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Annamaria Capuano, 49 anni, segretaria in uno studio legale, mamma. Uccisa dal marito a colpi d’arma da fuoco

Giugliano (Napoli), 18 Gennaio 2015

capuano

 


Titoli & Articoli

Annamaria uccisa perché voleva separasi. Il marito, reduce da un divorzio, non accettava la fine del loro amore (Tele Club Italia – 19 gennaio 2015)
Si va sempre più delineando il quadro che ha portato alla morte di Annamaria Capuano ieri sera ad opera del marito Antonio Riccardo suicidatosi poco dopo.
15.02 – L’UOMO VIVEVA UN MOMENTO DI DIFFICOLTÀ’. Annamaria lavorava presso uno studio legale a Napoli, lui guardia giurata. Da qualche giorno era a casa per un permesso di malattia ed oggi sarebbe dovuto tornare a lavoro. Da tempo però c’era qualcosa che non andava. Riccardo, già reduce da un precedente matrimonio fallito, padre di altri tre figli, pare non accettasse una nuova separazione. I particolari emergono dalla lettera che ha lasciato alla figlia di 15 anni. L’uomo racconta di questo disamore della donna nei suoi confronti e il suo sconforto. Si rivolge alla ragazzina, salvo poi rivolgere altre parole direttamente alla moglie. La lettera è ora sotto sequestro e solo dopo verrà consegnata alla giovane che nel frattempo si trova a Melito a casa della sorella della mamma.
12.52 – IL LITIGIO. La discussione è iniziata in casa per poi proseguire nell’autovettura. Era lei alla guida in pantofole. Non è chiaro se stava cercando di scappare o solo di allontanarsi per non far sentire il litigio alla figlia 15enne. Chiusa in casa con delle cuffie alle orecchie.
IL BIGLIETTO. Antonio però aveva già premeditato qualcosa tanto da aver scritto un biglietto che ora è nelle mani delle forze di Polizia. Biglietto nel quale si evidenzia un profilo disturbato dell’uomo con frasi sconnesse e riferimenti anche al suo lavoro troppo stressante, era una guardia giurata. Tutte motivazioni che di certo non possono giustificare l’ennesima violenza su una donna a Giugliano. Violenza che si è consumata nel più crudo dei modi con un colpo di pistola alla nuca.
CINQUANTA CASI DI VIOLENZA SOLO NEL 2014. Dalla banca dati del TeleRosa di Giugliano gestito dall’Associazione Spazio Aspasia risultano più di cinquanta casi di violenza a Giugliano nel 2014. Violenze che al 97% avvengono tra le mura domestiche e che sono il preludio di situazioni più tragiche. Violenze che ricordano dallo sportello devono essere subito denunciate.

 

Giugliano. Omicidio-suicidio, il movente in una lettera: la guardia giurata temeva di essere lasciato (il Mattino – 19 gennaio 2015)
Un colpo alla nuca lei. Un colpo alla tempia lui. È finita così per Antonio Riccardo, di 55 anni, guardia giurata della Security Service, e per la moglie Annamaria Capuano, di 49, casalinga. Al fianco nella loro auto una lettera. Una tragica storia d’amore finita nel sangue, un omicidio-suicidio nel parcheggio del Parco Giovanna, in via Nazario Sauro, periferia di Giugliano, nella zona a ridosso di via Oasi Sacro Cuore. La coppia aveva una figlia di 15 anni. Un matrimonio difficile, i due erano verso la separazione.
Erano da poco passate le 19. Un agente di polizia che abita nello stesso parco ha notato una donna riversa sul finestrino di una Fiat Panda di colore verde. Si è avvicinato: «Signora si sente male, ha bisogno di qualcosa?». Nessuna risposta dalla vettura, poi un rantolo. L’agente ha capito. Si è accostato e ha visto la scena, sangue nell’auto, il respiro flebile della donna. Dal lato del conducente il corpo riverso di un uomo, la pistola ancora in una mano e nell’altra stretta una ciocca di capelli. A terra una pantofola della donna. Sul sedile della Panda una lettera. È scattato l’allarme. La telefonata al 113, poi al servizio 118 per la richiesta di una ambulanza, arrivata sul posto dalla vicina via San Francesco.
A nulla è servita la corsa disperata al pronto soccorso dell’ospedale San Giuliano. Il colpo alla nuca ha devastato la scatola cranica. Annamaria Capuano è morta poco dopo il ricovero. I medici, che si erano preparati a un disperato intervento chirurgico, non hanno potuto far altro che constatare il decesso dopo alcuni minuti. Subito evidente invece la morte di Antonio Riccardo, il colpo alla tempia non gli ha lasciato scampo. Gli inquirenti – una squadra di investigatori inviata sul posto dal dirigente del Commissariato di Giugliano Pasquale Trocino – hanno ipotizzato immediatamente un omicidio-suicidio. L’arma trovata nella Fiat Panda è stata subito prelevata e sequestrata dagli agenti per i rilievi balistici e per le impronte digitali. Nel caricatore della calibro 9×21 in dotazione di Riccardo sono stati trovati tre colpi in meno. Sul corpo della donna un solo proiettile. Anche su di lui un solo colpo alla tempia.
Che fine ha fatto il bossolo che manca? Probabilmente il primo colpo esploso da Riccardo per togliersi la vita è andato a vuoto. A terra gli agenti stanno ancora cercando di trovare il proiettile. Per capire di più di questa tragedia si attende di conoscere il contenuto della lettera, che è all’esame degli inquirenti. La coppia, secondo il racconto dei vicini e le prime parziali ricostruzioni degli agenti, era da tempo in crisi e al Parco Giovanna abitava da diversi anni con la figlia quindicenne. Ma che cosa ha fatto scattare la molla della follia? E perché la decisione drammatica di farla finita nella macchina?
La lettera trovata nella macchina e scritta da Riccardo parlerebbe della paura di lui di essere lasciato. Di certo, i residenti della zona non si sono accorti degli spari. La pioggia battente e le finestre chiuse hanno coperto il rumore dei colpi di pistola. I due corpi saranno probabilmente rimasti per lunghi minuti senza essere notati, fino all’arrivo del poliziotto attratto da quella testa riversa sul finestrino in maniera anomala. D’altra parte, il parcheggio del «Parco Giovanna» è a ridosso del muro di cinta, a una certa distanza dalle abitazioni. Secondo la ricostruzione dalla polizia, Riccardo ha trascinato la Capuano da casa nella macchina, lei ancora in pantofole. La figlia quindicenne, che in quel momento stava ascoltando la musica con le cuffiette, non avrebbe sentito nulla. Sono stati i vicini a prenderla in cura nei primi momenti, prima che la polizia cominciasse le domande e i tristi accertamenti di rito.
La lettera. Un foglio di carta comune bianca, piegato su se stesso almeno due volte. Sono i pensieri di Antonio Riccardo, scritti forse qualche ora prima dell’estremo gesto. Una grafia insicura, piegata verso destra, con numerose cancellature. Nel suo interno frasi sul rapporto coniugale, concetti spezzati, poi ripresi. Una confusa successione di impressioni che, alla prima lettura, non sembrano avere una logica al lettore estraneo alla logica dei fatti. Si sottolinea in modo generico di «essere tornato di nuovo allo scoperto» e di «soffrire con tutto l’atteggiamento…». Concetti dapprima scritti, poi cancellati, e ancora ripetuti. Con il procedere dello scritto la grafia peggiora, i caratteri, in uno scrivere corsivo, sono tremolanti. Il biglietto e nelle mani della polizia, per le perizie del caso.

Antonio e Annamaria insieme per l’ultimo viaggio: oggi i funerali della coppia. Il parroco: “Affidiamo la figlia al Signore” (Tele Club Italia – 24 gennaio 2015)
Si sono tenuti questa mattina i funerali di Annamaria Capuano e Antonio Riccardo, marito e moglie trovati morti all’interno della loro auto a Giugliano in una traversa di via Oasi Sacro Cuore dopo che l’uomo uccise la donna e poi si tolse la vita. Nella parrocchia Beato Vincenzo Romano di Melito il parroco ha celebrato l’omelia per ricordare le due vittime che hanno lasciato una figlia di 15anni. “Affidiamo al signore Annamaria ma soprattutto la figlia” ha detto dall’altare “Affinché possa proseguire questo cammino nella vita da sola”. I funerali pare fossero stati annunciati solo per la donna. Ma in chiesa erano due le bare presenti.
Riccardo, guardia giurata, uccise la moglie perché pare avesse intenzione di separarsi dal marito.
L’uomo dopo aver ucciso Annamaria si tolse la vita. Riccardo prima di compiere il folle gesto lasciò una lettera indirizzata alla giovane figlia.

 


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