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Anastasiia Alashri, 23 anni, pianista insegnante di musica e cameriera, mamma. Uccisa con 30 coltellate, chiusa in un trolley e gettata in un dirupo dall’ex marito appena denunciato per maltrattamenti

Fano (Pesaro e Urbino), 13 Novembre 2022


Titoli & Articoli

Fuggita dalla guerra, uccisa dall’ex in Italia: chi è Anastasiia Alashri (il Giornale – 14 novembre 2022)
La 23enne ucraina uccisa a coltellate, ritrovata senza vita nelle campagne di Fano, era scappata dalla guerra. Era arrivata in Italia con il marito e il figlioletto di 3 anni. Pochi giorni fa aveva denunciato l’ex per maltrattamenti
Anastasiia Alashri, la 23enne ritrovata senza vita e con i segni di 3 coltellate sul corpo, nella campagne di Villa Giulia, a Fano (Pesaro Urbino), era scappata dalla guerra in Ucrania. Stando a quanto apprende l’Ansa da fonti investigative, la giovane era arrivata in Italia lo scorso marzo con il figlioletto di 3 anni e il marito. L’uomo, un 32enne di nazionalità egiziana, è sospettato dell’omicidio. I carabinieri lo hanno rintracciato alla stazione ferroviaria di Bologna mentre verosimilmente tentava la fuga dal territorio nazionale. È stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per il reato di maltrattamenti in famiglia, misura al vaglio dell’autorità giudiziaria bolognese. Soltanto pochi giorni fa, l’11 novembre, la vittima aveva denunciato l’ex coniuge ai militari dell’Arma per le continue vessazioni che era costretta a subire.
Chi è Anastasiia Alashri. La donna era arrivata dall’Ucraina in Italia la scorsa primavera. Lavorava come cameriera in un’osteria di Fano e nel tempo libero dava lezioni di piano. Stando a quanto ricostruito sinora dagli investigatori, negli ultimi mesi, il rapporto con il marito era diventato particolarmente conflittuale. Al punto che Anastasiia si era rifugiata con il figlioletto a casa di un amico e collega. Ieri mattina, domenica 13 novembre, era tornata nel vecchio appartamento per recuperare alcuni vestiti. Verosimilmente – ipotizzano i carabinieri – ha incontrato l’ex marito. Tra i due sarebbe scattato l’ennesimo litigio sfociato poi nel sangue. Il cadavereè stato rinvenuto questa mattina (lunedì 14 novembre) nelle campagne di Villa Giulia dopo che un conoscente aveva denunciato la scomparsa della 23enne. Immediatamente sono state avviate le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Pesaro, con i militari del Nucleo Investigativo di Pesaro Urbino e della Compagnia di Fano. A condurre gli inquirenti sulla scena del crimine è stato proprio l’egiziano che ora si trova in stato di fermo.
Il ricordo dei colleghi. La 23enne si era integrata sin da subito nella piccola comunità di Fano guadagnando velocemente la stima e l’affetto dei colleghi. I titolari dell’osteria dove lavorava hanno scritto un post su Facebook per ricordare la ragazza. “Abbiamo appreso del decesso di Anastasia Alashiri che lavorava dallo scorso maggio come cameriera nel nostro locale a Fano. La notizia – recita il messaggio – ci ha sconvolto, la ragazza era molto brava e dimostrava grande dedizione per il suo lavoro. Sappiamo che dava lezioni di pianoforte nel tempo libero perché era la sua grande passione“. E poi la conclusione di Martina Carloni, uno dei gestori del ristorante: “Esprimo a nome mio, della mia famiglia e dei dipendenti le nostre più sentite condoglianze rimarrà sempre nei nostri cuori“.

Anastasiia uccisa a Fano: chi era quella mamma gentile in fuga dalla guerra (il Resto del Carlino -15 novembre 2022)
La tristezza di Luca Ferretti, direttore della scuola fanese dove la 23enne dava lezioni: “Una ragazza che aveva tutti i requisiti, il suo curriculum era molto ricco. Ed era contenta di questo lavoro”. Già docente di musica a Kiev per cinque anni, prima del conflitto
E’ scioccato il direttore della scuola musicale Bramucci dell’Age Fano, Luca Ferretti, nell’apprendere dell’uccisione di Anastasiia Alashri. La giovane profuga ucraina laureata in musica, da settembre, oltre a lavorare al ristorante Osteria dalla Peppa, dava lezioni nella nota scuola musicale cittadina.
“L’ultima volta – racconta il maestro Ferretti – ci siamo visti la scorsa settimana, era tranquilla, contenta di insegnare ai nostri bambini”. A seguito del conflitto in Ucraina aveva lasciato il suo Paese insieme al marito 43enne di origine egiziana e al loro figlio di due anni. Fuggita da Kiev era arrivata a Fano a marzo di quest’anno, aiutata a sistemarsi in città da alcuni privati.
“Non conoscevo il marito – racconta Ferretti – non sapevo neppure che fosse sposata, lo avevo immaginato perché mi aveva parlato del figlio che avrebbe voluto iscrivere alla nostra scuola”. Anastasiia aveva iniziato a insegnare musica e canto, le sue passioni, a settembre.
“Aveva tutti requisiti per farlo – commenta Ferretti – ci aveva fornito un curriculum piuttosto ricco”. Prima che la guerra mettesse tutto in discussione, Anastasia, 23 anni, era stata un’insegnante di musica per 5 anni, docente di pianoforte alla Luki Kids Club di Kiev e di arte musicale nella scuola primaria e secondaria della città ucraina di Uzhorod. Insomma una ottima maestra di musica, che era anche una brava corista e che si era perfettamente inserita nell’ambiente della scuola fanese, ben accolta dalle mamme dei suoi alunni.
Ieri il triste e penoso compito del direttore Ferretti di avvisare tutte le famiglie dell’accaduto e della necessaria riorganizzazione delle lezioni.”Sono scioccato – ripete Ferretti – non me lo sarei mai aspettato. Anastasiia era così contenta di questo lavoro e di insegnare ai bambini che aveva pensato di iscrivere anche suo figlio. Parlava un inglese fluente che usavamo sempre nelle nostre conversazioni, ma aveva anche un’ottima conoscenza della lingua italiana“.
Insomma una situazione, quella di Anastasiia, che non faceva immaginare, a chi aveva l’occasione di incontrarla, il drammatico epilogo di un femminicidio. In realtà da quanto ricostruito dal comando provinciale dei carabinieri, negli ultimi mesi la ragazza aveva manifestato la volontà di separarsi dal marito, a causa dell’elevata conflittualità di quel rapporto. Il suo corpo privo di vita è stato ritrovato la scorsa notte nella zona di Belgatto, l’ex marito è accusato di omicidio volontario.

Omicidio Anastasiia Fano: quel bambino rimasto senza madre e padre (il Resto del Carlino – 15 novembre 2022)
E’ stato per un po’ nella caserma di Fano dei carabinieri, poi il deputato Mirco Carloni è andato a prenderlo. Ora si attende la nonna
Padre in carcere e la madre morta. Un bambino di due anni solo dentro la caserma dei carabinieri. Durante la notte si è presentato dai militari Mirco Carloni assieme alla moglie. Lo hanno preso e portato via con loro. Il neo parlamentare, finito inprovvisamente dentro un incubo umano, però non conferma e non smentisce. Si sa solo che si attende che la nonna materna, e cioè la mamma di Anastasiia, torni in Italia dall’Ucraina. Poi le decisioni spetteranno al tribunale dei minori di Ancona. Uno dei tanti passaggi di una notte lunga un secolo, perché all’interno del ristorante la Peppa, tra i locali più conosciuti della città, le lacrime scorrevano da quando è balenata la possibilità che alla giovane cameriera fosse capitato qualcosa. A gestire il locale Martina, la sorella di Carloni.
“Io l’ho vista – racconta il parlamentare – venerdì sera perché sono andato a mangiare a cena con mia moglie e mia figlia. E mi ha servito proprio Anastasiia che oltre ad esere una ragazza molto carina, è stata come sempre sorridente, gentile e molto professionale. E di Anastasiia ho chiesto anche a mia sorella Martina che me ne ha parlato sempre molto bene, dicendomi che era sempre puntuale al lavoro ed ha aveva voglia di fare. Una dipendente modello, inappuntabile. Il privato? No, di questo non so proprio nulla se non il fatto che dava anche lezioni di pianoforte. Per mia sorella, ma anche per me, e per tutto il personale che lavora dalla Peppa, una storia sconvolgente quella che è accaduta perché nessuno ancora se ne capacita”.
Tra i dipendenti del locale nessuno si avventura in commenti anche se uno dei giovani pare avesse stretto con la ragazza un rapporto di amicizia. Non riisulta comunque che l’ex marito, si sia mai presentato nel locale oppure abbia attesso Anastasia fuori dal ristorante al termine del suo turno lavorativo facendo piazzate o usando violenza. Fra l’altro ‘La Peppa’. è in una traversa di via Cavour, una stradina molto stretta ed intorno ci sono abitazioni, compresa una palazzina che ha le finestre che danno sul locale. Pare però che tutti fossero a conoscenza del fatto che la storia tra Anastasia e il marito era problematica prima ancora che lei raggiungesse l’Italia nel maggio scorso, seguita dal marito. Tra i vari particolari di questa tragedia sembra che l’uomo, che evidentemente non sopportava il fatto di essere stato lasciato, non abbia mai valuto firmare i documenti per la separazione. Resta ora una giovane donna morta accoltellata, il marito in carcere reconfesso, ed una bambino di due anni lasciato alla pietà e al buon cuore.

 

Anastasiia, l’ultima telefonata diventata fatale: «Ti lascio, aprimi la porta». L’avvocato Rampioni: «Diceva: ho visto la guerra, non ho paura» (Corriere Adriatico – 16 novembre 2022)
A Fano aveva trovato un nuovo amore
«Ho conosciuto la guerra, che cosa altro mi può accadere?». Anastasia non percepiva il pericolo. I giorni passati a Kiev sotto i bombardamenti, la morte degli amici per gli attacchi agli obiettivi civili dell’esercito russo avevano in un certo senso anestetizzato la giovane mamma rispetto ai rischi della sua conflittuale relazione coniugale, per la quale già in Ucraina era stata avviata la procedura della separazione a cui il marito resisteva.
A Fano aveva trovato un nuovo amore. A Fano si erano aggiunti il nuovo amore, nato nel luogo di lavoro e già sfociato in una convivenza (il rifugio con il figlio di 2 anni a casa del collega dopo l’ennesimo litigio), e la denuncia per maltrattamenti contro il coniuge formalizzata venerdì scorso. La percezione del rapporto con il marito falsata dall’orrore della guerra le è costata la vita. Fatale l’ultima telefonata di domenica mattina al coniuge: «Devo prendere i vestiti nella nostra casa, perché ti lascio. Vieni ad aprirmi?».

Anastasiia, uccisa e chiusa nella valigia con cui era fuggita dall’Ucraina (AGI – 27 novembre 2022)
Moustafa Alashri ha detto di aver ucciso la giovane moglie in una colluttazione e di aver lasciato il cadavere in un terreno perché doveva riprendere a fare le consegne per la pasticceria per cui lavorava
Moustafa Alashri, il 42enne di origine egiziana, ha ucciso la moglie Anastasiia, dalla quale si stava separando con 30 coltellate. È quanto è emerso dall’autopsia condotta sul corpo delle 23enne ucraina, uccisa il 13 novembre scorso a Fano.
La giovane donna era rientrata nella casa coniugale di Viale Trieste per ritirare alcuni effetti personali e lì è stata aggredita dal marito: ha cercato di difendersi dalla furia omicida dell’uomo (l’esame ha evidenziato diversi tagli alle mani), ma ha ricevuto diversi colpi mortali al fegato. Il corpo senza vita è stato successivamente nascosto in una valigia, la stessa che la coppia aveva utilizzato a marzo per fuggire da Kiev. Il delitto sarebbe avvenuto tra le 8 e le 9 della domenica: è stato lo stesso marito a spostare il corpo di Anastasiia per abbandonarlo in un campo alla periferia di Fano, e a farlo ritrovare, dopo essere stato bloccato dai carabinieri alla stazione di Bologna mentre tentava di fuggire.
Agli inquirenti, Moustafa Alashri ha prima detto di averla uccisa, poi ha raccontato un’altra verità: si sarebbe difeso dall’aggressione della moglie, che “nella lotta è rimasta ferita a morte” L’uomo ha anche riferito che, non potendo lasciare il cadavere in casa, l’ha chiuso nella valigia e l’ha lasciato in un terreno. “Poi dovevo riprendere a fare le consegne per la pasticceria”, ha aggiunto.
Le immagini delle telecamere, diffuse dai carabinieri, quella domenica lo riprendono su un furgone, poi alla stazione di Fano e in quella di Bologna, dove è stato fermato circa 12 ore dopo l’omicidio, mentre stava per prendere il treno per Vienna.
Per i funerali di Anastasiia si attende l’arrivo del padre (la mamma Alina era riuscita anche lei ad espatriare da Kiev), bloccato in Ucraina perché abile per essere arruolato nell’esercito del suo Paese: il nulla osta dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, quando le autorità di Kiev riceveranno il certificato di morte della figlia.

Omicidio Anastasiia, patria potestà revocata al padre: il figlio resta con la nonna. Il Tribunale dei minori valuterà l’affido definitivo. Nullaosta per la salma della mamma (Corriere Adriatico – 30 novembre 2022)
Revocata, su richiesta della Procura della Repubblica di Pesaro, la patria potestà genitoriale a Moustafa Alashri, il 42enne di origine egiziana, accusato di omicidio volontario della moglie Anastasiia, 23 anni, profuga Ucraina, con cui si era stabilito a Fano lo scorso marzo. La decisione mette un punto pesante sulle pretese del padre del figlio di 2 anni, oggi in affidamento temporaneo al deputato Mirco Carloni (Anastasiia lavorava nel ristorante della sorella, Martina), e contestualmente fissa «degli accertamenti sulla nonna del bambino (la mamma di Anastasiia, la signora Elina, ndr) – spiega l’avvocato Roberta Giuliacci – al fine di poter valutare compiutamente l’unica istanza di affidamento definitivo presentata: quella della nonna»,
Il bimbo con la famiglia. «Non ci sono ancora date: nei prossimi giorni la signora sarà sentita dal Tribunale dei minori -. Intanto continua la frequentazione di nonna e zia con il bambino – spiega l’avvocato -. Sia in casa di Carloni che, da sole, in una abitazione messa a disposizione dal Comune di Fano, da venerdì fino ad oggi (ieri, ndr)».  Confermato, fino a quando non sarà presa una decisione, anche l’affidamento temporaneo concordato dai Servizi sociali con il Tribunale dei Minori. «Il bambino con la nonna e la zia parla in ucraino – racconta l’avvocato -. Per lui la nonna è una figura vicina: viveva con loro prima di partire dall’Ucraina e, in estate, la signora era stata a Fano per circa tre mesi. In più, spesso, la madre effettuava delle videochiamate».
La nonna vorrebbe tornare in Ucraina «ma per ottenere l’affido e il ricongiungimento familiare è disposta anche a restare con lui in Italia». Mustafa Alashri, che attualmente si trova in carcere a Pesaro in base all’ordinanza del Gip di Bologna che ha convalidato il fermo eseguito domenica 13 novembre (sia il primo per maltrattamenti che il secondo per omicidio volontario), nonostante la sua posizione potrebbe comunque fare ricorso dopo essersi opposto, martedì scorso, all’affidamento.
C’è il nullaosta per salma. Nella giornata di ieri è arrivato il nullaosta per l’espatrio della salma di Anastasiia. Nella porzione di Ucraina più tranquilla, a Užhorod, città di provenienza della famiglia al confine tra Slovacchia e Ungheria, Anastasiia è attesa da amici e parenti tra i quali il padre, guardia giurata. La famiglia è cristiana cattolica e non ortodossa: sarà quindi officiato un funerale anche se, vista la presenza in Italia di madre e sorella, non è ancora stata stabilita con esattezza una data. 

Delitto Anastasiia, il piccolo Adam passerà le feste con la nonna (il Resto del Carlino – 22 dicembre 2022)
Il figlio della giovane mamma ucraina uccisa affidato a Elina. Ieri la decisione del tribunale
Babbo Natale è arrivato con due giorni di anticipo per la famiglia di Anastasiia, la 23enne ucraina uccisa dal marito lo scorso 13 novembre. È di ieri infatti la decisione del Tribunale dei minorenni di Ancona di affidare il piccolo Adam alla nonna materna Elina di 50 anni. I giudici dorici hanno così accolto la richiesta avanzata dalla mamma della vittima di poter crescere lei il nipote. E presto si avvererà anche l’altro desiderio della donna: tornare in Ucraina, a Uzghorod, la città dove hanno la loro casa, vivono e lavorano. E dove anche Adam comincerà la sua nuova vita, purtroppo senza più la sua mamma, ma con l’affetto dei parenti più stretti e non solo.
Elina porterà in patria anche il corpo di Anastasiia. E lì che vuole celebrare i funerali della figlia. Il rientro però sarà ormai nel prossimo anno, forse a metà gennaio. Mancano, a quanto sembra, alcuni dati sul certificato di morte. Un’impasse che blocca inevitabilmente le pratiche per il viaggio di ritorno a Uzghorod. Di sicuro quindiElina e il piccolo Adam di due anni passeranno il Capodanno a Fano. Intanto il bambino da ieri è ufficialmente affidato alla nonna. Dal giorno del delitto, Adam era stato collocato a casa dell’onorevole Mirco Carloni, fratello della titolare dell’Osteria dalla Peppa, il ristorante dove Anastasiia lavorava da maggio scorso e dove aveva anche incontrato il suo nuovo compagno.
Carloni, insieme con la moglie, si è preso cura del bimbo come fosse suo figlio. Ieri il piccolo ha definitivamente lasciato la casa del deputato ed è andato a stare dalla nonna. Elina e il nipote, in realtà, in queste settimane si sono visti ogni giorno e hanno passato anche diverse notti insieme. “La famiglia è finalmente riunita – commenta soddisfatta il legale di Elina, l’avvocato Roberta Giuliacci – Il tribunale di Ancona ha disposto l’affidamento sine die del bambino alla nonna. Ma ha anche ordinato al tribunale di Pesaro di nominare un tutore per Adam. Devo sottolineare l’ottimo lavoro che hanno fatto i servizi sociali di Fano. Ma anche il Tribunale dei minori non è stato da meno in quanto ha trattato un caso tanto delicato in tempi velocissimi”.
«Adam crescerà accanto a una donna e nonna davvero con un grande carattere e personalità –
afferma il tutore temporaneo di Adam, l’avvocato Silvia Montesi – I giudici anconetani hanno anche indicato di attuare il distacco del bimbo dalla famiglia collocataria nel modo e nei tempi più opportuni per rendere il tutto più sereno”. Al padre del bambino, Moustafa Alashri, 42enne egiziano, è stata invece revocata la potestà genitoriale. L’uomo, in carcere dal giorno dell’omicidio di Anastasiia, sarà presto ascoltato dalla procura di Pesaro.


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