Cinzia Luison, 60 anni, imprenditrice parrucchiera, mamma. Massacrata e sfigurata dal marito a colpi di bottiglia
San Stino di Livenza (Venezia), 6 Dicembre 2022
Titoli & Articoli
Femminicidio di Cinzia Luison, la figlia rincasa e trova la madre uccisa e il padre assassino nell’abitazione che aveva appena chiamato i carabinieri (il Dolomiti – 6 dicembre 2022)
La 22enne che viveva con i genitori è rincasata e ha trovato davanti ai suoi occhi una scena terribile. Gli inquirenti hanno spiegato che la donna è morta per trauma cranico e aveva il volto completamente sfigurato
Una scena da incubo, quello che si è trovata davanti Greta, 22 anni, figlia più piccola della coppia (l’altra ha 26 anni). La giovane, che abitava ancora con i genitori, ha aperto il portone d’ingresso e una volta dentro l’appartamento ha trovato la madre morta, in una pozza di sangue, e il padre che le stava venendo incontro.
Terrorizzata è scappata ed è fuggita dall’appartamento. L’ha fermata il vicino che l’ha fatta entrare in casa dandole aiuto in attesa che arrivassero le forze dell’ordine che sono salite pochi attimi dopo. I carabinieri, infatti, erano stati chiamati dallo stesso Giuseppe Pitteri, detto Walter, 65 anni ex dipendente dell’azienda di trasporti di Venezia, che poco prima aveva assassinato la moglie, Cinzia Luison.
Gli inquirenti, che ieri dopo la tragedia hanno raggiunto l’abitazione della famiglia, hanno parlato di ‘‘violenza inaudita”. L’uomo avrebbe colpito la testa della donna con uno o più oggetti e più volte. Dunque l’ipotesi che era stata avanzata all’inizio, che fosse stata uccisa a bottigliate, pare superata dalle indagini perché l’oggetto in questione sarebbe stato più resistente di una bottiglia di vetro. Sarà l’autopsia a chiarire ulteriormente i fatti. Quel che è certoè quanto riferito dal procuratore alla stampa e quindi che la donna è morta per trauma cranico e aveva il volto completamente sfigurato. L’uomo è stato arrestato e dovrà, quasi certamente, rispondere di omicidio volontario.
Femminicidio di San Stino. «Mai una denuncia». Cinzia colpita a morte. Indagini sul movente (Venezia Today – 6 dicembre 2022)
Investigatori al lavoro per capire come il compagno l’abbia uccisa. «Una coppia come tante altre». Comunità sotto choc
La passione per il lavoro, l’apertura del negozio più di 25 anni fa, la crescita professionale negli anni. Il salone di parrucchiera di Cinzia Luison a Blessaglia di Pramaggiore è molto conosciuto, come è nota la bravura della professionista 60enne che ieri verso le 13.30 è stata uccisa dal compagno, Giuseppe Pitteri di 65 anni, Walter per tutti, che l’ha colpita a morte nella loro casa di Corso del Donatore a San Stino di Livenza. «Una famiglia come tante, una vita regolare», le due figlie della coppia, Noemi e Greta di 26 e 22 anni, ormai grandi e con la loro vita, e un’esistenza normale, dicono vicini e conoscenti. Nessuno in città pensa che quanto accaduto potessere essere in qualche modo prevedibile.
Perché la coppia, insieme da una vita, non aveva dato mai segni di insofferenza né aveva fatto parlare per litigi o urla. Le uniche grida sono state quelle della figlia più piccola ieri, sentite dai vicini mentre chiedeva aiuto. Poi più nulla. Cinzia Luison è stata trovata morta dai carabinieri della Compagnia di Portogruaro in casa, a terra, dopo che Pitteri ha chiamato il 112 verso le 14 dando l’allarme lui stesso, dicendo ai militari che aveva ucciso e chiedendo che andassero a prenderlo. «Alcuni colpi di bottiglia», avrebbe detto l’uomo spiegando ciò che aveva fatto. Gli investigatori e il medico legale ritengono però, in base alle verifiche compiute in casa durante tutto il pomeriggio, che i traumi al capo fossero numerosi e non tutti provocati necessariamente da una bottiglia. Le indagini dovranno andare avanti in questo senso per chiarire la verità.
Per spiegare cosa sia esattamente successo in quella casa e soprattutto perché. Non risulta denuncia alcuna a carico di Pitteri, né precedenti, nessuna segnalazione, nessuna richiesta d’aiuto ai Servizi sociali. La gente vedeva l’uomo, un ex autista dell’Actv da sei anni in pensione, fare lunghe passeggiate per tutta la città, tutti i giorni. Cinzia Luison invece a San Stino si vedeva poco, sempre impegnata con il lavoro a Pramaggiore, in crescita con il suo salone di bellezza che una decina d’anni fa era anche stato premiato. Cosa possa aver scatenato l’aggressività di un uomo che tutti i colleghi dell’azienda ricordano come una persona calma e riservata è da chiarire. Peraltro l’interrogatorio è avvenuto a tarda sera, dopo il suo arresto per omicidio aggravato, e forse Pitteri nella notte ha dato una sua versione. Se un motivo di tensione poteva esistere fra coppia, questo era quasi di sicuro di natura economica, e scatenato dal desiderio irrefrenabile di Pitteri di spendere soldi al gioco. Anche in questo senso però non risulterebbe il ricorso a qualche tipo di supporto psichiatrico o medico.
Chi era Cinzia Luison, la donna uccisa in casa a bottigliate dal marito (FanPage – 6 dicembre 2022)
Cinzia Luison, la 60enne uccisa dal marito a bottigliate a San Stino di Livenza, gestiva un negozio da parrucchiera nei pressi di Venezia. Il suo salone era stato inserito nella classifica dei 200 migliori in Italia.
“Cinzia era proprio una brava persona. Si preoccupava per la mia salute e per quella di mio figlio che ha avuto un tumore. Non riesco a spiegarmi quello che è successo, il fatto che tutto sia accaduto in un paesino dove le persone si conoscono rende tutto ancora più spaventoso”.
A parlare è un’amica di Cinzia Luison, donna di 60 anni uccisa a San Stino di Livenzadal marito 65enne. L’uomo l’ha picchiata a morte con una bottiglia. Luison gestiva un salone di parrucchiera a Blessaglia di Parmaggiore e l’attività l’aveva resa nota nel piccolo comune nei pressi di Venezia: i servizi a base di elementi naturali le erano valsi nel 2011 il primo posto nella classifica italiana dell’Aveda Master Jam, concorso per parrucchieri ed estetisti da tutta Europa.
La donna era madre di due figlie di 22 e 26 anni che al momento del delitto non erano in casa. Una di loro è rientrata poco dopo l’omicidio ed è corsa da un vicino di casa a chiedere aiuto. Purtroppo, però, per Cinzia non vi era già più nulla da fare.
Ancora da ricostruire il movente alla base del femminicidio. Fondamentale sarà la testimonianza del killer, Giuseppe Pitteri, fermato dalle forze dell’ordine nell’abitazione nella quale si è consumato il delitto. Per lui, il pm della Procura di Pordenone Carmelo Barbaro ha disposto l’arresto per omicidio volontario.
“Siamo sconvolti per questa tragedia inspiegabile. Non sapevamo di dissapori in famiglia. Conoscevo la vittima di vista e sembrava estremamente tranquilla – ha raccontato il sindaco di San Stino, Matteo Cappelletto. “Quella di Cinzia era un’attività nota e apprezzata in paese, il suo salone di parrucchiera era stato inserito tra i primi 200 per qualità in Italia. – ha proseguito Cappelletto – Mentre le forze dell’ordine delimitavano la zona delle indagini, davanti all’abitazione di Cinzia si sono radunate decine di persone che la conoscevano o che erano sue clienti”.
Greta, 22 anni, trova la mamma morta in casa e il papà assassino le va incontro: le urla choc della ragazza (il Gazzettino – 7 dicembre 2022)
Il caso ha voluto che fosse la figlia minore della coppia a scoprire il corpo senza vita di Cinzia Luison, 60 anni, riversa sul pavimento del salotto in un lago di sangue. Greta, 22 anni, residente assieme ai genitori, ieri era rientrata in casa attorno alle 14, del tutto ignara di cosa era accaduto pochi istanti prima, e si è trovata l’orrore davanti agli occhi: la madre morta e il padre che le stava venendo incontro dalla cucina.
In preda al terrore e allo sgomento, la ragazza è fuggita sulla scale chiedendo aiuto ed è stato il vicino di appartamento, Michele Zuin a prestarle soccorso, ospitandola a casa sua. «Era sconvolta – ha raccontato nel pomeriggio l’uomo, che risiede nello stesso pianerottolo della famiglia Pitteri dalla fine degli anni Novanta e ieri era visibilmente provato dall’accaduto – Ho aperto la porta lasciata accostata e ho visto il corpo di Cinzia per terra…»
I CARABINIERI
I carabinieri sono arrivati quasi subito, chiamati poco prima dallo stesso Giuseppe Pitteri, detto Walter, 65 anni, il quale aveva telefonato al 112 comunicando di aver ucciso la moglie. L’uomo, in visibile stato confusionale, è stato scortato in caserma dove, in serata, è stato raggiunto dal sostituto procuratore che coordina le indagini, Carmelo Barbaro, intenzionato a farsi raccontare la sua versione dei fatti.
La zona è stata transennata per tenere a distanza giornalisti e curiosi e per tutto il pomeriggio l’appartamento al primo piano del civico numero 1 di via del Donatore, in pieno centro di San Stino di Livenza, è stato oggetto dei rilievi e dei minuziosi accertamenti dei carabinieri, che hanno acquisito tutti gli elementi utili alla ricostruzione della dinamica dell’omicidio.
L’esame esterno sul corpo della vittima è stato eseguito dal medico legale Antonello Cirnelli, al quale sarà delegata nei prossimi giorni l’autopsia.
VIOLENZA INAUDITA L’aggressione subìta dalla donna è avvenuta con «violenza inaudita», hanno spiegato in serata gli inquirenti sulla base dei primi accertamenti medico legali: la testa della vittima è stata completamente sfasciata con colpi sferrati nella parte frontale, posteriore e superiore; i denti erano rotti, la mandibola fratturata. Una situazione che viene ritenuta poco compatibile con una iniziale versione, secondo la quale la donna sarebbe stata colpita con una bottiglia due-tre volte. Il tipo e la gravità delle lesioni riscontrate fa pensare ad un numero di colpi ben più numeroso, sferrati probabilmente con uno o più oggetti contundenti di altro tipo. Per averne la certezza bisognerà però attendere l’esito dell’autopsia ed in particolare della Tac alla testa che verrà quasi certamente eseguita.L’esame autoptico servirà anche per verificare la presenza di eventuali ferite o segni che possano testimoniare un tentativo di difesa da parte della donna, anche se è più probabile che l’aggressione sia avvenuta di sorpresa, senza lasciarle alcuna possibilità di reazione. Nessuno dei vicini ha infatti sentito alcun rumore o grida proveniente dall’appartamento.
L’accusa provvisoria formulata nei confronti di Pitteri è di omicidio volontario: l’uomo sarà prossimamente trasferito in carcere in attesa dell’interrogatorio di convalida dell’arresto.
Fiori e messaggi per Cinzia uccisa dal compagno. Pitteri in carcere, il movente economico (Venezia Today – 7 dicembre 2022)
L’amministratore di sostegno per gestire i soldi dell’uomo, contro la tendenza a spendere nel gioco. Il controllo delle spese forse alla base delle tensioni con la donna. La famiglia chiede riservatezza.
Mazzi di rose, fiori, piante e dediche, davanti alla porte di casa e a quella del negozio di parrucchiera. Conoscenti, amiche, clienti. Tutte hanno voluto lasciare una testimonianza del dolore e del vuoto causato dalla scomparsa della parrucchiera Cinzia Luison, professionista sessantenne uccisa a colpi di bottiglia sulla testa dal compagno 65enne Giuseppe Pitteri, per tutti Walter, che l’ha massacrata martedì nella loro abitazione di corso del Donatore in centro a San Stino di Livenza.
Cinzia Luison, mamma e professionista appassionata del suo lavoro e del salone di bellezza che aveva aperto a Blessaglia di Pramaggiore, più di vent’anni fa, aveva amato quel mestiere fin da ragazza, coltivandolo e prefezionandosi fino a farsi apprezzare e a guadagnare anche un premio. Decine le clienti che da tutto l’hinterland sono andate a portarle un saluto, un fiore, un biglietto di cordoglio per averla persa. Bandiere a mezz’asta nei Municipi di San Stino e Pramaggiore, con il lutto cittadino proclamato in concomitanza con la celebrazione dei funerali di Cinzia Luison. Martedì sera al teatro Romano Pascutto di San Stino, al termine dell’interpretazione della commedia “Lisistrata”, l’attrice Amanda Sandrelli commossa ha rivolto dal palco un pensiero di cordoglio e vicinanza alla città e a Cinzia, uccisa poche ore prima, e ha chiesto alla platea un minuto di silenzio.
Il compagno Pitteri è intanto in carcere, a breve ci sarà la convalida e verrà interrogato: circostanza in cui potrà potrà rispondere sui fatti alla presenza dell’avvocato. Sul movente ancora gli investigatori e la Procura indagano. È certo che per la gestione del patrimonio fosse stato nominato alcuni mesi fa un amministratore di sostegno. Questo di comune accordo, almeno inizialmente, con la compagna Cinzia, al termine di una consulenza specialistica a cui la coppia aveva deciso di rivolgersi per una tendenza manifestata dall’uomo a spendere al gioco, ai Casinò piuttosto che alle slot e che doveva aiutarlo a evitare di sperperare le sue entrate.
Una decisione che però a Pitteri stava pesando, a quanto pare, poiché non si sentiva più libero di gestirsi, tanto che avrebbe voluto una revoca della figura di sostegno che era stata nominata. La motivazione economica quindi all’origine dello scontento, al punto da scatenare tensioni e scontri nella coppia probabilmente aumentati da quando l’uomo, ex autista Actv, era andato in pensione qualche anno fa. I carabinieri della Compagnia di Portogruaro cercheranno di capire la fondatezza di questa ipotesi sentendo anche parenti e conoscenti nelle prossime ore. Intanto la famiglia, che ha ringraziato la comunità per la vicinanza dimostrata alla famiglia, ha chiesto riservatezza.
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In memoria di
San Stino, nella panchina rossa una targa in ricordo di Cinzia Luison (Voi Tg – 12 marzo 2023)
«Un gesto simbolico, per ricordare Cinzia e al tempo stesso per muovere la coscienza delle persone contro tutte le forme di violenza». Ha spiegato Moris Vincoletto, commerciante di San Stino di Livenza, l’iniziativa tenutasi questa mattina di fronte al municipio cittadino, dove sono posizionate due panchine rosse, simbolo della lotta alla violenza di genere. Cinzia Luison, parrucchiera di 60 anni, era stata uccisa a colpi di bottigliate dal marito Giuseppe “Walter” Pitteri lo scorso 6 dicembre. E con questa targa affissa alla panchina rossa i commercianti del territorio, i colleghi di lavoro e gli amici hanno voluto ricordarla.
Alla cerimonia erano presenti anche i sindaci di San Stino di Livenza, Matteo Cappelletto, e di Pramaggiore, Fausto Pivetta e le due figlie di Cinzia, Noemi e Greta, che hanno posto sulla panchina anche un mazzo di mimose, fiore simbolo della Giornata internazionale dei diritti delle donne. «Dall’assessore alla cultura Rita Fanton e noi commercianti sanstinesi era partita l’idea di raccogliere un contributo per realizzare una targa da apporre in una delle due panchine rosse – continua Vincoletto –. Oggi ci siamo quindi riuniti per ricordare un evento che non avremmo mai voluto vivere. La violenza è una malattia, una malattia che danneggia tutti coloro che lo usano, indipendentemente dalla causa. Viviamo in una società che ci insegna a difenderci dalla violenza, invece di insegnare alle persone ad amare. Mettere fine alla violenza contro l’essere umano è una forma di altruismo, di Amore e di rispetto. Un fiore va nutrito e valorizzato, mai calpestato».