Annalisa Bartolini, 67 anni, mamma e nonna. Strangolata dal marito
Firenze, 21 Aprile 2016
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Prima strangolata, poi imbavagliataCosì è morta Annalisa Bartolini (Corriere Fiorentino – 26 aprile 2016)
Questo uno dei primi risultati emersi dall’autopsia. Il nastro adesivo serviva per inscenare una rapina. Domenica il marito si è ucciso lasciando un biglietto in cui chiedeva scusa alla famiglia
È morta per strangolamento Annalisa Bartolini, 67 anni, trovata senza vita giovedì scorso nella sua abitazione di Firenze. Questo uno dei primi risultati emersi dall’autopsia, eseguita martedì mattina. In base all’esame autoptico, la donna è stata strangolata con le mani, provocando anche la frattura dell’osso ioide. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la donna sarebbe stata prima strangolata, e solo successivamente, quando era già priva di vita, imbavagliata con lo scotch, con lo scopo di inscenare una rapina finita male. Dopo l’episodio il marito della donna, Luigi Benelli, si è tolto la vita, lasciando un biglietto in cui chiedeva scusa alla famiglia e dove, secondo gli inquirenti, ammette indirettamente le sue responsabilità nel delitto.
Sono stati recuperati dai carabinieri nella cantina dell’abitazione, in via Svizzera a Firenze, i gioielli di famiglia di Annalisa Bartolini Il marito aveva dichiarato agli investigatori che i monili erano stati rubati nel corso della presunta rapina nel corso della quale sua moglie era deceduta. I gioielli sono stati recuperati domenica scorsa, poco dopo il ritrovamento del cadavere di Luigi Benelli. Fino a quel momento la cantina dell’abitazione non sarebbe stata ispezionata.
Delitto di via Svizzera, in duecento per Annalisa: “Addio a una donna perbene” (La Nazione – 30 aprile 2016)
I funerali al Corpus Domini
Un silenzio irreale. Denso di dolore, di incredulità, di rabbia. Sono oltre duecento le persone che alle quattro del pomeriggio escono dalla chiesa del Corpus Domini, in via Reims, per dare l’ultimo saluto ad Annalisa Bartolini, la donna barbaramente uccisa in casa in via Svizzera, poco prima che l’auto delle pompe funebri porti il feretro al cimitero.
Amici, parenti, ma anche semplici residenti del quartiere, che avevano avuto la possibilità di conoscere e apprezzare questa donna determinata ma gentile, educata e sensibile. Una madre e una nonna che ha fatto della famiglia il perno centrale della propria esistenza. I nipoti di Annalisa piangono di continuo, sono letteralmente distrutti. Il parroco don Antonino li abbraccia, teneramente. E cerca di confortarli. Durante l’omelia più volte ha sottolineato come il regno del Signore appartenga ai giusti, ai buoni di cuore, alle persone generose.
Non a caso vengono letti dei passaggi del Libro della Sapienza prima e del Vangelo di Matteo dopo. «La morte è un mistero. Un dolore difficile da comprendere, soprattutto per chi da figlio deve piangere un genitore. Chi muore resta in noi, grazie all’amore. E attraverso la preghiera possiamo continuare ad avere un rapporto vero con il parente o l’amico che ha raggiungo il paradiso».
La chiesa è piena. Tanti i giovani, amici dei figli di Annalisa, che hanno voluto restare vicini a chi, in poche ore, ha perso la madre. E ha poi scoperto che la mano che ha tolto la vita ad Annalisa sarebbe stata quella del proprio padre, Luigi Benelli. Un doppio dolore, intenso, acre. Che solo il tempo e il difficile perdono forse potrà, un giorno, attenuare.