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Angelica Salis, 60 anni, mamma. Uccisa a coltellate dal marito

Quartucciu (Cagliari), 9 Settembre 2021


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Angelica Salis uccisa dal marito a coltellate a Quartucciu: il giorno prima aveva chiesto aiuto
E’ stato l’uomo a telefonare ai carabinieri
Angelica Salis, 60 anni. E’ stata trovata morta, dissanguata, nella casa dove viveva con il marito che l’ha ammazzata, in via Sarcidano a Quartucciu, nel Cagliaritano. “Venite, ho ucciso mia moglie” ha detto l’uomo telefonando ai carabinieri dopo il femminicidio, il terzo in meno di una settimana. C’è stata probabilmente una lite furiosa: la stanza dov’è stato trovato il corpo era a soqquadro.
La donna, uccisa con un coltello da cucina, lascia tre figli, due femmine e un maschio, tutti sposati, non vivevano più con loro anche se tornavano spesso a trovare i genitori.
Dopo la chiamata al 112, Paolo Randaccio, 67 anni, si è messo lì, in sala da pranzo, ad aspettare l’arrivo dei carabinieri di Quartu Sant’Elena. Il corpo della moglie era in una pozza di sangue: la coltellata al collo è stata fatale. Randaccio è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario e condotto nel carcere di Uta. La salma della donna è stata trasportata all’istituto di Medicina legale di Monserrato per l’autopsia.
Sembrerebbe che i due coniugi litigassero da tempo. Era successo anche il giorno prima. La 60enne è uscita di casa per raggiungere un bar lì vicino dicendo che il marito l’aveva picchiata, inseguita dall’uomo. Per sedare gli animi è stato richiesto l’intervento del 118.

Quartucciu, il restroscena il giorno prima del femminicidio di Angelica: “Scalza al bar per chiedere aiuto”
C’è un inquietante retroscena, avvenuto a meno di 24 ore dell’omicidio di Angelica Salis. La donna, trafelata, ha raggiunto un locale di via Nazionale: “Ha detto che il marito l’aveva picchiata, lui è arrivato e ha negato tutto, poi hanno litigato e lui ha chiamato un’ambulanza”. I due, alla fine, son tornati a casa. A quasi un giorno distanza, le coltellate e il sangue.

Cagliari, uccisa dal marito con 6 coltellate: la sera prima Angelica aveva chiesto aiuto in un bar
A poche ore dal suo omicidio Angelica era scappata di casa e aveva raggiunto un vicino bar, scalza, chiedendo aiuto e raccontando di essere stata picchiata dal marito. Il giorno dopo, Paolo Randaccio, 67 anni, ha afferrato un coltello e colpito la moglie per almeno sei volte, fino a ucciderla. L’uomo è ora in carcere mentre i carabinieri tentando di ricostruire cosa sia accaduto in quell’appartamento di Quartucciu, in provincia di Cagliari, teatro di continue violenze e maltrattamenti.
Sono almeno sei le coltellate che Paolo Randaccio, 67 anni, ha inferto alla moglie, Angelica Salis, morta dissanguata nell’appartamento di Quartucciu, in provincia di Cagliari, dove vivevano da tempo. L’ha uccisa dopo l’ennesima lite nata tra le mura di casa al civico 34 di via Sarcidano, dove Angelica, 60 anni, subiva da tempo le violenze fisiche e psicologiche del marito. È stato lui a chiamare i carabinieri e confessare al telefono quanto aveva appena fatto: “Sono a casa, venite: ho ucciso mia moglie”.
Secondo un primo esame esterno effettuato sul luogo dell’omicidio dal medico legale Roberto Demontis, la donna sarebbe stata colta alla sprovvista dal marito che l’ha aggredita in cucina: Angelica non avrebbe fatto nemmeno in tempo a difendersi. Le coltellate e poi la morte sopraggiunta poco dopo. Quando i carabinieri sono giunti con i soccorritori del 118 nell’appartamento dei due hanno trovato la donna ormai morta in una pozza di sangue.
Accanto a lei il marito che è stato immediatamente fermato e portato in caserma prima di essere trasferito nel carcere di Uta dove si trova tutt’ora: non ha opposto resistenza, ha atteso sull’uscio di casa l’arrivo dei militari e si è fatto arrestare. Tra oggi e domani dovrebbe essere interrogato dal magistrato di turno, Nicola Giua Marassi. Intanto presso il Policlinico di Monserrato si terrà l’autopsia sul corpo di Angelica necessaria a chiarire le cause del decesso: fatale secondo una prima ipotesi sarebbe stata la coltellata che il marito le ha sferrato al collo.
Intanto i carabinieri stanno tentando di ricostruire i dettagli dell’ennesimo femminicidio che si registra a poche ore dal tentato omicidio di una donna, poco distante a Sassari, che si trova ora in ospedale dopo essere stata aggredita dal marito poi morto suicida. Ed è ascoltando le testimonianze dei vicini che i militari hanno scoperto che mercoledì sera, a poche ore dall’omicidio, Angelica al termine dell’ennesima lite col marito era uscita di casa correndo, probabilmente per sfuggire alla furia del marito e, scalza, aveva raggiunto il bar vicino chiedendo aiuto e raccontando ai presenti di essere stata picchiata. Nessuno, sembra, è intervenuto. Qualcuno racconta di una donna piuttosto confusa alla quale era difficile dare credito. “Litigavano come tutti”, aggiunge qualche vicino. E invece la storia di Angelica non è quella di un litigio, ma quello di un omicidio.

Quartucciu, il femminicidio di Angelica Salis davanti alla Corte Costituzionale? (l’Unione Sarda – 26 ottobre 2022)
La donna uccisa dal marito nel settembre dell’anno scorso
Potrebbe finire davanti alla Corte costituzionale il femminicidio di Angelica Salis, uccisa a 60 anni nel settembre 2021 dal marito Paolo Randaccio a Quartucciu. È quanto sollecitato in aula dal pm Nicola Giua Marassi ritenendo “costituzionalmente illegittimo” prevedere, come fa la norma attuale, l’impossibilità di ricorrere al rito abbreviato e di concedere le attenuanti nel caso il delitto coinvolga due coniugi.
Un divieto che impedisce, nella valutazione del caso specifico, di infliggere “una pena proporzionata” in base al singolo episodio. Perché “è illogico” ritenere che “l’omicidio del coniuge sia sempre più grave di altri”.
C’è differenza tra un delitto commesso da un uomo violento che per anni ha massacrato di botte la moglie per poi ucciderla e un femminicidio, come in questo caso,
 arrivato all’esito dell’ennesimo litigio innescato dalla donna, la quale da tempo soffriva di depressione (con diversi tentativi di suicidio) ed era protagonista di scatti d’ira che sfociavano in violenze fisiche, oltre che verbali, verso il compagno di una vita.
Così, al termine della requisitoria davanti alla Corte d’assise di Cagliari, il pm ha ipotizzato due finali: ha chiesto alla Corte di sollevare la questione di incostituzionalità della norma e, nel caso, di condannare a 12 anni di Randaccio; viceversa, se i giudici dovessero respingere la proposta, la pena suggerita dal magistrato inquirente sarebbe di 21 anni. Il minimo previsto in questi casi in una forbice che arriva all’ergastolo. Richiesta cui si è associato, argomentandola, anche l’avvocato difensore Andrea Nanni. La decisione arriverà a novembre.

 

 


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