Paolo Randaccio, 67 anni, pensionato, padre. Uccide la moglie a coltellate e si costituisce. Il processo viene interrotto con ricorso alla Corte Costituzionale per stabilire se l’uccisione della moglie è aggravante
Quartucciu (Cagliari), 9 Settembre 2021
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Quartucciu. Omicidio Angelica Salis. La difesa di Randaccio: “Non è un mostro. È stato un raptus. Serve la perizia psichiatrica” (Femminicidio Italia – 6 ottobre 2022)
È iniziato il processo a carico di Paolo Randaccio, l’uomo accusato del femminicidio di Angelica Salis, uccisa il 9 settembre 2021 a Quartucciu in provincia di Cagliari.
Secondo quanto riportato da Casteddu On Line, i figli della coppia non si sono costituiti parte civile e non hanno nemmeno nominato un legale. Randaccio, invece, è difeso dall’avvocato Andrea Nanni, che ha riferito in aula: “Un fratello della vittima vuole testimoniare, il mio assistito non è un mostro. Ha confessato l’accoltellamento ma non corrispondono al vero altri episodi di violenza“.
“Il suo gesto – continua il legale – si può configurare come un raptus, ecco perché abbiamo chiesto la possibilità che venga effettuata una perizia psichiatrica“. Una richiesta già formulata una volta e rigettata dai giudici: “Ma c’è ancora l’occasione perché venga accolta, dopo aver sentito il testimone e, se vorrà parlare, anche il mio assistito“. Nella prossima udienza la Corte deciderà se accogliere, o meno, le richieste della difesa.
Quartucciu, il femminicidio di Angelica Salis davanti alla Corte Costituzionale? (l’Unione Sarda – 26 ottobre 2022)
La donna uccisa dal marito nel settembre dell’anno scorso
Potrebbe finire davanti alla Corte costituzionale il femminicidio di Angelica Salis, uccisa a 60 anni nel settembre 2021 dal marito Paolo Randaccio a Quartucciu. È quanto sollecitato in aula dal pm Nicola Giua Marassi ritenendo “costituzionalmente illegittimo” prevedere, come fa la norma attuale, l’impossibilità di ricorrere al rito abbreviato e di concedere le attenuanti nel caso il delitto coinvolga due coniugi.
Un divieto che impedisce, nella valutazione del caso specifico, di infliggere “una pena proporzionata” in base al singolo episodio. Perché “è illogico” ritenere che “l’omicidio del coniuge sia sempre più grave di altri”.
C’è differenza tra un delitto commesso da un uomo violento che per anni ha massacrato di botte la moglie per poi ucciderla e un femminicidio, come in questo caso, arrivato all’esito dell’ennesimo litigio innescato dalla donna, la quale da tempo soffriva di depressione (con diversi tentativi di suicidio) ed era protagonista di scatti d’ira che sfociavano in violenze fisiche, oltre che verbali, verso il compagno di una vita.
Così, al termine della requisitoria davanti alla Corte d’assise di Cagliari, il pm ha ipotizzato due finali: ha chiesto alla Corte di sollevare la questione di incostituzionalità della norma e, nel caso, di condannare a 12 anni di Randaccio; viceversa, se i giudici dovessero respingere la proposta, la pena suggerita dal magistrato inquirente sarebbe di 21 anni. Il minimo previsto in questi casi in una forbice che arriva all’ergastolo. Richiesta cui si è associato, argomentandola, anche l’avvocato difensore Andrea Nanni. La decisione arriverà a novembre.
Femminicidio di Quartucciu, processo sospeso: “Paolo Randaccio non merita l’ergastolo” (Casteddu Online – 16 novembre 2022)
L’uomo ha ucciso a coltellate Angelica Salis nel 2021, la Corte d’Assise spedisce gli atti alla Corte costituzionale. L’avvocato difensore dell’omicida, Andrea Nanni: “Sono soddisfatto, i giudici hanno dimostrato una grande sensibilità giuridica. Randaccio ha reagito ad un comportamento aggressivo della moglie”
Stop al processo contro Paolo Randaccio, il sessantanovenne di Quartucciu che, nel 2021, ha ucciso a coltellate la moglie Angelica Salis. La Corte d’Assise di Cagliari, presieduta da Giovanni Massidda, oggi, ha deciso di spedire tutti gli atti processuali alla Corte costituzionale. E il dibattimento si ferma, dopo l’ultimo round in tribunale. In quell’occasione, il pm Nicola Giua Marassi aveva sottolineato il profilo di Randaccio.
Aveva ammesso le sue colpe, chiamando subito le Forze dell’ordine e, ancora, era stato definito “un buon padre che voleva tutelare la moglie”. Una tesi sempre sostenuta anche dal difensore di Randaccio, l’avvocato Andrea Nanni: “Il pm aveva detto che il mio assistito non è un orco, che è colpevole ma deve poter godere delle attenuanti perchè è incensurato e reo confesso. Non posso che esprimere soddisfazione, i giudici hanno dimostrato una grande sensibilità”. La decisione della Corte costituzionale potrebbe arrivare in poche settimane o, a seconda dei tempi dei giudici, se dovessero decidere di esaminarla, anche qualche mese.
Se non accoglierà le richieste, la pena minima sarà di ventuno anni. In caso contrario, Paolo Randaccio potrà avere attenuanti e sconti di pena: “Tutta la questione si gioca attorno all’articolo 577 del codice penale. In questo caso viene contestata l’aggravante dell’omicidio in danno del coniuge, però sia la difesa che la pubblica accusa hanno richiesto di riconoscere le circostanze attenuanti generiche e la cosiddetta attenuante della provocazione, legata al fatto che Paolo Randaccio ha reagito ad un comportamento aggressivo della moglie”.