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Elisa Campeol, 35 anni, barista. Uccisa a coltellate da uno sconosciuto

Isola dei Morti, Moriago della Battaglia (Treviso), 23 Giugno 2021


Titoli & Articoli

Elisa Campeol, la disperazione del papà: «Ditemi perché mia figlia» (Corriere del Veneto – 24 giugno 2021)
Il padre Eligio Campeol: «Andava spesso lì a camminare, di solito portava con lei il suo cagnolino ma stavolta è andata da sola».
«Non ha senso…». Seduto sul divano di casa, Eligio Campeol si tormenta le dita. Per un padre è impossibile trovare una spiegazione a una figlia di 35 anni che esce di casa al mattino e non torna più, massacrata di coltellate da quello che alcuni descrivono come il matto del paese, un coetaneo che pare soffrisse di problemi psichici e che abitava a Col San Martino, una manciata di chilometri dalla loro casa di Pieve di Soligo, nel Trevigiano.
Le lunghe passeggiate. «Stamattina si è svegliata, ha fatto colazione, e intorno alle 9.30 è uscita in auto per raggiungere quel posto in cui andava sempre a fare le sue passeggiate» racconta Mirka, la madre di Elisa. Suo marito la interrompe per dire che «lei amava stare in mezzo alla natura, camminava per ore in quell’oasi». Si chiama «Isola dei Morti» e per essere un angolo di paradiso lambito dal fiume Piave ha un nome orribile: durante la Prima Guerra Mondiale l’area si coprì dei corpi di migliaia di soldati, trascinati dalla corrente o colpiti dai proiettili austro-ungarici.
«Di solito portava con sé il suo cagnolino, sono inseparabili. Ma stamattina nostra figlia ha preferito lasciarlo a casa perché la zampa gli fa male». Pascal è un cagnolino di piccola taglia che in giardino non la smette di abbaiare. «Forse se ci fosse stato lui…». Quando non l’hanno vista rientrare per pranzo, i genitori non si sono preoccupati. «A volte stava via per diverse ore, le piaceva stare al sole e all’aria aperta, e magari rientrava nel pomeriggio», spiega Sara, la sorella della vittima. Invece intorno alle 15 i carabinieri anno suonato alla porta. Sono andata ad aprire – racconta la madre – mi sono subito spaventata. Ho chiesto: “Ha fatto un incidente in auto?”. E loro mi hanno risposto che c’era stato un altro tipo di “incidente”. Quando mi hanno spiegato quel che era successo non ci credevo, è tutto assurdo…».
Sensibile e solitaria. I familiari dicono che Elisa Campeol era una ragazza sensibile, un po’ solitaria. Aveva avuto un fidanzato per molti anni e avevano anche vissuto insieme, ma poi la storia era finita e lei se n’era fatta una ragione. «Abitava con noi – racconta la mamma – ogni tanto, per divertirsi, andava a Villorba a ballare il reggaeton e le piaceva cucinare, ma spesso nel weekend neppure usciva. Non aveva fidanzati e che io sappia neppure uomini che la importunavano».
Era una donna tranquilla, che per qualche anno ha ereditato la gestione dell’«Eli’s Bar», il locale lì accanto che apparteneva a suoi genitori e, prima ancora, ai nonni. «Ma non le piaceva fare la barista – spiega il papà – e così da qualche tempo ero tornato io, dietro al bancone. Lei aveva altri progetti, voleva studiare discipline olistiche e magari un giorno aprire un centro tutto suo». In giardino, Pascal torna ad agitarsi. È Stefano Soldan, il sindaco di Pieve di Soligo, venuto a portare conforto. «È un dramma immenso, al quale si unisce la frustrazione per la totale assenza di una motivazione logica. Una vita spezzata dalla follia. L’unica consolazione, è che almeno il responsabile ora si trova in carcere». Eligio Campeol è ancora sul divano con gli occhi lucidi. «Aspetto qui, che mi dicano perché mia figlia è stata uccisa. Una spiegazione ci serve…».

 

Funerali di Elisa Campeol, il parroco: «Sostegno anche alla famiglia del killer» (Treviso Today – 6 luglio 2021)
Martedì 6 luglio, alle ore 16, l’arrivo del feretro davanti al Duomo di Pieve di Soligo. Letti i passi del Vangelo che la 35enne aveva pubblicato su Facebook, don Nadal: «Vicinanza a entrambe le famiglie» Martedì 6 luglio Pieve di Soligo ha dato l’ultimo commosso saluto alla 35enne Elisa Campeol. Cinquecento persone sono arrivate nel pomeriggio nel Duomo di Santa Maria Assunta. A celebrare il funerale è stato Don Giuseppe Nadal, parroco di Pieve di Soligo.
Silenzio e raccoglimento, alle ore 16, quando l’autobara è arrivata sul sagrato. Già dal primo pomeriggio la chiesa aveva iniziato a riempirsi e sono stati diversi i fedeli rimasti fuori. Nell’omelia Don Giuseppe Nadal ha detto: «Condividiamo il grande dolore dei familiari di Elisa. Questa morte suscita in noi sgomento, dolore e tante domande: il dolore è doppio perché Elisa ci ha lasciati in un modo davvero inaspettato. Non ci sono risposte immediate a tragedie simili: psicologi e criminali il compito di darci spiegazioni affinché episodi come questo non si ripetano più. Noi oggi possiamo cercare nella parola di Dio qualche spiraglio di luce».
Circa un mese fa, Elisa aveva pubblicato su Facebook, per due volte, alcuni passi del Vangelo dedicato al buon grano e alla zizzania che crescono insieme fino alla mietitura. Una parabola letta proprio durante la cerimonia e commentata da Don Giuseppe Nadal con queste parole: «Il campo raccontato nella parabola è il mondo, Elisa era il grano buono. La zizzania sono i figli del maligno e chi la semina è il diavolo. Spesso sogniamo un mondo in cui ci sia solo il grano buono ma ci vuole pazienza perché anche la zizzania si trasformi in grano». Un chiaro riferimento all’assassino di Elisa, Fabrizio Biscaro. «Anche per i suoi familiari ci sia rimedio e salvezza» ha concluso il parroco di Pieve di Soligo.

 


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