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Amrallah Moustafa Mahojoub Alashri, 42 anni, pasticcere, padre. Uccide l’ex moglie a coltellate, chiude il corpo in un trolley, lo getta in un dirupo, finisce il turno di lavoro e cerca di fuggire

Fano (Pesaro e Urbino), 13 Novembre 2022


Titoli & Articoli

Omicidio di Anastasiia, il marito: “L’ho uccisa poi sono tornato a consegnare dolci” (il Resto del Carlino – 16 novembre 2022)
L’assassino dà la sua versione: “Mi aggrediva, mi sono solo difeso. Poi l’ho messa nel trolley e l’ho portata nel bosco”. Il giudice convalida il fermo
“L’ho ammazzata ma per difendermi. Voleva accoltellarmi. Io ho cercato di ripararmi e nella lotta è rimasta ferita a morte. Poi ho portato il corpo in un bosco, ma dentro una valigia. Non potevo lasciarlo in casa. E io dovevo anche continuare il giro delle consegne col furgone della pasticcieria”.
E’ la sintesi del racconto fatto ieri per la convalida del fermo da parte di Moustafa Alashri, 42 anni, egiziano, con passaporto ucraino, l’omicida della moglie Anastasiia Alashri, 23 anni, accoltellata domenica mattina e gettata in un dirupo nelle campagne di Fano. Ora l’uomo, dopo la convalida, è rinchiuso nel carcere di Bologna essendo stato catturato domenica alle 21 nella stazione del capoluogo emiliano da dove intendeva partire per Vienna, in Austria. In un primo momento, ha ammesso tutto: “L’ho uccisa io”. ma ieri ha corretto il tiro, ha cercato attenuanti, un modo per attenuare la sua colpa. Che non nega ma annacqua.
Emergono nuovi retroscena sul delitto di Anastasiia, una ragazza che riesce a partire dall’Ucraina in guerra insieme al marito e a loro figlio di 2 anni per cercare sicurezza in Europa. La madre vive in Slovacchia ma non si fermano lì. Vengono in Italia a marzo, e poco dopo arrivano a Fano dove entrambi i coniugi trovano lavoro. Lui alla pasticceria Cavazzoni, lei cameriera alla Osteria dalla Peppa. Abitano in una casa in via Trieste, zona Bon Bon al Lido, ma i loro rapporti sono pessimi perché il 42enne aggredisce e maltratta la moglie.
Al lavoro poi, la ragazza incontra un collega, Alessio, e nel giro di poco decidono di andare ad abitare insieme. Lei esce di casa il 5 novembre, mentre venerdì 11 decide di presentarsi in caserma con la sua avvocata per querelare l’ex accusandolo di maltrattamenti. Due giorni dopo, Anastasiia decide di ritornare da sola nella casa del coniuge pensando di poter entrare a prendere i suoi vestiti e quelli del bambino che erano rimasti nell’armadio. E’ convinta di non trovare il 42enne perché sa che a quell’ora è al lavoro in pasticceria. Ma le sue chiavi non vogliono saperne di entrare.
Così invia un messaggio al compagno dicendogli che deve chiamare il marito per entrare. Lo invita ad allontanarsi insieme al bambino perché potrebbe scatenare qualche reazione. Così la ragazza chiama al telefono il marito che era in pasticceria per fargli aprire la porta.
Lui arriva col furgone della ditta, deve consegnare torte e bigné, apre la porta, entrano in casa intorno alle 8. Il delitto avviene quasi subito. Alessio alle 8.45 prova a chiamarla ma è inutile. Il telefono è irraggiungibile. Invia messaggi, ma non vengono visualizzati. In casa non risponde nessuno. Alessio, col bambino che piange, torna a casa e da lì chiama la pasticcieria Cavazzoni. Si fa passare Moustafa: “Hai visto Anastasiia?” Lui risponde di no, ma il tono è ironico.
La ragazza era morta da 4 ore, abbandonata in un dirupo. A mezzogiorno, Alessio chiama i carabinieri mentre il Moustafa finisce il suo turno, prende i risparmi di 3500 euro e va in stazione. Parte per Bologna, dove lo arrestano alle 21. Confessa, facendo trovare il corpo, il coltello e i panni sporchi col sangue di Anastasiia.

 

Omicidio Anastasiia, patria potestà revocata al padre: il figlio resta con la nonna. Il Tribunale dei minori valuterà l’affido definitivo. Nullaosta per la salma della mamma (Corriere Adriatico – 30 novembre 2022)
Revocata, su richiesta della Procura della Repubblica di Pesaro, la patria potestà genitoriale a Moustafa Alashri, il 42enne di origine egiziana, accusato di omicidio volontario della moglie Anastasiia, 23 anni, profuga Ucraina, con cui si era stabilito a Fano lo scorso marzo. La decisione mette un punto pesante sulle pretese del padre del figlio di 2 anni, oggi in affidamento temporaneo al deputato Mirco Carloni (Anastasiia lavorava nel ristorante della sorella, Martina), e contestualmente fissa «degli accertamenti sulla nonna del bambino (la mamma di Anastasiia, la signora Elina, ndr) – spiega l’avvocato Roberta Giuliacci – al fine di poter valutare compiutamente l’unica istanza di affidamento definitivo presentata: quella della nonna»,
Il bimbo con la famiglia. «Non ci sono ancora date: nei prossimi giorni la signora sarà sentita dal Tribunale dei minori -. Intanto continua la frequentazione di nonna e zia con il bambino – spiega l’avvocato -. Sia in casa di Carloni che, da sole, in una abitazione messa a disposizione dal Comune di Fano, da venerdì fino ad oggi (ieri, ndr)».  Confermato, fino a quando non sarà presa una decisione, anche l’affidamento temporaneo concordato dai Servizi sociali con il Tribunale dei Minori. «Il bambino con la nonna e la zia parla in ucraino – racconta l’avvocato -. Per lui la nonna è una figura vicina: viveva con loro prima di partire dall’Ucraina e, in estate, la signora era stata a Fano per circa tre mesi. In più, spesso, la madre effettuava delle videochiamate».
La nonna vorrebbe tornare in Ucraina «ma per ottenere l’affido e il ricongiungimento familiare è disposta anche a restare con lui in Italia». Mustafa Alashri, che attualmente si trova in carcere a Pesaro in base all’ordinanza del Gip di Bologna che ha convalidato il fermo eseguito domenica 13 novembre (sia il primo per maltrattamenti che il secondo per omicidio volontario), nonostante la sua posizione potrebbe comunque fare ricorso dopo essersi opposto, martedì scorso, all’affidamento.
C’è il nullaosta per salma. Nella giornata di ieri è arrivato il nullaosta per l’espatrio della salma di Anastasiia. Nella porzione di Ucraina più tranquilla, a Užhorod, città di provenienza della famiglia al confine tra Slovacchia e Ungheria, Anastasiia è attesa da amici e parenti tra i quali il padre, guardia giurata. La famiglia è cristiana cattolica e non ortodossa: sarà quindi officiato un funerale anche se, vista la presenza in Italia di madre e sorella, non è ancora stata stabilita con esattezza una data. 

Uccise l’ex moglie, pasticciere a giudizio (il Resto del Carlino – 16 settembre 2023)
Uccise l’ex moglie per gelosia con 29 coltellate. Era la mattina del 13 novembre 2022, in una casa di viale Trieste a Fano. Poi l’omicida si sbarazzò del corpo mettendolo in un trolley che trasportò e nascose in campagna a Fano, zona Belgatto, sotto dei cartoni. L’uomo cercò anche di fuggire ma venne arrestato in stazione a Bologna. Ieri, Amrallah Moustafa Mahojoub Alashri, egiziano, 42 anni, pasticciere a Fano, è stato rinviato a giudizio per aver massacrato a coltellate l’ex moglie Anastasiia Alashri, giovane mamma ucraina di 23 anni (aveva avuto un bambino dall’uomo), che era fuggita pochi mesi prima dall’orrore della guerra nel suo Paese. Il processo in Corte d’Assise in tribunale a Pesaro è stato fissato per il 17 gennaio 2024. I genitori ucraini della vittima in proprio e a nome del nipotino si sono costituiti parte civile con gli avvocati Roberta Giuliacci e l’avvocato Giangrande di Roma.
Anastasiia aveva deciso nel novembre scorso di di interrompere la convivenza col marito perché violento. Prese la decisione di andarsene dalla casa in affitto per prendere alloggio insieme a suo figlio da un amico o forse dal suo nuovo compagno. Ma quella mattina di domenica 13, Anastasiia crede di poter tornare nella casa di via Trieste per portarsi via i suoi vestiti e le cose del suo bambino che aveva lasciato. Non avverte i carabinieri malgrado la denuncia presentata nei giorni precedenti per maltrattamenti contro il suo ex marito. Il quale l’aspetta in casa, perché evidentemente era stato avvisato da lei del suo arrivo per liberare l’armadio. Invece lui l’attendeva per vendicarsi. Così la aggredisce colpendola con due coltelli almeno 29 volte, al volto, al torace, all’addome, al dorso, alle braccia e alle gambe fino ad ucciderla. Poi infila a forza il corpo senza vita della donna nella valigia, lo carica sul furgone della pasticceria per la quale lavora, e arriva fino alle campagne di Belgatto dove disperde la valigia nascondendola sotto dei cartoni.
Poi Amrallah Moustafa Mahojoub Alashri torna al lavoro, lascia il furgone, smonta dal turno e va a casa per poi partire per Bologna dove viene arrestato. La scomparsa della ragazza era stata denunciata poche ore dopo l’omicidio dal suo nuovo compagno.
Una volta arrestato, il 42enne egiziano ha indicato dove ritrovare i due coltelli usati per uccidere l’ex moglie e soprattutto ha portato gli inquirenti sul luogo dove aveva abbandonato il corpo dentro la valigia. Un caso risolto in 10 ore di indagini dai carabinieri del nucleo investigativo di Pesaro e Urbino e della compagnia di Fano. Dalle indagini si è appurato, che l’ex marito non accettava la separazione dalla moglie. E, a quanto sembra, neppure la sua nuova storia con quel collega di lavoro, un cameriere che Anastasiia aveva conosciuto all’Osteria dalla Peppa di Fano, dove era stata assunta da maggio scorso.
Da quel momento, dopo aver accettato in silenzio i maltrattamenti e le angherie, aveva deciso di andarsene da casa ma una settimana dopo l’ex la uccide. Ieri, in udienza preliminare in tribunale, l’omicida avrebbe riferito di non ricordare nulla di cosa è successo, se non di aver visto la moglie morta. Il gup, ha respinto delle eccezioni rinviandolo a giudizio.


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