Loading

Carol Maltesi, 26 anni, ex commessa, pornodiva, mamma. Massacrata con un martello, sgozzata, fatta a pezzi, congelata e infine gettata in una scarpata dentro sacchi di plastica dal vicino di casa

Rescaldina (Milano), 10 Gennaio 2022


Titoli & Articoli

Carol Maltesi e il suo bambino che non la vedrà mai più: “Lo teniamo lontano dalla tv per non fargli sapere come è stata uccisa”
In aula al processo per l’omicidio della 26enne parlano la psicologa che segue il bambino, che ora ha sei anni, e i nonni paterni: “Ha paura di dimenticare il viso di sua madre, per lui una perdita enorme con un danno psicologico inestimabile”

Qualche giorno prima che Davide Fontana uccidesse con una violenza orribile Carol Maltesi il bambino della donna, che ora ha sei anni, era in casa con lei, in quel piccolo appartamento di corte a Rescaldina, in provincia di Milano, dove il suo vicino ed ex compagno l’ha prima colpita a martellate e con un coltello e poi ne ha sfregiato il cadavere, tagliandolo a pezzi e gettandolo in un fosso chiuso in sacchi neri. Non sa nulla di tutto questo…

Omicidio Carol Maltesi, il messaggio dei genitori nel giorno del funerale: “Abbiamo perso il nostro angelo”
Si sono svolti nell’abbazia di Sesto Calende (Varese) i funerali di Carol Maltesi, la 25enne uccisa e fatta a pezzi a Rescaldina (Milano) dal reo confesso vicino di casa Davide Fontana, 43 anni.
“Abbiamo perso il nostro angelo” è il messaggio diffuso dai genitori tramite l’avvocato Manuela Scalia. “Spero che quella di oggi possa essere una giornata di riconciliazione – ha aggiunto la mamma della 25enne – ma soprattutto spero che la mia Carol possa trovare pace”. Il parroco: “Con Cristo Carol risorgerà” – “Ci sono tanti modi di odiare, si odia con l’indifferenza, si odia con il giudizio, si odia con la mancanza di perdono”. Con queste parole Don Luca Corbetta ha iniziato l’omelia del funerale di Maltesi. La celebrazione si è svolta nella cittadina dove Carol era cresciuta. “L’indifferenza e il giudizio sono due chiodi piantati nelle mani di Cristo – ha detto il sacerdote -. Carol oggi muore come Cristo ma insieme a lui risorgerà. Sono certo che lei abbia cercato tutta la vita qualcuno che l’amasse, ora con Dio lo ha trovato”.
Le cugine: “In cielo c’è un angelo in più” – “È veramente difficile trovare le parole per descrivere il vuoto che hai lasciato nei nostri cuori”. Così è iniziata la commovente lettera di Elena e Federica, cugine di Carol, letta durante la celebrazione del funerale. “Eri una mamma meravigliosa, amorevole con il tuo bambino, attenta a seguirlo passo dopo passo”, ha proseguito la cugina leggendo, riferendosi all’amore che la vittima aveva per il figlio di 6 anni, nato da una relazione finita, e per il quale voleva andare a vivere a Verona, dove il padre si era trasferito per lavoro. “Una figlia estremamente forte, che si prendeva cura della sua mamma”, hanno aggiunto le cugine ricordando così che la madre di Carol è malata da tempo. “Adesso in cielo c’è un angelo in più – hanno concluso -. Veglia sempre su di noi. Il tuo ricordo vivrà per sempre”.
Uccisa e fatta a pezzi: “Gli amici, voleva fare la hostess” – “Carol voleva vedere il mondo, viaggiare, sognava di diventare una hostess proprio per questo”. È il ricordo di Maltesi dei suoi amici. “Ci siamo riviste un po’ di tempo fa, dopo molto tempo, ma nonostante ciò mi ha raccontato tutto di sé – ha detto una sua compagna di scuola -, è stato davvero difficile, non potevamo credere a ciò che le è successo”.

Il figlio avuto a vent’anni, i viaggi e il passato da commessa: chi è Carol Maltesi, l’attrice hard uccisa dal vicino di casa
Ventisei anni, origini per metà olandesi, si era trasferita a Rescaldina, dove ha conosciuto il suo assassino
Era già morta da circa un mese Carol Maltesi, la ventiseienne uccisa dal vicino di casa Davide Fontana, quando suo figlio ha compiuto sei anni lo scorso fine febbraio. Era fatta a pezzi in fondo a una scarpata lungo la provinciale che attraversa la frazione Paline di Borno, in Val Camonica. La giovane, metà italiana e metà olandese, era cresciuta nel Varesotto, tra Sesto Calende e Busto Arsizio prima di trasferirsi a Rescaldina, nel Legnanese. Ed è nel comune dell’Alto Milanese che ha conosciuto il vicino di casa, il dipendente bancario di 43 anni che a fine gennaio l’ha uccisa nella sua abitazione. Con quell’uomo, che non è il padre di suo figlio, avrebbe avuto una relazione sentimentale. Una storia – almeno stando al racconto del 43 enne – che sarebbe terminata senza strascichi lasciando in buoni rapporti Maltesi e quello che sarà il suo omicida.
Nel 2016, a soli vent’anni, la donna aveva avuto un bimbo e per mantenersi, dopo il diploma in fashion design, aveva iniziato a lavorare come commessa in un negozio di abbigliamento e accessori in provincia di Milano. Durante il lockdown, si era avvicinata al mondo dell’hard. Prima con dei video amatoriali a pagamento sulla piattaforma social OnlyFans, e poi sui set del porno professionale e sui palchi dei night club. L’ultimo spettacolo Charlotte Angie – questo il suo nome d’arte – lo avrebbe avuto l’11 marzo quando era stata invitata a Milano al Luxy Erotic Festival, una tre giorni al Luxy club di corso Buenos Aires. Ai social aveva anche affidato un messaggio in cui stigmatizzava le violenze di genere.
«Quando ho pensato che era la giornata contro la violenza sulle donne mi sono venute in mente un sacco di riflessioni. Non ho mai fatto video di questo genere su Instagram, forse non sono neanche così brava a parlare. Ma è un argomento a cui tengo davvero molto». Così parlava in un video selfie pubblicato su Instagram. «Si parla tanto di violenza fisica contro le donne ma è altrettanto importante parlare di quella psicologica». La sua altra grande passione erano i viaggi. Prima della pandemia – come raccontano le foto postate sul suo profilo Facebook – Maltesi era stata negli Stati Uniti e in Messico. Poi l’estate di tre anni fa era volata fino in Sud America per vedere i Moai, le gigantesche statue sull’Isola di Pasqua.

È della pornodiva Charlotte Angie il cadavere fatto a pezzi a Borno. Confessa il vicino: “Gioco erotico finito male”
L’uomo di 43 anni ha confessato di aver ucciso la ragazza a gennaio, poi di aver nascosto il suo corpo in un congelatore nella casa della vittima
È crollato dopo tre ore di interrogatorio e ha confessato tutto: Davide Fontana ha ucciso la venticinquenne Carol Maltesi durante un gioco erotico colpendola con un martello, «poi non ho più capito nulla». Fontana è un impiegato di banca nel Milanese ed è reo confesso dell’attrice hard Carol Maltesi, in arte Charlotte Angie, arrestato la scorsa notte con le accuse di omicidio volontario aggravato, occultamento e distruzione di cadavere. Il 43enne avrebbe ammesso di averla uccisa colpendola più volte alla testa con un bastone e poi di aver sezionato il corpo facendo ricorso a seghe e cesoie. Fontana avrebbe anche confessato di aver sfigurato il cadavere della giovane attrice hard per non renderlo riconoscibile, di averla lasciata in un congelatore per due mesi, nella stessa abitazione della vittima, prima di liberarsene. Avrebbe scelto l’alta Val Camonica, ha raccontato agli inquirenti, perché conosceva la zona per esserci stato in passato.
Dalle prime ricostruzioni dell’accaduto l’uomo era un vicino di casa di Carol e, in passato, sarebbe stato legato alla donna, con la quale sarebbe rimasto in rapporti di amicizia. Vivevano entrambi in una corte a Rescaldina in provincia di Milano, dove questa mattina i due appartamenti sono stati messi sotto sequestro.
Madre di un bimbo di sei anni, ex commessa in un negozio di profumi, Carol Maltesi si è avvicinata al mondo dell’hard durante il lockdown del 2020, forse per problemi economici, filmandosi e pubblicando sulla piattaforma Onlyfans i suoi video. Solo più tardi ha deciso di diventare Charlotte Angie e di fare di quel gioco una professione vera e propria, divisa tra il mondo dei video porno e quello dei night, dove si esibiva come spogliarellista. L’11 marzo era attesa sul palco di un locale notturno per una tre giorni dedicata al settore, dove però non si è mai presentata. Già da settimane di lei non si sapeva più nulla.
Davide Fontana l’ha uccisa verso fine gennaio e in questi due mesi, ha raccontato durante l’interrogatorio al pm Lorena Ghibaudo, nessuno l’ha cercata: «Solo la mamma con alcuni messaggi Whatsapp e l’ex compagno sempre con messaggi. Al telefono nessuno».

Omicidio Carol Maltesi, il macabro piano dell’assassino
L’assassino di Carol Maltesi resta in carcere, accusato di omicidio volontario, distruzione di cadavere e occultamento. Così ha deciso il gip del tribunale di Brescia, Angela Corvi, che ha convalidato il fermo. Troppo gravi gli indizi sulla sua colpevolezza, così come troppo numerosi gli aspetti ancora da chiarire. L’assassino dell’attrice hard 26enne, il cui corpo smembrato è statoritrovato domenica scorsa a Paline di Borno abbandonato in una scarpata, ha confessato di averla ammazzata, fatta a pezzi e di averne conservato i resti per due mesi in un congelatore. Davide Fontana, 43enne impiegato di banca e foodblogger, era il vicino di casa della ragazza, che viveva in un appartamento a Rescaldina (in provincia di Milano)
L’interrogatorio di convalida, che si è svolto questa mattina nel carcere di Canton Mombello, è durato circa 30 minuti. «Con la confessione è uscito da un incubo che stava vivendo da due mesi» ha detto il suo legale Stefano Paloschi. Fontana ha raccontato agli inquirenti di aver colpito la donna con un martello durante un gioco erotico. «Non so cosa sia successo. Mi son reso conto di averle procurato molte ferite e perdeva molto sangue. Credo che fosse già morta ma, non sapendo che altro fare, le ho tagliato la gola con un coltello da cucina» sono le parole usate dall’uomo nel lungo interrogatorio di lunedì notte, che si è concluso con il fermo disposto dal pm Lorena Ghibaudo e confermato dal gip che si è poi dichiarata incompetente territorialmente e ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Busto Arsizio.
Nei prossimi giorni gli inquirenti entreranno nelle case della vittima e del suo assassino per i primi accertamenti, così come inizieranno ad analizzare i cellulari sequestrati. Fontana ai carabinieri di Brescia ha anche aggiunto che dopo aver fatto a pezzi Carol Maltesi ha cercato di dare fuoco ai resti. «Ho prenotato un appartamento su Air B&B sito a Vararo (in provincia di Varese, ndr). Era una casa singola in collina, isolata. Nella zona barbecue ho provato ad appiccare il fuoco ai resti, utilizzando alcol e benzina» ha spiegato. Il congelatore in cui ha poi deciso di conservare il corpo lo aveva comprato apposta e lo aveva installato a casa della donna con la quale aveva avuto una relazione che – ha spiegato Davide Fontana – era finita dopo un viaggio a Viterbo per girare le scene del primo film a luci rosse registrato dalla ragazza.
Il ricordo della madre La mamma di Carol Maltesi ha detto al suo avvocato: «Voglio ricordare mia figlia come la conoscevo io, di quello che dicono gli altri non mi interessa». Nonostante i genitori fossero separati, «Carol aveva una famiglia che la amava, anche se mamma e papà erano separati, le volevano bene, la chiamavano principessa» ha proseguito l’avvocato Scalia. «Nel periodo in cui la ragazza sembrava scomparsa – ha spiegato il legale all’Ansa – la mamma ha continuato a chiamarla», ma Davide Fontana, arrestato dopo aver confessato il delitto, «le aveva scritto fingendosi Carol di essere a Dubai, dove non poteva usare il telefono». Lo stesso è accaduto all’ex compagno di Carol, padre di suo figlio. «Ha continuato a chiamarla, e si è insospettito il giorno del compleanno del piccolo, perché lei non mancava mai una videochiamata». Quando Maltesi non è comparsa in videochiamata, «il padre del suo bambino ha pensato di andare al Consolato, pensando che le fosse accaduto qualcosa», ha aggiunto l’avvocato Scalia.
«Lui era ossessionato da lei, si era trasferito a Rescaldina dopo solo un mese dal primo contatto sui social, con il quale si era proposto di farle delle foto e seguirle i profili social», ha spiegato Scalia. «Ho potuto appurare queste informazioni grazie alle conversazioni telefoniche tra Fontana e l’ex fidanzato di Carol, con cui lei era rimasta in contatto», ha proseguito. «Quando è andato a trovarla si è ritrovato le gomme della macchina bucate, e ha sempre avuto la sensazione che Fontana fosse geloso». Secondo la legale, «lei si è fidata perché lui si presentava come una persona perbene, pacata», e «di certo so che Carol non è morta per un gioco erotico finito male». Domani in Italia arriverà anche il padre della 26 enne, dall’Olanda. «Un uomo distrutto dal dolore, la chiamava principessa, si volevano molto bene», ha aggiunto. «Anche il padre del suo bimbo è sotto shock, sono persone che ora vanno tutelate e protette».

Carol Maltesi, i funerali 5 mesi dopo il delitto: “L’assassino non ha mai chiesto scusa”
A cinque mesi dall’atroce delitto di Rescaldina, è stato dato l’ultimo saluto alla giovane mamma fatta a pezzi da Davide Fontana. La mamma: “Spero che la mia Carol possa trovare pace”
Carol venne uccisa a Rescaldina dal vicino di casa, il bancario e food blogger Davide Fontana. L’uomo, che con lei aveva avuto una breve relazione e girato alcuni film per adulti sulla piattaforma Onlyfans, la massacrò con un martello, la sgozzò. la fece a pezzi e la congelò per due mesi per poi buttarne i resti in una scarpata a Borno, nel bresciano. Per tutto quel tempo si fece passare per Carol su Whatsapp, rispondendo ai tanti messaggi di amici, parenti e conoscenti. Messo alle strette confessò tutto. La sua furia sarebbe stata scatenata da una telefonata dell’ex della giovane, intenzionata a tornare a Verona per stare accanto al figlio piccolo. Ma le indagini non si sono ancora concluse. E proprio per questo il corpo non sarà cremato.

Fatta a pezzi e buttata in un fosso, 30 anni a Fontana per la morte di Carol Maltesi
I giudici non hanno riconosciuto tre delle aggravanti contestate: premeditazione, crudeltà e motivi abietti e futili
Trent’anni di carcere. È la condanna pronunciata dalla Corte d’Assise di Busto Arsizio nei confronti di Davide Fontana, reo confesso di aver ucciso la vicina di pianerottolo Carol Maltesi colpendola in testa con un martello e tagliandole la gola tra il 10 e l’11 gennaio del 2022 mentre giravano un filmino hard nella casa di lei, a Rescaldina, in provincia di Milano.
La Procura aveva chiesto l’ergastolo con due anni di isolamento diurno per i reati di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. Ma i giudici, dopo una lunga camera di consiglio, non hanno riconosciuto tre delle aggravanti contestate (premeditazione, crudeltà e motivi abietti e futili) mentre hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti alle residue aggravanti. L’uomo aveva raccontato agli inquirenti di avere fatto a pezzi il cadavere tentando, senza riuscirci, di dargli fuoco in un braciere. In un secondo momento il bancario e food blogger ha congelato i resti della ragazza di 26 anni in un frigo comprato su Amazon e poi li ha gettati in un dirupo tra i monti bresciani, a Borno, dove sono stati ritrovati in quattro sacchi di plastica nel marzo del 2022.
Maltesi, madre di un figlio piccolo, lavorava come commessa in un negozio di profumi, poi si era avvicinata al mondo del porno a pagamento attraverso il sito ‘Onlyfans’ col nome ‘Charlotte Angie’.

Una perizia psichiatrica ha accertato che l’imputato era capace di intendere e di volere.
Per più di due mesi, dal telefonino della ragazza aveva risposto ai messaggi “nel tentativo di far credere loro che fosse viva”.
Agli altri attori e agli amici che la cercavano aveva raccontato che “voleva cambiare vita, lasciare il mondo del porno”. Bugie ripetute fino all’interrogatorio della confessione.
Fontana dovrà risarcire il figlio della vittima
Davide Fontana dovrà risarcire 180mila euro al figlio di Carol Maltesi, la donna che, come ha confessato e come ha stabilito la sentenza di primi grado, ha ucciso. Inoltre dovrà versare ai nonni del bimbo complessivamente 100mila euro e 20mila euro al padre del bambino. L’uomo ha assistito alla lettura del verdetto. La Corte ha accolto alcuni degli argomenti portati dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Stefano Paloschi e Giulia Ruggeri, secondo i quali non ci fu premeditazione perché si trattò di un delitto d’impeto e nemmeno la crudeltà perché non ‘infierì’ sul corpo della donna oltre a quanto fosse funzionale alla sua uccisione.
Ha cercato di liberarsi del cadavere “con modi maldestri, approssimativi, confusi”, è stata la tesi dei legali, e non aveva fatto ricerche pregresse su come disfarsi del corpo, né per procurarsi il materiale per farlo a pezzi e per la pulizia, che è stata definita “grossolana”. Accolte anche le generiche equivalenti alle residue aggravanti che i legali avevano richiesto tenendo conto delle scuse di Fontana che aveva detto: “So di poter sembrare parecchio distaccato e controllato, provo un’enorme sofferenza ogni giorno. Sono pentito per quello che ho fatto e non so se riuscirò mai a perdonarmi. Voglio chiedere scusa a tutti, in particolare ai familiari di Carol e a suo figlio”. 

Carol Maltesi, il killer si spacciava per lei. L’ex compagno: «Rifiutò la videochiamata con il figlio, mi sono insospettito»
L’ultima intervista di Carol Maltesi a La Zanzara a dicembre. Il piano diabolico di Davide Fontana, il killer che per 3 mesi si è finto lei.
Non solo l’ha uccisa con un’assurda ferocia, tagliandola a pezzi per poi tenerla in un freezer e disfarsi del corpo in un dirupo. Ma per 3 mesi Davide Fontana, il killer diCarol Maltesi, in arte Charlotte Angie, la pornostar uccisa a Rescaldina nel Milanese si è spacciato per lei attraverso il suo cellulare. Rispondeva ai messaggi con la mamma e il papà, chattava su Whatsapp con l’ex compagno della donna e il figlio di 6 anni. «Carol aveva una famiglia che la amava, anche se mamma e papà erano separati, le volevano bene, la chiamavano principessa – ha raccontato l’avvocato Manuela Scalia.
Charlotte Angie uccisa per un gioco erotico, le bugie di Davide Fontana: «Dopo averla uccisa l’ho guardata per mezz’ora»
Il compleanno del figlio. Nel periodo in cui la ragazza sembrava scomparsa  la mamma ha continuato a chiamarla», ma Davide Fontana, 43enne dipendente di banca,  il cui arresto è stato convalidato, «le aveva scritto fingendosi Carol di essere a Dubai, dove non poteva usare il telefono». Lo stesso è accaduto all’ex compagno di Carol, padre di suo figlio. «Ha continuato a chiamarla, e si è insospettito il giorno del compleanno del piccolo, perché lei non mancava mai una videochiamata». Quando Carol non è comparsa in videochiamata, «il padre del suo bambino ha pensato di andare al Consolato, pensando che le fosse accaduto qualcosa».
L’ultima intervista. Lo scorso 6 dicembre la 26enne era stata intervistata dal programma radio La Zanzara. E’ stata l’ultima intervista di Charlotte Angie: un mese dopo sarebbe morta. Nell’intervista con il conduttore Giuseppe Cruciani la ragazza aveva raccontato il suo cambio di vita: «Ho scelto il porno per due motivi: mi piace e si guadagna molto di più che facendo la commessa». Era di ritorno da Praga, dove il mercato del porno era molto redditizio. E’ stata proprio grazie a quell’intervista che, dopo la scoperta del cadavere in fondo ad un dirupo a Borno nel Bresciano,  si è risalito a Carol Maltesi. Dopo quell’intervista, infatti, un ascoltatore del programma ha cominciato a seguirla sui social e ha contribuito in maniera importante alle indagini con elementi cruciali per identificare la vittima, riconoscendo i tatuaggi sul corpo martoriato.
Il racconto choc del killer. Fontana ha raccontato agli inquirenti di aver colpito la donna con un martello durante un gioco erotico con una confessione choc: «Non so che cosa sia successo. Lei si muoveva con la testa ed io continuavo a colpirla ma non so bene dove perché aveva il sacchetto in testa. A questo punto, resomi conto di cosa avevo fatto, le ho tolto il cappuccio e credo che fosse morta. Mi son reso conto di averle procurato molte ferite dalle quali perdeva molto sangue». «Credo che fosse già morta ma, non sapendo che altro fare, le ho tagliato la gola con un coltello da cucina a lama liscia che poi ho buttato in un cestino dell’immondizia a Rescaldina. Mi è sembrato che fosse un atto di pietà, vedevo che stava soffrendo e ho concluso le sue pene tagliandole la gola», sono le parole usate dall’uomo nel lungo interrogatorio di lunedì notte che si è concluso con il fermo disposto dal pm Lorena Ghibaudo e confermato dal gip che si è poi dichiarata incompetente territorialmente e ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Busto Arsizio.
Il macabro piano di Davide Fontana. La tesi del gioco erotico, tuttavia, non è al momento ritenuta credibile da chi indaga. Nei prossimi giorni gli inquirenti entreranno nelle case della vittima e del suo assassino per i primi accertamenti, così come inizieranno ad analizzare i cellulari sequestrati. Fontana ai carabinieri di Brescia ha anche aggiunto che dopo aver fatto a pezzi Carol Maltesi ha cercato di dare fuoco ai resti. «Ho prenotato un appartamento su Air B&B sito a Vararo, non ricordo il nome. Era una casa singola in collina, isolata. La prima volta ho pernottato due giorni per rendermi conto della logistica. Ho poi successivamente prenotato ancora una volta la medesima abitazione e, in questa occasione, ho portato con me i sacchi contenenti il corpo. Nella zona barbecue di questa abitazione ho provato ad appiccare il fuoco ai pezzi del cadavere, utilizzando alcol e benzina, ma mi son reso conto che non era fattibile. Ho quindi recuperato i pezzi e li ho riportati a casa di Carol mettendoli nel freezer» ha spiegato l’impiegato di banca ora in carcere. Il congelatore lo aveva comprato apposta e lo aveva installato a casa della donna con la quale aveva avuto una relazione che – ha spiegato Davide Fontana – era finita dopo un viaggio a Viterbo per girare le scene del primo film a luci rosse registrato dalla ragazza.

Uccise e fece a pezzi Carol Maltesi: condannato a 30 anni. Per i giudici non ci fu crudeltà, né premeditazione
È stato condannato a 30 anni di carcere Davide Fontana, il 44enne a processo per aver ucciso la 29enne Carol Maltesi, nella sua casa di Rescaldina (Milano) e aver poi disperso i suoi resti, fatti a pezzi, in provincia di Brescia. Lo ha deciso oggi il Tribunale di Busto Arsizio (Varese), escludendo l’aggravante della premeditazione, dei motivi abbietti e delle sevizie. Delus l’accusa che aveva chiesto l’ergastolo. La sentenza è arrivata dopo sette ore di camera di Consiglio. Davide Fontana dovra’ ora risarcire 180mila euro al figlio di Carol Maltesi, la donna che, come ha confessato e come ha stabilito la sentenza di primo grado, ha ucciso. Inoltre dovra’ versare ai nonni del bimbo complessivamente 100mila euro e 20mila euro al padre del bambino. L’uomo ha assistito alla lettura del verdetto.
Perché sono cadute le aggravanti. La Corte ha accolto alcuni degli argomenti portati dalla difesa, secondo la quale non ci fu premeditazione perche’ si tratto’ di un delitto d’impeto e non ci fu crudelta’ perché Fontana non ‘infieri” sul corpo della donna oltre a quanto fosse ”funzionale alla sua uccisione”. L’uomo avrebbe poi cercato di liberarsi del cadavere ”con modi maldestri, approssimativi, confusi” e non aveva fatto ricerche pregresse su come disfarsi del corpo, né per procurarsi il materiale per farlo a pezzi e per la pulizia, che e’ stata definita “grossolana”. Motivazioni che faranno discutere e non poco. I legali dell’uomo avevano puntato anche molto sul pentimento di Fontana che giorni fa aveva dichiarato: ”So di poter sembrare parecchio distaccato e controllato, provo un’enorme sofferenza ogni giorno. Sono pentito per quello che ho fatto e non so se riusciro’ mai a perdonarmi. Voglio chiedere scusa a tutti, in particolare ai familiari di Carol e a suo figlio”.
La dinamica dell’omicidio. Ex bancario, Davide Fontana ha ucciso Carol nel suo appartamento di Rescaldina l’11 gennaio del 2022, nel milanese. Il corpo è stato poi fatto a pezzi, nascosto in un congelatore e infine gettato in un dirupo nel Bresciano. A Fontana i carabinieri sono arrivati dopo alcuni giorni d’indagine. Per depistare gli investigatori, aveva finto di essere Carol, mandando messaggi dallo smartphone della ragazza. L’uomo ha confessato tutto a pochi giorni dall’arresto.  Ora si aspetta il ricorso della Procura in Appello per una sentenza che non passerà di certo indifferente.

Omicidio Carol Maltesi: Fontana la massacrò perché si sentiva “usato” e “messo da parte”
Sono state rese pubbliche le motivazioni della sentenza di primo grado sul delitto di Rescaldina: ecco perché l’omicida non è stato condannato all’ergastolo
Davide Fontana, bancario food blogger di 44 anni, uccise la 26enne Carol Maltesi e ne disperse i resti, fatti a pezzi, perché si era reso conto che lei “si stava allontanando da lui, scaricandolo”. E’ quello che si legge nelle motivazioni della sentenza depositata dal Tribunale di Busto Arsizio che condanna l’assassino a 30 anni di carcere e non all’ergastolo, come era stato chiesto dall’accusa. La Procura aveva chiesto l’ergastolo con due anni di isolamento diurno per i reati di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. Ma i giudici, dopo una lunga camera di consiglio, non hanno riconosciuto tre delle aggravanti contestate (premeditazione, crudeltà e motivi abietti e futili) mentre hanno riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti alle residue aggravanti.
Il delitto. Fontana, reo confesso, aveva raccontato agli inquirenti di aver ucciso la vicina di pianerottolo Carol Maltesi colpendola in testa con un martello e tagliandole la gola tra il 10 e l’11 gennaio del 2022 mentre giravano un filmino hard nella casa di lei, a Rescaldina, in provincia di Milano. Aveva poi fatto a pezzi il cadavere, tentando, senza riuscirci, di dargli fuoco in un braciere. In un secondo momento il bancario e food blogger aveva congelato i resti della ragazza di 26 anni in un frigo comprato su Amazon e poi li aveva gettati in un dirupo tra i monti bresciani, a Borno, dove erano poi stati ritrovati in quattro sacchi di plastica nel marzo del 2022.
Carol Maltesi, madre di un figlio piccolo, lavorava come commessa in un negozio di profumi, poi si era avvicinata al mondo del porno a pagamento attraverso il sito ‘Onlyfans’ col nome ‘Charlotte Angie’.
Una perizia psichiatrica aveva accertato che l’imputato era capace di intendere e di volere. Inoltre per più di due mesi, dal telefonino della ragazza aveva risposto ai messaggi “nel tentativo di far credere che fosse viva”. Agli altri attori e agli amici che la cercavano aveva raccontato che “voleva cambiare vita, lasciare il mondo del porno”. Bugie ripetute fino all’interrogatorio della confessione.
“Lei, giovane e disinibita, massacrata perché lui si sentiva usato” Nelle motivazioni della sentenza si legge che l’uomo aveva capito che Carol voleva lasciare la provincia di Varese per trasferirsi tra l’Est Europa e la zona di Verona, dove abita il figlio di 6 anni.
L’idea di perdere i contatti stabili con colei che egli, per sua stessa ammissione e secondo l’amica testimone, amava perdutamente, da cui sostanzialmente dipendeva poiché gli aveva permesso di vincere la solitudine in cui si consumava in precedenza e di vivere in modo finalmente diverso e gratificante, si è rivelata insopportabile”, si legge nel documento.
Secondo i giudici, che hanno escluso l’aggravante dei motivi abietti, “Fontana si è reso conto che la giovane e disinibita Carol Maltesi si era in qualche misura servita di lui per meglio cercare i propri interessi personali e professionali, e ciò ha scatenato l’azione omicida”. E ciò, insieme alla “consapevolezza di aver perso la donna amata, accompagnata dal senso di crescente frustrazione per essere stato da lei usato e messo da parte“, ne aveva scatenato la furia omicida.
Un movente che “non può essere considerato abietto o futile in senso tecnico-giuridico”, sostengono i giudici, escludendo anche la premeditazione: il femminicidio “fu conseguenza di condotta voluta dall’imputato sorretta da dolo diretto se non da dolo intenzionale, ma non fu conseguenza di premeditazione”.
La zia di Carol: “Senza l’ergastolo, nessuna giustizia”. Dopo la sentenza, pronunciata lo scorso 12 luglio, la zia della vittima aveva dichiarato: “È una vergogna, mia nipote l’ergastolo lo ha avuto a vita, così come sua madre e il mio nipotino“. “Lascio tutto nelle mani di Dio, è una vergognci aspettavamo l’ergastolo, anche se a mia sorella non interessava, perché tanto niente le riporterà Carol“. “Con tutto quello che succede – aveva concluso -, Fontana tra dieci anni sarà fuori e potrà rifarsi una vita, mia nipote di 26 anni non torna più“.

 


Link