ma c’è anche la prima lite dopo quel ritardo nel rincasare: «“Pronto amore? Ci sei?”. Lui tuona, non è una voce, è un tuono: “Facciamo i conti appena arrivi a casa”».
Arrivano poi gli insulti sempre più frequenti e «tremendi su di me, sulla mia famiglia, mi urla in faccia che sono una fallita…». C’è pure quello scherzo assurdo: «Mi arriva un messaggio, mi dice che va via, che non vuole sapere più nulla di me, che sono solo una povera p…, che al mio arrivo non troverò più traccia di lui». Ma ricompare dopo quattro giorni, ridendo: «Era una burla…».
Le botte ancora non sono state denunciate. Ma intanto Deborah, per una violenza che inizialmente è solo verbale, ha «i nervi a pezzi: i comportamenti di mio marito iniziano ad inquietarmi sul serio, comincio a farmi qualche domanda, la mattina mi sveglio sperando che lui sia di buon umore, che non abbia voglia di attaccarmi con continue accuse». Lentamente la donna si consuma: «Fingo una tranquillità che non mi appartiene, il mio sforzo è immane, il pensiero di tornare a casa mi distrugge».
C’è anche il tentativo di capire, leggendo studi sulla psicanalisi, ciò che ha trasformato Daniele Massari, 55 anni, tanti precedenti per stalking, in un violento che poi avrebbe ucciso l’ex moglie con feroce predeterminazione, dopo averla minacciata più volte, persino dal carcere. L’escalation di quella violenza Raspelli se la ricorda bene, anche per averne ascoltato — «più volte e a lungo» — il racconto dalla stessa Deborah che, esausta, chiese la separazione. Massari allora incendiò il locale notturno aperto da lei e qualche tempo dopo diede fuoco anche all’abitazione in cui la donna viveva con la madre. Ma restò ustionato. E fu facile risalire a lui per gli investigatori ai quali «Mimmo» confessò tutto con spavalderia: «Sì, sono stato io».
L’amicizia tra il critico gastronomico e la «hostess delle discoteche» — come la ricorda ora Raspelli — risale a una festa notturna in un locale nel Cremonese, il Bulli e pupe. «Lei cantava, io cantavo. Scoprimmo di apprezzare gli stessi cantautori, Tenco, De Andrè, Gaber, Pagani. Finimmo addirittura per fare qualche serata assieme». D’un tratto Raspelli — che è al telefono — smette di parlare. Piange a lungo. Poi legge ad alta voce quel messaggio indirizzato da Deborah, qualche tempo fa, via mail: «Edoardo, sappi che il mio ex marito tra sei mesi torna libero. Vorrei accelerare la conclusione di queste pagine. Sai come mi sento ora? Mi sembra di essere prigioniera e di non potermi liberare più dalla paura».