Loading

Giuseppe Pitteri detto Walter, 65 anni, autista in pensione, padre. Uccide la moglie a bottigliate

San Stino di Livenza (Venezia), 6 Dicembre 2022

pitteri


Titoli & Articoli

Femminicidio brutale a San Stino di Livenza 

 

Femminicidio a San Stino, lite per i soldi: lui aveva un tutore perché li sperperava nel gioco (La Nuova Venezia – 8 dicembre 2022)
Pitteri è isolato in carcere perché risultato positivo al Covid. L’inchiesta segue la pista della ludopatia: si sentiva perseguitato dalla famiglia che l’aveva privato della pensione
Si sentiva «perseguitato» da moglie e figlie che lo avevano privato – ingiustamente dal suo punto di vista – della pensione frutto del suo lavoro, e per questo si era rivolto allo studio legale dell’avvocato Enrico Cornelio di Venezia per farsi tutelare. Una storia complessa, quella all’ombra della quale è maturato l’uxoricidio che ha messo brutalmente fine alla vita di Cinzia Luison, morta sotto i colpi inferti dal marito e padre delle sue figlie.
Un atto estremo di violenza che ha lasciato senza parole due paesi, ma anche i parenti e gli stessi legali che seguivano le intrigate vicende della famiglia. Una violenza esplosa in un pomeriggio, ma montata all’interno di dinamiche famigliari complesse, dolorose e di difficile risoluzione.
“Walter” Pitteri ora si trova in carcere a Santa Maria Maggiore, sedato, e positivo al Covid. Da giugno la sua famiglia, moglie e figlie, aveva avviato le pratiche per fargli assegnare un amministratore di sostegno, individuato nell’avvocato Marco Busatto, con studio a Scorzè.
Il tutore ripete di non voler ledere la privacy del suo assistito, ma una delle piste, forse la più verosimile che stanno seguendo i carabinieri del comando provinciale di Venezia e quello di Portogruaro, emersa in Procura a Pordenone, è quella della ludopatia.
Pitteri, per la sua famiglia, avrebbe avuto il “vizio” del gioco, e per questo da qualche mese i suoi conti erano amministrati da un legale, che gli dava quanto gli serviva per vivere, ma che lo aveva, di fatto, privato della pensione. La pratica era in corso, non c’era ancora una decisione ufficiale del Giudice, dal momento che si tratta di percorsi complicati che hanno i loro tempi e burocrazie. Per cercare di arrivare a una mediazione famigliare era stato sentito di comune accordo il parere di uno psicologo, in seno al quale sarebbe emersa l’ipotesi di una possibile ludopatia sulla scorta della quale era stato nominato l’amministratore di sostegno.
La moglie era probabilmente preoccupata che l’ex dipendente Actv erodesse lo stipendio al gioco. L’avvocato cui si era rivolto Pitteri, però, fa anche sapere che non c’era attualmente una vera perizia che lo certificasse. E che il Giudice aveva chiesto chiarimenti, in corso, all’amministratore di sostegno.
Da un mese circa Pitteri non percepiva la pensione, e questo avrebbe logorato irrimediabilmente dall’interno, come un tarlo, i rapporti con la moglie. Cosa abbia fatto scattare la furia omicida, starà agli investigatori scoprirlo. Per ora ci sono solo ipotesi. Forse il fatto che la donna volesse lasciarlo perché lui aveva avviato un’azione legale contro di lei e le figlie. Ma di certo, è che l’uomo si sarebbe sentito «perseguitato» dalla famiglia che aveva voluto e ottenuto senza il suo consenso l’affidamento all’amministratore di sostegno.
Ieri il legale che curava la partita che vedeva Pitteri contrapposto a moglie e figlie per poter tornare in possesso della sua pensione e dunque del suo conto bancario, ha avuto modo di parlargli qualche istante. «L’ho trovato tranquillo» ha detto solo. E ha fatto capire che non si sarebbe mai immaginato niente del genere. «In vita mia non mi è mai accaduto nulla di simile». Cornelio, però, non essendo un penalista ma occupandosi di malattia professionale, non sarà l’avvocato di fiducia del presunto assassino, che in un primo momento si era affidato allo studio legale dell’avvocato Edoardo Andreotti Loria. «Non ho ancora visto il mio assistito» ha spiegato il legale, «ora è in carcere, sedato e positivo al Covid. Ho avuto ripetuti contatti con il pm e i carabinieri che hanno seguito la vicenda». L’avvocato non si è sbilanciato sul vizio del gioco nè sui rapporti inter famigliari di Pitteri. In serata, però, il caso è passato all’avvocato Ettore Santin, del foro di Venezia, che ha accettato di difenderlo e lo vedrà in video domani, essendo stata fissata l’udienza di convalida nel pomeriggio con decreto del tribunale.
«Pur in questa situazione estrema» spiega l’amministratore di sostegno, Marco Busatto «devo tutelare gli interessi del mio amministrato e interfacciarmi con il legale nominato per capire quale sia la strada da percorrere. La mia maggior preoccupazione sono le figlie, per le quali mi dispiace moltissimo». Il tutore che amministrava i conti di Pitteri da fine giugno, non entra nei dettagli, anche se non smentisce la pista della “malattia” legata al gioco. «Tutti i casi sono difficili» dice «ma non avrei mai immaginato che potesse accadere nulla del genere”.

Femminicidio di San Stino, la confidenza di Pitteri all’amico: «Se non mi dà i soldi la ammazzo» (il Gazzettino – 10 dicembre 2022)
Giuseppe Pitteri considerava un vincolo troppo stretto, insopportabile, l’amministratore di sostegno che gli era stato imposto dal Tribunale. Pare che ricevesse 50 euro a settimana per le spese personali, che ovviamente non gli bastavano a causa dei trascorsi con la dipendenza da giochi d’azzardo. A un certo punto, avrebbe confidato ad un amico davanti a un bicchiere che se la compagna non le avesse sbloccato i conti, l’avrebbe ammazzata. Una frase buttata lì, alla quale nessuno diede importanza. E che, purtroppo, si è rivelata profetica.
È una delle evidenze dall’indagine dei carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Carmelo Barbaro, i quali stanno passando ai raggi X gli ultimi mesi di vita di Cinzia Luison, la pluripremiata parrucchiera ammazzata con una violenza estrema dal compagno al suo rientro per pranzo nella casa in corso Donatore. I militari, su delega della Procura, hanno acquisito anche altre testimonianze ed elementi utili a far luce su ogni aspetto che possa aver fatto maturare l’efferato delitto.
Ieri, intanto, il giudice per le indagini preliminari di Pordenone Monica Biasutti non ha potuto interrogare l’indagato, in quanto risultato affetto da Covid. Così, ha convalidato l’arresto ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Neanche il suo difensore, l’avvocato Ettore Santin del foro di Venezia, ha potuto parlare con il suo assistito, neppure in videoconferenza. Così tutto è rinviato ai prossimi giorni. Lunedì il sessantacinquenne pensionato Actv Pitteri sarà sottoposto ad un nuovo tampone e, se risulterà negativo, l’interrogatorio potrà essere fissato entro 5 giorni.
L’ARMA DEL DELITTO
Per quanto si continui a dire che la donna è stata ammazzata a bottigliate, l’arma del delitto (o le armi del delitto) non è stata ancora individuata con certezza. È vero, è stata trovata una bottiglia sporca di sangue, ma nella casa c’erano schizzi di sangue dappertutto: dalle prime risultanze il cranio della poveretta sarebbe stato fracassato contro lo stipite di una porta e una vicina ha riferito di aver sentito rumori simili a martellate provenienti dal loro appartamento. Non resterà che attendere gli esiti dell’autopsia che il medico legale Antonello Cirnelli eseguirà martedì mattina. Qualcosa dovrebbe emergere già oggi con la Tac sul corpo della donna.
SOSTEGNO
Sempre secondo il quadro emerso dalle indagini, la situazione di tensione familiare era precipitata negli ultimi due mesi, quando era stato nominato l’amministratore di sostegno. Giuseppe, ex autista dell’Actv, accusava Luisa di avergli fatto mettere le briglie, ma in realtà era stata una delle figlie, la maggiore, a chiedere la misura dopo che si era resa conto che la situazione era a rischio. Lei avrebbe voluto che la madre denunciasse una situazione di violenze domestiche e di minacce anche pesanti, ma la donna non aveva mai voluto farlo per non mettere in cattiva luce la famiglia. Non è il primo caso in cui la donna non denuncia, né purtroppo sarà l’ultimo.
In ogni caso, Pitteri aveva puntato Luisa, anche se la figlia – che nel frattempo era andata a vivere in un altro luogo con il suo compagno – gli aveva scritto una lettera in cui sostanzialmente gli diceva che era stata lei a farlo e che l’aveva fatto per il suo bene. E, soprattutto, che la mamma non c’entrava nulla.
Intanto, la Confartigianato Imprese del Veneto Orientale ha inviato messaggi di cordoglio alla famiglia di Cinzia, associata dal 1989, che aveva portato lustro al suo territorio anche oltre i confini.

San Stino, uccise la moglie fracassandole il cranio con una bottiglia: a processo (La Nuova Venezia – 21 novembre 2023)
Per l’omicidio della parrucchiera Cinzia Luison, sul banco degli imputati è Giuseppe Walter Pitteri, ex autista Actv


Link