Marco Basile, 32 anni, pregiudicato. Sgozza la convivente e la nasconde nell’armadio. Condannato a 22 anni di reclusione
Bari, 12 Luglio 2017
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Donna uccisa, padre ha denunciato figlio. Vittima legata con corde e cadavere nascosto in un armadio (Ansa – 14 luglio 2017)
È stato il padre di Marco Basile – il 32enne in carcere da ieri a Bari per l’omicidio della compagna convivente Donata De Bello – a denunciare il figlio ai Carabinieri dopo che questi gli aveva confidato di aver “fatto una cosa grossa, qualcosa di tragico”. Il delitto è avvenuto nella tarda serata di mercoledì, nell’appartamento in corso Sonnino, nel quartiere Madonnella di Bari, dove i due convivevano. La vittima, però, è stata trovata soltanto il giorno dopo, nel primo pomeriggio, dopo la segnalazione fatta agli investigatori dal padre del presunto assassino. Quando i militari sono entrati in casa, hanno trovato il cadavere chiuso in un armadio nella camera da letto, avvolto in un cellophane e poi in un tappeto e legato con delle corde Dopo la morte della donna, 48enne barese, Basile avrebbe lasciato l’appartamento e vagato per tutta la notte. La mattina ha poi telefonato al padre, si è fatto andare a prendere da casa e ha cominciato a confessare.
Omicidio De Bello a Madonnella, compagno condannato a 22 anni di carcere. I giudici: “Un amore malato” (Bari Today – 26 maggio 2020)
E’ uno dei passaggi della motivazione della sentenza con cui, a novembre scorso, la Corte d’Assise di Bari ha condannato Marco Basile per aver ucciso e occultato il cadavere della donna
“E’ un amore evidentemente malato, secondo un cliché tristemente noto nei casi di femminicidio, e in quanto tale, al segnale di un probabile abbandono, letto con gli occhi e la mente appannati dalla cocaina e dall’alcool, la cui assunzione evidentemente accompagna l’esistenza dei protagonisti della vicenda, perché incolmabile è il loro vuoto interiore, Marco Basile reagisce nell’unico modo che sembra mettere fine al dolore che prova, l’eliminazione fisica della fonte di tale dolore, perché l’annullamento è senz’altro preferibile alla perdita”: è uno dei passaggi della motivazione della sentenza con cui, a novembre scorso, la Corte d’Assise di Bari ha condannato Marco Basile a 22 anni di reclusione per aver ucciso e occultato il cadavere di Donata De Bello, ex compagna trucidata il 13 luglio 2017 in un’abitazione del quartiere Madonnella di Bari. Il cadavere della donna fu ritrovato in un armadio della camera da letto dell’appartamento che condividevano, avvolto in un cellophane e in un tappeto legato con corde.
Bari, uccise la ex e nascose il corpo: definitiva la condanna a 22 anni per Marco Basile (Corriere del Mezzogiorno – 9 giugno 2022)
Donata De Bello venne uccisa e il cadavere occultato in un appartamento di corso Sonnino a Bari nel 2017
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna alla pena di 22 anni di reclusione, che così diventa definitiva, nei confronti del 35enne barese Marco Basile, imputato per l’omicidio volontario e l’occultamento del cadavere dell’ex compagna, la 48enne Donata De Bello, il cui corpo fu trovato il 13 luglio 2017 nella casa al quartiere Madonnella di Bari dove la coppia aveva convissuto.
L’accusa. Stando alla ricostruzione accusatoria, condivisa dai giudici dei tre gradi di giudizio, Basile avrebbe ucciso la ex compagna al termine di un violento litigio, culminato con una coltellata alla giugulare. Il corpo, che presentava ferite di arma da taglio, fu trovato chiuso in un armadio nella camera da letto, avvolto in un cellophane e poi in un tappeto e legato con delle corde. Il cadavere fu trovato il giorno dopo la morte, dopo la segnalazione del padre dell’imputato che si era insospettito per i comportamenti del figlio, detenuto da allora, e decise di rivolgersi alle forze dell’ordine.
Nel processo si sono costituiti parte civile i quattro fratelli e l’ex marito con il figlio minorenne della vittima, rappresentati dagli avvocati Nicola Quaranta, Giuseppina Maritato, Pasquale Loseto e Maria Cristina Iandolo, che già in primo grado avevano ottenuto il risarcimento dei danni. (di Cinzia Semeraro)