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Anna Sviridenko, 40 anni, medico nucleare, mamma. Strangolata dall’ex marito

Modena, 10 Giugno 2024


Titoli & Articoli

Modena, uccide la moglie e va in caserma con il corpo nel bagagliaio (Domani – 11 giugno 2024)
Un uomo di 48 anni si è presentato dai carabinieri con il cadavere della moglie nel bagagliaio dell’auto. La donna, 41 anni e medico, è stata trovata con un sacchetto di plastica sulla testa e una cintura stretta al collo. I due stavano portando avanti una battaglia legale per l’affidamento dei figli
Nella notte tra lunedì e martedì un uomo, Andrea Paltrinieri di 48 anni, si è presentato al comando dei carabinieri di Modena: nel bagaglio dell’auto c’era il corpo della moglie, Anna Sviridenko, 40 anni, italiana di origini russe, era medico in Austria e specializzanda in Radiologia all’università di Modena e Reggio Emilia. Paltrinieri è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e portato nel carcere di Sant’Anna, dove si attende la convalida dell’arresto. Sviridenko, madre di due bambini di 2 e 3 anni, era andata a Modena per prendere i figli e portarli all’estero, dove risiedeva.
Quando i carabinieri hanno trovato aperto il bagagliaio, il cadavere della donna era in posizione rannicchiata, con la testa infilata in un sacco nero, legato al collo con un cavo elettrico. Dopo che il sacchetto è stato rimosso, i carabinieri hanno trovato una cintura stretta al collo della donna. La vittima sarebbe stata uccisa a casa di Paltrinieri, a pochi passi dal centro storico di Modena.
L’affidamento dei figli al centro di una battaglia legale Dalle prime indagini è emerso che tra i due ex coniugi era in corso una battaglia legale per l’affidamento dei figli: la donna aveva avviato davanti all’Autorità giudiziaria di Innsbruck una procedura per ottenere l’affido prevalente dei figli e l’esercizio del diritto di visita. Il 17 maggio 2023 i giudici avevano stabilito che i bambini sarebbero stati prevalentemente dalla madre e aveva dato il diritto di visita al padre. A gennaio 2024 l’uomo aveva fatto ricorso al tribunale civile di Modena per ottenere la separazione con addebito a carico della moglie, contestando la giurisdizione austriaca.
Il tribunale modenese aveva confermato le disposizioni di Innsbruck.
E sul tema della competenza territoriale, informa la procura, il tribunale «ritenendo di non dover assumere provvedimenti temporanei urgenti, essendovi già la decisione del giudice straniero comunitario con decisione riconoscibile nel nostro Stato, ha assunto la causa in decisione a maggio».
A febbraio 2024 la vittima aveva presentato un’altra istanza al tribunale di Innsbruck per ottenere l’affidamento esclusivo dei due figli, che le era stato concesso nei giorni scorsi. Il delitto sarebbe avvenuto nel momento in cui Sviridenko era andata a Modena a prendere i bambini per portarli in Austria.  La donna aveva due lauree, una in Medicina e Chirurgia e l’altra in Odontoiatria, e viveva da tempo in Austria dove lavorava in una clinica a Innsbruck. Precedentemente aveva esercitato anche in strutture ospedaliere in Trentino e nel Bolognese.
Le reazioni della comunità modenese. «L’ennesimo caso di un uomo che non è riuscito ad accettare la fine del rapporto e ha deciso quindi di uccidere – ha commentato il neosindaco di Modena, Massimo Mezzetti – Un gesto orribile e gravissimo, l’ennesimo di questo anno in Italia». L’azienda ospedaliero-universitaria di Modena parla di una «tragedia che ha scosso tutto il personale, non solo del Policlinico, dove Anna svolgeva la sua specializzazione, ma di tutta l’azienda».  Il rettore dell’università Carlo Adolfo Porro ha sottolineato che la comunità è «devastata»: «Il femminicidio è un cancro che non possiamo più tollerare, una vergogna che macchia la nostra umanità, e non ci sono mezzi termini per condannarla: è un atto vile, disumano e inaccettabile. È tempo che la nostra società si sollevi con forza contro questa barbarie». L’ateneo si costituirà parte civile nel processo che si instaurerà.

 

Anna Sviridenko, la telefonata alla sorella prima di essere uccisa da Andrea Paltrinieri (Gazzetta di Modena – 11 giugno 2024)
Si erano sentite poche ore prima del femminicidio commesso a Modena dall’ex marito: «Ho appena vinto la causa per l’affidamento esclusivo dei miei figli», aveva detto Anna alla sorella, che vive in Bielorussia. Poi la linea si è interrotta
Aveva telefonato alla sorella, che vive in Bielorussia, per comunicarle la notizia: il tribunale le aveva concesso l’affidamento esclusivo dei figli. Poche parole, la comunicazione che si interrompe all’improvviso. Da quel momento, nessuna risposta.
Potrebbe essere questa l’ultima telefonata di Anna Sviridenko, lunedì sera poco prima di essere uccisa dal marito 48enne Andrea Paltrinieri, da cui si stava separando. A parlarne è uno dei vicini di casa di Anna a San Felice sul Panaro, nella Bassa modenese: da quando aveva iniziato la separazione da Paltrinieri, la 40enne si divideva tra la Bassa e l’Austria.
«Adesso sono in Bielorussia con mia moglie – così ieri il vicino e amico da vent’anni, Davide Calanca – abbiamo saputo oggi pomeriggio quello che era successo, noi eravamo qui per caso. In Bielorussia abita la sorella di Anna, per la quale domani proveremo a recuperare il visto per farla arrivare in Italia. A San Felice vive la madre che è estremamente provata. Da quanto abbiamo ricostruito per ora, Anna aveva imparato da mezz’ora di avere ottenuto l’affidamento esclusivo dei figli. Ha telefonato alla sorella, le stava dicendo che aveva vinto la causa e che avrebbe portato i bimbi a Innsbruck. Poi è caduta linea e Anna non è ha più risposto».
Naturalmente spetterà agli inquirenti chiarire se quella telefonata sia avvenuta ad un orario compatibile con il decesso di Anna.
«Ci siamo salutati giovedì – continua Calanca – perché stava andando a Innsbruck per il fine settimana, per poi portare i bimbi due settimane al mare a Cervia. Siamo completamente devastati da questa notizia».
Calanca e la moglie conoscevano la vittima da tantissimo. «È stata compagna di università di mia moglie. Poi un anno e mezzo fa ci venne a trovare e ci disse che aveva bisogno di trovare casa dalle nostre parti perché il marito aveva chiesto il divorzio e la minacciava di portarle via i bimbi. Disse che a Innsbruck le avevano consigliato di andare incontro a lui, avvicinandosi appunto a Modena. Le avevano detto: “Stai attenta, perché se si arriva a uno scontro muro contro muro, la situazione diventa difficile”. Ogni tanto ci raccontava che lui la minacciava di toglierle i bimbi».
Anna così ha partecipato a un concorso, vincendolo, e optando per Radiologia a Modena. «Doveva pagare già l’affitto in Austria – aggiunge Calanca – e quindi si divideva tra il lavoro qui a Modena e a Innsbruck nel fine settimana. Dava tutto per i suoi figli, lavorava tantissimo e non si riposava mai, riuscendo comunque a trovare tempo per giocare con loro. Era una persona buona come il pane, Anna».

Femminicidio a Modena: chi era Anna Sviridenko, strangolata dall’ex Andrea Paltrinieri (SkyTg24 – 12 giugno 2024)
Medico, due lauree, la spola tra l’Austria e l’Emilia per i suoi bambini: Anna Sviridenko aveva solo 40 anni quando è stata strangolata dal marito 48enne Andrea Paltrinieri. La definivano una mamma super, una donna amabile e gioiosa, una professionista “sempre con il sorriso sulle labbra”
Poche ore prima di essere uccisa Anna aveva ricevuto una bella notizia e l’aveva condivisa con la sorella che viveva in Bielorussia. Prima di morire a Modena, per mano dell’ex marito, in una breve chiamata le aveva detto: “Ho appena vinto la causa per l’affidamento esclusivo dei miei figli”. Poi la linea si è interrotta.
Una separazione difficile
. Tanti la apprezzavano e conoscevano la non rosea situazione di Anna. Un calvario iniziato quando la donna aveva iniziato la separazione da Paltrinieri. Da allora, la 40enne si divideva tra la Bassa modenese e l’Austria. Ma lunedì scorso aveva telefonato alla sorella, le stava dicendo che aveva vinto la causa e che avrebbe portato i bimbi a Innsbruck. Poi è caduta la linea e Anna non ha più risposto. La donna viveva da tempo nel terrore di un ex marito che la minacciava spesso che le avrebbe reso la vita impossibile se le avesse tolto i bambini o avesse fatto particolari problemi nella gestione familiare. E lei, un sacrificio dopo l’altro, provava a starci dentro e si divideva tra la città italiana di San Felice, nella bassa modenese e Innsbruck nel fine settimana.
Una spola continua per stare con i propri bambini.
Quando lunedì 10 giugno la donna è arrivata dall’Austria – lì come medico, lavorava in una clinica di Innsbruck – stava andando a prendere i figli che avevano trascorso una settimana con il padre. Ricercatrice e pubblicista, a Modena stava prendendo una specializzazione in radiologia. Nel privato, dibatteva invece da due anni con il marito per l’affidamento dei loro due bimbi. E così, in questa ultima spola fino a Cervia, dove il padre aveva portato i piccoli al mare, quando lei stava andando a riprenderli, lui l’ha strangolata. Le ha legato al collo una cintura coprendole la testa con sacco nero e poi è andato a costituirsi ai Carabinieri, con il cadavere in auto.
“Anna nella comunità era amata da tutti”.
La donna a San Felice, nella bassa modenese, aveva trovato una famiglia. In particolare nei due fratelli Davide e Giulio Calanca. “Ci siamo visti l’ultima volta sabato pomeriggio, era felice perché lunedì sarebbe andata al mare con i bambini”, racconta Giulio Calanca, sconvolto per quanto accaduto. “Adorava i suoi bambini, era una ragazza solare e qua era amata da tutti”. Non è bastato: la donna dopo aver parlato al telefono con il suo avvocato Francesca Obici e con la sorella, che vive in Bielorussia, è sparita.
“Anna era una delle migliori allieve della scuola di specializzazione” Pietro Torricelli, direttore del dipartimento di attività integrata di Radiologia dell’azienda ospedaliero universitaria di Modena ha così ricordato Anna Sviridenko. “Aveva già conseguito una specializzazione in medicina nucleare per cui aveva esercitato presso l’Università di Innsbruck (Austria) producendo anche un’attività scientifica molto rilevante che continuava a produrre perché aveva mantenuto i rapporti originari con l’Università – spiega Torricelli – Qui da noi era entrata nel 2022, perché aveva fatto la scelta di prendere anche la specializzazione in radio diagnostica e frequentava perciò i nostri reparti ed i nostri servizi con enorme profitto”. “Era una ragazza solare, riservata ma estremamente disponibile – continua nel suo ricordo – Professionalmente ineccepibile e volenterosa. Per noi è stato uno choc. Qualcosa che ci ha sconvolto e provato in maniera fortissima. Di lei ho un ricordo positivo sia dal punto di vista professionale che umano. L’ultimo turno lo ha fatto sabato mattina, dopo aveva preso qualche giorno di congedo per impegni suoi, personali. Se si confidava sul lavoro dei problemi personali? Come detto era una persona estremamente riservata. Non lo ha mai fatto con me e non mi risulta lo facesse con gli altri colleghi”. “È un dolore enorme per questa struttura e per tutti i colleghi. Ennesimo omicidio senza senso, senza nessun tipo di logica”, ha aggiunto Claudio Vagnini, direttore generale dell’Aou modenese.
Le possibili cause del femminicidio. E chissà se la causa scatenante sia stata proprio l’iter complicato dell’affido dei bambini. Il 17 maggio dello scorso anno era stata decisa la collocazione prevalente nell’abitazione della madre e il diritto di visita del padre. Paltrinieri però ad inizio anno aveva fatto ricorso al tribunale civile di Modena, contestando la giurisdizione austriaca. Nel frattempo la donna aveva chiesto l’affidamento esclusivo e con molta probabilità è stata questa la causa scatenante della follia omicida dell’ex marito. 

 

Anna Sviridenko uccisa e messa nel bagagliaio dall’ex marito. Le lacrime dei colleghi: «La amavano tutti, pensava sempre al bene dei suoi due bambini» (Leggo – 12 giugno 2024)
Anna Sviridenko aveva due lauree, due lavori ed era costretta a fare la spola tra Innsbruck e l’Emilia per stare vicino ai figli e non avere problemi con l’ex marito Andrea Paltrinieri
È scioccata la comunità di San Felice sul Panaro, nel Modenese, dove da qualche tempo abitava Anna Sviridenko, la donna di 40 anni uccisa lunedì sera dal marito, Andrea Paltrinieri,  a Modena e portata dall’uomo stesso, cadavere, nel furgone, alla caserma dei carabinieri. In lacrime i colleghi del Policlinico che la ricordano «Sempre con il sorriso sulle labbra, sempre preoccupata di far star bene i suoi due bambini».
Il ricordo dei colleghi di Anna Sviridenko «Abbiamo lavorato insieme sabato mattina. È stato il suo ultimo turno di servizio qui da noi – ricorda Anna Maria Pecchi, professoressa associata in Radiologia dell’Aou modenese – Eravamo al centro senologico. Una mattinata impegnativa perché era sabato e abbiamo avuto casi difficili. Lei è stata accanto a me dall’inizio alla fine del turno, sempre con il sorriso». «Aveva sempre uno spirito propositivo e il sorriso. Lei era così. Non l’ho mai vista, nei due anni che è stata qui con noi, non sorridente. Persona positiva, che è entrata nel cuore di tutto il reparto. Tutti i colleghi sono molto amareggiati, profondamente. Dal personale tecnico a quello infermieristico. Era una persona si faceva voler bene».
«Siamo increduli – continua Pecchi – Il reparto è sotto choc, una perdita umana e professionale, perché era molto brava. Nel dettaglio non abbiamo mai parlato della sua vita personale, parlavamo invece di cose da mamma, perché anche io sono mamma. Cose della quotidianità, altre cose non me le ha mai confidate. Io che l’ho vista per ultima sono incredula. Non aveva mai parlato con me dell’affido o della battaglia legale».
«Anna era una delle migliori allieve della scuola di specializzazione –  ha detto Pietro Torricelli, direttore del dipartimento di attività integrata di Radiologia dell’azienda ospedaliero universitaria di Modena – Aveva già conseguito una specializzazione in medicina nucleare per cui aveva esercitato presso l’Università di Innsbruck (Austria) producendo anche un’attività scientifica molto rilevante che continuava a produrre perché aveva mantenuto i rapporti originari con l’Università – spiega Torricelli – Qui da noi era entrata nel 2022, perché aveva fatto la scelta di prendere anche la specializzazione in radio diagnostica e frequentava perciò i nostri reparti ed i nostri servizi con enorme profitto».
Lutto cittadino. Sul municipio di San Felice sul Panaro in segno di lutto saranno esposte bandiere a mezz’asta per due giorni per decisione del sindaco. Anna è vittima «dell’ennesimo brutale femminicidio – scrive il sindaco di San Felice, Michele Goldoni – Un evento drammatico che tocca tutti noi perché Anna abitava da qualche tempo a San Felice sul Panaro. È straziante pensare a una vita spezzata, ai due figli piccoli che resteranno senza mamma e al vuoto spaventoso che soffriranno familiari e amici. Come Amministrazione ci siamo sempre molto impegnati sul tema della violenza domestica e del femminicidio, organizzando numerose iniziative rivolte alla cittadinanza e alle scuole, perché consci, purtroppo, che in questo campo c’è ancora tanto da fare, come ci confermano i numeri sempre più preoccupanti. Oggi piangiamo Anna che ha vissuto nella nostra comunità, che alcuni di noi hanno conosciuto e apprezzato, una giovane donna brillante che non potrà vedere crescere i propri figli. Difficile esprimere lo sgomento, la rabbia e il dolore che proviamo tutti noi: questo ci spingerà a impegnarci ancora di più per lavorare sulla prevenzione».

 

“Anna ha fatto di tutto per i suoi figli” (Rai News – 12 giugno 2024)
Il ricordo di un’amica della dottoressa uccisa dall’ex marito: “Una relazione tossica”. Per consentirgli di vedere i bimbi aveva accettato il lavoro a Modena e trovato casa
“Una mamma e una donna meravigliosa, ha fatto di tutto per i suoi figli”. Così tra le lacrime al telefono un’amica della coppia descrive Anna Sviridenko, la dottoressa quarantenne strangolata lunedì e portata in furgone dall’ex marito Andrea Paltrinieri al comando dei carabinieri di Modena.  “Era una relazione malata”, dice ancora l’amica.
In carcere accusato di omicidio aggravato il 48enne modenese, sottoposto da questa mattina ad un lungo interrogatorio. I due si contendevano la custodia dei bambini di 3 e 5 anni e proprio lunedì c’era stata al tribunale di Innsbruck, dove la coppia aveva convissuto, una nuova udienza sul loro affidamento.
Alla sua legale, Francesca Obici, la vittima diceva di essere preoccupata per i bambini, ma non per sé stessa. E proprio per avvicinarsi nel gestire la separazione la dottoressa aveva accettato una borsa di studio al Policlinico universitario di Modena e trovato una sistemazione in provincia, a San Felice sul Panaro. Lunedi l’ultimo incontro con l’ex marito: la dottoressa avrebbe dovuto soltanto prendere i bambini per portarli una settimana al mare.

I messaggi di Anna Sviridenko all’amica prima di essere uccisa dall’ex marito: «Mi odia tanto e mi farà un brutto scherzo» (Corriere della Sera – 13 giugno 2024)
Anna Sviridenko, vittima di femminicidio a Modena è stata uccisa dall’ex marito Andrea Paltrinieri. La Procura: «La premeditazione viene esclusa»
Nei messaggi che mandava all’amica c’era tutta la preoccupazione che l’affliggeva. Era preoccupata dagli atteggiamenti dell’ex marito Anna Sviridenko, barbaramente uccisa nella serata del 10 giugno. «Ho paura che mi farà un brutto scherzo»  diceva poco prima di morire in un audio mandato ad un’amica e pubblicato da Il Resto del Carlino di Modena.
I messaggi all’amica e la preoccupazione sull’ex marito
«Una persona che mi odia così tanto. Andrea fa davvero come gli pare, ha portato i bambini a Napoli senza dirmelo
. Queste sono informazioni che dovrebbero essere dette alla madre…questa cosa mi preoccupa molto». In un altro audio spiegava all’amica quantofosse complesso accordarsi con l’ex compagno anche per l’assicurazione sanitaria dei figli. «Talmente bugiardone..»  si sente in un altro audio.
Anna Svirilenko non poteva immaginare cosa sarebbe accaduto. Una tensione sempre crescente che ha portato al drammatico epilogo di lunedì sera quando il padre dei suoi figli l’ha strangolata, ha caricato il corpo in auto ed è andato a costituirsi davanti alla caserma dei carabinieri con il cadavere in auto. Andrea Paltrinieri ora si trova in carcere.
In una nota il procuratore capo di Modena Luca Masini, dando conto dell’avvenuta convalida dell’arresto fa sapere che la misura di custodia in carcere sarà per omicidio volontario, aggravato dall’essere commesso contro un coniuge, ma è stata esclusa, ad ora, dal gip l’ulteriore aggravante della premeditazione, che era stata ipotizzata in un primo momento dalla procura.
Nel frattempo stamattina è cominciato l’accertamento autoptico sulla salma della vittima a cura del medico legale che potrebbe dare ulteriori risposte all’indagine in corso. Ancora non è chiaro dove sia stata fisicamente uccisa la 41enne, che lunedì aveva raggiunto Paltrinieri per riprendere i due piccoli e per trascorrere con loro una settimana al mare.
I campanelli d’allarme e la decisioni di non turbare i figli. Quello che emerge invece e che ancora una volta i campanelli d’allarme c’erano, ma la vittima, anche per non turbare i figli, aveva deciso di sopportare, di attendere, di trovare una soluzione.
«Ciao Anna, anima bella, amica mia. Penso ai tuoi bambini che prima di addormentarsi ti cercheranno per il solito rituale della buonanotte e non ti troveranno. Hanno la stessa età dei miei. Oggi ti ho chiamata per sapere come era andata l’ennesima udienza, la tua ultima, il tuo cellulare suonava a vuoto. Cosa avrei potuto fare, cosa avremmo potuto fare tutti, per salvarti, per salvarvi»  scrive su Facebook la dottoressa Carlotta Moro, collega e amica di Anna, che con lei aveva condiviso tante cose.
La famiglia della vittima attesa a Modena nelle prossime ore. Intanto dovrebbero arrivare in città venerdì i genitori di Anna, che sperano di poter riportare la salma in Bielorussia, dove vivono. «Chiediamo alla cittadinanza di non abituarsi a questa mattanza, perché non è nel destino delle donne morire ammazzate dai padri dei loro figli, e molto può essere fatto per invertire una tendenza, quella della violenza patriarcale contro le donne dal momento che si regge su presupposti culturali e di potere» scrive oggi la Casa delle Donne di Modena che invita tutti il prossimo 17 giugno ad un sit-in in piazza Grande. (di Valentina Lanzilli)

 

Anna Sviridenko stava andando al mare con i figli, poi l’ex l’ha strangolata. L’interrogatorio di 5 ore: Andrea Paltrinieri rischia l’ergastolo (Corriere della Sera – 13 giugno 2024)
Femminicidio di Modena. Il dolore e lo choc dei colleghi medici: «Sempre sorridente». L’assassino cinque ore dal gip
Professionista apprezzata. Madre amorevole. Donna indipendente. Spirito libero e mai che vedesse il bicchiere mezzo vuoto. Anna Sviridenko era così, energia e positività. «Un vulcano» per dirla con le parole di chi ha avuto il privilegio di fare un tratto di strada assieme a lei, nella vita. Chissà su quale dettaglio si sono chiusi per sempre i suoi begli occhi scuri… chissà se l’ultimo pensiero è stato per suoi due bambini adorati…
«Ho ucciso mia moglie, il corpo è nel furgone qua davanti», ha confessato ai carabinieri l’uomo un tempo tanto amato. Non era rimasto più nulla di quell’amore, dei loro cinque anni di matrimonio. Niente. Più di due anni fa la separazione e da allora solo litigi, carte bollate, udienze in tribunale per contendersi l’affidamento dei piccoli, di 5 e 3 anni.
Anna Sviridenko aveva 41 anni ed era nata a Minsk, in Bielorussia. Una laurea in medicina generale più la specializzazione in Medicina nucleare. Una seconda laurea in Odontoiatria e adesso era specializzanda in radiodiagnostica con l’Università di Modena. Aveva lavorato come specialista in Medicina nucleare a Innsbruck, la sua città di adozione, dove aveva preso la sua prima laurea, dove sono nati e hanno residenza e scuola i suoi figli.
Da quando si era separata faceva miracoli per organizzare le sue settimane fra l’attività scientifica che aveva mantenuto con la sua clinica a Innsbruck, il Policlinico di Modena dove lavorava e San Felice sul Panaro, nel Modenese, dove ruotava la vita di suo marito. Mille chilometri ogni volta per prendere i bambini o per lasciarli a lui. Per rimanere vicina a loro e cercare di smussare gli angoli più acuti dei conflitti con il marito. Una fatica che non le è mai valsa nemmeno un’ombra di malumore. Sempre allegra, la stanchezza vinta dalla felicità di stare con i suoi piccoli che i giudici avevano deciso di affidare prevalentemente a lei e che lei aveva chiesto di avere in via esclusiva.
Lui, Andrea Paltrinieri, 48 anni, ex ingegnere ora disoccupato, ieri è stato interrogato dal gip per cinque ore. L’accusa è omicidio volontario pluriaggravato, rischia l’ergastolo. La sua minaccia più frequente per la donna che vedeva realizzarsi sempre più mentre lui rimaneva al palo con la professione e la vita, era un classico: i bambini resteranno con me, te li porterò via. Ma il tribunale austriaco aveva deciso diversamente ed era ormai nei fatti che alla fine la vincesse lei sull’affidamento esclusivo. Una cosa che lui riteneva inaccettabile. L’ha strangolata.
Quel giorno lei era particolarmente contenta. Stava per partire per il mare con i suoi bambini. Un po’ di riposo, finalmente, e giornate spensierate di sole e di giochi con loro. Uno schiaffo in piu per lui che non riusciva più a vivere giorni sereni. Così ha scelto la violenza, l’azione senza ritorno. Di quella donna tutti i suoi colleghi raccontano la generosità, la disponibilità. Una dottoressa «infaticabile e sempre positiva e sorridente», è la descrizione unanime. Una che aiutava tutti, che sceglieva sempre di essere gentile. Anche con lui che la minacciava di toglierle i bambini, che era convinto fosse la causa del suo declino professionale.
Anna non era donna da sprecare un solo minuto del suo tempo con la rabbia o il rancore. C’erano i suoi piccoli con lei e questo era tutto ciò che le serviva e bastava. Adesso quelle due creature che non hanno più né una madre né un padre sono con i nonni paterni. Qualcuno, prima o poi, gli racconterà tutto di quella bravissima dottoressa che non si lamentava mai e che grazie a loro sapeva essere felice. (di Giusi Fasano)

Il lungo, straziante viaggio dei genitori di Anna per recuperare la salma della figlia martoriata dal marito (Sul Panaro – 13 giugno 2024)
E’ un viaggio lungo, straziante, quello che i genitori di Anna Sviridenko devono compiere dalla Bielorussia per recuperare la salma della figlia, barbaramente uccisa dal marito Andrea Paltrinieri lunedì scorso. Sono i mille i chilometri di distanza, ma la situazione geopolitica complica tutto, perchè non ci sono voli diretti da quel paese in questo momento, bisogna passare per la Polonia. Inoltre, devono fermarsi a Innsbruck,  in Austria, dove raccoglieranno carte e documenti della povera figlia, e poi proseguiranno per altri 350 km verso San Felice sul Panaro, dove abitava la donna con i figlioletti in un appartamento della Società Operaia di Mutuo Soccorso . Per due anziani, un viaggio pesantissimo, doloroso, ingiusto.
Racconta Davide Calanca, architetto di San Felice sul Panaro amico di Anna: Oggi pomeriggio a Minsk io e mia moglie abbiamo salutato due poveri anziani genitori devastati che sono partiti per un viaggio allucinante di quattro giorni per giungere in Italia e cercare di riportare a casa la salma della loro figlia. Non trovo più le parole giuste per raccontare degli occhi lucidi, dello smarrimento, della voce che manca, delle cose che non si conoscono ma che bisognerà fare… Il recupero della salma sarà questione molto costosa. Come Società Operaia di Mutuo Soccorso di San Felice ci siamo impegnati a contribuire in modo determinante, ma se chiunque volesse aiutare sarebbe ben accetto. Domani vedremo come attivare un raccolta fondi e renderla nota. Ringrazio mio fratello Giulio che si sta prestando, in paese e davanti alle tv nazionali e locali, nel rendere vivo il ricordo di una giovane donna straordinaria, abnegata ai figli e al lavoro oltre ogni immaginazione.

I retaggi patriarcali nei tribunali: un padre violento con la madre può essere un buon padre (Radio Città Fujiko – 13 giugno 2024)
L’orribile femminicidio di Anna Sviridenko, stragolata dall’ex partner Andrea Paltrinieri, che poi ha portato il cadavere in caserma a Modena nel baule della propria auto, è l’ennesimo caso di violenza di genere in Italia e nella nostra regione.
La vicenda, però, apre una riflessione anche sui meccanismi di prevenzione della violenza sia nei confronti delle donne che nei confronti dei figli. Se la giurisprudenza riconosce nella fattispecie di maltrattamenti in famiglia il reato della violenza assistita dai figli da parte del padre nei confronti della madre, non sempre ciò si traduce in una decisione del giudice riguardo all’affidamento dei figli che tenga conto del fatto che un genitore violento non può essere un buon genitore.
Nell’affidamento dei figli spesso i tribunali scontano un retaggio patriarcale: i diritti del padre garantito anche se violento Secondo le ricostruzioni della stampa, Sviridenko sarebbe stata uccisa da Paltrinieri per questioni legate all’affidamento dei figli.
In un comunicato del Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna si sottolinea come le battaglie delle donne che hanno subito una qualche forma di violenza e che vogliono preservare i figli dal medesimo destino sono spesso lunghe e faticose e spesso non danno gli esiti sperati. «L’esperienza delle donne che si rivolgono ai nostri Centri ci insegna che le madri, spesso, devono sostenere delle lunghe battaglie giudiziarie per l’affido esclusivo dei propri figli – si legge nel comunicato – Viene chiesto loro di dimostrare ciò che è ovvio e cioè, che un uomo violento non può essere un buon padre».Eppure l’inclinazione alla violenza raramente viene considerata incompatibile con la capacità genitoriale all’interno dei tribunali. «È un problema culturale», sottolinea ai nostri microfoni Cristina Magnani, presidente del Coordinamento dei Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna.
In particolare, nelle ordinanze e nelle sentenze dei giudici c’è la tendenza a salvare sempre e comunque la figura del padre, in forza di retaggi patriarcali che individuano nel padre una figura genitoriale fondamentale, anche se questi è violento. Eppure, la violenza di un genitore mal si concilia con quello che dovrebbe essere il suo ruolo, che è prima di tutto educazione al rispetto dell’altro, sia nei valori trasmessi che nell’esempio dato.
Decretando l’affidamento condiviso tra la madre e un padre violento, sottolinea Magnani, «si riattiva sia il trauma della donna, che è costretta ad incontrare l’uomo ogni volta che c’è un incontro per lo scambio dei figlia, ma anche il trauma per i figli che hanno assistito alla violenza del padre nei confronti della madre».

In altre parole, spesso i giudici tutelano i diritti del padre a prescindere dal loro comportamento nei confronti della donna, ma anche nei confronti dei figli che hanno assistito alla violenza sulla propria madre. A venir meno sono i diritti della donna e dei bambini, cioè delle vittime della violenza.
La Convenzione di Istanbul, recentemente recepita nella normativa italiana, interviene anche in questo senso. «Nel decidere sull’affidamento dei bambini – spiega Magnani – il giudice deve tener conto delle denunce e dei procedimenti pendenti per violenza nei confronti delle madri dei bambini. Un padre violento, che non si trattiene e non ha controllo dei propri impulsi violenti nei confronti della moglie, della convivente, è una persona sulla cui genitorialità pende un grosso punto interrogativo che va valutato. Secondo noi e secondo psicologi ed esperti della materia, non può essere un genitore adeguato perché l’uso della violenza non è sintomo di capacità genitoriale».
Come fare allora per risolvere il problema? Essenziale è la formazione dei giudici. «Ciò che deve essere divulgato sono le ricadute negative del contatto minore-genitore violento sul minore – sottolinea la presidente del Coordinamento – Sarebbe necessario che la disciplina giuridica a cui i giudici sono formati fosse integrata anche da conoscenze in ambito di psicologia e violenza di genere. Serve formazione».

I primi risultati dell’autopsia: la 40enne è morta asfissiata (il Resto del Carlino – 15 giugno 2024)
La mamma Anna Sviridenko è stata brutalmente uccisa dall’ex marito Andrea Paltrinieri. L’omicidio avvenuto sul furgone potrebbe essere premeditato. La dinamica del delitto è ancora da chiarire.
Era stata una giornata lunga, emotivamente pesante in tribunale. Solo nell’abbraccio dei suoi figli avrebbe potuto trovare consolazione, pace, invece anche quell’ultimo abbraccio le è stato negato. E’ morta asfissiata Anna Sviridenko, la mamma di 40 anni brutalmente ammazzata dall’ex marito, il 48enne Andrea Paltrinieri lunedì sera. Lo confermano i primi esiti dell’esame autoptico. L’assassino, infatti, le avrebbe messo un sacchetto di plastica in testa, per poi stringere una cintura al collo della vittima, fermando così l’apporto di ossigeno. Un delitto atroce che potrebbe essere stato commesso proprio sul furgone dell’ex marito. Parliamo dello stesso mezzo con il quale, poi, l’indagato lunedì sera si è presentato in caserma, col cadavere rannicchiato nel baule.
Ad oggi, infatti, non è chiara la dinamica dell’omicidio: quel che si sa è che la dottoressa di Medicina nuleare, specilizzanda in Radiologia a Modena, alle 18.32 aveva detto ad una cara amica di essere in viaggio verso Modena: avrebbe dovuto raggiungere l’abitazione dell’ex marito, Paltrinieri, in via Bonacini per prendere i suoi bambini e portarli con sé a San Felice, nell’appartamento in cui viveva circa una volta al mese. L’indomani sarebbe dovuta partire con i piccoli per Cervia. A quanto pare, invece, l’omicida l’ha raggiunta e ammazzata prima ancora che la vittima potesse salire in casa: nell’appartamento al primo piano della palazzina (i genitori dell’uomo si trovavano al secondo piano, con i bambini) non sarebbero state trovate tracce del delitto. Difficile ipotizzare che sia avvenuto in cortile: si tratta di un’area su cui affacciano parecchi appartamenti. L’ingegnere, con una scusa, potrebbe aver fatto salire nel mezzo la vittima. La procura di Modena aveva inizialmente contestato la premeditazione: aggravante però esclusa per il momento dal gip. Quella mattina, lunedì, lo ricordiamo si era svolta l’udienza in tribunale a Innsbruck in cui i giudici, di fatto, confermavano la residenza dei figli in Austria, stabilendo poi gli incontri con il padre. Quel giorno, in aula, Paltrinieri aveva iniziato a gridare, tanto da essere ripreso dal giudice. Nel viaggio verso casa, a Modena, potrebbe aver pianificato l’omicidio.

Femminicidio di Anna Sviridenko, i due figli affidati ai nonni materni (Gazzetta di Reggio – 6 luglio 2024)
La decisione del tribunale di Innsbruck in attesa degli sviluppi giudiziari. La donna è stata uccisa lo scorso 10 giugno dall’ex marito Andrea Paltrinieri, che ora si trova in carcere a Modena
Staranno insieme ai nonni materni, almeno per il momento, i due bambini di tre e cinque anni di Anna Sviridenko, la 40enne uccisa lo scorso 10 giugno dal marito 48enne Andrea Paltrinieri da cui si era ormai separata. La decisione è arrivata dal tribunale di Innsbruck nei giorni scorsi, soprattutto per tutelare i due bambini in attesa di eventuali altre disposizioni dell’autorità giudiziaria. Inoltre, già in passato i bambini hanno vissuto con i nonni che dopo il femminicidio sono partiti dalla Bielorussia – di cui sono originari – alla volta di Modena, per partecipare al funerale di Anna.
Il 10 giugno Andrea Paltrinieri si è presentato al comando provinciale dei carabinieri di Modena, dichiarando di avere trasportato, all’interno del baule del suo furgone, il cadavere della moglie. La 40enne, da cui Paltrinieri si era ormai separato e con la quale nei mesi scorsi si era conteso l’affidamento dei figli (che proprio quel giorno erano stati affidati in via esclusiva a Anna dal tribunale di Innsbruck), aveva un sacchetto di plastica in testa legato da un filo elettrico. E sotto il sacchetto, c’era una cintura stretta al collo della vittima.
Chi era Anna La 40enne era un medico e aveva un doppio lavoro tra Innsbruck, Modena e Carpi (aveva preso una casa in affitto a San Felice): macinava 1500 chilometri a settimana per mantenere la famiglia con turni massacranti, anche di notte, per potere trascorrere più tempo possibile con i suoi figli.
La raccolta fondi Nei giorni scorsi la società operaia di San Felice si è messa a disposizione per aiutare economicamente la famiglia di Anna. Infatti i genitori della donna intendono portare la salma in Bielorussia. Farlo, avrà un costo purtroppo importante. I soldi serviranno anche per sostenere i due bambini, orfani di madre, nel loro futuro. Per contribuire, l’Iban del conto su cui è possibile effettuare il versamento è IT92H0565266980CC0010159648; come causale andrà indicato “In favore di Anna Sviridenko”.
Intanto le indagini dei carabinieri, coordinate dalla procura, vanno avanti e Paltrinieri resta in carcere e i due bambini staranno con i nonni.

Anna Sviridenko uccisa dall’ex e messa nel bagagliaio, l’amico: “La scherniva anche davanti ai giudici” (Fan Page – 28 giugno 2024)
“Lui la stava facendo impazzire, accusava Anna Sviridenko di non essersi realizzato per colpa sua” ha rivelato un amico della mamma e dottoressa 40enne, strangolata dall’ex marito Andrea Paltrinieri che poi ha messo il cadavere in un furgone presentandosi ai carabinieri di Modena.
Prima di uccidere la sua ex moglie Anna Sviridenko e metterla nel bagagliaio dell’auto, Andrea Paltrinieri avrebbe perseguitato la donna a lungo per ottenere l’affidamento esclusivo dei due figli dopo la separazione. A raccontarlo è uno degli amici italiani della dottoressa di 40 anni strangolata dall’ex marito lo scorso dieci giugno a Modena. I rapporti tra i due erano tesi dopo la separazione ma, stando ad amici e conoscenti, lei si era sempre resa disponibile e accondiscendente tornando persino dall’Austria, dove lavorava, ma non è servito ad evitare la tragedia.
“L’ha stalkerizzata in ogni modo, voleva farla impazzire. Usava i figli per motivi di scambio”
ha raccontato Davide Calanca al Resto del Carlino, rivelando atteggiamenti intimidatori e beffardi.  “Lui la scherniva davanti a tutti. Compresi i giudici” ha spiegato l’amico di Anna Sviridenko, rivelando: “Aveva un tale astio nei suoi confronti che nessuno si spiega. Addirittura chiamava continuamente in ospedale a Carpi, chiedendo di lei e fingendo che i figli si fossero fatti male”.
“La stava facendo impazzire e da tempo,  lui accusava Anna di non essersi realizzato per colpa sua. La controllava perché il suo unico scopo era quello di dimostrare che Anna lavorava per sei mesi all’anno in Italia. Questo gli avrebbe permesso di insistere sul trasferire la residenza dei bambini a Modena”
sostiene Calanca, aggiungendo: “Vorrei che non si parlasse di raptus perché non c’entra nulla con ciò che è accaduto”.
“Anche se il tribunale di Innsbruck le aveva dato ragione, lei era comunque venuta in Italia pensando che avvicinandosi e mostrandosi più disponibile tutto l’astio sarebbe diminuito. E invece così non è stato. La cosa assurda è che poco prima di venir uccisa Anna aveva scoperto che i figli le sarebbero stati affidati in esclusiva
” ha ribadito l’amico a Fanpage. Un racconto che se confermato potrebbe aggravare la posizione dell’uomo che risulta indagato per omicidio volontario pluriaggravato dopo essersi presentato dai carabinieri col cadavere della ex nel furgone poco dopo la sentenza di un tribunale austriaco che aveva affidato a lei i figli. Esclusa per ora però l’ulteriore aggravante della premeditazione, che era stata ipotizzata in un primo momento. (di Antonio Palma)

 


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